Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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mai dire mai (corsivo inglese)
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mai dire mai (corsivo inglese)
Il corsivo inglese è uno stile che non mi ha mai attratto troppo, a me i fronzoli non sono mai piaciuti. Però, mi sono detto, almeno una prova bisogna farla, se non altro per testare alcuni pennini da intinzione che posseggo praticamente intonsi. Per farla breve, ho rotto gli indugi e mi sono cimentato nella nuova, per me, calligrafia. Dopo aver provato un poco di lettere minuscole, ho provato a scrivere qualcosa di pù lungo tanto per vedere come riusciva. Il risultato è certamente migliorabile, però ho scoperto una potenzialità calligrafica in più. L'inchiostro è il mio ferrogallico Palatino, il pennino un Elettra n.8, piuttosto rigido, ma al tempo stesso abbastanza flessibile per produrre un tratto decentemente variabile. La cosa che mi è piaciuta di più è stato il ripercorrere le lezioni di scrittura delle elementari, ritrovare un gesto infantile e al tempo stesso migliorare un gesto invecchiato nella necessità di scrivere veloce e stringato. Il quaderno è un monocromo 100 formato A4. Il riferimento è stato un vecchio manuale di calligrafia di Carol Fiorile.
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Bello.
Sento addosso delle grandi sensazioni di maestra elementare, grembiulini, cestini della merenda, cartelle, pallottoliere e anni 60/70.
Grazie !!
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C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Inclinazione e ascendenti\discenenti mi sembrano molto buoni, anche se un poco da perfezionare (credo siano le due caratteristiche più difficili da controllare nel corsivo) ma è di certo una bella sfida: quanto ad eleganza, non riesco ad immaginare nessuna grafia comparabile ad un corsivo senza troppe fioriture. Non conosco il testo di Karol Fiorile, ma ne ho un paio di eccezionali (recensiti nella bibliografia della Sezione) e devo dire che di regole il Copperplate ne ha molte e ben precise, non è facile insomma ottenere buoni risultati in poco tempo. Non lo è nemmeno con quei pennini, che conosco bene (li utilizzo per disegnare, non c'è penna al mondo che riesca a tracciare linee più sottili!) che non hanno serbatoio e sono piuttosto rigidi.
Una curiosità, sull'origine del testo piuttosto enigmatico e poetico.
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Daniela
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Il brano è tratto da una poesia di P. P. Pasolini "Le belle bandiere". Il titolo esatto del libro di riferimento è: "Fare Calligrafia - giocare con carta e inchiostro" di Carol Fiorile. Grazie ad entrambe.
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Prosegue il mio cimento con il corsivo inglese, il progresso è incerto e le lettere maiuscole sono un incubo, però mi diverto molto e vorrei condividere questo piccolo esercizio di "calligrafia quotidiana", ossia il corsivo applicato ad un comune quaderno scolastico. Inchiostro ferrogallico e pennino diritto rigido, da qui il tratto piuttosto tremolante perchè non si può fare a meno di raschiare sulla carta, con conseguente episodico impastamento del pennino e ingrossamento del tratto. L'unica soluzione è andare leggerissimi, ciononostante quando si ripassa su un tratto ancora umido, come nel caso dell'incrocio nella "L" e simili, il pennino tende ad impastare.
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Come è orientato il quaderno rispetto al bordo dello scrittoio\scrivania, durante la scrittura?
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Daniela
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Il foglio o il quaderno lo tengo sempre molto inclinato, credo sia intorno ai 45°, è un "vizio" che comunque mi porto dietro dalle scuole medie, anche allora scrivevo con il quaderno inclinato perchè mi sembrava di andare più veloce.
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Il corsivo si scrive infatti con il foglio inclinato. La posizione è assolutamente corretta. Su molti dei manuali consultabili sul sito IAMPETH ad esempio, si mostra la giusta postura ed è proprio quella che prevede di tenere il foglio, o il quaderno, inclinato. Tuttavia, nemmeno con quella inclinazione si riesce ad utilizzare un pennino canonico installato su un portapennino diritto, perché l'asse di scrittura del gruppo pennino-portapennino è diverso rispetto all'asse dello scritto. L'angolo generato da tale differenza può essere annullato o ridotto sensibilmente, grazie all'utilizzo di pennino o portapennini a gomito. Trovo molto scomodo per il copperplate il gruppo-scrittura diritto, perché obbliga a compromessi penalizzanti. Sono penalizzanti per la scrittura, se si tiene il foglio un po' inclinato ma non troppo, come in questo caso, in modo che sia comodo scrivere vedendo bene ciò che si sta facendo, ma obbligando il pennino a scrivere con un asse differente rispetto al proprio, a discapito della scorrevolezza e della corretta esecuzione delle variazioni di spessore delle linee che nel corsivo hanno un andamento tipico molto preciso; oppure è penalizzante per chi scrive, perché per poter scrivere con l'asse del pennino in linea con l'inclinazione dello scritto, si dovrebbe tenere il foglio quasi perpendicolare alla linea della scrivania, perdendo la corretta visione di ciò che viene scritto. Posso solo consigliare a chi si affaccia al corsivo i pennini o i portapennini a gomito, perchè anche il pennino più rigido nelle condizioni di scrittura corrette, non solo non gratta ma permette di sfruttare la sua flessibilità appieno.
