Re: Regolamento firme documenti ufficiali
Inviato: martedì 23 febbraio 2016, 8:13
Se ne è già parlato nei link citati, ed è stato detto praticamente tutto.
Trovo interessante la lettura di questo breve articolo: http://mioblog.notaiopescaradambrosio.i ... -notarili/ : molto sintetico, ma secondo me chiarisce bene problema e presupposti.
In sintesi, secondo me, l'importante è che lo scritto possa conservarsi nel tempo (gli inchiostri lavabili o cancellabili sono certamente banditi): per il resto ... campo aperto.
Nei vari mondi (giuridico, scolastico, amministrativo, notarile) si vedono le cose più disparate ed anche stravaganti, ma il concetto base rimane che lo scritto deve potersi conservare, non diciamo all'infinito, il che sarebbe impossibile, ma quanto meno per un periodo di tempo sufficientemente lungo da permetterne l'utilizzo in caso di necessità.
Sotto questo profilo il metodo più sicuro continua ad essere l'incisione su pietra delle civiltà antiche: i caratteri sono leggibilissimi ancora oggi dopo millenni!
A parte ciò, un esempio che mi viene in mente sono i requisiti del testamento manoscritto (c.d. olografo), atto per sua stesa natura destinato a durare nel tempo: la legge prescrive che sia scritto interamente a mano, datato e sottoscritto, ma non con quale strumento debba venire scritto (sfera, roller, stilografica, pennino ad intinzione...), né tanto meno con quale colore.
Questa parte della normativa è rimasta invariata dall'entrata in vigore dell'attuale codice civile (1942).
Poi, probabilmente nulla mi vieta di stendere un verbale o firmare con R&R Goldgrûn, ma: 1° Probabilmente la lettura provocherà un gran mal di testa al lettore, con conseguente connotazione negativa del mio scritto; 2° La durata non sarà ragionevolmente garantita, e dunque da un lato le conseguenze negative ricadranno su di me, dall'altro un PU non lo potrà accettare.
A proposito di fan degli inchiostri verdi: se non erro Palmiro Togliatti scriveva e firmava tutto in verde, senza nessuna contestazione (e chi si sarebbe mai permesso?
).
Oggi, poi, il problema della sottoscrizione certa cartacea è sminuito dal diffondersi dei vari tipi di sottoscrizione digitale. E qui sorge un altro problema: ma con quali standard? Prova a leggere oggi un banale documento di testo redatto 20 anni fa: il programma con cui era stato generato non esiste più, e tu non leggi più il documento. Senza contare che gli stessi supporti magnetici sono soggetti a rapidissima obsolescenza (chi riesce ancora oggi a leggere un floppy disk da 5.25 o 3.14, o uno Iomega zip? Gli stessi CD/DVD stanno sparendo). Quello che pareva un metodo di archiviazione dati perfetto ed eterno si sta rivelando un flop. Lo scritto cartaceo rimane ancora più duraturo:quanto meno, è durato per millenni.
Ma questa è ovviamente tutta un'altra storia.
Trovo interessante la lettura di questo breve articolo: http://mioblog.notaiopescaradambrosio.i ... -notarili/ : molto sintetico, ma secondo me chiarisce bene problema e presupposti.
In sintesi, secondo me, l'importante è che lo scritto possa conservarsi nel tempo (gli inchiostri lavabili o cancellabili sono certamente banditi): per il resto ... campo aperto.
Nei vari mondi (giuridico, scolastico, amministrativo, notarile) si vedono le cose più disparate ed anche stravaganti, ma il concetto base rimane che lo scritto deve potersi conservare, non diciamo all'infinito, il che sarebbe impossibile, ma quanto meno per un periodo di tempo sufficientemente lungo da permetterne l'utilizzo in caso di necessità.
Sotto questo profilo il metodo più sicuro continua ad essere l'incisione su pietra delle civiltà antiche: i caratteri sono leggibilissimi ancora oggi dopo millenni!

A parte ciò, un esempio che mi viene in mente sono i requisiti del testamento manoscritto (c.d. olografo), atto per sua stesa natura destinato a durare nel tempo: la legge prescrive che sia scritto interamente a mano, datato e sottoscritto, ma non con quale strumento debba venire scritto (sfera, roller, stilografica, pennino ad intinzione...), né tanto meno con quale colore.
Questa parte della normativa è rimasta invariata dall'entrata in vigore dell'attuale codice civile (1942).
Poi, probabilmente nulla mi vieta di stendere un verbale o firmare con R&R Goldgrûn, ma: 1° Probabilmente la lettura provocherà un gran mal di testa al lettore, con conseguente connotazione negativa del mio scritto; 2° La durata non sarà ragionevolmente garantita, e dunque da un lato le conseguenze negative ricadranno su di me, dall'altro un PU non lo potrà accettare.
A proposito di fan degli inchiostri verdi: se non erro Palmiro Togliatti scriveva e firmava tutto in verde, senza nessuna contestazione (e chi si sarebbe mai permesso?

Oggi, poi, il problema della sottoscrizione certa cartacea è sminuito dal diffondersi dei vari tipi di sottoscrizione digitale. E qui sorge un altro problema: ma con quali standard? Prova a leggere oggi un banale documento di testo redatto 20 anni fa: il programma con cui era stato generato non esiste più, e tu non leggi più il documento. Senza contare che gli stessi supporti magnetici sono soggetti a rapidissima obsolescenza (chi riesce ancora oggi a leggere un floppy disk da 5.25 o 3.14, o uno Iomega zip? Gli stessi CD/DVD stanno sparendo). Quello che pareva un metodo di archiviazione dati perfetto ed eterno si sta rivelando un flop. Lo scritto cartaceo rimane ancora più duraturo:quanto meno, è durato per millenni.
Ma questa è ovviamente tutta un'altra storia.