Io non ho nulla contro le cartucce ed i converter. Sono andato avanti una vita con umili Pelikano, dalle elemetari ai capelli grigi. Poi mi sono imbattuto in questo forum e mi sono messo ad accatastare penne vecchiotte, tutte con sistemi di caricamento ante-cartuccia.
Oggi considero la cartuccia comoda, come una BIC Crystal. E uso stilografiche con altro tipo di serbatoio.
rolex hunter ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2019, 11:07
... detesto il touchdown (soprattutto perché non sono in grado di ripararlo) ...
Confermo che il touchdown (e più ancora lo snorkel) sono come la corazzata Потёмкин, anche per chi le sa riparare. Hanno scarsa capacità e mille motivi per non funzionare bene. Ma quello è anche il loro fascino.
zoniale ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2019, 15:33
Confermo che il touchdown (e più ancora lo snorkel) sono come la corazzata Потёмкин, anche per chi le sa riparare. Hanno scarsa capacità e mille motivi per non funzionare bene. Ma quello è anche il loro fascino.
zoniale ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2019, 15:33
Confermo che il touchdown (e più ancora lo snorkel) sono come la corazzata Потёмкин, anche per chi le sa riparare. Hanno scarsa capacità e mille motivi per non funzionare bene. Ma quello è anche il loro fascino.
Tipica affermazione alla Jeremy Clarkson di Top Gear.
(negli ultimi anni, "Grand Tour")
E sono pienamente d'accordo con Michele
("il TD lo detesto", non implica che io lo aborra)
Ammettiamolo: ci piace complicarci un po' la vita
Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
&...
I don't want to belong to any club that will accept people like me as a member (cit)
Do la mia opinione di umile utilizzatore quotidiano di stilografiche economiche.
Le cartucce sono molto pratiche e funzionano senza troppi patemi. Le utilizzo poco però, perché usando alcune tinte che ho in boccetta ripiego nell'uso del converter. I converter non sono tutti uguali, ce ne sono di più precisi nel funzionamento e altri meno. Ottimi il Platinum e il Lamy che ha addirittura il bloccaggio al fusto.
Lo stantuffo è bello, però generalmente vuol dire indirizzarsi verso penne più costose. Richiede una manutenzione un po' più complessa e una maggiore attenzione soprattutto in caso di riposo prolungato della penna.
Perciò per me nonostante siano entrambi sistemi validi, il sistema a cartucce mi da meno preoccupazioni ed il converter che paga essenzialmente una minore capacità lo trovo una utile via di mezzo tra i due sistemi e di fatto quello che uso di più. Sto dotando piano piano tutte le mie penne di converter.
ASTROLUX ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2019, 9:16
Ma nella valutazione di acquisto...quanto pesa, per voi, il sistema di caricamento?
Nel mio caso pesa molto, con una netta predilezione verso il sistema a cartuccia/converter (meno del 10% delle mie penne sono a pistone).
Un po' per una questione di costi, ma soprattutto per una questione di praticità. Tendo a ruotare spesso le penne in uso e trovo abbastanza "noioso" e lento il lavaggio di una penna a pistone. Nelle penne a cartuccia/converter trovo il tutto più veloce: grazie una siringa da 60 ml bastano 2-3 passate per ripulire il gruppo scrittura; nei casi peggiori lo lascio in ammollo un giorno o due.
Non è poi un problema il discorso degli inchiostri reperibili solo in boccetta, perché tanto riempio le cartucce con la siringa...
Quando è timidamente cominciato il mio interesse per le stilografiche, avevo già comprato una Parker Sonnet e come penna da" noviziato del forum", una Aurora ipsilon deLuxe.
Poi mi sono avventurato nel wiki e sono stato colpito dalla varietà di sistemi di caricamento lì descritti... allora le mie due povere stilografiche mi son parse ancora più miserevoli, dotate come sono da una "dozzinale" cartuccia. In piena febbre di acquisto mi sono prima avventurato ( mai termine più appropriato), nel mondo vintage, e nel moderno sempre con penne con una "nobile" carica a pistone, finchè non è arrivata la Capless, in quel momento ho capito che una stilografica ha tante altre sorprendenti caratteristiche da offrire. Oggi per me il sistema di caricamento è un piacevole extra, ma non più una caratteristica irrinunciabile.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce. Lao Tsu
Monet63 ha scritto: ↑martedì 12 marzo 2019, 13:51
Per tutto ciò credo che i due sistemi di caricamento che più mi interessano (cartuccia e pistone) siano complementari, e quindi assolutamente non alternativi.
Io sono convinto che queste discussioni siano funzione dell'uso che si fa di una penna.
Stantuffo e cartuccia/converter sono i sistemi che si sono imposti per praticità, affidabilità e convenienza.
Già qualche penna a stantuffo l'ho dovuta far riparare, con le penne a cartuccia si installa una nuova riserva di inchiostro ad ogni ricarica.
Le TWSBI a siringa rovesciata sono diventate inutilizzabili dopo qualche anno per problemi di tenuta.
Poi, è chiaro, l'appassionato è sempre in cerca dell'esotico ed apprezza soluzioni che hanno fascino innegabile e richiedono un minimo di impegno e di manutenzione in più. Anzi, dedicare del tempo alla propria penna è spesso un piacere e non è mai una scocciatura, anche quando ci si ritrova con le dita inchiostrate. Ma fa anche un uso diverso da chi apre l'astuccio e tira fuori una penna per fare un esame universitario o segnarsi qualcosa nel mezzo di una riunione. Non a caso le penne scolastiche (a cartuccia) sono quelle meno problematiche e che accettano di più gli strapazzi.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
lucamala ha scritto: ↑giovedì 14 marzo 2019, 16:26
Non è poi un problema il discorso degli inchiostri reperibili solo in boccetta, perché tanto riempio le cartucce con la siringa...
Io è dalle elementari che utilizzo questo metodo. Mi trovo molto bene in termini fi comodità e praticità.
Anche se ho poche penne devo dire che nob è molto importante il tipo di caricamento in fase di scelta sull'acquisto, però a piacere personale preferisco cartuccia o levetta.
maxpop 55 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 21:15
Secondo me il più comodo ed il più capiente è il caricamento a stantuffo.
Il più comodo, sicuramente.
Sulla capienza, il caricamento a contagocce e quello a siringa roversciata sfruttano tutto o quasi il volume del fusto.
Il caricamento a stantuffo è penalizzato dall'ingombro del meccanismo.
Una evoluzione del caricamento a stantuffo, che considero geniale e che sfrutta quasi tutto il volume del fusto è il Bulkfiller di CONID.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
maxpop 55 ha scritto: ↑domenica 5 maggio 2019, 21:15
Secondo me il più comodo ed il più capiente è il caricamento a stantuffo.
Il più comodo, sicuramente.
Sulla capienza, il caricamento a contagocce e quello a siringa roversciata sfruttano tutto o quasi il volume del fusto.
Il caricamento a stantuffo è penalizzato dall'ingombro del meccanismo.
Una evoluzione del caricamento a stantuffo, che considero geniale e che sfrutta quasi tutto il volume del fusto è il Bulkfiller di CONID.
Lo stantuffo sicuramente non è il più capiente, è in una via di mezzo, ma è comodo, non ti sporchi ed è semplice da riparare in caso di rotture.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
maxpop 55 ha scritto: ↑lunedì 6 maggio 2019, 17:27
Lo stantuffo sicuramente non è il più capiente, è in una via di mezzo, ma è comodo, non ti sporchi ed è semplice da riparare in caso di rotture.
Infatti, se rileggi il mio post, ho scritto esattamente questo.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.