DELTA REDISCOVER POMPEI
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DELTA REDISCOVER POMPEI
Delta Rediscover Pompei Limited Edition
La vera del cappuccio è in argento massiccio rodiato dov'è incisa a rilievo l'antica "greca" di epoca pompeiana.
Pennino in oro 14 carati.
Caricamento a stantuffo.
Il rosso pompeiano in realtà era un giallo!
«I gas dell'eruzione del Vesuvio alterarono i colori». La scoperta in una ricerca Ino-Cnr promossa dalla Soprintendenza di Napoli.
Ci sono due gialli a Pompei. Il primo riguarda dove sia finita la legge sulle (180) assunzioni di personale; e questo giallo l'ha sollevato ieri la Cgil. L'altro riguarda il famoso rosso pompeiano che, in realtà, sarebbe un colore giallo modificato dai gas dell'eruzione vesuviana; e questa scoperta è stata presentata ieri da Sergio Omarini dell'Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze. «Grazie ad alcune indagini abbiamo potuto accertare che il colore simbolo dei siti archeologici campani, in realtà, è frutto dell'azione del gas ad alta temperatura la cui fuoriuscita precedette l'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C.», ha spiegato Omarini in occasione della VII Conferenza nazionale del colore, che si sta svolgendo a Roma Presso l'Università La Sapienza. «Il fenomeno di questa mutazione cromatica era già noto agli esperti, ma lo studio realizzato dall'Ino-Cnr, promosso dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei in collaborazione con l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha permesso di quantificarne la portata, almeno ad Ercolano». Le indagini sono state condotte attraverso lo spettrofotocolorimetro per misurare il colore e la fluorescenza X, che ha consentito di rivelare la presenza di elementi chimici per escludere il minio e cinabro dalle pitture.
Detta così, la scienza costringerebbe a riscrivere diverse pagine di storia dell'arte nonché a sorridere delle molte rivisitazioni del passato, da quelle Rinascimentali a quelle del Secondo Impero sino ai molti interni in stile rosso pompeiano sparsi negli alberghi di tutto l'orbe terracqueo. Ma il dibattito sulla cromia delle architetture classiche è sempre stato argomento controverso e tema di forti scontri nella storiografia Sette-Ottocentesca. Sino agli studi (definitivi?) di Hittorf (Mémoire sur l'architecture polychrome chez les Grecs del 1830 e Architecture antique de la Sicile del 1867) molti ritenevano che l'architettura greca, e molte delle architetture antiche, non fossero policrome. Per quella romana, però, proprio gli scavi archeologici di Ercolano e Pompei, iniziati negli anni Trenta del Settecento sotto i Borbone, avevano reso palese l'utilizzo del colore rosso nella pittura muraria, dipinta con il sistema all'encausto. Anzi, proprio negli scavi settecenteschi erano state messe a punto dal francese Canart le prime tecniche per lo strappo dei dipinti dalle pareti in rosso pompeiano. Suppellettili e pareti venivano infatti trasportate al Museo di Portici dove, secondo Winckelmann, venivano ampiamente manipolate. Le abitazioni scavate, invece, una volta prelevati i reperti venivano nuovamente ricoperte di sabbia.
Quel bel rosso, racconta oggi Omarini, «si otteneva con il cinabro, composto di mercurio, e dal minio, composto di piombo, pigmenti più rari e costosi, utilizzati soprattutto nei dipinti, oppure scaldando l'ocra gialla, una terra di facile reperibilità. Quest'ultimo effetto, descritto anticamente da Plinio e Vitruvio, si può percepire anche ad occhio nudo nelle fenditure che solcano le pareti rosse di Ercolano e Pompei», afferma lo scienziato. L'ocra gialla assunse poi la colorazione rossa a seguito dei gas eruttati dallo «sterminator Vesevo» (Leopardi). Lo scienziato si lancia anche in qualche dato numerico: «Le pareti attualmente percepite come rosse sono 246 e quelle gialle 57; ma stando ai risultati in origine dovevano essere rispettivamente 165 e 138, per un'area di sicura trasformazione di oltre 150 metri quadrati di parete».
Marco Moricci
Casa della Stilografica
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Il cappuccio ed il serbatoio sono realizzati in preziosa celluloide tornita a mano da barra piena.La vera del cappuccio è in argento massiccio rodiato dov'è incisa a rilievo l'antica "greca" di epoca pompeiana.
Pennino in oro 14 carati.
Caricamento a stantuffo.
Il rosso pompeiano in realtà era un giallo!
«I gas dell'eruzione del Vesuvio alterarono i colori». La scoperta in una ricerca Ino-Cnr promossa dalla Soprintendenza di Napoli.
