Onoto 3000 N (1905 - 1921)
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Onoto 3000 N (1905 - 1921)
Le stilografiche Onoto, prodotte dalla Thomas De La Rue & Co. di Londra, non sono molto conosciute in Italia ma hanno sempre goduto di ottima fama internazionale, oltre che, ovviamente, nel Regno Unito, dove venivano prodotte.
Fra i personaggi illustri che la utilizzarono si annovera anche Winston Churchill, che pare amasse le Onoto in modo particolare. In Francia per la prima guerra mondiale, scrisse alla moglie: "Send me another Onoto. I have stupidly lost mine" ("Mandami un'altra Onoto. Ho stupidamente perso la mia"). A prima vista, può sembrare una stilografica poco interessante, data l’assoluta mancanza di finiture e la forma semplicemente cilindrica. Personalmente, ne apprezzo molto sia gli aspetti storici e tecnologici sia la qualità di scrittura.
Ho ordinato la penna ad un conosciuto ed abile riparatore di Onoto, che opera in Inghilterra e che me l’ha fornita completamente revisionata ed originale.
Passiamo ad alcuni dati tecnici:
- Lunghezza chiusa: 145,5 mm
- Lunghezza aperta senza cappuccio: 143 mm (127 mm senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza con cappuccio calzato: 160 mm (senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza del pennino: 16mm (parte esposta)
- Diametro del fusto: 10,2 mm
- Diametri della sezione (minimo – massimo): 7,5 mm – 9 mm
- Diametro del cappuccio: 10,8 mm
Al centro del fusto è ancora leggibile la scritta << “ONOTO” >>, sotto la quale si legge << Patent Self Filling Pen>> e, ancora sotto, <<De La Rue London>>. Il meccanismo di ricarica è molto semplice: si svita la manopola che costituisce il fondello, si estrae completamente lo stantuffo, si immerge la sezione nell’inchiostro, si abbassa con calma lo stantuffo (che crea una depressione interna) fino a quando il caratteristico “pop!” ci informa che si è avviata l’aspirazione dell’inchiostro, si attendono alcuni secondi, si chiude avvitandola la manopola e si estrae la penna dall’inchiostro, passando all’usuale pulizia. La scrittura, aiutata anche dalla forma comodissima della sezione, si rivela una piacevole sorpresa: il pennino d’oro a 14 carati è molto molleggiato, il flusso abbondante ed il tratto fluido, senza alcuna impuntatura. Inesistenti le false partenze o i salti di scrittura. La densità degli inchiostri di un secolo fa consigliava di svitare la manopola di circa mezzo giro, per consentire un flusso di inchiostro costante. Con gli inchiostri moderni (come il mio amato Sheaffer Skrip nero), in tal modo il flusso si fa davvero eccessivo (ed io amo i flussi abbondanti!). La penna scrive perfettamente anche con il fondello chiuso.
Che dire in conclusione? Credo diventerà la mia stilografica standard per la scrittura serale: il suo fascino storico, le qualità del pennino e della scrittura, la bellezza del tratto la rendono la compagna ideale di tutti i momenti più sereni e tranquilli.
Come quelli che traspaiono da quest’ultima immagine, dove la penna riposa su un vassoio coevo in Sheffield inglese… Forse non rimarrà la mia unica Onoto 3000!
Il marchio è ricordato soprattutto per l’introduzione, nel 1905, del sistema di caricamento “plunger filler” (a siringa rovesciata), frutto dell’ingegno di Evelyn de la Rue e di George Sweetser, un brillante ingegnere meccanico. Il sistema portò alla commercializzazione della "Onoto Patent Self-Filling Pen”, della quale era garantita la perfetta tenuta in un periodo nel quale le fuoriuscite d’inchiostro costituivano ancora un reale problema.
Grazie all’uso del fusto della penna quale serbatoio, evitando i contenitori interni di gomma, la capacità e l’autonomia di scrittura di queste penne ha ancora oggi pochi rivali.
La stilografica che vi presento oggi è completamente in ebanite, con pennino in oro, ed è stata prodotta prima del 1921, quando venne abbandonato il doppio alimentatore, conservando solo quello inferiore. E' molto leggera ma comoda, grazie anche alla lunghezza. Fra i personaggi illustri che la utilizzarono si annovera anche Winston Churchill, che pare amasse le Onoto in modo particolare. In Francia per la prima guerra mondiale, scrisse alla moglie: "Send me another Onoto. I have stupidly lost mine" ("Mandami un'altra Onoto. Ho stupidamente perso la mia"). A prima vista, può sembrare una stilografica poco interessante, data l’assoluta mancanza di finiture e la forma semplicemente cilindrica. Personalmente, ne apprezzo molto sia gli aspetti storici e tecnologici sia la qualità di scrittura.
Ho ordinato la penna ad un conosciuto ed abile riparatore di Onoto, che opera in Inghilterra e che me l’ha fornita completamente revisionata ed originale.
