Irishtales ha scritto:Penso a quante storie simili a quella del nonno di Alessandro possono esserci in una penna di quel periodo. Certi oggetti hanno un carisma particolare, anche quando magari le ritroviamo intatte, perché chi l'ha acquistata in quegli anni l'ha custodita con cura e usata con parsimonia. Ma certi oggetti che hanno attraversato il tempo hanno un carisma particolare, inspiegabile con il solo fatto di arrivare dal passato...
Concordo pienamente, Daniela.
E’ stato proprio questo tipo di considerazioni, prima “sentite” spontaneamente e poi sempre più apprezzate, che mi ha portato ad apprezzare tanto le vintage e, in modo particolare, la mia Onoto di 102 anni fa. Certamente non la più bella né la più comoda (per la necessità di aggiustare ogni tanto la manopola posteriore, anche se questo me la fa “vivere” di più, perciò lo apprezzo), ma con un fascino impareggiabile ed un modo di scrivere altrettanto unico (i pennini Onoto d’epoca, prodotti in Inghilterra, hanno davvero caratteristiche ottime).
Considerazioni analoghe, ovviamente adattate al modello di penna ed ai propri gusti, si possono applicare ad altre vintage: nella mia modesta esperienza alla Parker Duofold, alla Sheaffer Balance Premier ed alla Onoto n° 51, ma so già che se ne possono aggiungere numerosissime altre…