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Se passi da queste parti, birra pagata per il giovanile 
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Grazie!Ma scherzi a parte,sono tuo coetaneo!Sono proprio io che scrivo male!gandalff ha scritto:Se passi da queste parti, birra pagata per il giovanile
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scossa ha scritto:Daniela, credo che Ottorino si riferisse all'uso del termine ingleseIrishtales ha scritto: Otto io adoro il gardening ....
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"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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Per Pietro.
Mica male.
Lo so, la propria grafia pare brutta.
E' per questo che Daniela spinge sul fatto di pubblicare. Agli altri non fa quell'effetto "di brutto".
Se poi l'ambiente è sereno e non c'e' gara allora funziona. La gara deve essere con se stessi.
Passo a idee e consigli
Lascia perdere il piano inclinato.
Non avrai occasione di usarlo nel mondo reale.
Sempre che non sia cambiata la direzione di studio. Migliorare la grafia o passare a stili formali ?
Un altro consiglio.
Tieni bassi i trattini delle "t", possono servire per fare le legature alla lettera successiva
Mica male.
Lo so, la propria grafia pare brutta.
E' per questo che Daniela spinge sul fatto di pubblicare. Agli altri non fa quell'effetto "di brutto".
Se poi l'ambiente è sereno e non c'e' gara allora funziona. La gara deve essere con se stessi.
Passo a idee e consigli
Lascia perdere il piano inclinato.
Non avrai occasione di usarlo nel mondo reale.
Sempre che non sia cambiata la direzione di studio. Migliorare la grafia o passare a stili formali ?
Un altro consiglio.
Tieni bassi i trattini delle "t", possono servire per fare le legature alla lettera successiva
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Ti ringrazio, è vero in genere la propria grafia sembra sempre peggiore di quello che è in realtà, però qui la sensazione è acuita visti i termini di paragoneOttorino ha scritto:Per Pietro.
Mica male.
Lo so, la propria grafia pare brutta.
E' per questo che Daniela spinge sul fatto di pubblicare. Agli altri non fa quell'effetto "di brutto".
Se poi l'ambiente è sereno e non c'e' gara allora funziona. La gara deve essere con se stessi.

Però è anche vero che certi esempi pubblicati da calligrafi seri stimolano molto ed aiutano a cercare di migliorarsi. Il fatto poi che l'ambiente sia sereno e che persone con una elevata competenza perdano tempo ad esaminare scritti di principianti assoluti e dispensino consigli per migliorare stimola a persistere negli sforzi.
Per quanto concerne il piano inclinato, forse hai ragione, però l'entusiasmo spingePasso a idee e consigli
Lascia perdere il piano inclinato.
Non avrai occasione di usarlo nel mondo reale.
Sempre che non sia cambiata la direzione di studio. Migliorare la grafia o passare a stili formali ?
Un altro consiglio.
Tieni bassi i trattini delle "t", possono servire per fare le legature alla lettera successiva

Per quanto riguarda le t hai ragione, anche nel libro che sto usando sono più basse e il trattino viene usato per legare, ma qui prende il sopravvento l'educazione inculcata. Mi hanno sempre fatto fare le t alte e con il trattino breve e posto in alto quindi devo vincere l'abitudine. Anche se devo dire che quando scrivo molto velocemente il trattino tende ad abbassarsi e a legare le lettere successive, però quando scrivo lentamente la vecchia abitudine torna.
Grazie comunque per i consigli, semplici, centrati ed utilissimi.
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Ti confesso che anche io ho la stessa difficoltà con questi legamenti delle t. Per questo te l' ho detto!!
Disimparare la strada consueta è la parte più dura. E per "strada" intendo il percorso che la mano fa ormai da sola.
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Ottorino ha scritto: La gara deve essere con se stessi.
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E' assolutamente vero, solo quando si prova una scrittura in un certo senso obbligata ci si rende conto di quanto siano radicati certi automatismi. La memoria muscolare è la più dura da vincere. A volte il cervello dice di fare una cosa, ma la mano ne fa un'altraOttorino ha scritto:Ti confesso che anche io ho la stessa difficoltà con questi legamenti delle t. Per questo te l' ho detto!!
Disimparare la strada consueta è la parte più dura. E per "strada" intendo il percorso che la mano fa ormai da sola.
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Non posso che unirmi al coro dei complimenti per il tuo punto zero: le premesse sono molto interessanti.
