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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
Simone:
Cosa centrano le statistiche utenti? Mi sembra un commento un po sarcastico il tuo. Beh si, immagino che non sia semplice spiegare un due parole un argomento cosi' vasto.
Allora ti faccio una domanda molto più diretta:
mi pare che tu abbia detto, qualche tempo fa, che non ti piacciono certe "riedizioni" moderne di alcune penne famose dei tempi passati. A questo riguardo hai detto che la M200 è di fatto una riedizione delle vecchie M120 e M140 e tra l' altro non scrive altrettanto bene. A questo proposito hai detto che una vintage M140, scrive meglio della M200 e costa meno. Da soddisfatto possessore della M205, un po mi dispiace leggere un commento del genere anche perchè non ho mai avuto in mano una M140. Considera comunque che io sono un "ragazzino" e se avessi avuto in mano penne vintage, non sarei qui a fare certe domande probabilmente
Ho l' impressione di scrivere spesso cose fuori luogo, mi richiami sempre ahahah...
Cosa centrano le statistiche utenti? Mi sembra un commento un po sarcastico il tuo. Beh si, immagino che non sia semplice spiegare un due parole un argomento cosi' vasto.
Allora ti faccio una domanda molto più diretta:
mi pare che tu abbia detto, qualche tempo fa, che non ti piacciono certe "riedizioni" moderne di alcune penne famose dei tempi passati. A questo riguardo hai detto che la M200 è di fatto una riedizione delle vecchie M120 e M140 e tra l' altro non scrive altrettanto bene. A questo proposito hai detto che una vintage M140, scrive meglio della M200 e costa meno. Da soddisfatto possessore della M205, un po mi dispiace leggere un commento del genere anche perchè non ho mai avuto in mano una M140. Considera comunque che io sono un "ragazzino" e se avessi avuto in mano penne vintage, non sarei qui a fare certe domande probabilmente
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E' appunto questo il problema, l'argomento è enorme e non puoi pensare che si possa trattare con un riassuntino. Ci sono migliaia di penne antiche e migliaia di penne moderne, come fai a fare un riassuntino che possa applicarsi allo stesso modo che so, al confronto fra una Waterman 12 del 1904 a contagocce ed una Pelikan M1000 di oggi a stantuffo, e a quello fra la stessa M1000 con la 400 degli anni 50. Le varianti sono infinite, come ti dimostrano le quasi 1000 pagine del wiki. Comunque non volevo essere sarcastico, solo un poco ironico, ma i mezzi elettronici non sono sempre efficaci nel trasmettere le intenzioni.raffaele90 ha scritto:Simone:
Cosa centrano le statistiche utenti? Mi sembra un commento un po sarcastico il tuo. Beh si, immagino che non sia semplice spiegare un due parole un argomento cosi' vasto.
raffaele90 ha scritto:Allora ti faccio una domanda molto più diretta:
mi pare che tu abbia detto, qualche tempo fa, che non ti piacciono certe "riedizioni" moderne di alcune penne famose dei tempi passati. A questo riguardo hai detto che la M200 è di fatto una riedizione delle vecchie M120 e M140 e tra l' altro non scrive altrettanto bene. A questo proposito hai detto che una vintage M140, scrive meglio della M200 e costa meno. Da soddisfatto possessore della M205, un po mi dispiace leggere un commento del genere anche perchè non ho mai avuto in mano una M140.
Ecco, in questo modo la domanda ha un senso. Comunque se ricordo bene, ma dato che la demenza senile incombe non è scontato, quello che ho sempre detto non è tanto che non mi piacciono le riedizioni moderne dei modelli passati (almeno fin tanto che sono fedeli agli originali, se non son brutti quelli non son brutte neanche le riedizioni) ma che se devo comprarmi una riedizione preferisco di gran lunga comprarmi l'originale, talvolta si risparmia anche, e quando non si risparmia, comunque è l'originale, non la riedizione. Un altro discorso vale invece per le storpiature che in genere non mi piacciono proprio, che è il motivo per cui non digerisco le Mqualcosa attuali della Pelikan (con qualcosa >- 400), deturpate rispetto agli originali da inutili anellini metallici aggiunti a sproposito qua e la. Almeno la M400 degli anni '90 era sostanzialmente identica a quella degli anni '50.
