Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri dagli anni dieci del novecento ad oggi? intedo dai pennini a intinzione e prime stilografiche a oggi?
- vikingo60
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
Temo che sarebbe molto lungo affrontare il discorso.
Di sicuro gli inchiostri prodotti fino agli anni '50 erano più densi; poi sono diventati più fluidi.
Agli inizi del 2000, la tendenza, almeno per i neri, è di nuovo cambiata, in quanto sono quasi tutti più densi.
Il Pelikan 4001 è l'esempio per tutti.
Credo che molti cambiamenti negli ultimi anni, soprattutto per i neri, sia dovuto all'aggiunta di nuovi componenti antimuffa più ecologici, ma che non danno all'inchiostro conservato la durata di un tempo.
Di sicuro gli inchiostri prodotti fino agli anni '50 erano più densi; poi sono diventati più fluidi.
Agli inizi del 2000, la tendenza, almeno per i neri, è di nuovo cambiata, in quanto sono quasi tutti più densi.
Il Pelikan 4001 è l'esempio per tutti.
Credo che molti cambiamenti negli ultimi anni, soprattutto per i neri, sia dovuto all'aggiunta di nuovi componenti antimuffa più ecologici, ma che non danno all'inchiostro conservato la durata di un tempo.
Alessandro
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
Ci sono stati due grossi cambiamenti nelle formulazioni degli inchiostri.
Il primo è stato l'introduzione di norme severe sul contenuto di metalli pesanti, come piombo, cadmio e cromo esavalente. Nelle vernici si usavano pigmenti a base di cromo per ottenere il giallo (è uno dei motivi per cui i taxi da noi sono passati dal giallo al bianco) e di piombo per i famosi "minio" (utilizzato come antiruggine) e "biacca" (bianco). Questi colori sono stati sostituiti con pigmenti organici. Nel campo degli inchiostri è accaduto qualcosa di simile, ovvero la sostituzione di composti con metalli pesanti con pigmenti organici.
Il secondo è la normativa REACh, che per la prima volta al mondo stabilisce che una azienda che produce o importa una sostanza nell'Unione Europea in più di 1 tonnellata/anno deve presentare un dossier in cui dimostra che essa è sicura per gli usi ai quali è destinata. Nel campo degli inchiostri l'uso è un vero incubo, nel senso che un inchiostro può finire sulle dita o essere accidentalmente ingerito se la penna finisce nelle mani di un bimbo. Di conseguenza questo uso, che in gergo tecnico si chiama "uso disperso", pone requisiti di sicurezza molto maggiori che non per una sostanza che viene usata solo da personale specializzato in ambienti controllati. Produrre un dossier costa (qualche milione di euro, da dividere tra tutte le aziende che registrano la stessa sostanza), per via della quantità di dati e di studi che occorre allegare, quindi molte aziende, di fronte o a sostanze che avrebbero potuto comportare problemi (ad esempio il fenolo, per il quale recentemente sono stati ridotti i limiti di esposizione) o anche solo di fronte al fatto di dover spendere un sacco di soldi per registrare una sostanza sapendo di non poter recuperare i costi, hanno preferito riformulare i loro prodotti.
Il primo è stato l'introduzione di norme severe sul contenuto di metalli pesanti, come piombo, cadmio e cromo esavalente. Nelle vernici si usavano pigmenti a base di cromo per ottenere il giallo (è uno dei motivi per cui i taxi da noi sono passati dal giallo al bianco) e di piombo per i famosi "minio" (utilizzato come antiruggine) e "biacca" (bianco). Questi colori sono stati sostituiti con pigmenti organici. Nel campo degli inchiostri è accaduto qualcosa di simile, ovvero la sostituzione di composti con metalli pesanti con pigmenti organici.
