Dubbi sulla varechina

Tecniche e consigli per l'uso, la manutenzione e la riparazione delle penne stilografiche.
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raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Stasera ho una domanda per esperti del forum!

In merito alla varechina che, da quanto ho letto in giro, dovrebbe essere ipoclorito di sodio in soluzione, ovvero la medesima molecola dei prodotti commerciali quali candeggina e amuchina ma in diverse concentrazioni, quali sono i rischi legati al suo uso?
A casa ho sia la candeggina che l' amuchina ma non ho mai osato impiegarli per la pulizia delle mie penne. Mi sono chiesto più volte che rischi comportasse il loro uso su materiali come legno, alluminio, acciaio, celluloide, resine comuni e materiali particolari come l' acetato di cellulosa per realizzare i fusti delle Pelikan Souveran.
Qualcuno è informato sull' argomento?
Ho acquistato il Diamine Onyx Black, famoso per lasciare un alone rossastro sulle superfici come quelle dei converter; vorrei usarlo anche per le mie penne a stantuffo ma ho il timore di non poter più rimuovere in futuro tali aloni e sinceramente ho anche il timore che questo inchiostro, lasciando leggeri depositi rossastri, intasi alla lunga l' alimentatore.
Ho deciso di acquistarlo come temporaneo sostituto dell' Aurora nero, dopo averne sentito parlare molto bene e aver saputo, per conto di terzi, del suo ottimo funzionamento sui converter.
Non credo di aver già posto la domanda ma mi scuso in anticipo, anche nel caso in cui l' argomento fosse stato già trattato.
Spero che la sezione sia giusta. Ho ritenuto oppurtuno chiedere a voi della sezione riparazioni.

Grazie in anticipo!
Raffaele
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PeppePipes
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Messaggio da PeppePipes »

Posso dire che utilizzo la varechina da svariato tempo sulle stilografiche d'epoca, dove le incrostazioni d'inchiostro sono veramente toste, ed è di grandissimo aiuto. Non ha alcun effetto sulla celluloide e credo tantomeno sulle resine moderne. Sull'ebanite raramente può avere una lievissima azione corrosivo, ma solo per immersioni molto lunghe e/o concentrazioni decisamente elevate. Comunque nulla che non si rimedi con una buona lucidatra. Un effetto analogo può verificarsi anche sull'iridio dei pennini, che può perdere un pelo di lucidità, riacquistabile con un po' d'uso. Si parla però sempre di casi estremi ed anche con poco senso, perché per mia esperienza una soluzione intorno al 30% in pochi minuti rimuove quello che può rimuovere (generalmente tutto o quasi) ed è superfluo insistere oltre. Diverso il caso della galalite, ma perché quella patisce l'acqua!
Se è possibile si può applicare localmente con un cotton fioc evitando il contatto su zone per le quali si hanno dubbi.
Comunque vorrei ribadire che non è acido solforico: partendo con diluizioni dell'ordine del 20% e controllando frequentemente gli effetti secondo me è pressoché impossibile fare guai.
La curiosità è madre dell'interesse. Una vita senza interessi è una vita in stato comatoso.
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

PeppePipes ha scritto: Comunque vorrei ribadire che non è acido solforico: partendo con diluizioni dell'ordine del 20% e controllando frequentemente gli effetti secondo me è pressoché impossibile fare guai.
A meno di non far bischerate tipo mescolarla con l'acido cloridrico (il muriatico del supermercato).
Si sviluppa cloro gassoso che non è il massimo per le vie respiratorie e le mucose in genere.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ipoclorito_di_sodio

Una scheda di sicurezza è sempre bene leggerla.
Soprattutto per le sostanze chimiche che abbiamo in casa e che so per esperienza non vengono considerate pericolose, proprio perché comuni.
http://www.zetalab.it/schede/x211921.pdf

Quella del commercio mi pare che abbia un titolo in ipoclorito del 5-10 %, quindi il titolo finale vero della soluzione di Peppe è tra il 3 e 1.5 %.
Abbastanza basso da non provocare danni all'ebanite. Almeno per periodi di trattamento brevi. Alla lunga non saprei.
E' comunque un forte ossidante alcalino.
L'alcalinità (alto pH, verso 12-14) dovrebbe essere la principale responsabile dell'alterazione dell'ebanite..
Questa alcalinità potrebbe portare ad un imbrunimento dei particolari in alluminio, qualora ce ne fossero. Quindi occhio.

L'amuchina è sempre la stessa soluzione di ipoclorito, magari piu' diluita (leggo 2% nel loro sito).
La differenza è la filiera di produzione.
L'amuchina serve anche per uso interno, ovvero la si puo' usare per disinfettare l'acqua da bere di dubbia provenienza (leggi = ossidare i microrganismi eventualmente presenti).
In questo caso i controlli di produzione sono particolari per assicurarsi che non ci siano componenti tossici per la salute umana.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da lolnarcan »

Se sei spaventato, non usarla. É comunque molto attiva, qindi é uno schizzetto in un bicchiere d'acqua. Guanti, vestiti vecchi e non inalare.