Comunque la M200 non è la riedizione né della 120 né della 140 (non esistono M120 e M140, per quanto ne so) e lo stesso dicasi per la M150. son diverse nelle forme, la 120 e la 140 sono molto più affusolate. E si una 140 si trova a prezzi più bassi di una M200 (io ne ho comprate 2 a Trieste per meno di 100 euro). entrambe hanno il pennino in oro, una via di mezzo fra flessibile ed il molleggiato, e sono nettamente più scorrevoli di qualunque altra Pelikan di fascia bassa mi sia capitato di provare (che comunque son poche, quindi la statistica è poco significativa). Ma senza prendere in mano una 140 e provarla si può dire poco perché quelli che per me sono pregi, la flessibilità e la morbidezza del pennino, per alti posson esser difetti.
Simone
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Ciao Simone. Grazie per la risposta!
Tranquillo, non mi sono offeso. A volte dai forse l' impressione di essere un po "brutale" con i tuoi commenti E' anche vero però che non sempre si riesce ad intravedere il carattere o le intenzioni di una persona dietro ad un monitor. Di solito ci riesco ma non con tutti. Ecco perchè sui forum hanno inserito le emoticon, usale ogni tanto ahahah
Ho chiesto un "riassuntino" perchè credevo che le vintage avessero comunque delle caratteristiche peculiari. Da quello che leggo in giro però, sembrerebbe il contrario; ovvero le vintage si trovavano con ampie varietà di sistemi di caricamenti, pennini flessibili, rigidi e semirigidi e materiali diversissimi tra loro. Mi pare invece di aver capito che nelle moderne si sia persa questa variabilità e ora ci siano modelli costruiti per la maggior parte in resine plastiche e metalli, con pennini per lo più rigidi.
Bene, è proprio questo il problema. Possiedo solo penne moderne. Pennini rigidi o al massimo semirigidi. Non ho mai avuto in mano una vera vintage, solo una OMAS milord extrafine che aveva un pennino 14k, flusso incredibile rispetto alle mie e pennino direi flessibile. Sembrava di scrivere con un pennello anche se purtroppo l' usura della punta si sentiva eccome. Ho provato ad aggiustarla migliorando leggermente la situazione ma senza risolvere del tutto il problema.
A me piacerebbe molto scrivere con un M, flusso abbondante e pennino flessibile. Mi piace il "molleggiamento" di cui parli, su alcune penne attuali è praticamente inesistente; a volte sembra di scrivere con un unghia.
Ti invidio molto per essere riuscito a portarti a casa due 140 con meno di 100 euro; addirittura pennino in oro?? Io abito in un paese dimenticato da dio, mi sa che un giorno commissionerò uno di voi per andare a prendermene una
Per quanto riguarda le vintage, purtroppo, non saprei neppure da dove iniziare. Mi piacerebbe averne una, magari non una Pelikan dato che ne ho già due.
La M400 che hai citato mi piace molto. La prima edizione è del 1953. Purtroppo girovagando su ebay ho trovato solo riedizioni di cui so poco o nulla. Non so se queste riedizioni hanno mantenuto la caratteristiche originali del pennino. Mi pare che il pennino della M400 fosse abbastanza flessibile.
