Alla fine ha vinto la passione: ho cominciato a capire che il metodo di studio doveva evolversi rispetto a quello del liceo, che dovevo guardare gli argomenti che mi venivano proposti con altri occhi e che, solo se la materia mi fosse veramente piaciuta, allora ce l'avrei fatta a laurearmi.
Alla fine mi sono laureato e, se tornassi indietro farei la stessa cosa: ancora Fisica, conlo stesso indirizzo e lo stesso orientamento.
Questo per dire che, secondo me, bisogna fare davvero quello che piace ed appassiona.
Il lavoro? Beh, in molti, a vari livelli hanno detto che ormai di lavoro ce n'è poco... Quindi a maggior ragione vale la pena di fare quello che piace.
Ora lavoro nella scuola e mi piace moltissimo, era quello che sognavo fin dall'inizio, per avere la soddisfazione di trasmettere ai giovani le cose che mi piacciono, ma ho fatto altri lavori, ho portato molto la divisa, per esempio. Tra le uniformi che ho indossato, vi è stata anche quella del vigile motociclista, Qualcuno potrebbe pensre: con una laurea scientifica in tasca? Perché no? Come è stato giustamente detto, bisogna pensare anche a preparare la tavola. Ho raccolto dalle mie esperienze lavorative un sacco di insegnamenti di vita, che poi ho cercato di trasmettere assieme a limiti, derivate, integrali e trasformazioni di Lorenz.
Mi sento quindi di consigliare comunque di studiare, di farlo per se stessi, senza pensare per forza a quale sarà il proprio lavoro. Io mi ritengo fortunato perché alla fine sono riuscito a fare il lavoro che mi piace, e lo posso dire proprio perché non ho fatto soltanto quello.
In bocca al lupo a tutti gli studenti!!
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