C'è una durata standard o un trucco? Possono fare ruggine o altri simpatici scherzi?
Inoltre, prima di ogni uso, io passo sempre leggermente la fiamma sul pennino, così da "disinfettarlo" un po', prima di tocciarlo in qualche inchiostro
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
A me è capitato di distruggere pennini in acciaio nuovi di zecca e delicatissimi, per l'inesperienza (pennini per il copperplate e disegno), e altri, come un Brause 76 (il cosiddetto "Rose") ridotto ad un relitto rugginoso, dopo averlo lasciato per giorni e giorni sulla Ahab inchiostrata, tanto per giocare. Altri ancora, quelli in rame, sono delicati perché lo è il materiale stesso, che è più deformabile rispetto all'acciaio.
Oppure mi è capitato di acquistare pennini vintage non proprio perfetti, con qualche punta di ruggine qua e là. L'importante, per mantenerli efficienti ed esenti dalla corrosione e dalle incrostazioni, è lavarli accuratamente dopo ogni sessione (o anche durante, se la sessione è lunga e l'inchiostro è rognoso come ad esempio il ferrogallico, e asciugarli sempre molto bene, lasciandoli poi all'aria e non riponendoli subito in contenitori chiusi. Non metto mai via assieme quelli con qualche punta di ruggine con quelli nuovi o esenti da quel problema.
Anche io bruciacchio i pennini nuovi, non tutti però. Ho notato che non tutti ne hanno bisogno. A volte mi basta passarli in un kleenex leggermente imbevuto di alcool per togliere eventuali tracce di sostanze oleose a protezione del metallo o residui di lavorazione, mentre in certi casi è proprio il produttore ad indicare il trattamento iniziale con immersione in acqua calda o fiamma.
Tutto questo per dirti che qualche pennino incautamente distrutto, da neofiti, è del tutto normale.
Quanto poi a capire quando è il momento di sostituirli, te ne accorgerai da solo perché non scriveranno più bene, i rebbi disallineati, storti, etc. produrranno un tratto impreciso e diverso da come era all'inizio.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao Daniela
Ho già avuto modo di dire a Daniela che se vedesse come tengo i miei pennini, costantemente montati su una pletora di cannotti e degnati solo di una veloce sciacquatina e passatura al panno dopo l’uso, le verrebbe un accidente!
Scherzi a parte un po’ di cura non guasta per prolungare la vita dello strumento.
Fatto salvo questo, bisogna pur dire che qualche vaiolatura di ruggine non inficia assolutamente l’efficienza del pennino, a meno che, ovviamente, l’ossidazione non coinvolga la punta dello stesso: quindi se vi capita per le mani un scatola di pennini vecchi, magari dei Perry, con un po’ di ruggine addosso, non li gettate!!!!
Daniela ha detto bene, poi, riguardo al quando un pennino vada pensionato: quando si rompe, si deforma, perde elasticità e quando, nel caso di uno square-cut, comincia a tracciare dei tratti non più ben definiti lungo i bordi perchè gli spigoli della punta si sono consumati. In quest’ultimo caso, però, si potrebbe tentare un recupero dell’affilatura del taglio della punta passandola su una pietra Arkansas ( pietra denominata Novaculite, compatta, composta da cristalli di quarzo da 1 a 5 micron: ne esistono di tre gradi di finezza soft, medium e hard; in rete si trova un interessante kit comprendente pietra hard e soft a circa 15 euro – notazione semantica : il nome deriva dal latino novacula, ossia la pietra per affilare il rasoio) anche se, a fronte di certe operazioni, mi pongo sempre la domanda: ma conviene?