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Flessibilità e grandezza di tratto

Stili, strumenti e iniziative per migliorare la propria scrittura.
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AndreaVonBee
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Messaggio da AndreaVonBee »

Ciao a tutti, apro questo topic per sapere quali possano essere i pennini più flessibili e col tratto che spanda di più tra fino/grande, per ora ho trovato un buon compromesso con i perry &co 220 EF (grazie Daniela ! ) e con dei "mallat anglaise EF", ovviamente su portapennino obliquo (grazie Massimo !)

Allego foto delle lettere più grandi che sono riuscito a disegnare, e voi quanto riuscite a fare grande il tratto? che pennini usate?

A
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Massima espansione di tratto dei mallat anglaise, devo perfezionare il mio copperplate, lo so
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Irishtales
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Messaggio da Irishtales »

Bravo Andrea!!! ;)

Riesco ad ottenere la tua stessa variabilità, decimo di millimetro più o meno.
I pennini che uso sono sia vintage - i tuoi stessi: che coincidenza!!! :lol: ...a proposito: grazie a te!!! - che in produzione, questi ultimi sono quelli di cui ho parlato in un altro argomento, tempo fa.
Ma molti pennini meno flessibili e più robusti, con i rebbi un po' più spessi come il Brause 361, vanno con l'uso "addomesticati". Questo suggerimento, che avevo percepito utilizzando proprio il Brause, me lo ha confermato un noto calligrafo che ho interpellato appositamente...
Infatti con pennini di tal fatta, se usati a lungo e con costanza nel disegnare lettere di media altezza, si guadagna una flessibilità tale da poter disegnare in seguito anche lettere di altezza uguale o superiore ai 2 cm. Oltre però credo sia difficile. Non so se esistano pennini capaci di realizzare lettere alte quattro, cinque cm. ottenendo uno shading proporzionale a quello ottenibile con i pennini che abbiamo citato, su lettere di un paio di cm. di altezza. Ciò restando nelle proporzioni del Copperplate, indicate per esempio nel libro di H.R.Ebrahimi.

Domanda: se quello che vedo nella foto è un porta pennini obliquo Speedball, dimmi come sei riuscito a farci entrare un Mallat senza deformare il pennino o l'attacco in plastica dello Speedball!!!

Sto cercando un porta pennini obliquo di quelli americani in legno e metallo, che danno la possibilità di piccoli aggiustamenti. Ma che prezzi!!!
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto:Bravo Andrea!!! ;)

Riesco ad ottenere la tua stessa variabilità, decimo di millimetro più o meno.
I pennini che uso sono sia vintage - i tuoi stessi: che coincidenza!!! :lol: ...a proposito: grazie a te!!! - che in produzione, questi ultimi sono quelli di cui ho parlato in un altro argomento, tempo fa.
Ma molti pennini meno flessibili e più robusti, con i rebbi un po' più spessi come il Brause 361, vanno con l'uso "addomesticati". Questo suggerimento, che avevo percepito utilizzando proprio il Brause, me lo ha confermato un noto calligrafo che ho interpellato appositamente...
Infatti con pennini di tal fatta, se usati a lungo e con costanza nel disegnare lettere di media altezza, si guadagna una flessibilità tale da poter disegnare in seguito anche lettere di altezza uguale o superiore ai 2 cm. Oltre però credo sia difficile. Non so se esistano pennini capaci di realizzare lettere alte quattro, cinque cm. ottenendo uno shading proporzionale a quello ottenibile con i pennini che abbiamo citato, su lettere di un paio di cm. di altezza. Ciò restando nelle proporzioni del Copperplate, indicate per esempio nel libro di H.R.Ebrahimi.

Domanda: se quello che vedo nella foto è un porta pennini obliquo Speedball, dimmi come sei riuscito a farci entrare un Mallat senza deformare il pennino o l'attacco in plastica dello Speedball!!!

Sto cercando un porta pennini obliquo di quelli americani in legno e metallo, che danno la possibilità di piccoli aggiustamenti. Ma che prezzi!!!
E' vero, mi sono reso conto anche io che certi pennini acquisiscono flessibilità con l'uso, uno do questi credo sia proprio il mallat, quello del disegno era già avviato da qualche giorno e credo di averlo portato al limite (il mallat in uso prima, ormai logoro, si è spezzato nell'osare troppo e ho capito qual'è il limite).