Per la demenza senile, non preoccuparti. Se si tiene il cervello in allenamento non ci si rinc.... Io non sto, purtroppo, facendo nulla da due anni e già mi sto rinc... La nostra Montalcini, a 100 anni, era ancora in laboratorio a fare ricerca, quindi possiamo stare tranquilli
Tranquillo, non mi sono offeso. A volte dai forse l' impressione di essere un po "brutale" con i tuoi commenti E' anche vero però che non sempre si riesce ad intravedere il carattere o le intenzioni di una persona dietro ad un monitor. Di solito ci riesco ma non con tutti. Ecco perchè sui forum hanno inserito le emoticon, usale ogni tanto ahahah
Ho chiesto un "riassuntino" perchè credevo che le vintage avessero comunque delle caratteristiche peculiari. Da quello che leggo in giro però, sembrerebbe il contrario; ovvero le vintage si trovavano con ampie varietà di sistemi di caricamenti, pennini flessibili, rigidi e semirigidi e materiali diversissimi tra loro. Mi pare invece di aver capito che nelle moderne si sia persa questa variabilità e ora ci siano modelli costruiti per la maggior parte in resine plastiche e metalli, con pennini per lo più rigidi.
Bene, è proprio questo il problema. Possiedo solo penne moderne. Pennini rigidi o al massimo semirigidi. Non ho mai avuto in mano una vera vintage, solo una OMAS milord extrafine che aveva un pennino 14k, flusso incredibile rispetto alle mie e pennino direi flessibile. Sembrava di scrivere con un pennello anche se purtroppo l' usura della punta si sentiva eccome. Ho provato ad aggiustarla migliorando leggermente la situazione ma senza risolvere del tutto il problema.
A me piacerebbe molto scrivere con un M, flusso abbondante e pennino flessibile. Mi piace il "molleggiamento" di cui parli, su alcune penne attuali è praticamente inesistente; a volte sembra di scrivere con un unghia.
Ti invidio molto per essere riuscito a portarti a casa due 140 con meno di 100 euro; addirittura pennino in oro?? Io abito in un paese dimenticato da dio, mi sa che un giorno commissionerò uno di voi per andare a prendermene una
Per quanto riguarda le vintage, purtroppo, non saprei neppure da dove iniziare. Mi piacerebbe averne una, magari non una Pelikan dato che ne ho già due.
La M400 che hai citato mi piace molto. La prima edizione è del 1953. Purtroppo girovagando su ebay ho trovato solo riedizioni di cui so poco o nulla. Non so se queste riedizioni hanno mantenuto la caratteristiche originali del pennino. Mi pare che il pennino della M400 fosse abbastanza flessibile.
Per la demenza senile, non preoccuparti. Se si tiene il cervello in allenamento non ci si rinc.... Io non sto, purtroppo, facendo nulla da due anni e già mi sto rinc... La nostra Montalcini, a 100 anni, era ancora in laboratorio a fare ricerca, quindi possiamo stare tranquilli
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Secondo me è tutto soggettivo.....intendo la sensazione che una penna ti da ; per me può essere piacevole il legno e per altri fastidioso...diciamo che è bello poter avere a disposizione un'ampia scelta ed è sicuramente utile provare tante penne differenti tra loro
- A Casirati
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Concordo al 100%!!!!rembrandt54 ha scritto:Secondo me è tutto soggettivo.....intendo la sensazione che una penna ti da ; per me può essere piacevole il legno e per altri fastidioso...diciamo che è bello poter avere a disposizione un'ampia scelta ed è sicuramente utile provare tante penne differenti tra loro
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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- piccardi
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Mai!raffaele90 ha scritto:Ecco perchè sui forum hanno inserito le emoticon, usale ogni tanto ahahah
Sono un talebano anti-emoticon, se devo scrivere scrivo in italiano, magari sgrammaticato, magari con errori di battitura, ma normale, senza combinazioni astruse di punteggiature e parentesi che se le avessi scritte su un tema a scuola mi avrebbero dato un bel 4. Uso internet da più di 20 anni, da prima che nascesse il "web" e non le ho mai usate, non credo proprio che inizierò ora. L'italiano basta e avanza ci vuole solo più tempo, tempo che talvolta non è disponibile per cui si può risultare brutali; è lo scotto di rispettare le proprie fissazioni.