Per quanto riguarda l'uso di uno scrittoio inclinato ha ragione Ottorino: se hai intenzione solo di migliorare la tua scrittura di tutti i giorni secondo me è meglio continuare ad esercitarti nelle condizioni in cui poi ti troverari a lavorare, quindi sul tavolo.
Se invece ti vorrai dedicare a "operazioni calligrafiche" in senso stretto (e non vedo perchè non dovresti viste le premesse) alllora penso che lo scrittoio sia preticamente indispensabile. Attenzione però: per scrivere bene il piano di scrittura non dovrebbe essere rigido (come un vetro, per esempio) ma dovrebbe avere una certa elasticità, come un piano di legno rivestito con due/tre fogli di carta piuttosto consistente; questo indica che una tavoala luminosa non è il miglior piano di scrittura possibile. Come si fa allora quando il foglio è troppo spesso per lasciar trasparire naturalmente la falsariga? Si ricorre al compromesso:
compromesso 1 = si favorisce la funzionalità del piano di scrittura a detrimento della semplicità e quindi si disegnano a mano sul foglio le linee di scrittura, mano leggerissima (altrimenti si segna il foglio) e, preferenza personale, lapis duro, 2H o 4H (trovo che le mine più morbide, tipo HB, tendano a sfarinare quando ci si passa sopra la mano per scrivere costringendo ad un impegnativo lavoro di gomma pane alla fine).
compromesso 2 = si favorisce la semplicità a detrimento della funzionalità del piano di scrittura e... si usa la tavola luminosa.
Come intuibile è quindi utile averli tutti e due: autocostruiti (come nel mio caso).
Per quanto riguarda l'uso di uno scrittoio inclinato ha ragione Ottorino: se hai intenzione solo di migliorare la tua scrittura di tutti i giorni secondo me è meglio continuare ad esercitarti nelle condizioni in cui poi ti troverari a lavorare, quindi sul tavolo.
Se invece ti vorrai dedicare a "operazioni calligrafiche" in senso stretto (e non vedo perchè non dovresti viste le premesse) alllora penso che lo scrittoio sia preticamente indispensabile. Attenzione però: per scrivere bene il piano di scrittura non dovrebbe essere rigido (come un vetro, per esempio) ma dovrebbe avere una certa elasticità, come un piano di legno rivestito con due/tre fogli di carta piuttosto consistente; questo indica che una tavoala luminosa non è il miglior piano di scrittura possibile. Come si fa allora quando il foglio è troppo spesso per lasciar trasparire naturalmente la falsariga? Si ricorre al compromesso:
compromesso 1 = si favorisce la funzionalità del piano di scrittura a detrimento della semplicità e quindi si disegnano a mano sul foglio le linee di scrittura, mano leggerissima (altrimenti si segna il foglio) e, preferenza personale, lapis duro, 2H o 4H (trovo che le mine più morbide, tipo HB, tendano a sfarinare quando ci si passa sopra la mano per scrivere costringendo ad un impegnativo lavoro di gomma pane alla fine).
compromesso 2 = si favorisce la semplicità a detrimento della funzionalità del piano di scrittura e... si usa la tavola luminosa.
Come intuibile è quindi utile averli tutti e due: autocostruiti (come nel mio caso).
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Ti ringrazio per i complimenti (immeritati).
Per quanto riguarda lo scrittoio, vedrò più avanti. Io sono partito con l'intenzione di migliorare e rendere più armonica la grafia quotidiana, ciò non toglie che se i risultati saranno buoni potrei dedicarmi ad uno studio più serio e formale.... e allora provvederò ad attrezzarmi alla bisogna.
Anche per quanto riguarda lo strumento di scrittura vero e proprio, per ora mi limito a una Lamy joy con pennino da 1.5. Se vorrò, e potrò, continuare allora passerò ai pennini da intinzione (che mi affascinano da morire).
Non è che potresti pubblicare un paio di foto e dare delle misure dei tuoi?
Per quanto riguarda lo scrittoio, vedrò più avanti. Io sono partito con l'intenzione di migliorare e rendere più armonica la grafia quotidiana, ciò non toglie che se i risultati saranno buoni potrei dedicarmi ad uno studio più serio e formale.... e allora provvederò ad attrezzarmi alla bisogna.
Anche per quanto riguarda lo strumento di scrittura vero e proprio, per ora mi limito a una Lamy joy con pennino da 1.5. Se vorrò, e potrò, continuare allora passerò ai pennini da intinzione (che mi affascinano da morire).
Chissà perché leggendo il messaggio lo avevo intuito prima di arrivare a questo puntoCome intuibile è quindi utile averli tutti e due: autocostruiti (come nel mio caso).
