Adoro Jane Austen per la caratura psicologica dei personaggi, per la sottile ironia che caratterizza ogni opera, per la raffinatezza dello stile e per la forza delle leggi universali che governano l'animo umano che così bene ha saputo tradurre e restituire. Personaggi dalla imponente individualità si fronteggiano e si combattono, ma hanno tutti una dignità impressionante. Jane Austen ci ha trasmesso il migliore ritratto di un'epoca complicata e contraddittoria e ci ha tramandato il quadro eterogeneo di queste leggi comportamentali non scritte, convenzioni che affliggevano ogni classe sociale fino a snaturarne l'esistenza, i desideri, il futuro. Ma ci ha anche chiaramente dimostrato come la volontà, la perseveranza ed il rispetto di sé stessi siano un mezzo imprescindibile per raggiungere dei risultati.
E i suoi ritratti femminili hanno un'imponenza unica. Elizabeth Bennet, Emma Woodhouse, Elinor Dashwood solo per citare le tre protagoniste dei romanzi più famosi, hanno tre caratteri completamente differenti e allo stesso tempo rappresentano tre favolosi ritratti di donna e difficilmente nella letteratura se ne incontrano di pari spessore. La sola figura femminile di pari intensità è la Charlotte (poi Lotte) di Goethe (I dolori del giovane Werther; Le affinità elettive).
Non di meno Jane Austen ci ha lasciato probabilmente in eredità il personaggio maschile di più elevata nobiltà d'animo, spessore morale e carattere, tradotta nell'immortale figura di Fitzwilliam Darcy...
Insomma adoro Jane Austen, anche se degli scrittori d'epoca vittoriana la mia prediletta - ed è ai vertici delle mie preferenze in assoluto con pochi altri autori - è George Eliot.
George Eliot, in modo diverso e con un diverso stile rispetto a Jane Austen, ma con una pari capacità introspettiva e pari acume nel focalizzare le incongruenze e i limiti della società contemporanea, ci ha lasciato opere che al pari dei quelle di J.Austen sono veri e propri romanzi politici, denunce sociali, critiche aspre e talvolta feroci ad un'epoca intrappolata fra un bigottismo esasperato e un timoroso anelito al cambiamento. Ho apprezzato la possibilità di scorgervi più livelli di lettura: quello più immediato, volto alla meticolosa introspezione di individualità profonde e complesse messe alla prova dalle vicende personali; un livello più alto, in cui emergono chiaramente le regole e le rigide consuetudini che permeano le relazioni fra persone fino a snaturarle; un livello politico, in cui con profonda sagacia e lucidissima ironia, viene messo in ridicolo e rivelato ai posteri l'atteggiamento ipocrita del
potere politico, nella più ampia accezione del termine, che cerca con ogni mezzo espedienti per non evolvere. Di qui la loro forte rilevanza come documento storico e sociale e anche la loro sorprendente attualità.
Cime tempestose, beh...siamo proprio su un altro livello...si vola basso quaggiù....e non riesco a finirlo, ma detesto lasciare le cose a metà e quindi...