Neapolis Pen Show - Mostra Scambio di Napoli
19-20 ottobre 2024 - Hotel Palazzo Alabardieri, via Alabardieri n. 9

determinazione strumentale parametri caratteristici

I colori preferiti, le miscele sperimentate, le misture autoprodotte. Tutto sull'inchiostro che utilizzate nella vostra fedelissima stilografica!
milu
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Messaggio da milu »

Buongiorno a tutti Voi.
Ho velocemente cercato di verificare se il problema è stato già trattato nei termini nei termini che Vi propongo, ma desidererei sentire il Vs parere.
Si legge sul forum, sulla natura degli inchiostri e sulla loro attitudine a formare residui resistenti alla pulizia con acqua distillata, nei conduttori.
Parametri caratteristici sono stati individuati nella viscosità, densità, acidità, residuo secco e altri.
Secondo Voi, sarebbe possibile analizzare il fenomeno con la determinazione strumentale di questi parametri per le diverse marche di inchiostro e svincolarsi, così, dalle valutazioni qualitative che sono di valore indubbio (a volte le uniche possibili), ma influenzate dalla sensibilità dell'utente.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto.
Michele
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piccardi
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Messaggio da piccardi »

No, il problema non è mai stato trattato in questi termini perché non credo nessuno di noi abbia a disposizione quegli strumenti di misura insieme alle competenze per fare le tutte le misure che dici in maniera corretta. Tra l'altro non ho neanche idea dei costi che il tutto potrebbe avere. Ma di certo sarebbe molto interessante ottenere queste informazioni.

Simone
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Anche se fosse possibile determinare questi parametri sperimentalmente, la complessità delle misurazioni e soprattutto il numero di variabili in gioco renderebbe molto difficile trarre conclusioni.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
lolnarcan
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Messaggio da lolnarcan »

La densità é imbarazzantemente facile da misurare (massa su volume..). Per il pH, credo che un pHmetro non te lo darebbe nessuno per farsi macchiare l'elettrodo ad idrogeno dall'inchiostro, (senza contare la misura falsata per le interferenze di eventuali cationi) e probabilmente la tornasole è inutilizzabile. La viscosità è anche difficile da misurare, oltre al viscosimetro se non ricordo male è necessara la concentrazione, che ora che ci penso però si potrebbe ottenere dal residuo secco (se considerassimo quest'ultimo come costituito dai soli pigmenti, cosa che puó non essere valida però). Per il residuo secco, è solo lunga l'attesa della completa evaporazione del liquido, nche se bisogna accertarsi che tutta la fase liquida sia evaporata.


In sostanza:
Credo che per densità e residuo secco basti una bilancia ed una vial riempita di un volume noto di inchiostro con una siringa. Per pH e viscosità la vedo dura per una misurazione così "casalinga", senza attrezzatura. Forse si può usare il residuo secco per ottenere la concentrazione, ma credo che non sia direttamente correlabile con l'intensità del colore in quanto proprietà intrinseca del pigmento stesso.
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rbocchuzz
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Messaggio da rbocchuzz »

milu ha scritto: Si legge sul forum, sulla natura degli inchiostri e sulla loro attitudine a formare residui resistenti alla pulizia con acqua distillata, nei conduttori.
Parametri caratteristici sono stati individuati nella viscosità, densità, acidità, residuo secco e altri.
Michele

Caro Michele, ho letto il tuo profilo, dal tuo background suppongo che tu ti sia già fatto un'idea.

Provo a ricordare qualche mia vecchia nozione.
Una prima misura della viscosità si ha facilmente con un viscosimetro a capillare, (costo intorno ai 300 euro) ma dubito che per due inchiostri di buona qualità le differenze siano apprezzabili con un capillare, usare strumenti più sofisticati meglio non parlarne, per i costi proibitivi. Sto trascurando l'aspetto non newtoniano dell'inchiostro, e mi limito solo a una comparazione della viscosità cinematica. Una volta ottenuti i numerini, questi mi dicono solo che l'inchiostro che ha viscosità più bassa fluisce meglio nei condotti dell'alimentatore, poco o nulla sul problema delle incrostazioni.

