La Kaigelu 356 è una penna di fabbricazione cinese estremamente economica, che copia pedissequamente un modello Parker , la Sonnet. Il caricamento è a cartuccia/converter, in dotazione. Estetica 6.5
la penna è estremamente gradevole, col fusto in metallo, cappuccio a pressione molto pesante che trasmette una buona sensazione di solidità. L'originalità dell'insieme è nulla (se si esclude il simpatico canguro presente sulla punta del cappuccio) pertanto il voto resta bassino.
Qualità costruttiva 7
Rispetto alle Hero 329 che mi sono capitate tra le mani,pessime, la differenza si avverte; sarà per il metallo , sarà per il peso non indifferente, in ogni caso ad un occhio inesperto non sembra certo una penna che costi 5 euro (spedita ). L'impugnatura è comoda e il bilanciamento azzeccato. Peccato per il converter, davvero di pessima qualità ,anche se fortunatamente è pistone e non a schiacciamento.
Pennino/ Prova su carta 7
Qui vengono le sorprese, positive. L'M in dotazione ha un'ottima scorrevolezza, il flusso è corposo e costante, le false partenze sono rare e le spirali si disegnano senza incertezze. Il tratto è paragonabile ad un M Pelikan. Il pennino certo non è morbido ma nemmeno un chiodo assoluto, il confort di scrittura è assolutamente apprezzabile. Anche su carta scadente si riesce a scrivere decentemente vista la sostanziale "pulizia " del tratto.
Qualità/Prezzo 9.5
Difficilmente raggiungibile. A 5 euro è difficile trovare di meglio; la Pelikan Gran Prix ne costa 7 ma è interamente in plastica e il converter va pagato a parte. Mettendole vicine, se si coprisse il nome del marchio, dubito che qualcuno sceglierebbe la Pelikan.
Per concludere
Consiglierei la Kaigelu 356 a chi è alla ricerca di una robusta penna da maltrattare tutti i giorni e magari ha voglia di uscire dalle solite note ( e ottime sia chiaro) penne scolastiche di produzione tedesca. Non aspettatevi una gran penna ma un simpatico oggettino che contribuirà a migliora la vostra opinione sulle penne di fabbricazione cinese. Tutto sommato mi sentirei di consigliarla anche ad un neofita che non abbia particolare confidenza colle stilografiche,visto che flusso e morbidezza vengono sono le doti principali della Kaigelu. Qualche sporadica falsa partenza c'è, ma è un peccatuccio tutto sommato minore, visto che affligge penne di ben altro lignaggio.
Ultima modifica di french82 il sabato 15 febbraio 2014, 14:06, modificato 1 volta in totale.
Ciao French
il problema che io ho con le cinesi e' la durevolezza, come pensi possano resistere al tempo le parti più soggette ad usura?(converter e chiusura cappuccio ad esempio)
Andrea_R ha scritto:Ciao French
il problema che io ho con le cinesi e' la durevolezza, come pensi possano resistere al tempo le parti più soggette ad usura?(converter e chiusura cappuccio ad esempio)
Il converter è di gran lunga l'anello debole della penna; è sì a vite ma è difficile riuscire a caricarlo completamente d'inchiostro , diciamo che se lo si riesce a riempire per i tre quarti si è fatto un ottimo lavoro
la chiusura a cappuccio invece sembra essere davvero "tosta" e discretamente realizzata .poi certo.. solo il tempo potrà darà un responso più veritiero alle mie affermazioni
Ciao french82.
Grazie per la bella recensione.
A me le copie spudorate non piacciono, soprattutto quelle dei modelli ancora in produzione, però le penne cinesi originali,le acquisto volentieri.
Certo, il tempo sarà giudice e spero non boia, ma per il momento vanno benissimo, mi piacciono, sono fatte bene e soprattutto scrivono che è un piacere.
Vedremo, male che vada si è speso davvero poco.
aggiornamento dopo una settimana di uso "intenso" : pennino sempre più scorrevole e buon confort di scrittura. Il converter è un po' noioso da riempire ma per il momento fa il suo dovere
A me questa penna, dopo qualche mese di utilizzo, piace moltissimo... L'unica nota negativa è la laccatura vicino al pennino, di non buona qualità e che tende a "staccarsi" col tempo. Ma scrive davvero bene. Sul converter so poco, la uso a cartuccia quasi sempre