Simone
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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
OT: Secondo me su questo forum sono piû le risposte ad essere rigide che i pennini. /OT
Le vintage per assurdo danno quel senso di novità alle stilografiche: pennini flessibili, materiali oggi ricercati e portano con sé anche il sudore di persone che facevano della propria passione artigianale un modello di vita; oggi invece è tutto business, digitale, si corre sempre e le macchine prendono il posto delle persone. Detto questo, il mio punto di vista è che sono le nostre esigenze che regolano tutto: io sono uno studente universitario, la giornata tipo è composta di circa 6-8 ore a prendere appunti all'impazzata, e qui le vintage non servono a niente: scrivono con carattere,sono belle, ma sono fragili (e la sensazione di fragilità è psicologica, data dalla rarità dei pezzi di ricambio che eventualmente servirebbero, e non dall'effettiva qualità costruttiva), nonché un pennino flessibile è scomodo e scarsamente gestibile in scritture molto rapide: benvengano i chiodi super scorrevoli che evitano il crampo dello scrittore. Se invece la mia esigenza di scrittura è in calma e tranquillità, o il massimo di scrittura prevede la sola firma, allora solo le moderne BB stub a mio avviso hanno qualcosa da ridire sulle vintage, che vincono in questo ambito su tutto ció che è richiesto: espressività, un pò di introspezione e sensazioni diverse dal solito tram tram.
Troppo lungo;non leggo: le vintage e le moderne di uguale hanno solo il fatto che sono penne caricate con inchiostro, ma si applicano su due campi totalmente diversi a seconda delle necessità individuali; discorsi della serie "il mio pen.nino è più lungo del tuo" tra vintage e moderne non dovrebbero esistere, in quanto i campi di applicabilità sono abissalmente diversi.
Le vintage per assurdo danno quel senso di novità alle stilografiche: pennini flessibili, materiali oggi ricercati e portano con sé anche il sudore di persone che facevano della propria passione artigianale un modello di vita; oggi invece è tutto business, digitale, si corre sempre e le macchine prendono il posto delle persone. Detto questo, il mio punto di vista è che sono le nostre esigenze che regolano tutto: io sono uno studente universitario, la giornata tipo è composta di circa 6-8 ore a prendere appunti all'impazzata, e qui le vintage non servono a niente: scrivono con carattere,sono belle, ma sono fragili (e la sensazione di fragilità è psicologica, data dalla rarità dei pezzi di ricambio che eventualmente servirebbero, e non dall'effettiva qualità costruttiva), nonché un pennino flessibile è scomodo e scarsamente gestibile in scritture molto rapide: benvengano i chiodi super scorrevoli che evitano il crampo dello scrittore. Se invece la mia esigenza di scrittura è in calma e tranquillità, o il massimo di scrittura prevede la sola firma, allora solo le moderne BB stub a mio avviso hanno qualcosa da ridire sulle vintage, che vincono in questo ambito su tutto ció che è richiesto: espressività, un pò di introspezione e sensazioni diverse dal solito tram tram.
Troppo lungo;non leggo: le vintage e le moderne di uguale hanno solo il fatto che sono penne caricate con inchiostro, ma si applicano su due campi totalmente diversi a seconda delle necessità individuali; discorsi della serie "il mio pen.nino è più lungo del tuo" tra vintage e moderne non dovrebbero esistere, in quanto i campi di applicabilità sono abissalmente diversi.
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@Piccardi
AHAHAHAHA, talebano anti-emoticon, questa è proprio spassosa Ora cominceremo a farci esplodere per eliminare tutti questi infedeli!