Passiamo ad alcuni dati tecnici:
- Lunghezza chiusa: 145,5 mm
- Lunghezza aperta senza cappuccio: 143 mm (127 mm senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza con cappuccio calzato: 160 mm (senza considerare la parte esposta del pennino)
- Lunghezza del pennino: 16mm (parte esposta)
- Diametro del fusto: 10,2 mm
- Diametri della sezione (minimo – massimo): 7,5 mm – 9 mm
- Diametro del cappuccio: 10,8 mm
Al centro del fusto è ancora leggibile la scritta << “ONOTO” >>, sotto la quale si legge << Patent Self Filling Pen>> e, ancora sotto, <<De La Rue London>>. Il meccanismo di ricarica è molto semplice: si svita la manopola che costituisce il fondello, si estrae completamente lo stantuffo, si immerge la sezione nell’inchiostro, si abbassa con calma lo stantuffo (che crea una depressione interna) fino a quando il caratteristico “pop!” ci informa che si è avviata l’aspirazione dell’inchiostro, si attendono alcuni secondi, si chiude avvitandola la manopola e si estrae la penna dall’inchiostro, passando all’usuale pulizia. La scrittura, aiutata anche dalla forma comodissima della sezione, si rivela una piacevole sorpresa: il pennino d’oro a 14 carati è molto molleggiato, il flusso abbondante ed il tratto fluido, senza alcuna impuntatura. Inesistenti le false partenze o i salti di scrittura. La densità degli inchiostri di un secolo fa consigliava di svitare la manopola di circa mezzo giro, per consentire un flusso di inchiostro costante. Con gli inchiostri moderni (come il mio amato Sheaffer Skrip nero), in tal modo il flusso si fa davvero eccessivo (ed io amo i flussi abbondanti!). La penna scrive perfettamente anche con il fondello chiuso.
Che dire in conclusione? Credo diventerà la mia stilografica standard per la scrittura serale: il suo fascino storico, le qualità del pennino e della scrittura, la bellezza del tratto la rendono la compagna ideale di tutti i momenti più sereni e tranquilli.
Come quelli che traspaiono da quest’ultima immagine, dove la penna riposa su un vassoio coevo in Sheffield inglese… Forse non rimarrà la mia unica Onoto 3000!
Ultima modifica di A Casirati il sabato 14 giugno 2014, 15:42, modificato 3 volte in totale.
Alberto Casirati
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“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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- piccardi
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Onoto 3000 N (1905 - 1921)
Complimenti per la bellissima penne e grazie per la ancor più bella recensione (le cui foto saranno prontamente "rubate" per il wiki).
La Onoto è una di quelle marche poco note, ma che han fatto la storia della stilografica, e fra i produttori inglesi è uno dei più rilevanti. Hai fatto un bellissimo acquisto.
Simone
La Onoto è una di quelle marche poco note, ma che han fatto la storia della stilografica, e fra i produttori inglesi è uno dei più rilevanti. Hai fatto un bellissimo acquisto.
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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Grazie, Simone. Ben lieto di poter contribuire al wiki!
Alberto Casirati
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Complimenti
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Alfredo
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Bella penna, vorrei avere tutte quelle che mio piacciono ma non è possibile. Singh, singh..............
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
- A Casirati
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Onoto 3000 N - un trucco
Un’aggiunta alle note relative all’uso della stilografica.
Trattandosi di uno strumento di scrittura di quasi 100 anni fa, va innanzi tutto capito e sperimentato.
Il riparatore ha fatto un ottimo lavoro su questo esemplare, tanto che scrivere con la manopola chiusa determina, dopo alcune righe, l’esaurimento del flusso, perché il cono inferiore dello stantuffo chiude l’accesso dell’inchiostro agli alimentatori. D’altra parte, com’è stato giustamente osservato, il sistema si basa sul principio della “shut-off valve” (valvola apri-chiudi), che non consente una regolazione della quantità d’inchiostro, ma solo l’arresto dell’alimentazione; ed in effetti aveva proprio questa funzione. Nello stesso tempo, però, mantenere la manopola aperta di mezzo giro, come da istruzioni dell’epoca, crea un flusso davvero eccessivo, con rischi concreti di perdita d’inchiostro durante la scrittura, causati dalla fluidità degli inchiostri moderni.
Ma c’è un trucco.
Osservando di lato l’alimentatore inferiore, si nota che, man mano che la scrittura a valvola chiusa progredisce, l’inchiostro si “ritira”, non riempiendo più lo spazio fra la punta dell’alimentatore ed il pennino. Quando l’arretramento supera il millimetro (a occhio e croce, naturalmente), è sufficiente aprire la valvola per circa 30 secondi, continuando a scrivere, per riportare l’inchiostro alla sua posizione iniziale; si chiude poi la valvola e si continua a scrivere normalmente.
Complicato? No. Fastidioso? Forse, ma personalmente trovo che ne valga ben la pena per scrivere con uno strumento tanto affascinante.
Trattandosi di uno strumento di scrittura di quasi 100 anni fa, va innanzi tutto capito e sperimentato.