Si! era un portapennino speedball, un dono speciale che mi ha motivato davvero tanto nel disegno di lettere, e Si! ho scaldato appena il ferro della base del mallat e l'ho leggermente schiacciato con delle pinze per farlo entrare perfettamente.
L'altro giorno, navigando, ho trovato un sito americano di portapennini obliqui fatti a mano davvero stupendi, non so se spedisca fino a qui e comunque costano.. ma sono oggetti fantastici! http://www.yokepencompany.com/

riguardo alle lettere grandi è bene citare questo video di Joe Vitolo:

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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto: Infatti con pennini di tal fatta, se usati a lungo e con costanza nel disegnare lettere di media altezza, si guadagna una flessibilità tale da poter disegnare in seguito anche lettere di altezza uguale o superiore ai 2 cm. Oltre però credo sia difficile. Non so se esistano pennini capaci di realizzare lettere alte quattro, cinque cm. ottenendo uno shading proporzionale a quello ottenibile con i pennini che abbiamo citato, su lettere di un paio di cm. di altezza. Ciò restando nelle proporzioni del Copperplate, indicate per esempio nel libro di H.R.Ebrahimi.
non ho capito bene questa parte daniela, comunque le lettere che vedi sono state fatte su cinque righe da 0,8 (quindi alte 4 cm, e lo shading in realtà credo sia anche esagerato per le maiuscole)

e a proposito, forse si vede appena dalla foto, ma il pezzetto di latta ci sta, e il portagoccia funziona benissimo, il disegno è stato fatto con tre "refill" e basta!
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Irishtales
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Messaggio da Irishtales »

Mi riferivo all'altezza dello x-height, ossia l'altezza base del corpo delle lettere minuscole incluso fra la head rule e la base rule; scusa se non ho specificato, lo davo per scontato ;)
Citavo come riferimento H.R. Ebrahimi proprio perché a differenza di altri testi sul Copperplate, nel suo volume si rapportano le dimensioni dello shading prodotto dal pennino alle dimensioni delle lettere. Con i pennini da intinzione anche molto flessibili, è difficile raggiungere uno shading tale da superare uno x-height che vada oltre i 2 cm - 2,5 cm. Anche perché servirebbe una riserva di inchiostro notevole per disegnare lo shading di metà "a" o di metà "o" e si dovrebbero disegnare anche le minuscole con moltissimi tratti in più di quanto sia necessario con un x-height di appena qualche millimetro di altezza in meno.
Lo stesso Hamid nei suoi video, in cui spesso viene rappresentato un Copperplate di grandi dimensioni, non supera le altezze dello x-height di cui parlavo, che peraltro se osservi il video del sempre straordinario Dott. Vitolo, sono pressoché le stesse adottate anche da lui.
Le lettere maiuscole sono tutta un'altra storia e lo shading è molto più contenuto rispetto all'altezza delle lettere. Dove necessario si deve fare come fa lo stesso docente nel video che hai inserito: si ingrossa lo shading passando più volte sulla linea, in modo da disegnarla e delinearla anche meglio.
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto:Mi riferivo all'altezza dello x-height, ossia l'altezza base del corpo delle lettere minuscole incluso fra la head rule e la base rule; scusa se non ho specificato, lo davo per scontato ;)
Citavo come riferimento H.R. Ebrahimi proprio perché a differenza di altri testi sul Copperplate, nel suo volume si rapportano le dimensioni dello shading prodotto dal pennino alle dimensioni delle lettere. Con i pennini da intinzione anche molto flessibili, è difficile raggiungere uno shading tale da superare uno x-height che vada oltre i 2 cm - 2,5 cm. Anche perché servirebbe una riserva di inchiostro notevole per disegnare lo shading di metà "a" o di metà "o" e si dovrebbero disegnare anche le minuscole con moltissimi tratti in più di quanto sia necessario con un x-height di appena qualche millimetro di altezza in meno.
Lo stesso Hamid nei suoi video, in cui spesso viene rappresentato un Copperplate di grandi dimensioni, non supera le altezze dello x-height di cui parlavo, che peraltro se osservi il video del sempre straordinario Dott. Vitolo, sono pressoché le stesse adottate anche da lui.
Le lettere maiuscole sono tutta un'altra storia e lo shading è molto più contenuto rispetto all'altezza delle lettere. Dove necessario si deve fare come fa lo stesso docente nel video che hai inserito: si ingrossa lo shading passando più volte sulla linea, in modo da disegnarla e delinearla anche meglio.