Non parlarmi di italiano sgrammaticato, io continuo a ritenere la mie capacità comunicative, pessime e ancora non riesco ad usare come si deve la punteggiatura. Quando scrivo qui, spesso ricorreggo e ricontrollo per cercare di non rendermi fraintendibile o di fare brutte figure.
@lolnarcan
Hai riassunto un po il mio pensiero quindi. Considerando che io amo molto la scrittura ricreativa e i pennini molleggiati, mi converrebbe quindi acquistare qualche vintage in buono stato e tenerle per uso domestico mentre, quando vado in giro, mi converrebbe portarmi dietro le moderne, dai pennini rigidissimi per prendere appunti in università o da usare sul posto di lavoro.
Penso comunque che sia una questione di marketing, oggi le stilo non attraggono più come in passato e quindi i produttori non si sbattono più di tanto e non offrono tutte queste varianti proprio perchè non c'è più mercato.
Grazie per i vostri post!
Ora ho un' idea un po più chiara.
AHAHAHAHA, talebano anti-emoticon, questa è proprio spassosa Ora cominceremo a farci esplodere per eliminare tutti questi infedeli!
Non parlarmi di italiano sgrammaticato, io continuo a ritenere la mie capacità comunicative, pessime e ancora non riesco ad usare come si deve la punteggiatura. Quando scrivo qui, spesso ricorreggo e ricontrollo per cercare di non rendermi fraintendibile o di fare brutte figure.
@lolnarcan
Hai riassunto un po il mio pensiero quindi. Considerando che io amo molto la scrittura ricreativa e i pennini molleggiati, mi converrebbe quindi acquistare qualche vintage in buono stato e tenerle per uso domestico mentre, quando vado in giro, mi converrebbe portarmi dietro le moderne, dai pennini rigidissimi per prendere appunti in università o da usare sul posto di lavoro.
Penso comunque che sia una questione di marketing, oggi le stilo non attraggono più come in passato e quindi i produttori non si sbattono più di tanto e non offrono tutte queste varianti proprio perchè non c'è più mercato.
Grazie per i vostri post!
Ora ho un' idea un po più chiara.
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Devo dire che questa mi sembra una visione un po' romantica ed edulcorata del passato. Le stilografiche più antiche hanno al massimo sui 120 anni, la rivoluzione industriale c'era già stata. Francamente se uno studia le condizioni di lavoro di una fabbrica dei primi del '900 i dubbi che ci fosse tutta questa passione sono alquanto legittimi. E tieni conto che i discorsi sulla sostituzione delle macchine alle persone me li ricordo dagli studi di storia del liceo sugli inizi della rivoluzione industriale con le rivolte quando iniziarono ad introdurre i telai meccanici.lolnarcan ha scritto: Le vintage per assurdo danno quel senso di novità alle stilografiche: pennini flessibili, materiali oggi ricercati e portano con sé anche il sudore di persone che facevano della propria passione artigianale un modello di vita; oggi invece è tutto business, digitale, si corre sempre e le macchine prendono il posto delle persone.
Certo c'era molto più lavoro manuale da fare ma non sono affatto convinto che farlo ad un tornio su centinaia di pezzi al giorno, con la ripetizione di operazioni sempre identiche, rientri nella caratterizzazione della passione di un modello di vita artigianale. La vita di un operaio degli inizi del 1900 non era facile, mi ricordo piuttosto bene "Tempi Moderni" di Chaplin e la scena in cui continua a stringere viti finito il turno...
Le stilografiche venivano prodotte, allora come oggi, da aziende il cui scopo era fare profitto. E appena si riuscì a diminuire il lavoro manuale necessario (vedi l'arrivo della plastica a stampo) tutti i produttori (quelli che riuscirono a sopravvivere) furono rapidissimi a disfarsi di vecchie tecnologie e materiali (e ridurre i costi di manodopera). Quando guardo una Parker 51, che pure può avere più di 70 anni, vedo un prodotto prettamente industriale. La differenza maggiore casomai è che un tempo le stilografiche venivano prodotte come strumenti di scrittura. Oggi che ci sono innumerevoli sostituti ci sono anche un sacco di casi in cui sono prodotte solo per far scena.