La densità misurata con un densimetro di precisione ,nell'ipotesi che la composizione degli inchiostri sia pressoché la stessa, mi permette di che un inchiostro più denso ha una maggiore concentrazione di pigmenti. Questo potrebbe essere interessante, maggiore quantità di pigmenti maggiore possibilità di incrostare.

L’acidità si misura con un pHmetro e poi si lava l’elettrodo, (costo non trascurabile) ma non riesco a correlarla al problema delle incrostazioni, al più a una eventuale aggressione alle parti metalliche, ma con gli acciai odierni o l’oro il problema non si dovrebbe porre.

Il residuo secco, fatto in stufa e pesando successivamente il residuo su un piattino di prova, richiede una stufa termostatata e una bilancia di precisione. Inoltre bisogna fare qualche prova per stabilire a che temperatura fare il residuo, si potrebbe rischiare di perdere anche parte del residuo. I numeri che otterrei sono correlati alla concentrazione di pigmenti e questo è sicuramente legato alla possibilità di formare incrostazioni.

Fenomeni che
in linea teorica favorirebbero la formazione di sedimenti (ma non secchi se la penna è in uso) si potrebbero ascrivere alla cosiddetta sineresi e alla tixtropia. La prima è ben nota ed è risolvibile con la vecchia formula “Agitare prima dell’uso”, ovvero la tendenza a smiscelarsi di alcune sospensioni ma che se agitate si ricompngono. Non mi risultano strumenti in grado di misurare il fenomeno, salvo misure empiriche tutte da inventare (centrifuga, metti la boccetta lì e aspetti..).

Per la tixotropia, ovvero il miracolo di San Gennaro, mi auguro che nessun inchiostro presenti questo aspetto. Il fenomeno è quello che permette ad alcuni solidi polimerici di passare allo stato liquido se sollecitati meccanicamente, ovvero da solidi diventano liquidi viscosi.
Per valutarlo occorre misurare primo e secondo sforzo normale, con viscosimetri da fantascienza, che presumibilmente conosci meglio di me.

In conclusione credo che si formasse sulle pareti dei condotti un film di pigmenti “secco” (cosa improbabile per una penna in uso ce ne accorgeremmo subito in quanto il flusso (ops portata) diminuirebbe, di conseguenza provvederemmo a lavare la penna.

Se una penna non presentasse i problemi che riscontriamo abitualmente durante la pulizia o potesse essere riposta senza un lavaggio metà di questo forum non esisterebbe.
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rbocchuzz
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Messaggio da rbocchuzz »

[quote="rbocchuzz
film di pigmenti [/quote]

Mi auto quoto gli inchistri per stolografiche non sono pigmentati, riporto un estratto della scheda tecnica e sicurezza del Pelikan 4001. Come al solito non faccio mai prima un giro su Google.
Allegati
Pelikan_4001.JPG
Pelikan_4001.JPG (32.7 KiB) Visto 3144 volte
milu
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Messaggio da milu »

Buongiorno a tutti.
Ringrazio per la Vs attenzione.
Ho chiesto info ai colleghi che lavorano in laboratorio e ne riferisco.
Le misure possibili sono: densità, viscosità, residuo secco dopo riscaldamento in stufa (bilancia analitica), tensione superficiale, presenza di ferro.
La misura che desta preoccupazione per il possibile danneggiamento dell'elemento sensibile è quella di ph. Sarà mia cura approfondire con il produttore dello strumento e condividere le informazioni.
Una piccola ricerca in rete ha messo in luce che ci sono scritti in merito alla produzione di inchiostro c.d. ferro gallico in laboratorio, presso l'università di Firenze.
Nell'istituto dove lavoro gli studenti del corso "periti chimici" che si presentano all'esame di maturità sono soliti predisporre una tesina su argomenti di interesse. Il collega di laboratorio ha illustrato a due classi quinte la possibilità di approfondire tematiche relative alla caratterizzazione degli inchiostri per penne stilografiche riscontrando un interesse sufficiente per sperare che nei prossimi giorni alcuni allievi potrebbero offrirsi di lavorare su questo argomento.
Ho letto circa l'ingresso tra i partecipanti al forum di un funzionario di mktg della Marlen al quale rivolgo il benvenuto.
Attendo da Voi, cari compagni, indicazione sui prodotti da utilizzare nelle prove ed eventuali ulteriori parametri da misurare.
A presto.
Con cordialità
Michele
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Messaggio da Irishtales »

