Per gli appunti al momento mi affido alla Pilot 78g M, che fa il suo lavoro più che bene.
Terrò d'occhio il mercatino, comunque

E' singolare come neanche ti sia venuto il dubbio che, se non voglio più cinesi, è perché magari me ne sono passate per le mani troppe, e restate poche. Ti pare? Tutto ciò gusti personali a parte.Deghe63 ha scritto:Pensare che le asiatiche siano tutte uguali e tutte non performanti, solo perché costano un decimo o un centesimo di modelli simili prodotti comunque spesso in Asia, ma per conto di marchi occidentali è uno stereotipo inutile.
Appunto. Ne ho avute due, entrambe finite al riciclo plastica/metalli. Che sia cinese, è irrilevante, è vero; è molto rilevante, invece, che le mie fossero inutilizzabili, cinesi o non cinesi.Deghe63 ha scritto:La Hero 448 è una penna secondo esteticamente brutta, ma con un flusso generoso, costante, affidabile. Che sia cinese è irrilevante. Quello che interessa (magari non a te, ognuno è infatti libero di portarsi dietro i suoi stereotipi e scegliere lasciandosene limitare) è che risolve il problema.
Parole sante... tu racconti le tue esperienze, io le mie, Pinco le sue, Pallino le sue, etc etc etc. Continua pure a consigliarle, ne hai il pieno diritto. Io, da parte mia, rivendico il diritto di sconsigliarle, senza per questo dover essere tacciato di essere soggetto a stereotipi inutili.Deghe63 ha scritto:Bisogna infatti ricordare, quando si risponde a un post, che gli argomenti vengono letti da centinaia o migliaia di persone, quindi non bisogna preoccuparsi assolutamente di essere o meno disapprovati dall'autore del tread: perché scegliere di essere "politicamente corretti", se possiamo essere giusti?
Per la mia esperienza su due esemplari, MANCO PER NIENTE. Non ce ne sarà una terza. Punto.Deghe63 ha scritto:La soluzione a questo specifico problema è la Hero 448. Punto.
Grazie.jerrypen71 ha scritto:A me pare che le Parker IM abbiano un flusso abbondante, specie con pennino M.
La mia esperienza con le penne giapponesi è limitata.Monet63 ha scritto: @ Phormula: ti ringrazio per l'intervento, sul quale sono in perfetta sintonia con te, ad eccezione delle penne giapponesi, per il solo fatto che le conosco poco e niente, e quindi non ho dati sufficienti per valutarle; ma sto ponendo rimedio.![]()
Grazie! Tra l'altro con le Delta mi ci sto fissando...Siberia ha scritto:Penna a 55 euro con flusso abbondante: Delta Unica pennino M. La uso da qualche giorno e ha vocazione al flusso abbondante con qualsiasi inchiostro...
cioè i fini hanno un flusso molto controllato?Phormula ha scritto:In generale vale per tutte le Delta/Markiaro con il pennino medio in acciaio #6. Per quelle con il pennino fine vale l'esatto contrario. Infatti il salto tra i due è abissale.
Controllato, no, è sempre un flusso più che dignitoso, ma non è così abbondante come il medio.Andrea_R ha scritto:cioè i fini hanno un flusso molto controllato?Phormula ha scritto:In generale vale per tutte le Delta/Markiaro con il pennino medio in acciaio #6. Per quelle con il pennino fine vale l'esatto contrario. Infatti il salto tra i due è abissale.
Condivido ogni singola parola di quello che hai scritto.Phormula ha scritto:Le penne vintage in genere hanno flussi più abbondanti rispetto a quelle moderne.
Personalmente non sono un fan delle penne cinesi economiche. Non perché scrivano male o siano realizzate con materiali scadenti, come in tutte le cose c'è il buono e il cattivo e sicuramente ci sono delle ottime penne anche dalle parti, in grado di soddisfare i gusti più disparati. I motivi del mio disinteresse sono legati al mio personale rapporto con la penna stilografica. Se voglio, come diceva il mio professore di filosofa, "andare al ristorante e leggere il menù da destra verso sinistra", mi compro una Bic. Ho sempre considerato una penna stilografica come un investimento, qualcosa che compri perché ti duri anni, e quindi nel quale il prezzo di acquisto è solo una delle variabili. Anche quando si parla di una penna scolastica. Prova ne è che uso più o meno regolarmente tutte le penne che ho comprato e quelle che non usavo le ho date in adozione, perché il miglior regalo che si può fare ad una penna è usarla.
In questa mia filosofia, tendo a privilegiare le penne italiane, tedesche o giapponesi. Perché? Perché mi fa piacere che nelle cosiddette economie avanzate ci sia ancora chi crede nella produzione e nella vendita di penne stilografiche e coltiva le competenze per farlo. Mi fa piacere che quando spendo 20 Euro per una Lamy Safari, una parte dei miei soldi arrivino al negozio italiano (anche quando compro online mi piace farlo da chi ha un negozio fisico e la passione per quel che vende) che me la ha venduta ed alla fabbrica che l'ha prodotta e da qui agli stipendi degli operai che ci lavorano. Non voglio che anche alle penne stilografiche succeda quel che è capitato a molti dei nostri beni di consumo, fabbriche chiuse e tutto desolatamente "Made in China", per quanto una radiolina cinese da pochi soldi possa funzionare bene e fare il suo dovere benissimo, e magari anche essere bella esteticamente. Lo so, la mia è una posizione romantica, se guardassi il portafogli (ovvero leggessi il menù da destra verso sinistra) sarebbe diverso. Fortunatamente non devo comprare una penna ogni settimana, se ne compro una lo faccio con la prospettiva di un utilizzo di anni e se non succede è perché non mi ci sono trovato bene, per cui, giusto o sbagliato che sia, posso ancora seguire le mie emozioni e pensare, nel mio piccolo, di contribuire alla sopravvivenza di fabbriche e negozi europei.
Phormula ha scritto:La mia con penne cinesi è durata pochissimo. Ho comprato una stilografica cinese brandizzata con il marchio di una nota casa produttrice di automobili sportive. Finita sotto il martello per la disperazione.