Ci sono due gialli a Pompei. Il primo riguarda dove sia finita la legge sulle (180) assunzioni di personale; e questo giallo l'ha sollevato ieri la Cgil. L'altro riguarda il famoso rosso pompeiano che, in realtà, sarebbe un colore giallo modificato dai gas dell'eruzione vesuviana; e questa scoperta è stata presentata ieri da Sergio Omarini dell'Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze. «Grazie ad alcune indagini abbiamo potuto accertare che il colore simbolo dei siti archeologici campani, in realtà, è frutto dell'azione del gas ad alta temperatura la cui fuoriuscita precedette l'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C.», ha spiegato Omarini in occasione della VII Conferenza nazionale del colore, che si sta svolgendo a Roma Presso l'Università La Sapienza. «Il fenomeno di questa mutazione cromatica era già noto agli esperti, ma lo studio realizzato dall'Ino-Cnr, promosso dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei in collaborazione con l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha permesso di quantificarne la portata, almeno ad Ercolano». Le indagini sono state condotte attraverso lo spettrofotocolorimetro per misurare il colore e la fluorescenza X, che ha consentito di rivelare la presenza di elementi chimici per escludere il minio e cinabro dalle pitture.
Detta così, la scienza costringerebbe a riscrivere diverse pagine di storia dell'arte nonché a sorridere delle molte rivisitazioni del passato, da quelle Rinascimentali a quelle del Secondo Impero sino ai molti interni in stile rosso pompeiano sparsi negli alberghi di tutto l'orbe terracqueo. Ma il dibattito sulla cromia delle architetture classiche è sempre stato argomento controverso e tema di forti scontri nella storiografia Sette-Ottocentesca. Sino agli studi (definitivi?) di Hittorf (Mémoire sur l'architecture polychrome chez les Grecs del 1830 e Architecture antique de la Sicile del 1867) molti ritenevano che l'architettura greca, e molte delle architetture antiche, non fossero policrome. Per quella romana, però, proprio gli scavi archeologici di Ercolano e Pompei, iniziati negli anni Trenta del Settecento sotto i Borbone, avevano reso palese l'utilizzo del colore rosso nella pittura muraria, dipinta con il sistema all'encausto. Anzi, proprio negli scavi settecenteschi erano state messe a punto dal francese Canart le prime tecniche per lo strappo dei dipinti dalle pareti in rosso pompeiano. Suppellettili e pareti venivano infatti trasportate al Museo di Portici dove, secondo Winckelmann, venivano ampiamente manipolate. Le abitazioni scavate, invece, una volta prelevati i reperti venivano nuovamente ricoperte di sabbia.
Quel bel rosso, racconta oggi Omarini, «si otteneva con il cinabro, composto di mercurio, e dal minio, composto di piombo, pigmenti più rari e costosi, utilizzati soprattutto nei dipinti, oppure scaldando l'ocra gialla, una terra di facile reperibilità. Quest'ultimo effetto, descritto anticamente da Plinio e Vitruvio, si può percepire anche ad occhio nudo nelle fenditure che solcano le pareti rosse di Ercolano e Pompei», afferma lo scienziato. L'ocra gialla assunse poi la colorazione rossa a seguito dei gas eruttati dallo «sterminator Vesevo» (Leopardi). Lo scienziato si lancia anche in qualche dato numerico: «Le pareti attualmente percepite come rosse sono 246 e quelle gialle 57; ma stando ai risultati in origine dovevano essere rispettivamente 165 e 138, per un'area di sicura trasformazione di oltre 150 metri quadrati di parete».
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Grazie...! Molto interessante... E Pompei è stupenda ...!
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Sicuramente scriverà da sogno,come tutte le Delta.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Alessandro
Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Sicuramente !!!! Anche se a me piace di più la rossa...forse perchè mi ricorda moltovikingo60 ha scritto:Sicuramente scriverà da sogno,come tutte le Delta.
Cordiali saluti
la mia Gallery Douè
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
La "vecchia" Pompei Millennium Red rappresentava meglio Pompei.La preferisco.
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Non ho mai avuto una Delta, confesso, ma mi sono sempre piaciute da impazzire....
E non ho neanche mai avuto la fortuna di poterle provare.
Ma anche solo fosse per l'estetica, altro che Montblanc......
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Qual è il prezzo di questa meravigliosa penna?
- vikingo60
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Il prezzo dovrebbe essere questoghostrider ha scritto:Qual è il prezzo di questa meravigliosa penna?
http://www.goldpen.it/index.php?page=sh ... temid=2&vm
Conviene però informarsi,perchè a quanto so io dovrebbe esistere in 2 versioni:a stantuffo (che preferisco) e a cartuccia/converter.
Cordiali saluti
Alessandro
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Re: DELTA REDISCOVER POMPEI
Il prezzo ufficiale è di 680,00 euro iva compresa.
Per sapere il nostro miglior prezzo, vi prego di inviarmi una mail a info@stilografica.it
Non vorrei che il forum diventasse un negozio!
Saluti
Marco Moricci
http://www.stilografica.it
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