Questa caratterizzazione mi pare un po' troppo generica. Mi pare che ti sei fatto una tua immagine delle stilografiche antiche senza prendere in considerazione che potrebbe uno stereotipo.lolnarcan ha scritto: Detto questo, il mio punto di vista è che sono le nostre esigenze che regolano tutto: io sono uno studente universitario, la giornata tipo è composta di circa 6-8 ore a prendere appunti all'impazzata, e qui le vintage non servono a niente: scrivono con carattere,sono belle, ma sono fragili (e la sensazione di fragilità è psicologica, data dalla rarità dei pezzi di ricambio che eventualmente servirebbero, e non dall'effettiva qualità costruttiva), nonché un pennino flessibile è scomodo e scarsamente gestibile in scritture molto rapide: benvengano i chiodi super scorrevoli che evitano il crampo dello scrittore. Se invece la mia esigenza di scrittura è in calma e tranquillità, o il massimo di scrittura prevede la sola firma, allora solo le moderne BB stub a mio avviso hanno qualcosa da ridire sulle vintage, che vincono in questo ambito su tutto ció che è richiesto: espressività, un pò di introspezione e sensazioni diverse dal solito tram tram.
Certo se prendo come immagine della penna antica una Waterman 12 degli inizi del 1900 to do quasi totalmente ragione. Quasi perché non concordo affatto sulla conclusione generica che i flessibili siano inadatti alla scrittura veloce che è vero solo per chi ha una mano pesante ed è abituato a premere molto. Per chi ha una mano leggera i flessibili (nuovi o moderni che siano) si comportano esattamente come gli altri pennini.
Se invece prendo come immagine della penna antica una 51 (che è antica pure lei) ti do quasi totalmente torto (il quasi è per le sensazioni psicologiche, che pur non avendo nel caso alcun fondamento, sono perfettamente comprensibili). Si tratta di una delle penne più robuste mai costruite, i cui pennini, pur essendo scorrevolissimi, sono assai più rigidi della stragrande maggioranza delle penne attuali (doveva esser capace di scrivere a ricalco con tanti fogli di carta carbone). Con una 51 puoi premere come un dannato e dove con la gran parte delle penne attuali ti ritroveresti con un pennino piegato, li ottieni un foglio stracciato. I pezzi di ricambio poi si trovano senza problemi (in argentina ancora c'è chi li produce, ma data la spaventosa diffusione avuta della penna, ed il fatto che è praticamente indistruttibile, ce ne sono in giro in quantità industriale). Se ricordo bene ad uno degli ultimi pen show un espositore le vendeva intere e funzionanti a 30 euro.
Per cui anche su questo aspetto il discorso dipende da quale penna si prende come riferimento. Certo, quando si cerca un pennino n°10 Waterman le cose non sono tanto facili, ma i n° 2 li ho visti in vendita ai pen show a cifre inferiori a quelle richieste per un pennino di una M400. I pezzi di ricambio delle Aurora 88 degli anni '50 ad esempio si trovano abbastanza facilmente, e non costano poi molto di più di quelli di una Aurora 88 di produzione attuale (anzi da quello che mi dicono, meno).
Ci sono penne antiche di tutti i tipi, rare o diffusissime, fragili o robuste, preziose o ordinarie. Questa cosa che penna antica = pennino flessibile non capisco da dove salti fuori, ci sono un sacco di chiodi anche su penne centenarie, e se trovi una Sheaffer antica con un pennino flessibile hai quasi vinto un terno al lotto visto che la marca ne ha prodotti pochissimi.
