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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Delta "The Journal"
- A Casirati
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Delta "The Journal"
“…Cos’è un giornalista, oggi? Di certo, non quello che era cinquant’anni fa. Allora era il veicolo delle notizie. Oggi, direi, ne è soprattutto l’interprete. Non solo quando fa il commentatore. Anche quando fa il cronista. La mole di informazioni è tale che la scelta già implica un giudizio (di opportunità e di valore). Questa è la prima cosa da dire, e forse la più importante…” (Indro Montanelli, 2001, noto giornalista e collezionista di penne).
Gli anni 30 del XX secolo sono il mio periodo storico preferito, almeno sotto il profilo del gusto e dell’estetica. Dalla musica, con il meraviglioso swing di Benny Goodman, alle auto, dalla cinematografia all’Art Deco, dalla moda alle stilografiche, trovo che si sia trattato di un periodo nel quale si sono concentrati moltissimi elementi d’interesse, spesso insuperati.
Forse per questo motivo, quando ho preso per la prima volta nelle mani la Delta “The Journal” sono rimasto subito affascinato. Le forme, le proporzioni e la clip sintetizzano nel modo migliore l’estetica che preferisco, che rimanda subito alla Parker Duofold e ad alcuni modelli coevi Aurora ed Omas; la resina fa altrettanto, specialmente nello splendido ed elegantissimo stile “art decò” della versione che vi propongo (che si sposa perfettamente con il medesimo stile dell’ incisione sulla clip, realizzata a mano in una lega particolarmente elastica, impiegata usualmente in orologeria). Le proporzioni e le dimensioni sono, almeno per me, ideali: di poco inferiori a quelle della Delta Dolcevita mid-size, ma tali da renderle perfette per un uso giornaliero professionale, senza gli ingombri, talvolta eccessivi, di penne più grandi, poco adatte ad un inserimento veloce nel taschino durante una riunione o una telefonata e, ovviamente, meno maneggevoli.
La stilografica è disponibile nei colori nero pastello, blu madreperla, rosso madreperla con inserti verdi, marrone e beige effetto corno, con finiture rodiate o grigio canna di fucile.
Ho scelto la versione marrone con finiture rodiate e pennino in acciaio armonico, dato che ne desideravo uno che fosse realizzato specificamente per questo modello. La stilografica è tuttavia disponibile anche con pennino Fusion o con pennino d’oro a 14 carati. Partiamo dalla confezione: è una bella scatola, rivestita in materiale plastico d’ottima qualità, imbottito sul coperchio, di colore nero. La sovrascatola, dedicata alla serie “The Journal”, è accattivante e molto ben realizzata.
La penna è adagiata nel suo fermo a molla in un morbido panno color camoscio, affiancata da una boccetta d’inchiostro classico Delta (nel mio caso il nero). Il tutto si presenta davvero molto bene ed aggiunge prestigio ed eleganza alla penna, secondo livelli qualitativi che, usualmente, sono offerti per penne di costo decisamente maggiore. Un plus che Delta offre spesso ai suoi clienti. Le finiture sono eccellenti, com’è ormai usuale per le penne Delta. Il retro del cappuccio riporta due scritte ad incisione: in alto “Delta Italy”, in basso “The Journal” ed il numero della stilografica: si tratta, infatti di una serie numerata.
Ecco le dimensioni:
- lunghezza chiusa: 138mm
- lunghezza aperta: 123mm
- lunghezza con il cappuccio calzato: 154mm
- lunghezza cappuccio: 60mm
- diametro massimo fusto: 14,7mm
- diametro medio sezione: 12mm.
Il corpo è realizzato in resina ed è tornito da barra piena. Comodissima l’impugnatura svasata, che non stanca neppure dopo lunghe sessioni di scrittura. Il cappuccio è a vite ed occorrono un giro ed un terzo per chiuderlo. La filettatura interna è posta in corrispondenza delle due verette di rinforzo.
Il pennino è caratterizzato da un fregio dedicato alla serie (la stilizzazione di una decorazione utilizzata nell’antica Pompei) e riporta impressi sia il nome della ditta, con il relativo logo, sia la scritta “The Journal”, sia la misura. Si tratta di un pennino di ottime proporzioni e di dimensioni certo non piccole: una soddisfazione per gli occhi oltre che per la mano. Apprezzo moltissimo la soluzione tecnica scelta per l’alimentazione; si tratta, in buona sostanza, di una combinazione fra due soluzioni simili: quella dello stantuffo e quella del converter. Svitando il fondello, si aziona il meccanismo del pistone, aspirando l’inchiostro in modo comodo e preciso. Svitando la sezione, si scopre completamente il pistone, innestato a vite. La soluzione, pur semplice, è molto brillante, perché riesce a coniugare il piacere di una penna a pistone con la praticità e l’assenza di problemi tecnici tipica del converter. Molti appassionati conoscono fin troppo bene le complicazioni causate da rotture dei pistoni integrati con il corpo penna; ed anche i relativi costi di sistemazione… Il serbatoio ha una capacità identica a quella del converter Delta per la Dolcevita Mid-size.