Bellissima iniziativa!
Mi piacerebbe se possibile, che prendeste in esame due inchiostri neri molto noti, il Pelikan Brilliant Black e l'Aurora nero.
Se poi riusciste anche a spiegarmi perché il Diamine Kelly green, apparentemente fluidissimo, mi intasa tutte le penne, mi togliereste un dubbio che mi assilla ogni volta che apro il flacone del temibile verdino...
Anche un paio di blu-neri indelebili potrebbero essere posti a confronto...opterei in ogni caso per inchiostri di larga diffusione
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Daniela
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Messaggio da piccardi »

Mi pare davvero una iniziativa molto interessante, e mi associo alla indicazione di Daniela, penso che l'interesse maggiore possa essere suscitato nell'analisi degli inchiostri a maggior diffusione, questo in genere significa colori nero e blu e marche come Pelikan, Aurora, Lamy, Sheaffer, Parker.

Simone
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Messaggio da milu »

Pelikan:
4001 Brilliant Black;
Aurora:
Black;
Diamine:
Kelly green;
Lamy:
nero;
Parker:
quick nero;
Sheaffer:
nero.

Ripetizione con il colore blu.

nota: ditemi, cortesemente, un punto vendita tra Trento, Verona e Bologna dove posso procurarmi il Diamine.
Grazie e a presto.
michele
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Messaggio da Irishtales »

Michele, se vuoi te lo invio io; ho ancora un flacone di Diamine Kelly Green con circa 25 ml di inchiostro.
Se può servirti, inviami pure un recapito tramite mp e te lo spedisco al più presto ;)
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Messaggio da Ottorino »

L'iniziativa è senz'altro lodevole.
Il reverse engineering è una bella rogna.
E ringrazio Milu che ha intrapreso, non sollecitato, questa iniziativa.

Un problema che vedo è il seguente
Da quello che ho capito e da quello che ho visto personalmente (mia collaborazione con Marco Lafountain), le ditte stanno cambiando le formulazioni per adeguarsi a nuove norme europee.
Quindi si rischia di lavorare per nulla.

Attendo conferma di quanto dico da Luca (Phormula)

Forse è stato gia' detto, ma anche una misura dell'angolo di contatto potrebbe dare utili indicazioni.
E forse mostrare differenze rilevanti senza la necessità di dover misurare molti campioni e fare confronti
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
milu
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Messaggio da milu »

Ringrazio!
Il mio indirizzo postale è Michele Magrone via Perini 39 - 38122 Trento
Considerata l'osservazione di Ottorino, propongo di attendere info in relazione alle formulazioni definitivamente in commercio; nelle more mi informo sulla differenza tra angolo di contatto e tensione superficiale e la disponibilità dei colleghi di laboratorio ad eseguire misure di angolo di contatto.
A presto.
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Messaggio da Irishtales »

Perfetto, aspetto indicazioni.
Tengo da parte il Diamine in attesa di notizie sulla sua attuale nuova formulazione (il mio comunque è piuttosto recente).
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Phormula
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Messaggio da Phormula »

Ottorino ha scritto: Attendo conferma di quanto dico da Luca (Phormula)
Si, te lo confermo. Tuttavia ci sono due problemi.
Il primo è che non è detto che la formulazione cambi e, se cambia, potrebbe succedere in qualsiasi momento.
Il secondo è che da quando un fabbricante decide di cambiare una formulazione a quando si esauriscono gli stock passa un tempo più o meno lungo.

Più che andare a caccia delle formulazioni, io consiglierei di provare gli inchiostri che hanno caratteristiche peculiari, così da vedere dove sono le differenze.

Direi sicuramente il Pelikan 4001 Royal Blue (il riferimento)
Poi ci metterei un inchiostro che è molto più fluido della media e uno che lo è molto meno, uno con componenti solo naturali (Herbin) e via di seguito.
Più che conoscere il singolo inchiostro (che potrebbe cambiare nel tempo) sarebbe interessante capire cosa rende un inchiostro più o meno fluido, più o meno saturo....

(opinione personale)
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