Recensione: Montblanc W.E. 1996 Alexander Dumas

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gianpi73
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Recensione: Montblanc W.E. 1996 Alexander Dumas

Messaggio da gianpi73 »

Dopo aver recensito di seguito la Collodi e la Twain, oggi sono qui a proporvi le mie prime impressioni della Alexander Dumas, writers edition 1996, detta da tutti “la Dumà”.
Al contrario di altre volte in cui al desiderio di scrivere con un inchiostro diverso, seguiva la ricerca (e talvolta l’acquisto) di una bella e particolare stilo, qui l’approccio è contrario: la Dumas mi ha conquistato subito, a prescindere dal suo utilizzo, nonostante io non avessi (e non abbia attualmente) idea di quale inchiostro infilarci, se deciderò mai di inchiostrarla.
La verità è che non me la sono sentita di lasciarmela scappare: ero stato informato che fosse l’ultima disponibile da uno dei miei rivenditori di fiducia e dopo aver attestato che la disponibilità fosse realmente limitata un pò ovunque (i trittici si trovano come il sale dal tabaccaio, però…) con un bel sacrificio economico (la terza w.e. del 2013 non era affatto in programma!) ho provveduto al suo acquisto.
La stilo in questione è una “right signature” cioè con la firma giusta di A. Dumas “padre” e non quella sbagliata immessa inizialmente sul mercato da Montblanc del “figlio”, più ricercata dai collezionisti.

Confezione 8,5/10
Bella, sempre la contro scatola in cartone ondulato, ma non è un problema. La scatola è a forma di libro (come tutte le WE) molto ben fatta e curata, libricino illustrativo celebrativo annesso. Il materiale della stessa è però piuttosto “ordinario”. La stilo, comunque, è incastrata nel suo velluto scuro in attesa di essere sfilata.

Estetica 10/10
L’estetica è sempre soggettiva: la definizione di bellezza di una penna dipende dai gusti di ognuno. Per me la Dumas è forse la più bella w.e. in commercio, soprattutto per la lavorazione/accostamento e ricerca dei materiali e dei particolari. E’ tratta dalla 139, penna prodotta intorno agli anni 30-40, più grande per diametro, ma leggermente più corta della 138 e per questo un poco più tozza nelle proporzioni. A mio parere è la W.E. che più si avvicina alle PoA (Patron of Art) linea Top della casa e dalla ricercatezza estrema.
Realizzata in resina marrone scuro, a me appare nera. Se non lo avessi letto, per me è nera. Il fusto, ricoperto di madreperla azzurrognola ad incastro mosaico è la vera chicca della penna. Le sfumature passano dall’azzurro al grigio, al verde al bianco perlato, a seconda di come incide la luce sul fusto. Lo stesso è ricoperto longitudinalmente di 3 linee dorate, finemente incise e lavorate che dal fondello arrivano al cappuccio. La lavorazione mi ricorda il disegno dei gemelli degli anni 30 ereditati da mio nonno, che più o meno richiamano la stessa epoca.
Il cappuccio, a vite, è abbastanza lungo e prende circa la metà della penna ed è in resina. Una veretta dorata lo chiude alla sua base, anch’essa finemente lavorata con disegno a foglia. Sulla clip, di forma simile alle laminate kr anni 30 (con la pallina finale), è incisa una bellissima spada, simbolo dei moschettieri. La sua apertura è però molto secca: si apre in maniera poco morbida a differenza delle altre mie w.e., forse dovuto al fatto che il cappuccio è in resina più sottile rispetto alle altre. Ricorda l’apertura di una 146 o di una 149 con la filettatura abbastanza corta. In cima il cappuccio non è “flat” ma leggermente convesso, con la classica stella bianca Montblanc a sei punte, in colore avorio, in dimensioni “medie”.
Il fondello, a forma di cono tronco, è della stessa resina marrone, generoso nelle dimensioni, con due anellini dorati, anch’essi finemente lavorati come le strisce longitudinali.
Il pennino, nel mio caso un F, dotato di foro di sfiato circolare, dovrebbe essere lo stesso della 149, quindi di dimensioni generose, in misura credo 9.
Pennino “double tone”, reca una bellissima incisione di un giglio, il “fleur-de-lis”, simbolo nel romanzo più famoso dell’autore.……. Non commentabile, perché lascia senza fiato. E’ un mix tra il bellissimo pennino delle 146/149 e quello di una w.e. finemente lavorato. Semplicemente spettacolare.