La penna accetta anche cartucce internazionali standard. Caricata, dopo le usuali operazioni di lavaggio, con Sheaffer Skrip nero, la penna si è rivelata molto piacevole nell’uso: leggera ma con la giusta corposità, ben bilanciata anche con il cappuccio calzato (che rimane ben fermo), scrive con precisione e scorre molto bene sul foglio.
In sintesi, si tratta di una stilografica di qualità certamente elevata, con un ottimo rapporto sul prezzo (a mio parere migliore di quello delle dirette concorrenti), che merita senz’altro una grande diffusione.
Gli anni 30 del XX secolo sono il mio periodo storico preferito, almeno sotto il profilo del gusto e dell’estetica. Dalla musica, con il meraviglioso swing di Benny Goodman, alle auto, dalla cinematografia all’Art Deco, dalla moda alle stilografiche, trovo che si sia trattato di un periodo nel quale si sono concentrati moltissimi elementi d’interesse, spesso insuperati.
Forse per questo motivo, quando ho preso per la prima volta nelle mani la Delta “The Journal” sono rimasto subito affascinato. Le forme, le proporzioni e la clip sintetizzano nel modo migliore l’estetica che preferisco, che rimanda subito alla Parker Duofold e ad alcuni modelli coevi Aurora ed Omas; la resina fa altrettanto, specialmente nello splendido ed elegantissimo stile “art decò” della versione che vi propongo (che si sposa perfettamente con il medesimo stile dell’ incisione sulla clip, realizzata a mano in una lega particolarmente elastica, impiegata usualmente in orologeria). Le proporzioni e le dimensioni sono, almeno per me, ideali: di poco inferiori a quelle della Delta Dolcevita mid-size, ma tali da renderle perfette per un uso giornaliero professionale, senza gli ingombri, talvolta eccessivi, di penne più grandi, poco adatte ad un inserimento veloce nel taschino durante una riunione o una telefonata e, ovviamente, meno maneggevoli.
La stilografica è disponibile nei colori nero pastello, blu madreperla, rosso madreperla con inserti verdi, marrone e beige effetto corno, con finiture rodiate o grigio canna di fucile.
Ho scelto la versione marrone con finiture rodiate e pennino in acciaio armonico, dato che ne desideravo uno che fosse realizzato specificamente per questo modello. La stilografica è tuttavia disponibile anche con pennino Fusion o con pennino d’oro a 14 carati. Partiamo dalla confezione: è una bella scatola, rivestita in materiale plastico d’ottima qualità, imbottito sul coperchio, di colore nero. La sovrascatola, dedicata alla serie “The Journal”, è accattivante e molto ben realizzata.
La penna è adagiata nel suo fermo a molla in un morbido panno color camoscio, affiancata da una boccetta d’inchiostro classico Delta (nel mio caso il nero). Il tutto si presenta davvero molto bene ed aggiunge prestigio ed eleganza alla penna, secondo livelli qualitativi che, usualmente, sono offerti per penne di costo decisamente maggiore. Un plus che Delta offre spesso ai suoi clienti. Le finiture sono eccellenti, com’è ormai usuale per le penne Delta. Il retro del cappuccio riporta due scritte ad incisione: in alto “Delta Italy”, in basso “The Journal” ed il numero della stilografica: si tratta, infatti di una serie numerata.
Ecco le dimensioni:
- lunghezza chiusa: 138mm
- lunghezza aperta: 123mm
- lunghezza con il cappuccio calzato: 154mm
- lunghezza cappuccio: 60mm
- diametro massimo fusto: 14,7mm
- diametro medio sezione: 12mm.
Il corpo è realizzato in resina ed è tornito da barra piena. Comodissima l’impugnatura svasata, che non stanca neppure dopo lunghe sessioni di scrittura. Il cappuccio è a vite ed occorrono un giro ed un terzo per chiuderlo. La filettatura interna è posta in corrispondenza delle due verette di rinforzo.
