SirVaco ha scritto: ↑venerdì 29 dicembre 2017, 14:41
Si in effetti io facevo riferimento proprio alla lunghezza delle ali per una prima distinzione visiva, certo che in effetti la lega di cui sono fatte è un fattore imprescindibile... quali sono le leghe che danno maggior flessibilità?
Quelle d'acciaio.
I vecchi flessibili in oro erano in leghe d'oro la cui composizione forse puoi recuperare con qualche seduta spiritica (se credi a queste cose). E oltre alle lega, alla forma del pennino, conta pure la lavorazione e gli spessori, ma anche di quello l'arte si è persa.
SirVaco ha scritto: ↑venerdì 29 dicembre 2017, 14:41
Ed inoltre a questo punto mi domando... un pennino ad ali corte, potrebbe risultare lo stesso molto flessibile se di una lega particolarmente "morbida"?!
Non ne ho mai visti, anche perché rovinare un lavoro fatto sul materiale con una forma inadeguata?
piccardi ha scritto: ↑giovedì 4 gennaio 2018, 0:55
E oltre alle lega, alla forma del pennino, conta pure la lavorazione e gli spessori, ma anche di quello l'arte si è persa.
Io lo ritengo un argomento molto affascinante! Le lavorazioni sul pennino, sugli spessori e sui materiali determinano quella "magia" che avviene nell'utilizzo dello strumento... la risposta del pennino alla mano di chi lo usa d'altronde è fondamentale per far scattare quel qualcosa in più che trasforma in piacere la scrittura!
L'auspicio è quello che i vari marchi storici e non, possano salvaguardare questa arte senza perdersi dietro alle solite "scelte di mercato".
SirVaco ha scritto: ↑giovedì 4 gennaio 2018, 14:50
L'auspicio è quello che i vari marchi storici e non, possano salvaguardare questa arte senza perdersi dietro alle solite "scelte di mercato".
Non si tratta di salvaguardare. L'arte si è persa: nei lustri tra il 1950 e il 1970 i pennini sono diventati tutti, "inlaid", "hooded" di piccole dimensioni e, di conseguenza, non flessibili. In quello stesso periodo il mondo si è messo a scrivere principalmente con le biro. A partire dagli anni '70-'80 nessun produttore aveva più pennini flessibili e pochi scriventi sarebbero stati in grado di utilizzarli.
Dunque occorre reinventare il pennino flessibile. Lo possono fare solo aziende grandicelle con produzione interna. L'unica penna recente che ho provato è stata un'Aurora (88?). Ma la mia sensazione è che fosse un po' molleggiato, non esattamente un pennino flessibile.
Ci sono poi le Noodler Indiane, ma non le ho provate.
zoniale ha scritto: ↑giovedì 4 gennaio 2018, 17:04
Ci sono poi le Noodler Indiane, ma non le ho provate.
Le Noodler's non sono indiane ma americane, e il loro pennino flette - si, più o meno - ma non quanto si creda e con non poca forza. Per come la vedo io, l'unica è un pennino da intinsione di qualità (es. blue pumpkin) oppure il vintage. Per ora.
edit: leggo solo ora quanto scritto da Siberia, e sono totalmente d'accordo.
L’opera d’arte è sempre una confessione. Umberto Saba
Monet63 ha scritto: ↑giovedì 4 gennaio 2018, 17:20
Le Noodler's non sono indiane ma americane,
Lasciami insistere sulla origine delle penne commercializzate da Noodler.
Sul fatto che Noodler sia un produttore di inchiostri basato nel Massachussetts e che commercializzi i suoi prodotti tramite una società (Luxury Brands LLC) con un indirizzo nei sobborghi di Dallas non discuto.
Da vedere è l'origne delle penne commercializzate sotto questo marchio e riconoscibili dal caratteristico "aroma". Qui trovi un thread interessante dei nostri cugini anglofoni. In cui un'indiano sostiene di avere già visto quei prodotti venduti in India sotto il marchio indiano Chelpark e Brian Goulet che a p.3 gli risponde che Noodler non compra penne da Chelpark, ma le assembla con componenti provenienti da produttori internazionali, lasciando intendere che forse ci sia uno stesso terzista (Indiano) dietro a Noodler ed a Chelpark.
Do conferma della puzza: insopportabile e rimane attaccata alle mani. L'idea di base è buona: prezzo basso, sistema di caricamento integrato, varietà di colorazioni, ecc. ma spacciare quel pennino per flessibile è quasi una truffa. A causa della puzza, per me, sono anche penne inutilizzabili (ad altri può non dare fastidio).
StilTraditio ha scritto: ↑mercoledì 3 gennaio 2018, 21:17
SirVaco ha scritto: ↑venerdì 29 dicembre 2017, 14:41
Quali sono le leghe che danno maggior flessibilità?
Mi associo anch'io alla domanda: è molto interessante e merita di essere approfondita.
dovrebbero provare una lega simil nichel/titanio 50/50% pressocché indistruttibile
la lega è utilizzata nei cosidetti anelli "recoil" (molto flessibili) per sfruttare principalmente la loro leggerezza ed inossidabilità sulle canne da pesca
e, se non ricordo male, la lega ha anche caratteristiche di "memoria di forma" cioè: se la penna cade di pennino ed in pennino si accartoccia basta una scaldatina e ritorna alla sua forma originale
Ciao volevo solo portare la mia esperienza riguardante la flessibilità del pennino di una Pilot custom 74.
Ho ricevuto da un amico giapponese la stilo sopracitata, colore nero (in Italia non si trova) con pennino SM (soft medium), e devo dire che lo trovo abbastanza flessibile anche se non paragonabile a quello delle stilo vintage.
Giancarlo
claudio54 ha scritto: ↑venerdì 5 gennaio 2018, 13:15
dovrebbero provare una lega simil nichel/titanio 50/50% pressocché indistruttibile
la lega è utilizzata nei cosidetti anelli "recoil" (molto flessibili) per sfruttare principalmente la loro leggerezza ed inossidabilità sulle canne da pesca
In teoria potrebbe essere una combinazione vincente, poi certo nella pratica bisognerebbe vedere la compatibilità...