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Non è che potresti pubblicare un paio di foto e dare delle misure dei tuoi?
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Fotografie non posso farne per impossibilità tecnica, ma posso far vedere le scansioni di due schizzi: i sistemi che ho usato sono i più semplici che mi sono venuti in mente e la realizzazione pecca un po’ dal punto di vista estetico, ma ti assicuro che funzionano egregiamente.
SCRITTOIO
Per i piani ho usato due spianatoie per pasta in legno, di misura ben superiore al foglio A3.
Li ho uniti su un lato lungo con due cernierine in ottone, di quelle per sportelli fissate con viti, in modo da consentire l’apertura a compasso dei piani.
Per fissare all’inclinazione voluta (per me 15,30 e 45 gradi) ho praticato su ambedue i lati corti, sulle facce interne dei piani, dei fori ciechi (che non sfondano) di 9 mm di diametro corrispondenti tra loro (ad ogni foro sul piano inferiore deve corrispondere un foro sul piano superiore, alla medesima distanza dal lato incernierato) poi, prendendo le misure, ho tagliato due segmenti di tondino in legno di diametro 8 mm che, inseriti nei fori sui due lati, bloccano il piano superiore (di scrittura) all’inclinazione voluta.
Minima manualità, spesa contenuta, risultato funzionale.
TAVOLETTA LUMINOSA
Per questa realizzazione sono stato veramente molto parsimonioso: ho usato infatti, per fare la struttura portante, una cassetta regalo di liquori (o forse erano vini? Boh!) in legno che ho ritrovato in cantina: la misura sembrava fatta a posta, simile a foglio A3.
Tolto il coperchio, ho tagliato la base in obliquo in modo da ottenere un’inclinazione dei lati di circa 15/20 gradi: sul lato lungo di fondo (rimasto di altezza inalterata) ho fissato una lampada neon lineare, facendo vicino un foro per far uscire il cavo di alimentazione. Per rendere più uniforme l’illuminazione ho rivestito l’interno con carta alluminio per alimenti fissandola con del nastro biadesivo-
Ho tagliato a misura esterna della struttura una lastra di vetro sintetico opalino bianco spessore 3mm e l’ho forato (fori a “imbuto” realizzati ripassando il foro necessario al passaggio della vite con una punta più grossa in modo da far sparire nello spessore del vetro la testa della vite stessa) lungo i bordi in modo di poterlo fissare sul bordo della “cassetta” con delle viti bronzate. Fine.
Qui la manualità necessaria è senz’altro maggiore ma il risparmio rispetto al costo di una tavola A3 commerciale è dell’80% e il risultato, se non esteticamente, è funzionalmente soddisfacente.
Queste le mie proposte mirate, ripeto, soprattutto ad una realizzazione casalinga e molto semplice; se, invece, avete intenzione e capacità per osare di più, in rete ci sono esempi molto più gradevoli all’occhio, per esempio questo http://kinart.forumfree.it/?t=31959760
SCRITTOIO
Per i piani ho usato due spianatoie per pasta in legno, di misura ben superiore al foglio A3.
Li ho uniti su un lato lungo con due cernierine in ottone, di quelle per sportelli fissate con viti, in modo da consentire l’apertura a compasso dei piani.
Per fissare all’inclinazione voluta (per me 15,30 e 45 gradi) ho praticato su ambedue i lati corti, sulle facce interne dei piani, dei fori ciechi (che non sfondano) di 9 mm di diametro corrispondenti tra loro (ad ogni foro sul piano inferiore deve corrispondere un foro sul piano superiore, alla medesima distanza dal lato incernierato) poi, prendendo le misure, ho tagliato due segmenti di tondino in legno di diametro 8 mm che, inseriti nei fori sui due lati, bloccano il piano superiore (di scrittura) all’inclinazione voluta.
Minima manualità, spesa contenuta, risultato funzionale.
TAVOLETTA LUMINOSA
Per questa realizzazione sono stato veramente molto parsimonioso: ho usato infatti, per fare la struttura portante, una cassetta regalo di liquori (o forse erano vini? Boh!) in legno che ho ritrovato in cantina: la misura sembrava fatta a posta, simile a foglio A3.
