
penna taschino esterno della giacca
- lucaparte
- Levetta
- Messaggi: 611
- Iscritto il: lunedì 25 marzo 2019, 9:11
- La mia penna preferita: quella che non ho ancora perso
- Località: Venezia
- Gender:
penna taschino esterno della giacca
Io, avvocato, davanti a un giudice e uno psichiatra, sfoggiavo nel taschino esterno della giacca una matita, una biro e una stilografica. L'unico che mi guardò il taschino così fornito fu lo psichiatra: cosa ha interpretato non l'ho mai saputo 

Luca
fifty(six) years after
fifty(six) years after
-
- Snorkel
- Messaggi: 224
- Iscritto il: giovedì 3 febbraio 2022, 20:38
- La mia penna preferita: Sailor gold nib 21 kt
- Il mio inchiostro preferito: Pilot Iroshizuku
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Gender:
- Contatta:
penna taschino esterno della giacca
forse tu lo porti nella tasca anteriore dei pantaloni io dentro una borsa .... la tua ironia perde un po i colpi ultimamente
penna taschino esterno della giacca
Ha proposto un tso al tuo sindaco da disporre nei tuoi confronti?
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"
penna taschino esterno della giacca
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"
penna taschino esterno della giacca
-
- Snorkel
- Messaggi: 224
- Iscritto il: giovedì 3 febbraio 2022, 20:38
- La mia penna preferita: Sailor gold nib 21 kt
- Il mio inchiostro preferito: Pilot Iroshizuku
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Gender:
- Contatta:
penna taschino esterno della giacca
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante
Mia madre non aveva poi sbagliato a dir: "Un laureato conta più d'un cantante"
Giovane e ingenuo ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo
E un cazzo in culo e accuse d'arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa
Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia
Io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi
Vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso
ognuno ha le sue continue fonti di ispirazione ....
penna taschino esterno della giacca
Devo ammettere che le mie sono migliori.Calpurnio ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 12:02Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante
Mia madre non aveva poi sbagliato a dir: "Un laureato conta più d'un cantante"
Giovane e ingenuo ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo
E un cazzo in culo e accuse d'arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa
Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia
Io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi
Vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso
guccini 68217_P.jpg
ognuno ha le sue continue fonti di ispirazione ....
penna taschino esterno della giacca
Proprio una giornata perfettaBons ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 12:11Devo ammettere che le mie sono migliori.Calpurnio ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 12:02
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante
Mia madre non aveva poi sbagliato a dir: "Un laureato conta più d'un cantante"
Giovane e ingenuo ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo
E un cazzo in culo e accuse d'arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa
Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia
Io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi
Vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso
guccini 68217_P.jpg
ognuno ha le sue continue fonti di ispirazione ....![]()
bere sangria nel parco
e poi, più tardi, quando fa buio
tornare a casa
Proprio una giornata perfetta
dar da mangiare agli animali nello zoo
e poi, più tardi, anche un film
e poi a casa
Oh, è una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, una giornata così perfetta
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Proprio una giornata perfetta
i problemi messi da parte
turisti solitari
è così divertente
Proprio una giornata perfetta
mi ha fatto dimenticare me stesso
ho pensato di essere un altro
una persona migliore
Oh, è stata una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, così perfetta questa giornata
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"
-
- Stantuffo
- Messaggi: 2114
- Iscritto il: venerdì 12 marzo 2021, 14:18
- Misura preferita del pennino: Fine
- Località: Nord-Ovest Lombardia
- Gender:
penna taschino esterno della giacca
Quella deve essere come minimo una Pelikan M1000, o forse qualche edizione speciale "orribile ed agghiacciante" e quindi è bene che rimanga nascosta nella mutanda....

penna taschino esterno della giacca
La traduzione è penosa.levodi ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 12:22Proprio una giornata perfetta
bere sangria nel parco
e poi, più tardi, quando fa buio
tornare a casa
Proprio una giornata perfetta
dar da mangiare agli animali nello zoo
e poi, più tardi, anche un film
e poi a casa
Oh, è una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, una giornata così perfetta
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Proprio una giornata perfetta
i problemi messi da parte
turisti solitari
è così divertente
Proprio una giornata perfetta
mi ha fatto dimenticare me stesso
ho pensato di essere un altro
una persona migliore
Oh, è stata una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, così perfetta questa giornata
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Nel lontano dicembre 1980 il giornalista benpensante Nantas Salvalaggio scrisse di Vasco Rossi e Lou Reed:
Ma poi, come una manciata di guano in faccia, è apparso un “complessino” che io destinerei volentieri a tournèe permanenti in Siberia, Alaska e Terra del Fuoco.