Il punto è che la realtà delle antiche è ampia, complessa e incredibilmente variegata, copre una serie enorme di possibilità (quelle che non ci stanno in un riassuntino). L'equazione penna antica = pezzo da museo (o da collezionista, eventualmente esibizionista) è uno stereotipo e pretendere di semplificare tutto in questo modo è sbagliato, visto che ci sono antiche che non solo non son pezzi da museo ma che si possono usare tranquillamente tutti i giorni per scrivere (anche veloce e con pennino rigido).
Su questo che non sono affatto d'accordo. I campi di applicabilità delle stilografiche non sono due ma moltissimi, come appunto le necessità individuali, compreso quello di fare a chi ha il pennino più lungo (se no non mi spiegherei il successo delle edizioni limitate). E in detti campi ci possono entrare tranquillamente sia penne antiche che moderne.lolnarcan ha scritto: Troppo lungo;non leggo: le vintage e le moderne di uguale hanno solo il fatto che sono penne caricate con inchiostro, ma si applicano su due campi totalmente diversi a seconda delle necessità individuali; discorsi della serie "il mio pen.nino è più lungo del tuo" tra vintage e moderne non dovrebbero esistere, in quanto i campi di applicabilità sono abissalmente diversi.
Per trovo assolutamente sensato e legittimo confrontarsi e discutere se per un certo uso (che sia la scrittura di appunti, l'ostentazione o gli esercizi di calligrafia) sia meglio una antica o una moderna. Poi la psicologia o gusti potranno portare a preferire l'una o l'altra, ma non vedo che problema ci sia.
Simone
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Un'ottima risposta. Certamente ci sono eccezioni isolate nel mio modo di vedere le cose, ma a mio avviso non fanno altro che confermarle.
Il risultato finale di una così dettagliata valanga di informazioni? Una voglia matta di dare il mio ultimo esame con una Parker 51..
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...non mi pongo mai il problema su quale penna scegliere e scrivo parecchio. Specie in questi giorni, e di continuo. Infatti scelgo d'istinto e da giorni utilizzo prioritariamente una Italstilo con pennino flessibile che ho restaurato io stessa (incredibile a dirsi!) e che in mano mia, a meno che non calchi volutamente per ottenere il caratteristico tratto variabile - molto variabile, in questo caso - la penna ha un tratto fine e scorrevolissimo e non perde un colpo. Non è il mio "muletto" sia chiaro, ma lo è in questo periodo perché il feeling fra penna, tratto, carta, idea, soggetto e complemento oggetto (me!) è ...magico!
E di perdere la magia con cui sapientemente è stato aperto questo bell'Argomento, non ho la minima intenzione. A volte bisogna coglierle le suggestioni della scrittura. E tenersele strette. A volerle troppo analizzare si rischia di appiattirle e snaturarle, fino a farle scomparire...
Buona scrittura (indipendentemente dalla penna)
E di perdere la magia con cui sapientemente è stato aperto questo bell'Argomento, non ho la minima intenzione. A volte bisogna coglierle le suggestioni della scrittura. E tenersele strette. A volerle troppo analizzare si rischia di appiattirle e snaturarle, fino a farle scomparire...
Buona scrittura (indipendentemente dalla penna)
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Grazie a tutti!
Simone, complimenti per l' intervento! Si impara sempre quando scrivete voi.
Mi rimane solo un piccolo dubbio riguardo ad una cosa che ho letto qui: perchè affermare che la scrittura con pennini flessibili è scomoda? Inanzitutto, quanto flessibili? Ho usato una Omas extrafine, pennino flessibile e non mi è sembrava affatto più scomoda di altre con pennino rigido anche dovendoci scrivere molto velocemente. Quando scrivo normalmente applico poca pressione e quando intendo fare qualcosa di particolare, applico un po di pressione per ottenere il tratto desiderato. Forse qui si sta parlando di pennini superflessibili di quelli che ho visto su alcuni video di youtube che sono morbidissimi e si aprono quasi completamente. La Omas risultava per certi versi più comoda e gradevole per via del molleggiamento sulla carta.
