Caro Ottorino, sicuramente hai ragione: una collezione è tale perché si dà dei limiti e agisce entro di quelli. Il problema "estetico" si pone quando, come nel mio caso, non c'è una volontà collezionistica. Ma dimmi qualcosa di più di te: hai posto altre delimitazioni oltre a quella del pennino carenato (che so: di periodo storico, di nazionalità, di materiali...) alla tua raccolta di penne?Ottorino ha scritto:Penso che sia comunque un bene dare una "direzione" alla collezione.
Son passati i tempi di Armando in cui si poteva raccattare di tutto a prezzi ragionevoli.
Se ami penne nere/dorate che penne nere/dorate siano.
Io ho scelto il pennino non nudo, come quello del logo del forum.
E caricamento non a levetta o a pulsante di fondo.
Ma la mia dolce metà mi ha regalato "ai tempi" una Elmo Montegrappa a pulsante di fondo.
E appena a un pen show ne ho vista una uguale di colore diverso (grazie Ambros !! ) l'ho presa subito.
Quindi per me barra dritta per pennini integrati/rastremati/carenati,
ma ogni tanto qualche deviazione contro vento per non annoiarsi
Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Acquistare cento volte la stessa penna?
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Acquistare cento volte la stessa penna?
Su una cosa concordo decisamente con te. Anche se va detto sottovoce, anche se dirlo sembra maleducato, le tanto decantate penne in "resina pregiata" che a volte costano un occhio sono pur sempre penne in plastica. Ma la resina plastica di qualità è estremamente bella. Le Montblanc o le Senator di cinquant'anni fa, quelle Montblanc che erano penne e basta e non artificiose sculture da sfoggio, eran fatte in una resina nera e lucida come uno specchio, e a tutt'oggi (almeno quelle che posseggo io) non hanno perso niente del loro originario splendore. All'opposto di alcuni modelli più recenti, come l'inutile Montblanc Generation di pochi anni fa: la "resina pregiata" sembrava la plastica di una Bic. Credo che se la si guardi oggettivemente, la Montblanc Generation dovrebbe costare 5 euro. (Ho bestemmiato? Ma tanto siamo nella sezione delle Chiacchiere in libertà...)Irishtales ha scritto:Io un poco ti capisco. Da sempre abituata ed appassionata di penne (strumenti di scrittura in generale) in metalli vari, sia con superficie lucida, che satinata, placcata, cesellata, in argento, acciaio etc...insomma variazioni abbondanti ma sullo stesso "tema", ho imparato ad apprezzare anche celluloide ed altri materiali, ma in fondo in fondo, se scorgo due penne affiancate e solo una è in metallo, l'altra per quanto pregiata e costosa mi sembra sempre una penna di ...plastica!
Si evolve e si cambia ma la sostanza di cui siamo fatti rimane la stessa. Ed è anche un bene essere un po' prevedibili, uguali a sé stessi, e scorgere nel nostro attraversare il tempo sia i cambiamenti che quella immutabile "struttura portante" - la personalità! - che ci contraddistingue.
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Acquistare cento volte la stessa penna?
A momenti comprerei sempre la stessa penna, magari acciaio. Poi, i momenti successivi (dopo mesi a volte, altre volte anni) comprerei sempre un'altra penna, magari nere e oro. E così via: una fissa per volta. Quindi: il mio dinamismo si muove tra stanzialità successive.
Acquistare cento volte la stessa penna?
Non acquisto penne sempre identiche tra loro. In compenso sia normale avere una propria idea di penna e non mi sorprende che una persona si ritrovi a casa un sacco di penne dalle linee molto simili tra loro. A volte mi concedo il "lusso" di una penna un po diversa, che mi sorprenda ma, tendenzialmente, tendo ad acquistare sempre penne affusolate, non troppo appariscenti, rigorosamente nere con qualche eccezione ogni tanto come una demonstrator che ho a casa.