Re: Van Gogh Collection
Inviato: giovedì 26 aprile 2012, 15:34
non sono d'accordo sull'affidabilità del sistema a converter. Ma qui si tratta di esperienze personali ovviamente..
Ecco, proprio ora, che sto programmando l'acquisto....cassullo ha scritto:Belle sono belle , i colori fantastici , ma scrivono bene ? Io possiedo il modello "Room in Arles" acquistata da poco , ma fa i capricci in avvio di scrittura (uso il converter) e molte volte si impunta per non scrivere addirittura affatto .![]()
Speriamo in bene ..... visto che è una ditta italiana , a cui auguro successo .
Se un converter è fatto male funziona altrettanto male di uno stantuffo fatto male.nicolino ha scritto:non sono d'accordo sull'affidabilità del sistema a converter. Ma qui si tratta di esperienze personali ovviamente..
Anche io non ho avuto fortuna,e sono stato il primo a dirlo.I difetti erano gli stessi.Ho preferito liberarmene,dandola ad un amico che la voleva e che probabilmente non l'ha neanche usata.nicolino ha scritto:Ho acquistato la penna nel 2010, attratto sopratttutto dall'estetica, a mio avviso sobria e spartana, dal materiale innovativo, dalla curiosità che ha suscitato in me il pennino in palladio (M); inoltre in generale mi piacciono le dimensioni generose per una stilografica.
Fin da subito ho riscontrato due problemi: la scarsa autonomia di scrittura (max due facciate di fogli A4) e il fatto che dopo due o tre giorni di inutilizzo la penna praticamente non scrive più, anche con serbatoio pieno o quasi. A questi problemi aggiungo forse quello più spiacevole: l'astina del sistema di caricamento sporca di inchiostro, segno di una perdita a livello di qualche guarnizione. Mi è sempre piaciuta questa penna e tuttora ha un'estetica che mi affascina, ma i problemi evidenziati mi impongono ormai di porla nel cassetto. L'ho sempre tenuta perfettamente, stando attento a non farla cadere e oliando periodicamente (una volta l'anno) l'astina con un leggero strato di lubrificante al silicone (come consigliato dalla Casa costruttrice). Mandarla in assistenza? Certo ci sto pensando, ma il sentimento di delusione ancora prevale in me, per aver acquistato questa penna ad un prezzo non proprio economico e per non poterla usare perchè inaffidabile. Praticamente quando la usi (almeno la mia, sarò stato sfortunato, certo) devi sempre avere a portata di mano la boccetta di inchiostro, o perchè finisce, o perchè non parte.... Mi domando, infine, come sia possibile che una penna nuova, con i materiali innovativi di oggi possa già evidenziare problemi di tenuta nel sistema di caricamento.
Spero che gli altri possessori della Homo sapiens siano stati più fortunati di me.
Cordiali saluti.
Sono d'accordo sul vantaggio che dà il converter contro lo stantuffo per quanto riguarda le eventuali riparazioni.Si può sostituire da soli e con modica spesa.Certamente preferisco i converter a vite.Anche se lo stantuffo ha il suo fascino...piccardi ha scritto:Se un converter è fatto male funziona altrettanto male di uno stantuffo fatto male.nicolino ha scritto:non sono d'accordo sull'affidabilità del sistema a converter. Ma qui si tratta di esperienze personali ovviamente..
Qui non sono in questione le singole esperienze personali, ma delle valutazioni tecniche generali.
La semplice considerazione che faccio io è che se si rompe il meccanismo, o se perde la guarnizione con una penna a stantuffo devi accollarti una riparazione fatta dalla casa o da un esperto. Con un converter lo sostituisci. Se il tuo stantuffo ha difetti progettuali butti la penna, con il converter ne cerchi uno diverso.
Il vantaggio dello stantuffo è la capacità, non l'affidabilità. Vista la notevole complessità meccanica che ha la probabilità di problemi è di certo nettamente superiore.
Il fatto che uno stantuffo Pelikan sia fatto bene e non si guasti praticamente mai non significa che sia più affidabile di un converter Pilot che è fatto altrettanto bene e si guasta altrettanto poco ma che se si guastasse comunque sostituisci in un attimo.