Il divo di questo “complesso”, che più complessato di così si muore, è un certo Vasco. Vasco de Gama? Ma no, Vasco Rossi…per descriverlo mi ci vorrebbe la penna di un Grosz, di un Maccari: un bell’ ebete, anzi un ebete piuttosto bruttino, malfermo sulle gambe, con gli occhiali fumè dello zombie, dell’ alcolizzato, del drogato “fatto”. Unico dubbio, e se fingeva? E se alcolizzato o drogato non era per niente?
Eh no: un vero artista, anche quando interpreta uno “zombie”, un barbone da suburra, un rottame umano, ci mette quel lievito che ti ripaga dalla bruttura del fango, dell’ orrido che contiene il personaggio.
Invece, quello sciagurato di Vasco era “orrido-nature”, orrido-allo-stato-brado. E non è tutto: era anche banalmente, esplicitamente allusivo. Diceva in parole povere: emozioni forti, sensazioni violente, questo voglio, violente sensazioni, sempre più forti, anche se il prezzo da pagare è la vita…era una visione così sgradevole, un messaggio talmente abbietto, che lo stesso Baudo, quando il guittone stracotto è riapparso per ricevere gli applausi di rito, ha tagliato corto con un saluto gelidino (mi è parso): un arrivederci freddo…
Ma quell’ uomo barcollante, sullo sfondo della periferia bolognese, non lasciò presto la mia mente. Continuò a turbarmi in quanto immaginavo le centinaia di migliaia di ragazzini imberbi, succubi, che dalla tivù bevono tutto quello che viene, come fosse rosolio o elisir di vita eterna. Quell’ ebete che esalta le emozioni forti, pensavo, in un crescendo da allucinogeno, è il “profeta audace”, il “filosofo del nuovo verbo”. E intanto mi chiedevo: gente della Tv, della stampa, del governo, ma quando faremo un’ indagine seria, un calcolo approssimativo, di tutti i giovani che si sono “fatti”, che si sono procurati un passaporto per l’ altro mondo, sulle orme dei cantori dell’eroina, come quel tale Lou Reed, che a Milano si pronuncia giustamente Lùrid?
Dicevo, all’ inizio, che ci sono mattine in cui provi un bisogno fisico, impellente, di “andare giù piatto”. E allora, molto piattamente, io chiedo al programmatore di “Domenica In”, al mio collega Egidio Sterpa che è nella commissione parlamentare di vigilanza della tivù: “Chi ha chiamato quel povero guitto da suburra? Non esiste un dizionario alla RAI? Oppure: quale partito politico, quale vescovo o notabile o senatore, ha raccomandato il Vasco suonato?”. A questo punto, temo, “alti lai” si alzeranno da ben noti ambienti industriali: da quelle case discografiche, voglio dire, che si sono da tempo ritagliato questo losco praticello che esalta con psichedeliche suggestioni, il “messaggio”, la “ribellione” della droga. “Ecco”, inveiranno, “ecco l’ inquisitore, il cieco reazionario: spara sulla cultura!”. Cultura? Eh, già, lettore: è di moda, oggi, chiamare cultura tutto, anche il pernacchio da stadio, anche le scritte nei cessi pubblici. Esiste un sociologo che difende “la cultura della droga”.
Così va la cultura: mi piacerebbe tanto ascoltare ciò che ne pensano gli illuminati ometti del passato: ma si, alludo a un Platone, a un Socrate, un Seneca: cosa direbbero del Vasco cotto da periferia?…”
C'è chi vive e racconta la vita e chi la osserva disgustato dal proprio attico.
penna taschino esterno della giacca
Ricordo perfettamente l’articolo che risulta destinato a “benpensanti” un po’ melensi.
Non per niente era pubblicato su “Oggi”.
Tutto scontato
Non per niente era pubblicato su “Oggi”.
Tutto scontato
penna taschino esterno della giacca
è la prima che ho trovato con google, ma a me la canzone piace molto e piace molto anche la sua voce.
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"
penna taschino esterno della giacca
Che c’entra Guccini con il - probabile? - corpo cavernoso eretto di Reed?
