Eye dropper in ebanite
Inviato: mercoledì 28 febbraio 2018, 11:38
Come al solito Luca presenti delle chicche uniche o quasi, è un ottimo periodo, buon per te.
Tanta tanta invidia.
Tanta tanta invidia.
Beh, non è che a essere in due sia questo grande aumento, però almeno ci si sente meno soli!
Su questo siamo assolutamente d'accordo, ma mi fa comunque piacere continuare la discussione, sapendo benissimo che purtroppo qualunque conclusione non potrà che essere incerta, come lo sono queste ricerche. Il mio dubbio sta proprio nel fatto che quanto dici è estremamente vero, questo il motivo che mi fa mantenere aperta qualunque ipotesi al riguardo dell'origine della penna.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ribadisco inizialmente quanto scritto a conclusione del precedente post; “… che era un periodo in cui la cialtroneria era imperante e tutti copiavano tutto”, non solamente chi non aveva nulla da perdere. Era normale che l’apprendista artigiano di bottega copiasse le opere del titolare che poi rivendeva per pagare il suo apprendistato: tutti ne erano a conoscenza e la ritenevano cosa lecita e giusta, nessuno parlava di copia.
Ottimo perché sul catalogo del 1908 puoi controllare a pagina 12 l'elenco dei pennini Morton.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ho quei cataloghi, sia quello del 1908 (20 pagine), sia altri 1911 etc, comunque se uno ha pazienza e sa usare la WayBack Machine, sono ancora disponibili (ho appena controllato), ma la linea è sovraccarica con tempi di attesa……..stressanti.
Veniamo a noi.
La mia ipotesi non è una produzione tedesca, quanto un assemblaggio di parti di origine... boh, forse tedesca, forse no, ma vista la diffusione in Germania e la quasi totale assenza in quel periodo di una produzione industriale specializzata italiana, mi viene naturale ipotizzare (ben conscio che è solo un'ipotesi) che venissero comprate da dove la produzione industriale c'era.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Innanzitutto questa stilo rinvenuta senza alcun marchio, ha il cappuccio più lungo di quello delle Caw’s e delle Kaweco, ma come quello delle penne di Bassetti-Barbetta (un cartolaio ed un orafo tornitore, prima ditta ritrovata costituita nel 1898) riprodotta nel catalogo di cui ho allegato una parte. Inoltre è molto più probabile trovare in Italia una stilo di italica origine a cui hanno dimenticato? di apporre il marchio, ultima parte della fase produttiva, che non una arrivata dalla Germania, inoltre differente da quelle documentate.
Quelli della Caw che ho trovato sono sul wiki, ma non son sicuro sian tutti, dato che non tutti hanno nei criteri di ricerca usabili dal web i dati dell'assegnatario e dell'inventore, per cui o li trovi nel marasma della classificazione per tipo, o ... Beh io aspetto di avere un altro paio di vite per guardarmeli tutti in base alla classe.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Ho i brevetti della Caw’s pen (continui miglioramenti a partire dal 1886, una decina), ma non ho il brevetto della Kaweco rientrante, non lo ho mai cercato, mentre ricordo a memoria (poi finisce che sbaglio) che il brevetto del fondello rotante, quello con la impanatura filettata per il cap, sia del 1909, data dalla quale lo hanno introdotto (i ricambi non erano facili da trovare e se rotto, veniva sostituito con uno liscio, cosa che oggi genera confusione).
Neanche io sono un gran conoscitore di penne tedesche (o di una qualche marca in particolare), sono solo un accumulatore di dati... Una sua opinione sarebbe interessante.
Qui c'è il punto su cui non siamo d'accordo, io ritengo il pennino coevo. Se guardi il catalogo Kaweco del 1908, vedi illustrati sui modelli col caricamento in questione, un pennino Morton senza foro d'areazione. E a pagina 12 sono illustrati in tutte le dimensioni. I Morton senza foro sicuramente la Kaweco li usava ancora nel 1908, ed altrattanto faceva la Soennecken che montava su quel tipo di modelli un pennino (suo) senza foro d'areazione (anche quelli compaiono nelle pubblicità. Questo mi porta a ritenere che l'ipotesi che il pennino sia coevo alla penna sia ben fondata (dato che compare nei cataloghi e nelle pubblicità), probabilmente in Europa han continuato ad usarlo per molti anni dopo che in america avevano smesso.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 A far data da circa il 1885, poco prima o poco dopo, tutti i pennini in oro prodotti negli Stati Uniti compresi quelli destinati alle penne da intingere, venivano realizzati col “vent hole” il foro di aereazione essendo cambiate le condotte di alimentazione, sparivano le over/under feed, cambiate anche da Wirt.
Pennino non coevo alla penna, cappuccio più lungo, mi portano a pensare che questo ritrovamento sia di una Bassetti-Barbetta, non di una Kaweco.
Purtroppo sul come sia andata non possiamo che restare nel dubbio, visto anche la considerazione iniziale. Anche il pennino Morton potrebbero averlo preso da qualche altra parte comunque. Però nel caso mi pare più verosimile che sia quello che stava sulla penna fin dall'inizio, per le ragioni di prima.herdepi ha scritto: ↑lunedì 23 marzo 2020, 23:40 Che poi alla Kaweco per realizzare la loro rientrante si fossero ispirati alla Caw’s pen (era molto famosa in USA essendo pubblicamente utilizzata dal presidente) o che avessero stretto accordi con F.C. Brown alla esposizione di Parigi del 1889, oggi non trova risposta.
Come non trova risposta che la penna di Bassetti-Barbetta si fosse ispirata alla Kaweco che a sua volta aveva tratto origine dalla Caw’s, ma non viceversa essendo la Caw’s antecedente ad entrambe. Presentavano il brevetto e iniziavano la produzione (patent pending).