In effetti il pennino utilizzato, se come penso si tratta dell'Elettra numero 8 in acciaio, non è il massimo della flessibilità, ma in compenso la sua rigidezza permette alle linee sottili di essere davvero molto molto sottili, cosa che nel corsivo è un punto di forza notevolissimo che nessun pennino stilografico riesce ad eguagliare a meno di non inserire su una stilo, proprio un pennino da intinzione. Ogni pennino è vocato per una particolare dimensione dello scritto, quando si vuol mantenere una bella proporzione fra l'altezza dei caratteri e le linee spesse del tratto, peculiarità del corsivo che lo rende cosi charmante. Gli Elettra n.8 sono indicati per un'altezza medio piccola del testo scritto, come quella eseguita, mentre i Mitchell che sono più flessibili ma hanno un tratto sottile più marcato rispetto a quello ottenibile con gli Elettra, possono essere usati per scrivere un testo di altezza maggiore.
Alcuni venditori suggeriscono accanto al pennino, l'altezza del testo più appropriata per quel tipo di strumento. Ho trovato questa indicazione utilissima per chi come me non ha provato che pochi pointed nibs, e può così meglio orientarsi nella scelta.
Bella prova, in ogni caso, nonostante le difficoltà da affrontare nell'utilizzo di un gruppo scrittura\inclianzione del supporto, come quelli descritti.
In effetti il pennino utilizzato, se come penso si tratta dell'Elettra numero 8 in acciaio, non è il massimo della flessibilità, ma in compenso la sua rigidezza permette alle linee sottili di essere davvero molto molto sottili, cosa che nel corsivo è un punto di forza notevolissimo che nessun pennino stilografico riesce ad eguagliare a meno di non inserire su una stilo, proprio un pennino da intinzione. Ogni pennino è vocato per una particolare dimensione dello scritto, quando si vuol mantenere una bella proporzione fra l'altezza dei caratteri e le linee spesse del tratto, peculiarità del corsivo che lo rende cosi charmante. Gli Elettra n.8 sono indicati per un'altezza medio piccola del testo scritto, come quella eseguita, mentre i Mitchell che sono più flessibili ma hanno un tratto sottile più marcato rispetto a quello ottenibile con gli Elettra, possono essere usati per scrivere un testo di altezza maggiore.
Alcuni venditori suggeriscono accanto al pennino, l'altezza del testo più appropriata per quel tipo di strumento. Ho trovato questa indicazione utilissima per chi come me non ha provato che pochi pointed nibs, e può così meglio orientarsi nella scelta.
Bella prova, in ogni caso, nonostante le difficoltà da affrontare nell'utilizzo di un gruppo scrittura\inclianzione del supporto, come quelli descritti.
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Confermo, il pennino che ho utilizzato finora è l'Elettra 8, veramente molto preciso anche se è un vero e proprio chiodo. Però ho provato anche il Rose, che è molto più flessibile, come nell'esempio allegato, diciamo che a questo stadio preferisco grattare molto e avere un riferimento netto sulla carta, non sono pronto per gli svolazzi. Riguardo l'inclinazione, non so se ho capito bene quel che hai scritto, ma mi pare che ci sia qualche problema nell'adeguare il pennino all'inclinazione della scrittura. Forse potrebbe essere utile all'inizio il tracciare linee parallele, come i famosi bastoncini delle elementari, ma inclinati ad angolo copperplate, e tracciarli tutti uguali dall'alto verso il basso, in questo modo si comincia ad avere un controllo su quanto inclinare il foglio e come maneggiare il pennino. Poi inizierei a fare una lunga serie di "L". Io ora sono alle prese con la parola "gli", che se scritta a caratteri grandi mi mette veramente in crisi. Non ho mai usato il pennino inclinato ma l'idea non mi attrae troppo perchè nell'ottica di usare il corsivo anche nella quotidianità, vorrei rimanere nell'ambito di attrezzi di scrittura normali. Per le maiuscole l'incubo continua...
ps
nella foto è illustrato il pennino a "torretta", che produce un tratto extrafine.
ps
nella foto è illustrato il pennino a "torretta", che produce un tratto extrafine.
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Nelle falsarighe per il Roundhand infatti ci sono anche i riferimenti verticali.
Le linee sono inclinate di 55° rispetto all'asse orizzontale dello scritto (la linea su cui si scrive).
Perciò scrivere mantenendo il pennino con quella stessa inclinazione è quanto meno complicato.
Le linee sono inclinate di 55° rispetto all'asse orizzontale dello scritto (la linea su cui si scrive).
