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Mitchell e pennini

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klapaucius
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Ottorino ha scritto:Non sto a citare l'intervento di Giuseppe.

Intravedo un problema comunicativo sul significato delle parole.
Forse per la somiglianza tra "cursive" in inglese e "corsivo" in italiano.

Io stesso non ho ben chiara la differenza e vorrei conforti.

Cursive italic dovrebbe essere un sinonimo di cancelleresca, oppure anche di "scrittura di tutti i giorni".
Cosi almeno lo intendo io (forse sbagliando).
Insomma, nel concetto di corsivo c'e' implicita la corsa, la velocità, la speditezza.
Io l'avevo sempre inteso come "carattere inclinato in avanti rispetto a quello normale".
Ma qui si parlerebbe di tipografia e non di grafia pura e semplice.

Tu Giuseppe cosa intendi per "corsivo" ?
Sì forse non ci capiamo. Per "corsivo" intendo quello che si impara alle elementari, che però non è proprio il Copperplate rigidamente codificato, ma semplicemente una scrittura tondeggiante in cui le lettere sono legate tra loro e tendenzialmente si stacca poco la penna dal foglio.

Diciamo la foto sulla pagina di Wikipedia rende l'idea: http://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_corsiva

L'italico, per come l'ho imparato io, ha le lettere staccate e non legate fra loro. Più simile ai caratteri di stampa.

Ma immagino che esista un "italico corsivo" più veloce e unito.
Giuseppe
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Ecco, io vorrei avere una calligrafia in corsivo così inteso, dunque introducendo caratteri eleganti e ben definiti, che da qualche parte, ovviamente, derivano. Il Copperplate credevo fosse utilizzabile, ma non lo è poiché molto rigoroso.
L'italico lo uso spesso per i titoli e potrei provare anche nella scrittura normale, perché no :)

Forse per corsivo si può intendere quello inglese: provate a scrivere corsivo inglese su google: lo stile somiglia al corsivo italiano scolastico, che si può trovare sul sito perrupato.it, ma che sembra troppo occhiellato, come mi avete informato.
Ultima modifica di Simone il mercoledì 26 settembre 2012, 16:08, modificato 1 volta in totale.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Ottorino ha scritto:Aggiungo una cosetta che mi ha fatto capire la differenza tra "calligrafia" e scrittura di tutti i giorni.
Presa pari pari dal Edward Johnston (writing and illuminating and lettering, non era wood qualcosa).

Invece di scrivere sulla carta che comprate al supermercato o in cartoleria o che avete per casa, immaginate di dover usare la pergamena.

Lasciate da parte il costo per un momento.

Pensate solo al giramento di ... necessario per avere quella superficie su cui scrivere.
O meglio, pensate al raddoppio di giramento di .... nel caso ci scriviate male qualcosa o (come dice Giuseppe) ci scriviate con una "o" lunga e stretta, una larga e bassa e via dicendo.

Comincereste a scrivere di corsa quello che vi passa per la mente ?
Oppure vi prendereste del tempo per affilare il pennino, preparare l'inchiostro, scegliere la miglior illuminazione, e quindi scrivere piano e rispettando tutte le regole della calligrafia ?

Da qui la mia (forse personale) differenza tra "corsivo" e "normale" calligrafico.
Cercherei di scrivere meglio in tutti i sensi, a scrivere meglio dal punto di vista grafico e a pensare di più a ciò che sto per scrivere, prima ancora di scriverlo.

:)

L'esatto contrario di ciò che avviene con la tastiera di un computer (che tra l'altro ti permette di modificare all'istante ogni errore di battitura).
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Si, certo. Ora ho riallineato i significati.

Il copperplate è codificato, sia che ci siano gli svolazzi che no.
E son d'accordo sul tenere la penna attaccata al foglio.
M'hai tolto le parole dalla tastiera.

Comunque il corsivo (contrario di stampatello) ha nette e predominanti le caratteristiche del copperplate, tanto che se aumenti la velocità di scrittura mostra tutti i problemi di inversione delle m delle n, della perdita di leggibilità, delle lettere tutte disuguali, del sovrapporsi degli ascendenti con i discendenti della riga sopra etc.

Tutti quei motivi per cui non potevo piu' vedere la mia calligrafia e spesso nemmeno è piu' leggere cosa avevo scritto, oppure peggio ancora i colleghi dovevano fare avanti e indietro a chiedermi: ma che c'e' scritto ??
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Ottorino ha scritto:Si, certo. Ora ho riallineato i significati.

