Bisognerebbe capire se è un caso, e allora qualcuno ha sbagliato, o se tutte le Dia hanno la molla.
Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
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Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Beh, Jeb, ma fosse solo questo...
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Rispondo in questa sede alla domanda di Luigi/Lucre:
《...mi sono reso conto che non mi ricordo ( o forse non ho mai saputo ) cosa significhi DIA, ammesso che significhi qualcosa...》
Io direi che la Kaweco con il suo primo modello a pistone (1934) cercava di copiare il sistema e possibilmente il successo ottenuto dalla Pelikan con la sua "trasparente" (modello 100 del 1929). In questa mia Ad del Settembre 1930 si vede bene che ciò che colpiva il pubblico era la possibilità di vedere il livello dell'inchiostro. Dall'inizio degli anni Trenta tutte i Produttori mondiali dovettero, volenti o nolenti, fare i conti con la "trasparenza", brevettando come trade marks i nomi più suggestivi in questo senso: da lucens a television, da inkview a grand visible... Dia, dal greco "attraverso", vocabolo utilizzato come prefisso in molte parole (anche di fresco conio) come nell'italiano diafano, rispondeva perfettamente all'esigenza di....trasparenza di Kaweco.
Quello che è per me intollerabile, e torno al punto, è vedere che la Dia del 1934 attraverso la cui finestra di ispezione si poteva guardare l'inchiostro residuo, oggi è completamente opaca
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Giorgio
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Converter per Kaweco DIA. Anche a Norimberga si distraggono...
Sottoscrivo, parola per parola ...Musicus ha scritto: ↑martedì 5 dicembre 2017, 0:40 Quello che è per me intollerabile, e torno al punto, è vedere che la Dia del 1934 attraverso la cui finestra di ispezione si poteva guardare l'inchiostro residuo, oggi è completamente opacae va svitata per guardare un converter (proprietario, che nemmeno resta avvitato
): poi magari si stupiscono che uno si butta a capofitto sul vintage...
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Giorgio
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Mauro