Il secondo è la normativa REACh, che per la prima volta al mondo stabilisce che una azienda che produce o importa una sostanza nell'Unione Europea in più di 1 tonnellata/anno deve presentare un dossier in cui dimostra che essa è sicura per gli usi ai quali è destinata. Nel campo degli inchiostri l'uso è un vero incubo, nel senso che un inchiostro può finire sulle dita o essere accidentalmente ingerito se la penna finisce nelle mani di un bimbo. Di conseguenza questo uso, che in gergo tecnico si chiama "uso disperso", pone requisiti di sicurezza molto maggiori che non per una sostanza che viene usata solo da personale specializzato in ambienti controllati. Produrre un dossier costa (qualche milione di euro, da dividere tra tutte le aziende che registrano la stessa sostanza), per via della quantità di dati e di studi che occorre allegare, quindi molte aziende, di fronte o a sostanze che avrebbero potuto comportare problemi (ad esempio il fenolo, per il quale recentemente sono stati ridotti i limiti di esposizione) o anche solo di fronte al fatto di dover spendere un sacco di soldi per registrare una sostanza sapendo di non poter recuperare i costi, hanno preferito riformulare i loro prodotti.
Ultima modifica di Phormula il lunedì 29 luglio 2013, 9:52, modificato 1 volta in totale.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
Non c'e' faccina corrispondente quindi,.....Phormula ha scritto:Ci sono stati due grossi cambiamenti nelle formulazioni degli inchiostri.
Applauso !!!
Per juniolucca. nel wiki ci sono alcuni brevetti sugli inchiostri che forse ti interessano
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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In cosa sono cambiate le formulazioni degli inchiostri?
Adoro i pennini vintage, sia per quanto riguarda le penne stilografiche che i pennini da intinzione. Tempo fa, proprio interessandomi ai pennini da intinzione del secolo scorso, mi chiesi come mai alcuni pennini, introdotti sul mercato nei primi del Novecento, avessero una costosa placcatura in oro. Scoprii che i primi inchiostri industriali a base di anilina (sostanza tossica, usata ad esempio anche nelle vernici di alcuni pianoforti costruiti nella seconda metà dell'Ottocento) erano i migliori in quanto a scorrevolezza, definizione del tratto, rapidità nell'asciugatura, stabilità nel tempo e resistenza alla luce, all'umidità, etc. ma furono sostituiti proprio nei primi anni del Novecento da inchiostri contenenti acido fenico (come antisettico) per garantire una maggiore inalterabilità. Purtroppo l'acido fenico e altri acidi simili utilizzati allo stesso scopo in quegli anni, avevano lo svantaggio di essere corrosivi per l'acciaio e i produttori di pennini ovviarono al problema mettendo in produzione pennini di maggiore pregio e durevolezza, perché placcati in oro, un metallo in grado di resistere all'aggressione di certi componenti chimici degli inchiostri del primo Novecento.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Spero che non facciano piû inchiostri al fenolo
Le formulazioni degli inchiostri comunque cambiano quasi esclusivamente a causa o di sostanze particolarmente nocive o per questione di marketing. Se ne vedono pochi che si portano dietro delle avanguardie tecnologiche

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Per quanto ne so io, ovvero molto poco, varianti di inchiostri ferrogallici l'hanno fatta da padrone fino agli anni '50, dopo di allora l'oscurità più completa, o meglio si presume che le cose siano cambiate parecchio da produttore a produttore. Ad esempio oggi mi piacerebbe sapere con cosa produce i suoi inchiostri Diamine, il cui catalogo è strapieno di colori di tutti i generi, oppure i famosi e costosi inchiostri giapponesi, con cosa vengono prodotti? Per la Diamine so che alcuni inchiostri vengono realizzati ancora usando l'acido tannico (derivati dall'inchiostro ferrogallico), come ad esempio Il Registrar's Ink, oppure l'inchiostro ferrogallico della Herbin, a cui è stato aggiunto il campeche. L'uso delle aniline in qualche caso mi sembra evidente (se l'inchiostro sbiadisce o si desatura in un arco temporale piuttosto breve, è quasi sicuro che siano aniline), però si rimane sempre nell'ambito delle supposizioni. Credo che Herbin faccia uso di estratti naturali, infatti nel suo catalogo specifica "natural dyes", che rispetto al passato sono meno corrosivi e non lasciano sedimenti, così che possano essere usati nelle stilo (“La Perle des Encres”)
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