Grazie delle perle, vedrò bene anche le lezioni di Ebrahimi! tanto non mi stanco mai di vedere i video di iampeth su youtube, ormai la musichetta dei video di J.Vitolo mi è entrata in testa! comunque capisco perfettamente il discorso adesso :)
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Messaggio da courthand »

Non riesco a trattenermi dal fare alcune riflessioni personali in merito all’argomento.
E’ senz’altro vero che è lo strumento che si usa a fare la scrittura.
E’ però altrettanto vero che un modello grafico corrisponde alle esigenze culturali, estetiche e, soprattutto, funzionali del contesto in cui nasce: in parole povere doveva servire (in epoche nelle quali non esisteva la scrittura digitale) a comunicare con gli altri e a registrare eventi. Questo è, secondo me, ancora più vero per le scritture corsive, pensate come scrittura veloce di tutti i giorni che però,nella sua eccezione formale, doveva garantire anche un alto grado di leggibilità per assolvere allo scopo.
Con la formulazione dello standard del corsivo inglese si aggiunse, a leggibilità e riproducibilità, un’eleganza tutta particolare, ma non dobbiamo dimenticare che questa grafia nacque dall’esigenza di formare una grande quantità di scriba che scrivessero nel modo più chiaro ed omogeneo possibile per far fronte alle sempre crescenti esigenze commerciali, legali e militari dell’allora sterminato impero britannico. In quest’ ottica dubito che gli scrivani del tempo si preoccupassero di tracciare caratteri di misure non certo utili ai loro scopi.
E’ solo in una fase successiva che la scrittura a mano diventa esercizio calligrafico che, rispondendo ad esigenze estetiche e creative, richiede la realizzazione di caratteri di corpo inusuale nel normale utilizzo. Ci si scontra, a questo punto, con i limiti dello strumento, il pennino pointed nib, che non può fisicamente produrre tratti spessi oltre certe misure.
Qui entrano in gioco gli espedienti dei singoli calligrafi: credo che ognuno abbia i suoi ma ritengo comunemente valida la distinzione fatta dal Johnston tra caratteri scritti e caratteri disegnati, intendendo i primi come quelli in cui i “pieni” vengono tracciati con singoli tratti di pennino e i secondi come quelli in cui prima si disegnano i tratti di contorno e poi si va a riempire gli spazi interni dove necessario.
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Messaggio da Irishtales »

Ottima precisazione, Alessandro. Del resto se si pensa all'utilizzo che si fa oggi della calligrafia in ambito grafico, per esempio, non si può che convenire che il confine fra scrittura e disegno è ancora argomento di straordinaria attualità.
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto:Ottima precisazione, Alessandro. Del resto se si pensa all'utilizzo che si fa oggi della calligrafia in ambito grafico, per esempio, non si può che convenire che il confine fra scrittura e disegno è ancora argomento di straordinaria attualità.
Non a caso studio grafica e per me la calligrafia è proprio il disegno artistico delle lettere - kàllos graphia, "bello scrivere", lo sapete meglio di me :P -

Interessante richiamo a Johnston, Alessandro, ora cerco l'argomento (Writing&Illuminating&Lettering?).
Il disegno "a riempire" le lettere mi fa venire in mente il signpainting, segue video di Glen Weisgerber, master of brushes

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Messaggio da Irishtales »

Molto bravo, ma...con la calligrafia e in particolare con la flessibilità-limite dei pennini da intinzione, non ha molto a che spartire...
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Messaggio da Ottorino »

courthand ha scritto:Non riesco a trattenermi dal fare alcune riflessioni personali in merito all’argomento.