Simone
Beh,che lo regalino non è sempre vero.Anche in tempi molto lontani dall'attuale crisi,cominciò l'Aurora,prima del 2000,a fornire la Ipsilon priva di converter.Quando chiesi il perchè al rappresentante,mi disse che si era fatta tale scelta per non aumentare il prezzo della penna.Ma altre marche,alcune solo sui modelli economici,altre su tutti,fanno pagare il converter a parte.La Cross è una di queste,con l'aggravante che ai numerosi modelli corrisponde un converter diverso,spesso difficile,oltre che da trovare,anche da identificare.Anche a me il converter dà un senso di precarietà e di corpo estraneo aggiunto,eccezion fatta per quelli a vite.Se non vengono svitati intenzionalmente,sono sicuri e non esistono pericoli di disinnesti accidentali.Le Case che montano il converter a vite (a me note) sono Delta,Visconti e Montblanc;le prime due,naturalmente,lo montano sui modelli di fascia più alta.nicolino ha scritto:ritengo che il converter in se stesso sia pratico, economico, facile da sostituire. Per la mia esperienza personale, visto che non ho potuto né avuto il tempo di provare tutti i modelli di converter e tutti i modelli di stantuffo presenti nel mercato, lo stantuffo nelle penne in mio possesso (aurora, Pelikan, Delta, sheaffer, faber-castell, visconti, ecc.) si è sempre dimostrato affidabile. Il converter risulta essere pur sempre un corpo estraneo aggiunto alla penna, con tutti i limiti della sicurezza e precisione dell'innesto, ad esempio; aggiungo la facilità con cui si stacca dal corpo penna in seguito a leggeri urti accidentali, dando una sensazione di precarietà; sulla capacità maggiore del converter, dipende dalla forma e dalla lunghezza del dispositivo. La logica di costruzione del converter non può essere l'affidabilità, visto il prezzo irrisorio (addirittura lo regalano), bensì la praticità e l'economicità.
Cordiali saluti.
Tutte le penne giapponesi forniscono da sempre il converter come compreso nella penna e ci si integra perfettamente. E' considerato una parte della stessa, non lo forniscono gratis (tanto è vero che se ne vuoi un'altro te lo fanno pagare). E non ho mai visto nessun problema di sicurezza e precisione dell'innesto. Ed ancor meno ho avuto problemi di facilità di staccarsi, di certo non per lievi urti accidentali, non mi è mai saltato neache con le penne volate per terra. Ed un CON70 non costa poi così poco, ti ci compri quasi una Safari.nicolino ha scritto:Il converter risulta essere pur sempre un corpo estraneo aggiunto alla penna, con tutti i limiti della sicurezza e precisione dell'innesto, ad esempio; aggiungo la facilità con cui si stacca dal corpo penna in seguito a leggeri urti accidentali, dando una sensazione di precarietà; sulla capacità maggiore del converter, dipende dalla forma e dalla lunghezza del dispositivo. La logica di costruzione del converter non può essere l'affidabilità, visto il prezzo irrisorio (addirittura lo regalano), bensì la praticità e l'economicità.
Cordiali saluti.
E cosi anche io mi aggiungo a coloro i quali hanno acquistato un esemplare difettoso , qui sul forum siamo in parecchi , e sempre solo Visconti ...... e poi i suoi modelli hanno anche un prezzo non proprio economico . Come mai Pelikan come dice Vichingo60 propone penne a statuffo a prezzi minori e soprattutto affidabili ?Rogozin ha scritto:Cassullo, ti consiglio vivamente di mandarla in assistenza, ci sta tu abbia beccato un esemplare difettoso
Dopo l'esperienza Van Gogh mai più Visconti . Peccato , e poi dicono di comprare italiano .......nicolino ha scritto:Dopo l'esperienza con la Homo sapiens mai più Visconti.
Quindi il tuo consiglio è quello di acquistare penne a converter che sono più affidabili in linea di massima ?piccardi ha scritto:Se cerchi l'affidabilità oggi il sistema di caricamento più affidabile non è certo lo stantuffo, ma un converter che si sostituisce in caso di problemi, guasti ed usura in pochi secondi e con spesa minima. Certo, non ha lo stesso fascino, ma questo è un discorso diverso, e di natura eminentemente estetica.nicolino ha scritto:Di una stilografica, nel tempo, ho imparato a tralasciare gli aspetti estetici e ad apprezzare di più l'affidabilità, la garanzia e la prontezza della scrittura, uniti ad un sistema di caricamento rigorosamente a stantuffo, almeno per le penne di fascia alta. Non ho una grande varietà di modelli e di marche ma, per mia piccola esperienza, ritengo la penna più affidabile ancora la Pelikan.
Simone
I prezzi minori sono dovuti al fatto che la Pelikan copre fasce di mercato più basse. Eppure produce anche le Ductus che viaggiano oltre i 300 euro e sono a cartuccia/converter. In ogni caso, paragonando penne della stessa fascia, una M1000 non costa di meno di una Homo Sapiens. Una Pelikan M151, poi, costa più di una TWSBI 540 sempre a stantuffo, che è più grossa, robusta e capiente, e più di una Lamy Safari o di altre penne di poco prezzo ma che assolvono perfettamente il loro compito, quello di scrivere.cassullo ha scritto:E cosi anche io mi aggiungo a coloro i quali hanno acquistato un esemplare difettoso , qui sul forum siamo in parecchi , e sempre solo Visconti ...... e poi i suoi modelli hanno anche un prezzo non proprio economico . Come mai Pelikan come dice Vichingo60 propone penne a stantuffo a prezzi minori e soprattutto affidabili ?Rogozin ha scritto:Cassullo, ti consiglio vivamente di mandarla in assistenza, ci sta tu abbia beccato un esemplare difettoso