Dimensioni 10/10
Con mia somma sorpresa all’apertura della scatola, la stilo appare grande, abbastanza più grande di quello che mi aspettavo leggendo le recensioni in giro, ove ci si meravigliava del contrario.
La base ripeto è una 139, ma credevo assomigliasse ad una 149 più corta, ed invece no. Più leggera di una normale W.E., il peso però alla mano risulta ottimale.
La stilo è da utilizzare sia con che senza cappuccio in quanto “incappucciata” non risulta sbilancata: per me, comunque, non c’è problema: non uso mai la stilo "capped" e alla mia manina risulta eccellente nelle dimensioni, anche molto sfruttabile nell’uso giornaliero, per chi vuole farsi passare lo sfizio.

Prime impressioni d’uso n.c.
Provata a secco, il meccanismo di carica dell’inchiostro (a stantuffo, naturalmente) è morbido e preciso. La capacità d'inchiostro sembra notevole. A differenza di altre volte, appena tornato a casa, ho guardato le boccette d’inchiostro e non ho voluto caricarla. Mi sembrava di violentarla e per adesso non me la sento. Anche perché, riflettendoci, non ha molto senso: a mio parere lo si fa per portarla in giro e di questi tempi, senza giacca, dovrebbe andare in giro in una borsa e dove vivo non è consigliabile. Le mie stilo o vanno nel “taschino del cuore” o stanno a casa, niente vie di mezzo.
Ho provato, quindi e solo per alcuni scarabocchi, il pennino per intinzione: il pennino F è abbastanza morbido, forse troppo e molto diverso da un M: con questo pennino è macroscopica la differenza tra un F e un M classico. Sembra una spada che fende la carta morbidamente, ma con un tratto preciso e sottile. Il flusso, al contrario di altre MB, non è abbondante. E’ il mio secondo F di Montblanc, ma il primo in questa misura così grande.

Voto complessivo 10,0 (media ponderata per il peso dell’estetica)
La A. Dumas è una penna molto particolare. Ad una visione superficiale appare un pò tozza, fuori dei canoni estetici delle altre w.e. E’ il classico oggetto per cui devi soffermarti sui particolari per apprezzarla. Posso fare il paragone con una Rolls, che per tanti motivi, molti non comprerebbero mai, avendone la disponibilità economica.
In sintesi, la differenza con le altre w.e. di recente costruzione, è che la Dumas è eccezionalmente rifinita e curata nei particolari.
Come sempre vi posto solo alcune foto “di servizio” (ecco un modo per offendere un’opera d’arte, non me ne vogliate) cioè utili alla comprensione di questa recensione.
Un cordiale saluto a tutti.
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Recensione: Montblanc W.E. 1996 Alexander Dumas

Messaggio da AeRoberto »

E' l'unica (insieme alla Hemingway) W.E. che mi piace, molto bella e semplice, complimenti (anche se io probabilmente le inchiostrei senza pietà). Tra questa e quella "sbagliata" però io prenderei la seconda :) .
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Recensione: Montblanc W.E. 1996 Alexander Dumas

Messaggio da Seamaster »

Complimenti per l'acquisto e per la tua recensione.Questa la conserverei senza inchiostrarla o aspetterei qualche occasione particolare nella vita per poterla utilizzare.
Col tempo la tentazione nell' utilizzarla diventerà davvero forte,ma se aspetterai il "momento" giusto,te la godrai il doppio!Fidati! ;)
rembrandt54

Recensione: Montblanc W.E. 1996 Alexander Dumas

Messaggio da rembrandt54 »

Complimenti vivissimi !!!! E' una penna che adoro ( dopo la Hemingway !!).
Io la inchiostrerei subito, senza aspettare.
Se comprassi una Ferrari che faresti ? la terresti ferma in garage ? :mrgreen:
gianpi73
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Messaggio da gianpi73 »

Grazie per i complimenti, ma a mio parere vanno solo alla penna e a chi l'ha progettata/costruita/realizzata.
La tanto criticata Mb quasi vent'anni fa realizzò un pezzo veramente eccezionale...e la differenza rispetto alle altre w.e. È davvero netta.
È il fascino che emana a renderla particolare, quella "allure" che manca alle altre.
E' quel senso di nobiltà, nei materiali e nella costruzione, che la rende prima un gioiello e poi una stilografica.


P.s. Difetto: trovo l'avvitamento del tappo troppo netto, corto e secco....con una lieve impressione di fragilità. Le ultime w.e. invece lo hanno morbido e pastoso...Difetto di gioventù?
Per scrivere rapidamente, bisogna avere pensato molto.
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