stretta la foglia, larga la via, dite la vostra, ho detto la mia
per non dimenticare https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ricordo
per non dimenticare https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ricordo
-
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 312
- Iscritto il: sabato 6 marzo 2021, 20:25
- La mia penna preferita: Aurora Optima
- Il mio inchiostro preferito: Lamy Navy Blue
- Misura preferita del pennino: Fine
- Gender:
penna taschino esterno della giacca
Grazie Bons! Non ci conosciamo, ma so che andremmo molto d’accordo!Bons ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 13:50La traduzione è penosa.levodi ha scritto: ↑sabato 24 dicembre 2022, 12:22
Proprio una giornata perfetta
bere sangria nel parco
e poi, più tardi, quando fa buio
tornare a casa
Proprio una giornata perfetta
dar da mangiare agli animali nello zoo
e poi, più tardi, anche un film
e poi a casa
Oh, è una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, una giornata così perfetta
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Proprio una giornata perfetta
i problemi messi da parte
turisti solitari
è così divertente
Proprio una giornata perfetta
mi ha fatto dimenticare me stesso
ho pensato di essere un altro
una persona migliore
Oh, è stata una giornata così perfetta
sono contento di averla trascorsa con te
Oh, così perfetta questa giornata
mi fai venir voglia di restare con te
mi fai venir voglia di restare con te
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Raccoglierai ciò che hai seminato
Nel lontano dicembre 1980 il giornalista benpensante Nantas Salvalaggio scrisse di Vasco Rossi e Lou Reed:
Ma poi, come una manciata di guano in faccia, è apparso un “complessino” che io destinerei volentieri a tournèe permanenti in Siberia, Alaska e Terra del Fuoco.
Il divo di questo “complesso”, che più complessato di così si muore, è un certo Vasco. Vasco de Gama? Ma no, Vasco Rossi…per descriverlo mi ci vorrebbe la penna di un Grosz, di un Maccari: un bell’ ebete, anzi un ebete piuttosto bruttino, malfermo sulle gambe, con gli occhiali fumè dello zombie, dell’ alcolizzato, del drogato “fatto”. Unico dubbio, e se fingeva? E se alcolizzato o drogato non era per niente?
Eh no: un vero artista, anche quando interpreta uno “zombie”, un barbone da suburra, un rottame umano, ci mette quel lievito che ti ripaga dalla bruttura del fango, dell’ orrido che contiene il personaggio.
Invece, quello sciagurato di Vasco era “orrido-nature”, orrido-allo-stato-brado. E non è tutto: era anche banalmente, esplicitamente allusivo. Diceva in parole povere: emozioni forti, sensazioni violente, questo voglio, violente sensazioni, sempre più forti, anche se il prezzo da pagare è la vita…era una visione così sgradevole, un messaggio talmente abbietto, che lo stesso Baudo, quando il guittone stracotto è riapparso per ricevere gli applausi di rito, ha tagliato corto con un saluto gelidino (mi è parso): un arrivederci freddo…
Ma quell’ uomo barcollante, sullo sfondo della periferia bolognese, non lasciò presto la mia mente. Continuò a turbarmi in quanto immaginavo le centinaia di migliaia di ragazzini imberbi, succubi, che dalla tivù bevono tutto quello che viene, come fosse rosolio o elisir di vita eterna. Quell’ ebete che esalta le emozioni forti, pensavo, in un crescendo da allucinogeno, è il “profeta audace”, il “filosofo del nuovo verbo”. E intanto mi chiedevo: gente della Tv, della stampa, del governo, ma quando faremo un’ indagine seria, un calcolo approssimativo, di tutti i giovani che si sono “fatti”, che si sono procurati un passaporto per l’ altro mondo, sulle orme dei cantori dell’eroina, come quel tale Lou Reed, che a Milano si pronuncia giustamente Lùrid?
Dicevo, all’ inizio, che ci sono mattine in cui provi un bisogno fisico, impellente, di “andare giù piatto”. E allora, molto piattamente, io chiedo al programmatore di “Domenica In”, al mio collega Egidio Sterpa che è nella commissione parlamentare di vigilanza della tivù: “Chi ha chiamato quel povero guitto da suburra? Non esiste un dizionario alla RAI? Oppure: quale partito politico, quale vescovo o notabile o senatore, ha raccomandato il Vasco suonato?”. A questo punto, temo, “alti lai” si alzeranno da ben noti ambienti industriali: da quelle case discografiche, voglio dire, che si sono da tempo ritagliato questo losco praticello che esalta con psichedeliche suggestioni, il “messaggio”, la “ribellione” della droga. “Ecco”, inveiranno, “ecco l’ inquisitore, il cieco reazionario: spara sulla cultura!”. Cultura? Eh, già, lettore: è di moda, oggi, chiamare cultura tutto, anche il pernacchio da stadio, anche le scritte nei cessi pubblici. Esiste un sociologo che difende “la cultura della droga”.
Così va la cultura: mi piacerebbe tanto ascoltare ciò che ne pensano gli illuminati ometti del passato: ma si, alludo a un Platone, a un Socrate, un Seneca: cosa direbbero del Vasco cotto da periferia?…”
C'è chi vive e racconta la vita e chi la osserva disgustato dal proprio attico.