Si tratta del set calligrafico Lamy Joy.
Confezionato in scatola metallica comprendente un corpo penna comprensivo di cappuccio; tre sezioni avvitabili, ciascuna equipaggiata un pennino italico stub di dimensioni 1.1, 1.5 e 1.9 mm rispettivamente; due mini-cappucci per coprire i pennini non momentaneamente avvitati sul corpo penna; una scatola di 5 cartucce di inchiostro Lamy nero e una cartuccia Lamy viola e infine un foglietto illustrativo.
Il tutto al costo di 36 €.*
Separatamente ho acquistato anche un converter Lamy per 5 € aggiuntivi.
La confezione è discretamente elegante e piacevole, anche se non praticissima quando si è iniziato a usare il set: infatti una volta inserite le cartucce le sezioni non entrano più nei loro vani e la stessa penna, dovendo essere chiusa con il cappuccio, è troppo grande per restare nella scatola. La cosa migliore da fare è lasciare la penna fuori e conservare le due sezioni non montate all'interno della scatola che comunque può essere chiusa anche se i singoli elementi non sono accomodati negli incavi appositi.
Può sembrare un dettaglio da poco ma tenete conto che si tratta di un set di tanti piccoli componenti che rischiano di essere perduti (in particolare i due tappini secondari che coprono i pennini non usati), per lo meno se si vuole avere sempre a disposizione tutti e tre i pennini intercambiabili.
Il montaggio per avvitamento è piuttosto facile; l'inserimento della cartuccia, a pressione, con uno scatto che assicura dell'avvenuta foratura del diaframma, pure, sebbene all'inizio abbia avuto un po' di incertezza nel capire quale fosse il verso giusto... Mi sembra che le cartucce siano proprietarie ma in compenso devo dire che hanno una discreta capienza. Molto minore invece quella del converter.
Confezionamento, presentazione e assemblaggio: 7
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L'estetica è minimalista e semplice come gran parte della produzione Lamy; la penna, in plastica, ha una lunghezza totale fuori dalla norma, che peraltro non ne pregiudica la maneggevolezza: si assottiglia verso la coda e ricorda vagamente uno stiloforo. Il corpo penna ha due sfaccettature parallele ed opposte che lo percorrono per intero, si incurvano e si uniscono da una parte e dall'altra lungo due sottili ma percettibili linee di incollatura. Due finestrelle di ispezione da entrambi i lati permettono di controllare facilmente la carica di inchiostro del converter o della cartuccia.
L'inserimento del cappuccio è a pressione; la sezione è separata dal corpo da un anellino di plastica ed è cilindrica salvo due significative sfaccettature piane, ad angolo retto fra di loro, il cui spigolo corrisponde alla direzione lungo cui si innesta il pennino, che è in acciaio, senza fronzoli né foro di areazione, e con incise solo la dimensione e la marca.
La clip è stile "molletta", molto evidente e tipica di tanti modelli Lamy. Il mio è un modello nero con clip e testa del cappuccio rossi. Esiste anche una variante bianca.
Non ho mai nascosto il mio scarso gradimento per l'estetica delle penne di fascia bassa della Lamy (modelli come la Lamy 2000 e la Dialog 3 sono un altro paio di maniche...) ma qui si va a gusti e pertanto non do' un voto.
Essendo di fatto la mia prima penna con pennino italico non sono in grado di confrontarla con altri italici o stub (a proposito: non credo di aver chiara la differenza tra questi ultimi), tuttavia posso assicurare che le impressioni di utilizzo sono molto positive. La penna scrive scorrevolmente e senza incertezze, ma solo una volta che si sono imparate la corretta impugnatura e la giusta posizione di appoggio sul foglio.
A questo proposito la sezione sfaccettata impone praticamente un solo tipo di presa, con pollice e indice che afferrano la penna e il medio che fa da appoggio. Ciò non va considerata come una forzatura, a mio avviso, ma come un'indicazione sul modo più comodo di manovrare la penna.
L'idea è di scrivere con le dita quasi ferme o che si muovono comunque pochissimo, e con il polso quasi bloccato. Idealmente la linea di taglio dello stub essere angolata di circa 45° rispetto alle linee orizzontali del foglio. In questo modo si riesce a scrivere comodamente e senza salti nel flusso.
La variazione di tratto, tra direzione verticale e orizzontale è notevole già col pennino più piccolo di 1.1 mm, e cresce con i pennini più grandi, assieme allo spessore del tratto; questi due fattori: variazione e ampiezza del tratto, consentono di dar vita a una scrittura molto elegante e rendere accettabile persino la mia calligrafia...
Il colore della viola in dotazione è abbastanza saturo e con qualche ombreggiatura; mi piace molto. Il nero, pur non essendo profondissimo, è anch'esso molto fluido e scuro.
Voto di scrittura: 9.
*N.B.: sono commercializzate anche le singole penne con un pennino a scelta, al costo di 17 €.
[EDIT: tolto il link alla ricerca immagini picsearch, che adesso dava come risultati le foto di un Dalai Lama gioioso...
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