Il riparatore ha fatto un ottimo lavoro su questo esemplare, tanto che scrivere con la manopola chiusa determina, dopo alcune righe, l’esaurimento del flusso, perché il cono inferiore dello stantuffo chiude l’accesso dell’inchiostro agli alimentatori. D’altra parte, com’è stato giustamente osservato, il sistema si basa sul principio della “shut-off valve” (valvola apri-chiudi), che non consente una regolazione della quantità d’inchiostro, ma solo l’arresto dell’alimentazione; ed in effetti aveva proprio questa funzione. Nello stesso tempo, però, mantenere la manopola aperta di mezzo giro, come da istruzioni dell’epoca, crea un flusso davvero eccessivo, con rischi concreti di perdita d’inchiostro durante la scrittura, causati dalla fluidità degli inchiostri moderni.
Ma c’è un trucco.
Osservando di lato l’alimentatore inferiore, si nota che, man mano che la scrittura a valvola chiusa progredisce, l’inchiostro si “ritira”, non riempiendo più lo spazio fra la punta dell’alimentatore ed il pennino. Quando l’arretramento supera il millimetro (a occhio e croce, naturalmente), è sufficiente aprire la valvola per circa 30 secondi, continuando a scrivere, per riportare l’inchiostro alla sua posizione iniziale; si chiude poi la valvola e si continua a scrivere normalmente.
Complicato? No. Fastidioso? Forse, ma personalmente trovo che ne valga ben la pena per scrivere con uno strumento tanto affascinante.
Alberto Casirati
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Bellissima, complimenti Alberto !!
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Onoto 3000 N: 102 anni
Secondo Steve Hull, probabilmente il maggior esperto di storia delle stilografiche Thomas De la Rue ed Onoto, l'esemplare di questa recensione risale al 1912. Ha dunque già compiuto 102 anni!
E lavora con me in ufficio come se niente fosse....
Sono in attesa di una risposta sul tema anche da parte della School of Advanced Study, University of London.
Vi terrò informati.
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E lavora con me in ufficio come se niente fosse....
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Sono in attesa di una risposta sul tema anche da parte della School of Advanced Study, University of London.
Vi terrò informati.
Alberto Casirati
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Splendida penna e altrettanto splendida recensione.
Le tue recensioni hanno un fascino intrinseco, come le penne che descrivi!
Le tue recensioni hanno un fascino intrinseco, come le penne che descrivi!
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Grazie, Daniela, sei molto gentile! 
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Alberto Casirati
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Bellissima penna complimenti, e fantastica recensione, davvero molto interessante grazie
Onoto 3000 N (1905 - 1921)
complimenti per la tua "nonnina", ha il fascino che molte moderne non hanno
dal tuo esempio di scrittura il pennino sembra uno stub è così?
dal tuo esempio di scrittura il pennino sembra uno stub è così?
Onoto 3000 N (1905 - 1921)
Mamma mia che dichiarazione ......Irishtales ha scritto:Splendida penna e altrettanto splendida recensione.
Le tue recensioni hanno un fascino intrinseco, come le penne che descrivi!


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sì, è uno stub molto dolce, tagliato dritto, senza spigolosità ma con un tratto molto deciso. Davvero ottimo.Andrea_R ha scritto:complimenti per la tua "nonnina", ha il fascino che molte moderne non hanno
dal tuo esempio di scrittura il pennino sembra uno stub è così?

Concordo pienamente sul fascino. Nonostante sia una penna "difficile" (la compensazione è quella di 102 anni fa, perciò molto delicata da gestire, specialmente con gli inchiostri moderni, così fluidi), è diventata la mia penna preferita. Scrivere con questa penna ha un "feeling" (inglesismo voluto, è una penna britannica!

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Onoto 3000 N: recupero in corso
Nonostante mi sia pervenuta perfettamente restaurata e funzionante, questa antica stilografica evidenziava tutti i suoi 102 anni soprattutto nel colore, a causa del tipico viraggio al marrone dell'ebanite della quale è costituita.
Seguendo i consigli di alcuni gentili e competenti forumisti, ho immerso la penna per 10 minuti nella schiuma di Fornet, in un recipiente a cielo aperto.
Una pulizia con acqua, un'attenta asciugatura ed ecco il risultato finale:
1) dopo la pulizia del solo cappuccio, per apprezzare la differenza di colore 2) dopo la pulizia completa, su una tastiera nera per apprezzare la tonalità di nero raggiunta: Ora sono alla caccia della pasta Iosso per la lucidatura...
Seguendo i consigli di alcuni gentili e competenti forumisti, ho immerso la penna per 10 minuti nella schiuma di Fornet, in un recipiente a cielo aperto.
Una pulizia con acqua, un'attenta asciugatura ed ecco il risultato finale:
1) dopo la pulizia del solo cappuccio, per apprezzare la differenza di colore 2) dopo la pulizia completa, su una tastiera nera per apprezzare la tonalità di nero raggiunta: Ora sono alla caccia della pasta Iosso per la lucidatura...
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