maczadri ha scritto:Daniela complimenti per il tuo punto zero.
Fogli a quadretti ne ho la parallel pure, quello che manca è il tempo. Però un tentativo proverò a farlo. Come altezza delle lettere vedo due quadretti (+1, -1 per ascendenti e discendenti), se ho letto bene fatti con il pennino da 1,8, con la 3,8 che dimensioni devo considerare.
Grazie Luca
Con la parallel mi esercito semplicemente misurando sul foglio stesso (grossolanamente) cinque gradi calligrafici (altezze del tratto del pennino).
Quindi con la parallel 3.8 su fogli a quadretti da 5 mm di lato, sono più o meno 4 quadretti per il corpo delle lettere, più ascendenti e discendenti.
Vedrai che ti divertirai con il gotico. Poi inserisco la mia pagina di riferimento per le minuscole, hai qualche testo di riferimento?
Crononauta ha scritto:
Bello! ma ci sono due cose che non mi tornano:
1) le righe "sottili" ogni tanto mi sembrano un po' sovrabbondanti e "sporgono" verso l'esterno dall'asta grossa. Non entro nel merito del "filologicamente corretto", ma esteticamente non mi piace;
2) la grazia romboidale che conclude in basso le aste verticali (tipo nella "n" o nella "i"), non dovrebbe essere proprio "quadrata" ma avere una proporzione maggiore verso destra (così come, in alto, dovrebbe averla più verso sinistra).
E se fosse già perfetta, che punto zero sarebbe?! Scherzo, ma sono proprio agli inizi e le cose che non vanno ancora, sono molte. Ma l'approccio che ho nel lavoro è lo stesso che ho nella vita (deformazione professionale?!) ossia è bene pensare prima alla parte strutturale e poi alle finiture.
Il disegno, la geometria delle lettere, la gestione degli spazi, sono la struttura; le grazie, i tratti sottili di completamento, etc. fanno parte delle finiture.
Mi conosco e so bene che se mettessi tutto sullo stesso piano, magari otterrei fin dall'inizio un risultato accettabile e gradevole (visto globalmente, diciamo "da lontano") ma ci metterei il doppio del tempo per correggere poi quegli errori d'impostazione "strutturali" che inevitabilmente farebbero apparire imperfetto lo scritto ad una più accurata e minuziosa analisi ("visto da vicino"). E' come costruire una casa mettendo subito sullo stesso piano le fondazioni, il telaio strutturale, la tinteggiatura e le tendine del salotto...
Infine, se per "righe sottili" intendevi, Massimo, i tagli obliqui che si notano di tanto in tanto, sono aggiunte mie che mi servono visivamente per dare l'orientamento al pennino per i tratti successivi nella stessa lettera. Un riferimento, insomma, che utilizzo per la costruzione delle lettere.
Una specie di impalcatura, che scomparirà quando "l'intelaiatura strutturale" dello scritto sarà acquisita e sarà diventata automatica...e non ne avrò più bisogno.
Insomma, la strada è ancora lunga, ma va bene così...se si imparasse tutto subito ci si annoierebbe, invece le cose belle e gradevoli è più gratificante guadagnarsele e scoprirle poco a poco...