Il pennino è caratterizzato da un fregio dedicato alla serie (la stilizzazione di una decorazione utilizzata nell’antica Pompei) e riporta impressi sia il nome della ditta, con il relativo logo, sia la scritta “The Journal”, sia la misura. Si tratta di un pennino di ottime proporzioni e di dimensioni certo non piccole: una soddisfazione per gli occhi oltre che per la mano. Apprezzo moltissimo la soluzione tecnica scelta per l’alimentazione; si tratta, in buona sostanza, di una combinazione fra due soluzioni simili: quella dello stantuffo e quella del converter. Svitando il fondello, si aziona il meccanismo del pistone, aspirando l’inchiostro in modo comodo e preciso. Svitando la sezione, si scopre completamente il pistone, innestato a vite. La soluzione, pur semplice, è molto brillante, perché riesce a coniugare il piacere di una penna a pistone con la praticità e l’assenza di problemi tecnici tipica del converter. Molti appassionati conoscono fin troppo bene le complicazioni causate da rotture dei pistoni integrati con il corpo penna; ed anche i relativi costi di sistemazione… Il serbatoio ha una capacità identica a quella del converter Delta per la Dolcevita Mid-size.
La penna accetta anche cartucce internazionali standard. Caricata, dopo le usuali operazioni di lavaggio, con Sheaffer Skrip nero, la penna si è rivelata molto piacevole nell’uso: leggera ma con la giusta corposità, ben bilanciata anche con il cappuccio calzato (che rimane ben fermo), scrive con precisione e scorre molto bene sul foglio.
In sintesi, si tratta di una stilografica di qualità certamente elevata, con un ottimo rapporto sul prezzo (a mio parere migliore di quello delle dirette concorrenti), che merita senz’altro una grande diffusione.
Ultima modifica di A Casirati il lunedì 24 marzo 2014, 17:38, modificato 2 volte in totale.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Delta "The Journal"
Ottima presentazione! Grazie!
Questa penna mi sta incuriosendo sempre di più.. non nascondo che ci sto facendo un serio pensierino.. mi piacerebbe vedere in foto anche le altre varianti di colore (sempre con pennino in acciaio)
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Quello che posso offrirti sono queste immagini: Buona serata,blaustern ha scritto:Ottima presentazione! Grazie!
Questa penna mi sta incuriosendo sempre di più.. non nascondo che ci sto facendo un serio pensierino.. mi piacerebbe vedere in foto anche le altre varianti di colore (sempre con pennino in acciaio)
Alberto Casirati
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L'ho già scritto su FB, ma complimenti per la recensione, molto ben scritta. Mi sa che prima o poi la The Journal sarà mia, e penso nella stessa versione marrone con finiture rodiate. Sai se l'EF è disponibile per questa penna?
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Sì, è disponibile nelle seguenti varianti:ander75it ha scritto:L'ho già scritto su FB, ma complimenti per la recensione, molto ben scritta. Mi sa che prima o poi la The Journal sarà mia, e penso nella stessa versione marrone con finiture rodiate. Sai se l'EF è disponibile per questa penna?
- versione Fusion (acciaio e oro)
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- versione acciaio, ma solo con disegno/decoro standard tipico di Delta, con il doppio pennino (logo).
Alberto Casirati
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Presentazione molto interessante. Conferma le mie prime impressioni su una penna che mi piace parecchio e, al momento, tengo d'occhio.
Sono molto incuriosito dal pennino in acciaio e mi piacerebbe, se possibile, leggere qualche ulteriore impressione sulla scrittura.
Grazie in anticipo.
Sono molto incuriosito dal pennino in acciaio e mi piacerebbe, se possibile, leggere qualche ulteriore impressione sulla scrittura.
Grazie in anticipo.
Fabrizio
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Delta "The Journal"
Naturalmente, il pennino in acciaio è rigido (non un chiodo, però), ma trovo che consenta di scrivere senza sforzo.pescatore ha scritto:Presentazione molto interessante. Conferma le mie prime impressioni su una penna che mi piace parecchio e, al momento, tengo d'occhio.
Sono molto incuriosito dal pennino in acciaio e mi piacerebbe, se possibile, leggere qualche ulteriore impressione sulla scrittura.
Grazie in anticipo.
Ho una mano molto leggera e posso dire che la penna non stanca affatto, neppure quando confrontata, per esempio, con la Dolcevita mid-size con pennino in oro 14k, né con la FP500 con pennino Fusion. Non fraintendermi: non parlo del peso della penna (che ovviamente nelle due menzionate è maggiore), ma dello scorrimento del pennino e della pressione esercitata per una buona scrittura.
La scorrevolezza è la medesima del Fusion e quasi impercettibilmente inferiore a quella del pennino Delta in oro 14k.
Alberto Casirati
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Molto interessante di veder questo converter/stantuffo, grazie!!
