Aspetta Luca, ma tu stai parlando del Mitchell per Copperplate, quello a gomito?
Non credo siano disponibili serbatoi per quel pennino, ma solo per i tronchi in rame, ottimi pennini fra l'altro.
Avevo l'impressione dal tuo scritto che non amassi lo
shading, che nel gergo specifico indica la linea spessa in contrapposizione alla linea sottile nel corsivo, denominata
hairline. Per questo ti ho suggerito i pennini a punta stondata oltre ai pointed nib in generale, in particolare sono splendidi i vecchi Perry Durabrite n.11 in acciaio con la punta "arricciata" e scorrevolissimi, un effetto simile alla stilografica con punta in iridio, ma a limitatissima flessibilità.
Se invece vuoi dedicarti ad un Copperplate convenzionale, cosa auspicabilissima vista la deliziosa scioltezza naturale che hai nel disegnare le linee curve del corsivo, segui le dritte di Alessandro e non te ne pentirai. Il magico Brause 361, infatti, nonostante abbia provato vari pennini e variamente flessibili, è quello che più spesso mi ritrovo fra le mani, versatile, per nulla capriccioso, flessibile ma non troppo. Quest'ultima caratteristica è importantissima perché aiuta molto a calibrare in modo preciso la pressione sul foglio, cosa più complicata con i superflessibili, almeno per una neofita come me.
E poi è un pennino che si addomestica un po' alla volta. Comici a lavorare su un corsivo di dimensioni medio - piccole, e poco a poco acquisisce più elasticità, tanto da permetterti con il tempo anche di scrivere caratteri più grandi, alti due cm o più. Un metallo eccellente, non c'è che dire, anche se le preferenze personali fanno la differenza in questi casi. Bisogna provare e provare fino a trovare i pennini più adatti al nostro modo di scrivere.
(Grazie Ale per gli apprezzamenti...
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