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A parte l'angolo di 55, non sto certo con il goniometro a misurare quanto sono inclinate le lettere, io cerco di partire con una certa inclinazione con la prima e tutto resto fa riferimento a quella. Però mi viene un dubbio, trovi il mio modo di inclinare le lettere sbagliato?
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Sono globalmente bene allineate, ma una guida sotto il foglio non guasta mai, magari con le sole linee inclinate a 55° senza quelle orizzontali, visto che utilizzi già un quaderno a righe. Nei vecchi manuali di calligrafia come il famoso Metodo Cobianchi, ci sono proprio le pagine per gli esercizi con le falsarighe complete per il Copperplate. Tempo fa mi sono aggiudicata in un'asta online, giusto il quaderno n.4 del corsivo, con l'intenzione di digitalizzarlo e inserirlo nella nostra Libreria Condivisa. Appena possibile lo inserirò sul Wiki in modo che possa magari tornare utile a chi desidera imparare a scrivere in corsivo, anche solo per trarne uno spunto.
Non so se, a tal proposito, chi si interessa del Round Hand, almeno quello canonico, si sia ancora avventurato fra le splendide schede del prof. La Creta. Uno dei corsivi più belli che abbia mai visto (pagine da qui a seguire):
http://www.fountainpen.it/index.php?tit ... jvu&page=3
Non so se, a tal proposito, chi si interessa del Round Hand, almeno quello canonico, si sia ancora avventurato fra le splendide schede del prof. La Creta. Uno dei corsivi più belli che abbia mai visto (pagine da qui a seguire):
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il "globalmente ben allineato"mi basta
con il tempo spero di migliorare anche senza guide, che proprio non riesco a sopportare.

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Per spiegare meglio cosa intendevo prima, circa l'allineamento del pennino rispetto all'orientamento (o meglio all'asse dell'orientamento) dello scritto:
un pennino che scrive secondo un asse che che si discosta dal suo asse geometrico di un angolo non trascurabile, tende a manifestare problemi dovuti alla differente pressione esercitata sui due rebbi. La linea tracciata è discontinua, la punta tende a graffiare la carta, inoltre per quanto riguarda il Round Hand, si manifesta la non ortodossa variazione di tratto che si nota nella seconda "a", con il tratto spesso della "pancia" della lettera (la parte sinistra, insomma) che si produce in modo irregolare. Ho enfatizzato un po' il problema per rendere l'idea più chiaramente.
Falsarighe, pennini, portapennini, etc...tutto è relativo a ciò che si vuole ottenere, naturalmente se il fine è imparare un corsivo personale e veloce da scrivere che funga da grafia adatta ad un utilizzo quotidiano, non c'è bisogno di tanta accortezza come se si desidera imparare alla perfezione uno stile calligrafico. Nessuno degli obiettivi che ci si prefigge è sbagliato o ha meno dignità o diritto di esistere, ci sono solo più o meno ferree regole (e facilitazioni accessorie) da seguire
un pennino che scrive secondo un asse che che si discosta dal suo asse geometrico di un angolo non trascurabile, tende a manifestare problemi dovuti alla differente pressione esercitata sui due rebbi. La linea tracciata è discontinua, la punta tende a graffiare la carta, inoltre per quanto riguarda il Round Hand, si manifesta la non ortodossa variazione di tratto che si nota nella seconda "a", con il tratto spesso della "pancia" della lettera (la parte sinistra, insomma) che si produce in modo irregolare. Ho enfatizzato un po' il problema per rendere l'idea più chiaramente.
Falsarighe, pennini, portapennini, etc...tutto è relativo a ciò che si vuole ottenere, naturalmente se il fine è imparare un corsivo personale e veloce da scrivere che funga da grafia adatta ad un utilizzo quotidiano, non c'è bisogno di tanta accortezza come se si desidera imparare alla perfezione uno stile calligrafico. Nessuno degli obiettivi che ci si prefigge è sbagliato o ha meno dignità o diritto di esistere, ci sono solo più o meno ferree regole (e facilitazioni accessorie) da seguire

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Capisco le ragioni, ma almeno per me vale il "comandamento" di essere un autodidatta, quindi non arriverò mai alla perfezione che potrei avere avendo un maestro. Ovviamente questo non deve far desistere di sforzarsi a far sempre meglio. Le ragioni del pennino che lavora con una inclinazione piuttosto che con un'altra, sono sicuramente da valutare, ma bisogna anche considerare che i miei riferimenti restano gli esempi pratici forniti dalle scritture quotidiane dei nostri avi, che comunque non usavano un pennino angolare per scrivere una cartolina o tenere i conti sul libro mastro. Se invece lo scopo è anche decorativo, oltre che calligrafico, allora posso capire l'uso di tutti i mezzi possibili per raggiungere l'obiettivo. Tuttavia il pennino usato secondo il suo asse sicuramente ha una sua ragione nel "tirare" ma quando si spinge bisogna fare anche più attenzione, in specie sulle lettere lunghe. Il pennino aiuta molto, questo qua del video dovrebbe essere simile ad uno che ho visto della Brause.