Il copperplate è codificato, sia che ci siano gli svolazzi che no.
E son d'accordo sul tenere la penna attaccata al foglio.
M'hai tolto le parole dalla tastiera.

Comunque il corsivo (contrario di stampatello) ha nette e predominanti le caratteristiche del copperplate, tanto che se aumenti la velocità di scrittura mostra tutti i problemi di inversione delle m delle n, della perdita di leggibilità, delle lettere tutte disuguali, del sovrapporsi degli ascendenti con i discendenti della riga sopra etc.

Tutti quei motivi per cui non potevo piu' vedere la mia calligrafia e spesso nemmeno è piu' leggere cosa avevo scritto, oppure peggio ancora i colleghi dovevano fare avanti e indietro a chiedermi: ma che c'e' scritto ??

Ok, quindi scrivere con più calma aiuta certamente... A questo punto dovrò rimuginare bene sul da farsi :D diciamo che il problema che più mi affligge è la eterogeneità dei tratti per le stesse lettere, cosa che mi da davvero fastidio: la scrittura è leggibile, ma vorrei maggiore uniformità
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

A questo punto, caro Simone, non ci negare un esempio della tua calligrafia .....

La mia la vedi qui
viewtopic.php?f=17&t=1059&start=50#p10722
intorno al 22 marzo

Se guardi bene vedi la tendenza che viene del copperplate ad arrotondare il movimento
Guarda le "a", hanno un ricciolo che non dovrebbero avere.ù
Le n sono invertite e sembrano u qualche volta, le r sono miste ( alcune copper alcune corsive), le gambe delle h sono un po' troppo rotonde.
Comunque MOLTO meglio di come scrivevo prima
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Ottorino ha scritto:Si, certo. Ora ho riallineato i significati.

Il copperplate è codificato, sia che ci siano gli svolazzi che no.
E son d'accordo sul tenere la penna attaccata al foglio.
M'hai tolto le parole dalla tastiera.

Comunque il corsivo (contrario di stampatello) ha nette e predominanti le caratteristiche del copperplate, tanto che se aumenti la velocità di scrittura mostra tutti i problemi di inversione delle m delle n, della perdita di leggibilità, delle lettere tutte disuguali, del sovrapporsi degli ascendenti con i discendenti della riga sopra etc.

Tutti quei motivi per cui non potevo piu' vedere la mia calligrafia e spesso nemmeno è piu' leggere cosa avevo scritto, oppure peggio ancora i colleghi dovevano fare avanti e indietro a chiedermi: ma che c'e' scritto ??
Eh non dirmelo... io sto imparando da capo. Se vai troppo veloce tutte quei zig zag si impasticciano, le 'm' e le 'n' si confondono tra di loro e con le 'u', e magari anche con le 'i'... D'altra parte quando si ricomincia a scrivere un corsivo "vero" viene fuori una cosa molto infantile, scolastica e incerta. Io per esempio avevo smesso da tempo di scrivere la vera 'b' corsiva e ci avevo infilato la versione in stampatello, così per la 's', la 'p' (che nel corsivo non dovrebbe essere chiusa) e la 'h' (che nel corsivo ha il loop in cima) e via dicendo. Il mio obbiettivo è di raggiungere un corsivo vero ma ragionevolmente veloce, e quindi necessariamente più semplificato. Significa anche costringersi a scrivere un po' più grande ma c'è poco da fare, la velocità è nemica della regolarità.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Hai notato di dove viene la "s" minuscola del corsivo derivazione copper ?
Quella con la parte superiore che in pratica non c'e' ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da klapaucius »

Ottorino ha scritto:Hai notato di dove viene la "s" minuscola del corsivo derivazione copper ?
Quella con la parte superiore che in pratica non c'e' ?
onestamente... no
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Simone ha scritto: Ok, quindi scrivere con più calma aiuta certamente... A questo punto dovrò rimuginare bene sul da farsi :D diciamo che il problema che più mi affligge è la eterogeneità dei tratti per le stesse lettere, cosa che mi da davvero fastidio: la scrittura è leggibile, ma vorrei maggiore uniformità
Ri-cito Johnston.
Per studiare la forma, lo scheletro della lettera e impiantarsi nel cervello i movimenti necessari per farla sempre uguale, ci vuole un pennino GROSSO. Oppure due lapis legati.
Quelli piccoli nascondono i difetti.
Come dice giustamente Giuseppe, bisogna ingrandire la scrittura.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

klapaucius ha scritto:
Ottorino ha scritto:Hai notato di dove viene la "s" minuscola del corsivo derivazione copper ?
Quella con la parte superiore che in pratica non c'e' ?
onestamente... no
Come mi hanno insegnato a fare la s similcopper:
arrivo dalla lettera precedente con un movimento ascendente sulla testa della "s" e poi torno in giu' per farne il corpo.
Il movimento ascendente tende a fare una cuspide, non a spianarsi in un tratto orizzontale.

