In questo periodo non ha mai lasciato la rotazione delle penne dimorando stabilmente nel mio borsello.
Aspetto e finiture
Il mio è il modello laccato rosso bordeaux, colore che non ho scelto volontariamente. Il motivo è semplice: l’ho comprata in una fortunata asta di un noto rivenditore giapponese a circà metà del prezzo di listino italiano. Per mia fortuna le finiture sono rodiate. Le linee della penna sono semplicissime, cosa che mi piace molto. La lacca rossa è lucida e di consistenza setosa. La sezione in plastica nera di ottima qualità. L’avvitatura è intermezzata da due anellini rodiati e un altro anellino è presente alla base della sezione in prossimità del pennino. La clip è lineare e il cappuccio ha una banda rodiata che a metà converge verso il corpo penna. La qualità costruttiva è eccelsa e tutto sembra perfettamente raccordato senza parti ballerine o che trasmettano sensazioni sgradevoli al tatto. Il peso della penna, essendo in metallo, si fa sentire ma non in maniera eccessiva poiché la penna (senza cappuccio calzato) è perfettamente equilibrata e cade favolosamente nell’incavo della mano. Le filettature svolgono egregiamente il loro lavoro senza nessun impuntamento e, anzi, dando una piacevole sensazione.
Voto: ★★★★★
Scrittura e Tecnica
La particolarità più evidendente della falcon è il suo pennino. In oro 14K/585‰ rodiato con becchi lunghi e sottili. La forma ricorda vagamente il becco di un falco dal quale il nome. Può piacere o non piacere: personalmente lo trovo fantastico. Il mio è un SEF (Soft ExtraFine) ed è davvero sottile come una punta di ago sulla carta. Ovviamente non ci si può aspettare che scorra liscio come l’olio ma per essere così fine è una sorpresa come poco spesso si impunti. E’ un semiflessibile e non un flessibile (la pilot non l’ha mai definito tale, ma SOFT) contrariamente a quanto si è detto in varie recensioni su internet. Permette una gradevole variazione di tratto, nel mio caso ancora più accentuata dal tratto iniziale extrafine. La pressione occorrente per farlo flettere è di circa 435 grammi. Il flusso, da buona giapponese, è estremamente controllato e le flessioni più aggressive portano inevitabilmente alla perdita del tratto e al cosidetto “railroading”. Non è adatto quindi agli svolazzi del copperplate ma permette di divertirsi nel personalizzare e dare movimento alla propria scrittura. Per ciò ho modificato il mio alimentatore piegandolo alle mie necessità.
Voto: ★★★★
Sistema di caricamento
La Falcon è una penna con caricamento a cartuccia / converter, come la maggior parte delle penne giapponesi. Le cartucce previste sono le IC-50 proprietarie Pilot/Namiki. Il converter invece è il migliore esistente sul mercato: Il CON-70.
Il CON-70 è l’unico converter che funziona a pulsante. Il sistema con cui carica l’inchiostro è simile al vecchio vacumatic di parker (ripetute pressioni del pulsante fino a riempimento) ma la realizzazione tecnica è completamente differente. Descrivere a parole il funzionamento del CON-70 è improbo e pertanto ecco un video esemplificativo del funzionamento.
La capacità del converter è eccellente: 0,9 ml, quasi al livello di alcune penne a pistone.
Voto: ★★★★★
Rapporto Qualità/Prezzo
Il prezzo di listino sul mercato Italiano è poco sotto I 300 euro. Su strada si può trovare facilmente intorno alle 250 euro. Ritengo che il costo della penna sia congruo con quello che offre e per la qualità costruttiva.
Voto: ★★★½
La consiglio?
Dipende da cosa ci si aspetta. Se vi aspettate un penna che abbia la flessibilità di una vintage lasciate perdere e investite la somma in una Waterman 52 o una Eversharp Doric (e non è detto che ritroviate il flessibile! Quindi occhio). Se volete una penna affidabile, con una buona capacità di inchiostro e che permetta un po’ di “movimento” alla vostra scrittura, ve la consiglio ad occhi chiusi.