calli1958 ha scritto: ↑martedì 17 settembre 2019, 13:03
Rimane da verificare se ci possono essere problemi di corrosione dei pennini o alterazioni della carta.
Moltissimi anni fa, quando avevo tutti i capelli (e neri), mettemmo su un progetto artistico con due amici pittori liguri (ho vissuto in Liguria per quasi 30 anni), che durò oltre un anno. Usammo, come inchiostro per i nostri disegni (alcune centinaia), proprio le aniline all'acqua vendute come mordente, che all'epoca si trovavano con incredibile facilità - e a prezzo vicino allo zero - in qualsiasi ferramenta.
La carta da noi usata fu di diverso tipo, e ognuno usò quella a cui era abituato. Io usai una costosa carta da acquerello satinata in puro cotone da 600 gr./m², marca Arches, che è la mia carta di riferimento dai tempi del Liceo Artistico. Ho perso i contatti con quei lavori da una quindicina d'anni, ma l'ultima volta che li vidi erano assolutamente perfetti, soprattutto per quanto riguarda la fotostabilità. I mordenti all'anilina, infatti, di norma hanno un'eccellente resistenza alla luce (lightfastness per i paesi anglofoni), perché spesso prodotti con coloranti organici stabili, a differenza di moltissimi inchiostri stilografici. Ritengo che un inchiostro al mordente, purché non introdotto in una stilografica, sia spesso superiore sotto l'aspetto della stabilità, anche se possono esserci eccezioni (i fabricanti non devono dichiarare il tipo di colorante usato, come invece accade per i pigmenti nel campo delle belle arti).
Gli altri due amici usarono una carta da imballaggio bianca, piuttosto pesantuccia e compatta, che all'epoca si trovava facilmente in una allora famosissima cartoleria dello spezzino, e una carta da disegno (Fabriano? Magnani?) priva di cotone e piuttosto economica, di grammatura medio-leggera (non oltre i 120 gr./m²). I loro lavori si conservarono perfettamente, come i miei, anche se la carta da imballaggio mostrò dopo qualche tempo un accenno di ingiallimento diffuso, tipico delle carte non pensate per uso artistico; in quel caso il punto debole fu l'impasto della carta, non il mordente o l'interazione di esso con le fibre.