Col cancelleresco ho imparato a fare la "s" completa prolungando
il tratto ascendente un po' verso destra
e poi a tornare indietro per la stessa strada per un pezzetto
e poi scendere a fare il corpo della s.

Se scrivi velocissimo questo anda e rianda orizzontale lo perdi, e la forma della "s" cancelleresca diventa quello della "s" copper.

In pratica ci hanno insegnato una forma di "s" gia' degenerata !!
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Prometto che posterò qualcosa il prima possibile, ma anticipo che non ho una grafia calligrafica, nel senso di artistica: cercò solo di capire quello che scrivo.

Aggiungo una cosa: sto scrivendo da qualche ora è ho unito un po' di stili. Alla fine ho capito una cosa di me: scrivo misto dal corsivo al cancelleresco. Mi spiego:

S, m, n, v, b , p, o, q, z (solo con trattino in più in mezzo), d, h sono come le ho scritte qui con la tastiera.
Le altre sono in corsivo.
La l la scrivo con o senza occhiello, dipende da quello che voglio se senza occhiello, preferisco attaccarla alla lettera prima e dopo.
La F la scrivo in 4/5 modi diversi e non trovo mai quella che mi piace.

Volendo, inoltre, posso scrivere anche tutto i corsivo, come h o k co occhiello. La i, la e, la u e la a sono in corsivo, dunque tendono ad attaccarsi con le lettere antecedenti e successive.

Se rallento scrivo anche in un modo molto comprensibile e pulito.

Le maiuscole, invece, le faccio abbastanza decenti, ma sono indeciso anche su queste. Ad esempio, la S scritta come la avete appena letto non mi piace molto, così come non mi piace in corsivo, dunque ogni tanto improvviso.

Prometto che poster prima possibile e vi farò vedere le varie scritture che posso adottare.
Ultima cosa: la grafia come quella di GPMP la trovo molto leggibile e interessante... Sono un caso un po' disperato! :D
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Ottorino »

Ciao Simone,
nel libro che ti ho suggerito ci sono anche un po' di variazioni sulle legature e anche variazioni sulla sequenza di movimenti delle varie lettere e legature e via dicendo.
Non importa solo come fai le lettere: l'importante è il ritmo che prendi e la sequenza di movimenti, intesi come un continuum mentre scrivi. Se alla lettera c'arrivi da sopra da sotto, la stacchi dalle altre e cose cosi'.

Sono comprese anche indicazioni su come tenere il foglio, la penna, su come rilassare i muscoli della mano e altro.

Ho anche altri libri, piu' strettamente di calligrafia, ma o si riducono a semplici frecce dei movimenti (per me inutili), oppure sono trattati estesi: ci sono tutti gli stili, come si prepara la carta vergata coi sassi, come si prepara la pergamena, come si fanno le rilegature e via dicendo
Interessanti senza dubbio, ma va a finire che li leggi e basta.

Quello che ti dico è un libro interattivo, ci devi scrivere sopra proprio come sui libri delle elementari.
Vista la tua determinazione al miglioramento, secondo me son soldi spesi bene.
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Re: Mitchell e pennini

Messaggio da Simone »

Prometto che comprerò il libro, ma nel frattempo mi sto concentrando sul fare diversi tentativi di italico personalizzato e devo dire che la cosa migliora a tratti, il che mi fa piacere: ho visto che ho bisogno di un po' di calma nell'affrontare la sessione di scrittura e di riposarmi un po' più spesso di quello che faccio normalmente, sicché sto prendendo i dovuti accorgimenti e la grafia risulta sicuramente più leggibile :D
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Messaggio da Irishtales »

Riporto al discussione al titolo: Mitchell e pennini
Il mio problema è appunto la convivenza fra alcuni inchiostri (ad esempio, un blu stilografico e il Diamine Kelly Green) e i pennini Mitchell a punta tronca, che funzionano bene con alcuni inchiostri e non scrivono affatto con altri, come se l'inchiostro non volesse scendere, eppure si tratta di inchiostri fluidi. I pennini sono stati preventivamente trattati ("sbollentati" come consigliato sulla scatola) ma l'esito è quello descritto. Qualcuno ha riscontrato lo stesso problema con qualche inchiostro in particolare?
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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