La più sicura è l'amuchina ad uso alimentare, tre gocce in un bicchiere.
Resvis71
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Messaggio da Resvis71 »

Ottimo argomento e ottimi e responsabili gli interventi.
Grazie a tutti.
Massimiliano
raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Grazie mille ragazzi! Ho letto con molta attenzione ciò che mi avete scritto. L' amuchina la uso quotidiamente per lavare frutta e verdura e sono sempre stato attento nel fare un lungo risciacquo con acqua, dopo il trattamento.
A questo punto non mi dispiacerebbe usare l' amuchina per pulire accuratamente le mie penne; dalla vostra descrizione, una soluzione di ipoclorito di sodio potrebbe essere una valida alternativa agli ultrasuoni, quando ci sono grumi d'inchiostro o altri depositi.
Ho qualche penna da pulire, solo resina comune e policarbonato(quello Twsbi) e alimentatori plastica. Quando posso lasciare in ammollo una sezione in ipoclorito di sodio senza far danni? Se la penna è a stantuffo, quanti risciacqui potrei fare?

Spero di essere stato comprensibile, purtroppo non sono in gran forma... per "disinfettare" i calamai ho sempre usato ossigeno attivo ma, vista la reattività dell' ossigeno, non ho mai osato impiegarlo sulle penne. Non conoscevo l' efficacia dell' ipoclorito di sodio nella disinfezione quindi credo che d'ora in poi lo userò anche sui calamai, al posto dell' ossigeno attivo.
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Messaggio da fabri00 »

lolnarcan ha scritto:Se sei spaventato, non usarla. É comunque molto attiva, qindi é uno schizzetto in un bicchiere d'acqua. Guanti, vestiti vecchi e non inalare.
re.

Non e' poi plutonio.
La usano tutte le massaie da sempre per sbiancare i panni.....vittime che io sappia non ce ne sono state molte ad oggi....
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

E' vero Fabrizio.
C'e' di peggio.
Tieni conto che comunque siamo un forum pubblico ed è meglio sapere che tacere.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Di sicuro ieri una vittima c'è stata :mrgreen: Complice la disattenzione e le pessime condizioni fisiche, ho rovinato un maglione eheheheh...
Ho usato con successo l' amuchina per pulire un calamaio e ora vorrei provare ad usarla per pulire qualche alimentatore. Per quanti minuti mi consigliate di immergerlo? Dal momento che l' amuchina ha una concentrazione pari al 2% di quanto dovrei diluirla in acqua?
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Messaggio da Ottorino »

Ottorino ha scritto: Quella del commercio mi pare che abbia un titolo in ipoclorito del 5-10 %, quindi il titolo finale vero della soluzione di Peppe è tra il 3 e 1.5 %.
Abbastanza basso da non provocare danni all'ebanite. Almeno per periodi di trattamento brevi. Alla lunga non saprei.
L'amuchina è sempre la stessa soluzione di ipoclorito, magari piu' diluita (leggo 2% nel loro sito).
E' odioso autocitarsi.
Ti perdono perchè hai la febbre !! :D
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Messaggio da insidemau »

prima di tutto la varecchina o candeggina i meglio ipoclorito di sodio altro non è che un disinfettante e con il cloro presente ha la capacità di sbiancare. E' adoperato anche nei nostri acquedotti comunali almeno 2 volte al mese nei pozzetti di sciuntaggio per disinfettare l'acqua che esce dai nostri rubinetti ( logicamente in quantità proporzionali ai quantitativi erogati altrimenti sarebbe pericolasa se ingerita). Per quello che ne sono a conoscenza la candeggina non rovina alcun materiale delle penne. però voglio fare una semplice osservazione e vi svelo una cosa che io facevo sempre quando ero all'Università ad Ingegneria. Erano i tempi in cui non si disegnava ancora con Autocad a Computer ma si facevano i disegni con l' inchiostro di china. Adoperavamo i Graphos ( Staedler o Rotring con punte che andavano dall' 0,05 mm 0,1 mm, 0,2mm; 0,5 mm; 1,0 mm , 2,0 mm) Lo 0,05 o lo 0,1 mm erano quelli che creavano maggiori problemi per le incrostazioni e quando si asciugavano con quell'inchiostro poi avevano problemi nel riscrivere. Io, sotto consiglio di mia madre, per disincrostarli, senza rovinarli, li mettevo in una soluzione di acqua tiepida e qualche goccia di anticalcare ( Viakal per intendersi) . Li lasciavo lì per qualche ora e quando vedevo che comparivano il primi residui neri polverina li lavavo e ritornavano come nuovi. Potevo adoprarli nuovamente e ne ho salvati molti anche perché non costavano poco. Ne ho ancora a casa una decina e sono ancora funzionanti dopo quasi 25 anni ( anche per ricordo. Ora riallacciandomi alle nostre penne, oltre ad usare candeggina si potrebbe usare questo metodo per problemi + ostici.
Maurizio
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fabri00
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Messaggio da fabri00 »

Premesso che non sò molto di chimica, frequentando i vari forums di appassionati di penni, come FPN, ci sono 2 prodotti che vengono spesso citati, con anche resoconti di esperienze positive per la smacchiatura o disincrostazione: l'ammoniaca e l'ipoclorito di sodio, entrambi diluiti.