Tolto il coperchio, ho tagliato la base in obliquo in modo da ottenere un’inclinazione dei lati di circa 15/20 gradi: sul lato lungo di fondo (rimasto di altezza inalterata) ho fissato una lampada neon lineare, facendo vicino un foro per far uscire il cavo di alimentazione. Per rendere più uniforme l’illuminazione ho rivestito l’interno con carta alluminio per alimenti fissandola con del nastro biadesivo-
Ho tagliato a misura esterna della struttura una lastra di vetro sintetico opalino bianco spessore 3mm e l’ho forato (fori a “imbuto” realizzati ripassando il foro necessario al passaggio della vite con una punta più grossa in modo da far sparire nello spessore del vetro la testa della vite stessa) lungo i bordi in modo di poterlo fissare sul bordo della “cassetta” con delle viti bronzate. Fine.
Qui la manualità necessaria è senz’altro maggiore ma il risparmio rispetto al costo di una tavola A3 commerciale è dell’80% e il risultato, se non esteticamente, è funzionalmente soddisfacente.
Queste le mie proposte mirate, ripeto, soprattutto ad una realizzazione casalinga e molto semplice; se, invece, avete intenzione e capacità per osare di più, in rete ci sono esempi molto più gradevoli all’occhio, per esempio questo http://kinart.forumfree.it/?t=31959760
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Grazie mille!!!
Utilissimi se passerò allo studio formale di uno stile.
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Grazie alla cortesia di Daniela che mi ha inviato due campioni ho potuto provare un inchiostro ferrogallico.
Il primo colore che ho provato è il Nero.
Un colore che non è abitualmente nelle mie corde ma che in questa versione mi ha decisamente stupito.
Appena arrivati i campioni mi sono precipitato a recuperare una cannuccia e dei pennini..... e sono iniziati i disastri
La prima lettera che ho tracciato era una A.... nella mia mente, nella realtà è risultata una macchia informe sulla carta.... è iniziato, quindi, un calvario di impuntamenti, grattate e laghi di inchiostro che mi irridevano dal foglio. Ma io con un atteggiamento da "muro non ti temo" ho continuato testardamente ad andare avanti. Alla fine qualche parvenza di lettera sono riuscito a tracciarla. Ecco i patetici risultati Che dire, usare il pennino da intinzione è dannatamente difficile, però è assolutamente gratificante la sensazione di imersione nella scrittura che si prova.
Per quanto riguarda l'inchiostro devo dire che è di un nero quasi intimidante, una tonalità così decisa la ho vista solo nel cielo senza luna di una notte in barca in mezzo all'Atlantico.... di qui il nome che ho dato all'inchiostro: Atlantic Night on a Sailing Boat
Che dire, un pubblico grazie a Daniela, e giorni di sudore su un foglio bianco per me. Mi sembra di essere tornato alle elementari con le prime esperienze stilografiche e con le dita macchiate
Il primo colore che ho provato è il Nero.
Un colore che non è abitualmente nelle mie corde ma che in questa versione mi ha decisamente stupito.
Appena arrivati i campioni mi sono precipitato a recuperare una cannuccia e dei pennini..... e sono iniziati i disastri
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La prima lettera che ho tracciato era una A.... nella mia mente, nella realtà è risultata una macchia informe sulla carta.... è iniziato, quindi, un calvario di impuntamenti, grattate e laghi di inchiostro che mi irridevano dal foglio. Ma io con un atteggiamento da "muro non ti temo" ho continuato testardamente ad andare avanti. Alla fine qualche parvenza di lettera sono riuscito a tracciarla. Ecco i patetici risultati Che dire, usare il pennino da intinzione è dannatamente difficile, però è assolutamente gratificante la sensazione di imersione nella scrittura che si prova.
Per quanto riguarda l'inchiostro devo dire che è di un nero quasi intimidante, una tonalità così decisa la ho vista solo nel cielo senza luna di una notte in barca in mezzo all'Atlantico.... di qui il nome che ho dato all'inchiostro: Atlantic Night on a Sailing Boat
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Che dire, un pubblico grazie a Daniela, e giorni di sudore su un foglio bianco per me. Mi sembra di essere tornato alle elementari con le prime esperienze stilografiche e con le dita macchiate
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Favoloso!
Se questo è solo l'inizio, ci metterai ben poco a scrivere una cancelleresca perfetta! Del resto si intuiva dalla tua grafia “normale”, quotidiana, affatto spigolosa, che la fluidità del gesto era un dato acquisito e adesso si tratta solo di imparare la forma, non tanto con la mano, ma con la mente, in modo da rendere familiari i caratteri dell'uno o dell'altro stile, poi vedrai che la mano seguirà docilmente gli input della materia grigia.