Con la formulazione dello standard del corsivo inglese si aggiunse, a leggibilità e riproducibilità, un’eleganza tutta particolare, ma non dobbiamo dimenticare che questa grafia nacque dall’esigenza di formare una grande quantità di scriba che scrivessero nel modo più chiaro ed omogeneo possibile per far fronte alle sempre crescenti esigenze commerciali, legali e militari dell’allora sterminato impero britannico. In quest’ ottica dubito che gli scrivani del tempo si preoccupassero di tracciare caratteri di misure non certo utili ai loro scopi.
Non ti trattenere. Non saro' certo io a rimproverarti. Anzi, piu' scrivi e meglio è. :clap:

Una domanda: capisco bene quello che vuoi dire, ma mi lascia perplesso una cosa, senz'altro dovuta alla mia ignoranza del copperplate.
Ma davvero usavano il pennino a gomito per la burocrazia ?
Mi pare un tale impedimento alla velocità e alla praticità !!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da AndreaVonBee »

Irishtales ha scritto:Molto bravo, ma...con la calligrafia e in particolare con la flessibilità-limite dei pennini da intinzione, non ha molto a che spartire...
bè ha a che fare col disegno delle lettere, e poi è uno spunto, in qualche modo.. non gridiamo subito all'off topic! a proposito di flessibilità..!
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Messaggio da Irishtales »

:lol: no, no...non gridiamo mica...lo diciamo piano piano... (scherzo eh!)

Aspettando la risposta di Alessandro al quesito posto da Ottorino, vorrei segnalare un articolo del Dr. Vitolo (IAMPETH) in cui mi sono imbattuta giorni fa, dal titolo emblematico:"Script in the Copperplate Style: Demystifying the Oblique Penholder"
Il porta pennino obliquo non credo sia nato per favorire la velocità (scritto commerciale, etc.) ma per favorire invece l'applicazione "artistica" (in senso calligrafico, bella grafia). Basti pensare che la buona parte dei pennini a punta prodotti fino alla metà del secolo scorso non sono super flessibili, ma al contrario sono semiflessibili o appena flessibili, proprio per facilitare una scrittura più rapida in cui lo shading era meno evidente rispetto alla "calligrafia" utilizzata nei documenti ufficiali e formali, con cura redatti da esperti calligrafi di professione.
Personalmente lo uso per esercitarmi e quando trovo pennini che non vi si adattano sono piuttosto contrariata perché ciò mi obbliga ad inclinare di più il foglio per ottenere lo stesso risultato e non far lavorare in modo anomalo il rebbio destro del pennino. Però come abbiamo molte volte accennato, fra i professionisti del Copperplate ci sono sia calligrafi che lo utilizzano, sia calligrafi che ne fanno senz'altro a meno.
Mi ha sorpresa vederlo usare addirittura da un docente di Copperplate (altro calligrafo IAMPETH) addirittura mancino, John DeCollibus: avrei detto che per un mancino fosse del tutto superfluo.
Ora che ci penso, lo utilizzo per esercitarmi, quindi proprio quando lo studio richiede di tracciare lettere di medie e grandi dimensioni con un notevole shading, per imparare a controllare il tratto e a disegnare lentamente e meglio le lettere. Ma se devo scrivere una lettera ad un amico (non ridete: ebbene sì, da un po' di tempo ...uso i pennini da intinzione!!!) allora per un carattere d'altezza contenuta e una certa velocità di scrittura, adatta alla corrispondenza, di certo uso una punta poco flessibile e una cannuccia diritta.
Otto, ma quando torni a inserire qualche esercizio di calligrafia??? :think:
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Messaggio da Ottorino »

Irishtales ha scritto: Otto, ma quando torni a inserire qualche esercizio di calligrafia??? :think:
Vorrebbe dire che ho del tempo da dedicarci. Non sai quanto sarei contento. Per ora non vedo soli o pianeti calligrafici all'orizzonte
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da courthand »

Rispondendo a Ottorino, non credo proprio che nelle scuole inglesi sono usassero i cannucci obliqui. Come ho già scritto il corsivo inglese era soprattutto scrittura di uso comune e quindi, pur di forma bella ed elegante, priva delle leziosità che contraddistinguono i corsivi francesi del tempo e credo proprio che anche negli uffici cannuccio dritto e andare, la giusta angolazione del tratto era tutta a carico della posizione del polso, corpo e foglio.
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