Non so perchè funzionino, nè per quale principio a volte funziona uno, a volte l'altro, ma ovviamente il motivo ci sarà, e probabilmente chi legge e conosce la chimica, inorridirà per la mia ignoranza.....

Posso confermare di averli usati tutti e 2, e di aver pulito incrostazioni e anche macchie di inchiostri particolarmente tignosi, tipo il Noodler's Baystate Blue.

Entrambi sono stati a contatto con la penna per i pochi secondi necessari ad avere effetto, e poi ho risciacquato abbondantemente subito.

Su plastiche varie e celluloide delle penne, non ho avuto problemi, nè con gli stantuffi.
Neofita a chi ?
raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

Grazie Ottorino per la pazienza, mi era sfuggita quella parte :mrgreen:
Sono comunque molto duro di comprendonio; da quello che hai scritto sembrerebbe "pericoloso" solo sull' alluminio e sull' ebanite, giusto? Le leghe in acciaio dei pennini non rischiano di venire ossidate dal cloro vero? Con l' oro sto tranquillo ma con l' acciaio? L' ipoclorito di sodio rimuove anche i siliconi? E' sicuro se dovesse entrare in contatto con lo stantuffo?(naturalmente eviterò che ciò avvenga).

@fabri00

Neppure io so molto di chimica anche se in teoria dovrei avere la risposta a tutte le domande che ho fatto in questa discussione; si sa che il tempo è nemico delle conoscenze acquisite negli anni e mai applicate sul campo... :(
A quanto ricordo l' ammoniaca(NH3) interagisce con l' acqua formando NH4+ e OH- quindi dovrebbe essere, ne più che meno che una base(credo base forte).
Non so quali siano i campi di uso delle due sostanze sulle penne stilografiche; sarebbe interessante capire quando è meglio utilizzare l' ipoclorito di sodio al posto dell' ammoniaca e viceversa.
Come sempre è meglio pulire le penne con acqua ma, quando necessario, qualche prodotto potrebbe essere utile se usato con coscienza; sono sicuro che qualche chimico sarà in grado di illuminarci sull' argomento :)

Il fatto che tu non abbia avuto problemi con gli stantuffi mi rasserena.
raffaele90

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Messaggio da raffaele90 »

insidemau ha scritto:prima di tutto la varecchina o candeggina i meglio ipoclorito di sodio altro non è che un disinfettante e con il cloro presente ha la capacità di sbiancare. E' adoperato anche nei nostri acquedotti comunali almeno 2 volte al mese nei pozzetti di sciuntaggio per disinfettare l'acqua che esce dai nostri rubinetti ( logicamente in quantità proporzionali ai quantitativi erogati altrimenti sarebbe pericolasa se ingerita). Per quello che ne sono a conoscenza la candeggina non rovina alcun materiale delle penne. però voglio fare una semplice osservazione e vi svelo una cosa che io facevo sempre quando ero all'Università ad Ingegneria. Erano i tempi in cui non si disegnava ancora con Autocad a Computer ma si facevano i disegni con l' inchiostro di china. Adoperavamo i Graphos ( Staedler o Rotring con punte che andavano dall' 0,05 mm 0,1 mm, 0,2mm; 0,5 mm; 1,0 mm , 2,0 mm) Lo 0,05 o lo 0,1 mm erano quelli che creavano maggiori problemi per le incrostazioni e quando si asciugavano con quell'inchiostro poi avevano problemi nel riscrivere. Io, sotto consiglio di mia madre, per disincrostarli, senza rovinarli, li mettevo in una soluzione di acqua tiepida e qualche goccia di anticalcare ( Viakal per intendersi) . Li lasciavo lì per qualche ora e quando vedevo che comparivano il primi residui neri polverina li lavavo e ritornavano come nuovi. Potevo adoprarli nuovamente e ne ho salvati molti anche perché non costavano poco. Ne ho ancora a casa una decina e sono ancora funzionanti dopo quasi 25 anni ( anche per ricordo. Ora riallacciandomi alle nostre penne, oltre ad usare candeggina si potrebbe usare questo metodo per problemi + ostici.
Maurizio
Grazie per la risposta, credo di aver capito! Non so perchè ma stavo pensando a come questo si comporta combinato con l' acqua!

NaClO+H2O=? Na=ione spettatore
non ricordo come ClO si comporta in acqua!! Sale acido, basico o neutro? Mi vergogno della mia ignoranza!
L' ammoniaca invece è una base quindi credo proprio che stiamo parlando di sostanze diverse con applicazioni diverse!
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