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Ho preso a interessarmi a questa penna non appena è stata lanciata dalla casa, che dire oltre alla bellezza, mi piace anche il sistema di caricamento, ultimamente sto rivalutando i converter. Mi piace molto la colorazione corno ma devo dire che anche la rossa non è male. Mi piacerebbe averne una con finiture rodiate e pennino M, per sicurezza prenderei un converter di ricambio. Peccato che non posso proprio permettermela al momento. Mi piace molto anche il modello Italiana ambra, ma alla fine questa come prezzo non si discosta poi molto dall'altra..
Aggiungo che in questo momento è la penna che più vorrei avere assieme alla Pilot custom 74!
Aggiungo che in questo momento è la penna che più vorrei avere assieme alla Pilot custom 74!
- teofish
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Questa penna ha una linea davvero gradevole, mi piace sopratutto la versione screziata rosso/verde. Unico dubbio è il sistema di caricamento "ibrido", che in pratica è un semplice converter azionabile smontando solo il fondello; vorrei capire più che altro l'autonomia di scrittura perchè non conosco la capacità dei converter Delta...
- A Casirati
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Per quanto concerne il sistema di caricamento, la mia opinione è che fra stantuffo e converter non vi sia altra differenza che quella della smontabilità del converter.teofish ha scritto:Questa penna ha una linea davvero gradevole, mi piace sopratutto la versione screziata rosso/verde. Unico dubbio è il sistema di caricamento "ibrido", che in pratica è un semplice converter azionabile smontando solo il fondello; vorrei capire più che altro l'autonomia di scrittura perchè non conosco la capacità dei converter Delta...
Il principio in base al quale funzionano, infatti, è il medesimo. Di fatto, il converter consente di avere i vantaggi dello stantuffo senza i relativi svantaggi, sia in caso di malfunzionamenti, sia per la pulizia, sia per la possibilità di scegliere l'inchiostro. In più, consente di produrre, con costi minori anche per l'utilizzatore, penne più robuste, perché è possibile dare alle pareti del fusto uno spessore maggiore, a tutto vantaggio anche della "corposità" della penna.
Non ho mai misurato la capacità di questo converter, ma se può esserti d'aiuto tieni presente che, se non vado errato, è pari circa a quella di una cartuccia internazionale corta.
Alberto Casirati
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In tutto questo non posso che darti ragione, la mia preferenza per il classico meccanismo a stantuffo è di origine romantica e non oggettivaA Casirati ha scritto: Per quanto concerne il sistema di caricamento, la mia opinione è che fra stantuffo e converter non vi sia altra differenza che quella della smontabilità del converter.
Il principio in base al quale funzionano, infatti, è il medesimo. Di fatto, il converter consente di avere i vantaggi dello stantuffo senza i relativi svantaggi, sia in caso di malfunzionamenti, sia per la pulizia, sia per la possibilità di scegliere l'inchiostro. In più, consente di produrre, con costi minori anche per l'utilizzatore, penne più robuste, perché è possibile dare alle pareti del fusto uno spessore maggiore, a tutto vantaggio anche della "corposità" della penna.
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A Casirati ha scritto:Naturalmente, il pennino in acciaio è rigido (non un chiodo, però), ma trovo che consenta di scrivere senza sforzo.pescatore ha scritto:Presentazione molto interessante. Conferma le mie prime impressioni su una penna che mi piace parecchio e, al momento, tengo d'occhio.
Sono molto incuriosito dal pennino in acciaio e mi piacerebbe, se possibile, leggere qualche ulteriore impressione sulla scrittura.
Grazie in anticipo.
Ho una mano molto leggera e posso dire che la penna non stanca affatto, neppure quando confrontata, per esempio, con la Dolcevita mid-size con pennino in oro 14k, né con la FP500 con pennino Fusion. Non fraintendermi: non parlo del peso della penna (che ovviamente nelle due menzionate è maggiore), ma dello scorrimento del pennino e della pressione esercitata per una buona scrittura.
La scorrevolezza è la medesima del Fusion e quasi impercettibilmente inferiore a quella del pennino Delta in oro 14k.
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Concordo con Vito. Anch'io sto seguendo questa penna da quando è uscita, ricordo che fu proprio Vito a iniziare una discussione su questo modello
Davvero interessante l'idea di due (o più) converter di riserva.
Anche io propendo per le colorazioni marrone-corno o rosso-verde screziata.
Indubbiamente preferisco la The Journal alla Italiana (in questa non mi piacciono molto i particolari metallici).
Davvero interessante l'idea di due (o più) converter di riserva.
Anche io propendo per le colorazioni marrone-corno o rosso-verde screziata.
Indubbiamente preferisco la The Journal alla Italiana (in questa non mi piacciono molto i particolari metallici).
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