Scusate l' ignoranza sull' argomento
Simone, complimenti per l' intervento! Si impara sempre quando scrivete voi.
Mi rimane solo un piccolo dubbio riguardo ad una cosa che ho letto qui: perchè affermare che la scrittura con pennini flessibili è scomoda? Inanzitutto, quanto flessibili? Ho usato una Omas extrafine, pennino flessibile e non mi è sembrava affatto più scomoda di altre con pennino rigido anche dovendoci scrivere molto velocemente. Quando scrivo normalmente applico poca pressione e quando intendo fare qualcosa di particolare, applico un po di pressione per ottenere il tratto desiderato. Forse qui si sta parlando di pennini superflessibili di quelli che ho visto su alcuni video di youtube che sono morbidissimi e si aprono quasi completamente. La Omas risultava per certi versi più comoda e gradevole per via del molleggiamento sulla carta.
Scusate l' ignoranza sull' argomento
- klapaucius
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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
Infatti non lo è. Ho un pennino Swann Mabie Todd superflessibile al limite del wet noodle, e non è affatto scomodo, anche perché scrive fluidamente al solo tocco della carta, che è ciò che qualsiasi pennino dovrebbe fare.raffaele90 ha scritto:Grazie a tutti!
Simone, complimenti per l' intervento! Si impara sempre quando scrivete voi.
Mi rimane solo un piccolo dubbio riguardo ad una cosa che ho letto qui: perchè affermare che la scrittura con pennini flessibili è scomoda? Inanzitutto, quanto flessibili? Ho usato una Omas extrafine, pennino flessibile e non mi è sembrava affatto più scomoda di altre con pennino rigido anche dovendoci scrivere molto velocemente. Quando scrivo normalmente applico poca pressione e quando intendo fare qualcosa di particolare, applico un po di pressione per ottenere il tratto desiderato. Forse qui si sta parlando di pennini superflessibili di quelli che ho visto su alcuni video di youtube che sono morbidissimi e si aprono quasi completamente. La Omas risultava per certi versi più comoda e gradevole per via del molleggiamento sulla carta.
Scusate l' ignoranza sull' argomento
Giuseppe
Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
Allora non sono l' unico a pensarla cosi'. Forse i flessibili saranno più delicati e meno duraturi dei rigidi ma sicuramente ci si scrive meglio.
Avevo letto in giro che i pennini rigidi hanno preso il posto dei flessibili anche per una questione di durata nel tempo e garanzia che le case produttrici offrivano sulla durata degli stessi. Qualcuno conferma?
Avevo letto in giro che i pennini rigidi hanno preso il posto dei flessibili anche per una questione di durata nel tempo e garanzia che le case produttrici offrivano sulla durata degli stessi. Qualcuno conferma?
- piccardi
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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....
Non è scomoda, puo risultare sgradevole con un certo modo di scrivere (chi preme). Se premi la divaricazione delle punte, quando diventa significativa, da fastidio negli spostamenti in orizzontale. Questo ovviamente è di ostacolo nella scrittura veloce. Ma basta non premere ed allora la flessibilità ha il vantaggio di assorbire meglio i movimenti, per cui casomai è meno faticosa. Il limite è fra la flessibilità del pennino e la pesantezza della mano e ci sono di nuovo una grande varietà di situazioni diverse.raffaele90 ha scritto:Grazie a tutti!
Mi rimane solo un piccolo dubbio riguardo ad una cosa che ho letto qui: perchè affermare che la scrittura con pennini flessibili è scomoda?
Per questo non sono assolutamente d'accordo con quell'affermazione generica per cui i flessibili sarebbero scomodi nella scrittura veloce, arrivando addirittura ad indicarli come eventuale causa del crampo dello scrittore. E' una semplificazione che assurge a valore generale un caso particolare, e per quanto mi riguarda è completamente sbagliata.
Simone
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