ghostrider ha scritto:Sulla comodità di trasporto non discuto, io stesso quando presi la mia prima stilografica la volli obbligatoriamente a cartuccia perché la trovavo comoda. Però poi prendendo appunti in università mi sono reso conto di quanto sia limitante il fatto che la cartuccia ti potesse finire nel bel mezzo della lezione e che questo sistema non ti permette la sostituzione prima che l'inchiostro in essa contenuto sia finito. Infatti con la Pelikan M151 ho risolto tutti i miei problemi.
Considerato che a cambiare una cartuccia ci si mettono pochi secondi, e a caricare una penna dalla boccetta no, non vedo dove sia il vantaggio dello stantuffo. Anche ad avere un piano ed una boccetta di inchiostro sottomano con un qualunque caricamento automatico ci metti molto di più.
Dopo di che anche io preferisco un sistema che tenga più inchiostro e riduca i rischi di trovarmi senza, ma avrei molta più paura che mi finisse con un caricamento automatico, dato che non ho mai preso in considerazione l'idea di andarmene a giro con una boccetta di inchiostro, e sono troppo pigro per controllare e ricaricare tutte le mattine. Per cui tengo sempre in borsa una Capless e due cartucce di inchiostro per eventuali emergenze.
ghostrider ha scritto:
Per quanto riguarda il perché si ritiene che lo stantuffo sia superiore ad altri sistemi di caricamento, secondo me la motivazione è da ricercarsi nel fatto che è tale sistema di caricamento presenta la minore usura nel tempo. Tanto per citare altri sistemi, in quello a leva laterale c'è il sacchetto che, complici le varie compressioni e l'ingottamento, tende a logorarsi piuttosto precocemente; in quello a siringa rovesciata invece, poiché durante il caricamento si crea un vuoto piuttostto spinto, se la guarnizione inizia a non tenere più (considerando che è in gomma e quindi soggetta a ingottamento) l'inchiostro non viene caricato più bene.
Mi spiace ma non non condivido affatto queste argomentazioni. Potevano avere senso negli anni '50, ma oggi no.
Le guarnizioni moderne sono tutte in plastica sia per lo stantuffo come per la siringa rovesciata. In gomma era quella delle vecchie
Onoto, ma a parte che all'epoca non esisteva neanche lo stantuffo, i primi sigilli dello stantuffo erano in sughero, e si rovinano molto più facilmente della gomma. Per cui se si ingottasse uno si ingotterebbe anche l'altro.
Mai visto capitare comunque, dato che ormai tutti usano plastiche siliconiche (anche per i sacchetti) che non si "ingottano" più. Tra l'altro la siringa rovesciata, che ha sempre avuto il suo punto debole nella tenuta, è probabilmente il sistema che trae il maggior vantaggio dall'uso di materiali moderni che fanno sparire quel problema.
E se invece guardi alla robustezza meccanica vista la sua complessità lo stantuffo è di certo il più fragile. Prova a pensare all'usura di un meccanismo a doppia vite elicoidale rispetto a quella di un alberino di acciaio e ti potrei rendere conto delle differenze in robustezza fra siringa rovesciata e stantuffo.
ghostrider ha scritto:
Infine per quanto concerne la questione del prezzo io ho una mia idea a riguardo. Il caricamento a cartuccia è quello presente in tutte le stilografiche scolastiche; per cui acquistare una penna di fascia alta con caricamento a cartuccia mi dà l'idea di acquistare una penna con tecnologia di basso livello (ma non per questo non valida, sia chiaro) con un prezzo ingiustificatamente aumentato da finiture/materiali pregiati. Mentre acquistare una penna di alto livello con altro sistema di caricamento mi dà l'idea che, oltre a finiture e materiali pregiati, ci sono anche la progettazione e la realizzazione di tale sistema che giustificano meglio il prezzo.
Il livello delle penne non lo fa certo il sistema di caricamento da solo. Progettare lo stantuffo può aver avuto un costo nel 1929, quando è nato, ma oggi che è lì da oltre 80 anni dubito abbia un aggravio di costi significativo, che non sarebbe comunque diverspo da quello di doverlo progettare per metterlo in un converter.
Normalmente (materiali pregiati e lavorazioni artigianali a parte) il costo di produzione maggiore di una penna è il pennino che da solo costa di più di tutto il resto, che tanto è banalmente fabbricato a stampo. Non ho idea del costo specifico del sistema di caricamento, ma dato che non lo producono artigianalmente né con materiali pregiati non vedo perché dovrebbe essere maggiore di quello di un converter, che comunque deve essere fornito. Per cui francamente mi secca anche che mi debbano far pagare di più per una impressione, anche se poi pago perché le cartucce non mi piacciono.
Ma appunto le cartucce semplicemente non mi piacciono, è una pura questione di gusto, se a te la cartuccia dà l'impressione di tecnologia di basso livello perché lo usano le penne scolastiche posso anche accettare la tua impressione, ma resta una tua idea soggettiva. Negli anni 50, quando è nata, la cartuccia in plastica era considerato il top della tecnologia, e le penne a stantuffo erano considerate obsolete. Di certo è una tecnologia nettamente più moderna. Le mode cambiano, oggi non è più di moda, ma questo non ha nulla a che fare con meriti, pregi e difetti intrinseci.
Simone