Infatti al di là delle proporzioni, dell'inclinazione, che sono le prime cose che saltano all'occhio e su cui c'è naturalmente da lavorare, sono i tratti essenziali che sono già stati conquistati, e sono però gli obiettivi forse più ostici da raggiungere, almeno per la mia esperienza. Disegni già una ottima “a” perché hai già “capito” come funziona la forma chiave della cancelleresca. Si vede anche dalla “g” e dalle “o” e anche le “r” sono già perfette. Il pennino è tenuto giusto a 45° rispetto alle linee del foglio, insomma in modo ottimale, e la curvatura della “p” maiuscola e della “i” iniziale confermano se ce ne fosse bisogno, ciò che dicevo all'inizio. La mano c'è e come quando si impara a guidare, affrontare le curve nel modo giusto e con scioltezza significa che il pilota promette bene
Naturale che ci sia ancora da lavorare sulle proporzioni e da esercitarsi per rendere tutto più sciolto e uniforme, ma sono cose che si imparano in fretta e per raggiungere le quali basta solo l'esercizio.
Molto felice che l'Atlantic night on a Sailing Boat sia di tuo gradimento! Aspetto un nome anche per il rosato!!!
Ah, vedrai che con i pennini in rame la cancelleresca sarà un'altra cosa!
Ps: la coltivazione delle margherite.... può attendere!!!
Se questo è solo l'inizio, ci metterai ben poco a scrivere una cancelleresca perfetta! Del resto si intuiva dalla tua grafia “normale”, quotidiana, affatto spigolosa, che la fluidità del gesto era un dato acquisito e adesso si tratta solo di imparare la forma, non tanto con la mano, ma con la mente, in modo da rendere familiari i caratteri dell'uno o dell'altro stile, poi vedrai che la mano seguirà docilmente gli input della materia grigia.
Infatti al di là delle proporzioni, dell'inclinazione, che sono le prime cose che saltano all'occhio e su cui c'è naturalmente da lavorare, sono i tratti essenziali che sono già stati conquistati, e sono però gli obiettivi forse più ostici da raggiungere, almeno per la mia esperienza. Disegni già una ottima “a” perché hai già “capito” come funziona la forma chiave della cancelleresca. Si vede anche dalla “g” e dalle “o” e anche le “r” sono già perfette. Il pennino è tenuto giusto a 45° rispetto alle linee del foglio, insomma in modo ottimale, e la curvatura della “p” maiuscola e della “i” iniziale confermano se ce ne fosse bisogno, ciò che dicevo all'inizio. La mano c'è e come quando si impara a guidare, affrontare le curve nel modo giusto e con scioltezza significa che il pilota promette bene
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Naturale che ci sia ancora da lavorare sulle proporzioni e da esercitarsi per rendere tutto più sciolto e uniforme, ma sono cose che si imparano in fretta e per raggiungere le quali basta solo l'esercizio.
Molto felice che l'Atlantic night on a Sailing Boat sia di tuo gradimento! Aspetto un nome anche per il rosato!!!
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Ah, vedrai che con i pennini in rame la cancelleresca sarà un'altra cosa!
Ps: la coltivazione delle margherite.... può attendere!!!
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"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Ti ringrazio dell'immeritato apprezzamento, purtroppo le proporzioni e la costanza della dimensione sono veramente difficili da ottenere.
Devo iniziare ad usare la falsariga per lo stile cancelleresco, ma meglio sarebbe poter utilizzare un quaderno con le righe adatte.... che tu sappia qualcuno produce quaderni rigati per cancelleresca?
Comunque, compatibilmente con il tempo libero a disposizione, mi eserciterò, mi eserciterò e mi eserciterò.
Per il nome del rosato, attendo di usarlo e di vedere che sensazioni mi comunica. In fin dei conti non siamo noi a decidere, sono le cose che ci parlano.
E per quanto riguarda le margherite, io le bustine di semi, comunque, le ho prese e messe da parte
Devo iniziare ad usare la falsariga per lo stile cancelleresco, ma meglio sarebbe poter utilizzare un quaderno con le righe adatte.... che tu sappia qualcuno produce quaderni rigati per cancelleresca?
Comunque, compatibilmente con il tempo libero a disposizione, mi eserciterò, mi eserciterò e mi eserciterò.
Per il nome del rosato, attendo di usarlo e di vedere che sensazioni mi comunica. In fin dei conti non siamo noi a decidere, sono le cose che ci parlano.
E per quanto riguarda le margherite, io le bustine di semi, comunque, le ho prese e messe da parte

Su ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere - L. Wittgenstein
Pietro
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