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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Per fare due chiacchiere insieme su argomenti vari
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Daniele
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Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Messaggio da Daniele »

... sono solo più piacevoli da usare...

Sottotitolo
Libere riflessioni di una uggiosa giornata romana.

Immediato dopopranzo...
Guardo fuori dalla finestra la pioggia. Solitamente si riflette meglio quando si osserva la pioggia. Chissà perchè.
Sulla scrivania sono allineate 4 penne:
  • Sailor Professional Gear 21Kt MF
    Parker Vacumatic Junior (1937) 14Kt F
    Pelikan M805 18Kt F
    Swan Mabie/Todd Minor n°2 14Kt F
Comincio a scarabocchiare sul primo foglio che mi capita a tiro: un A4 da fotocopiatrice 80g/m.
Abbondantemente sovrapensiero la mia parte inconscia trasmette in maniera soffusa e indefinita le sensazioni che le penne mi trasmettono nel loro libero vagare sulla carta.
Al tatto sono a modo loro tutte molto "presenti": nelle loro lucidissime resine le moderne e nella celluloide e ebanite le vintage.
Piacevole contatto dita/penna con tutte e quattro.
Comincio a scrivere questo post... 4 diverse penne. 4 diversi inchiostri.
Mi ritrovo ammirato dalla teutonica (teutonica? ma non è giapponese?) perfezione del pennino Sailor. Rigido e perfetto. Forse anche troppo perfetto. Sembra che nessuna carta e nessun inchiostro possa metterlo in difficoltà. Lui scriverà sempre e comunque come meglio sa fare. A tratti irritante. Basta!
Passo alla Pelikan. La musica cambia. Paradossalmente è meno tedesco della Sailor. Più umano. Più "latino". Più morbido nel tratto con un flusso più sostenuto. Ma manca quel non so che per rendere il tutto più godibile...
Passo alla Swan Mabie/Todd. Ecco, per l'appunto. Un cigno avanza sul pelo dell'acqua... no scusate... il pennino scorre sulla superficie della carta con un leggero brusio... mi accorgo che la mia mano ha assunto "tridimensionalità" nella scrittura. La flessibilità del pennino mi ricorda che il "molleggiamento" Pelikan è un vago ricordo. Ogni minimo movimento della mano viene assecondato fino a quando mi accorgo che è il pennino a guidare la mia mano! Basta!
Devo passare alla vacumatic. Devo!
Un'altra esperienza avanza. Altre sensazioni avanzano nella mia mente. E' meno flessibile dello Swan però... ha un altro carattere. E anche abbastanza definito. I flussi sono simili ma il pennino risponde con una personalità... Personalità! Mi riprendo dallo stato semicomatoso del dopo pranzo. Ecco il termine corretto. Personalità. Queste penne è come se avessero un'anima.
Ecco perchè non sono "migliori"... sono solo più piacevoli da usare...
Daniele

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Fenice

Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Messaggio da Fenice »

Wow!
Che profondità di emozioni!!!
Mi sembrava di vivere ciò che stavi raccontando.
Grazie per questa condivisione.
La trovo meravigliosa.
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colex
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Messaggio da colex »

Devo dire che leggendo solo il titolo sono sobbalzato dalla sedia... Poi, chi lo aveva scritto?!? Daniele!!! Impossibile!

... Per poi, leggendo il post, ricredermi e condividere tutto il pensiero.


Saluti,
Sergio
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Messaggio da Irishtales »

Il fascino del tempo è irresistibile. Arrendetevi.
Io ormai ne sono vittima da anni e anni e anni...per certi versi ne ho fatto una vera e propria scelta di vita.
Non di meno amo il design, l'eleganza di una forma aerodinamica, la tecnologia più raffinata ed evoluta....
Progetti di design che decenni fa non sono stati realizzati perché la mente del progettista era troppo avanti rispetto alle dinamiche di produzione e alle caratteristiche dei materiali disponibili. Progetti ripresi dopo decenni e realizzati quando il mondo ha finalmente raggiunto la genialità di un pensiero avveniristico. Anche questo è affascinante, ma gli manca il fascino struggente del passato, come dicevo, che non lascia scampo....
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Messaggio da Ipse »

Letto tutto d'un fiato, senza pause! Mi è piaciuto molto questo discorso sulla personalità. La personalità cambia da penna a penna... Particolarmente in quelle più "anziane". Forse è per questo che non uso più penne a sfera :roll:
Per aspera ad astra

Francesco
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Messaggio da rebus »

Bellissimo! Grazie
Fabilus
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Messaggio da Fabilus »

Bellissimo.
Effettivamente più passa il tempo e più mi convinco che le stilografiche hanno un'anima che le rende diverse fra loro.
Non solo tra una marca e l'altra o tra un modello e l'altro, ma proprio tra un singolo esemplare e l'altro, anche se della stessa marca e dello stesso modello.
due stilografiche esattamente uguali, semplicemente non esistono. E questo fa parte del loro indiscutibile ed invincibile fascino....... ;)
Fabio
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Daniele
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Messaggio da Daniele »

Al di là del fascino del tempo, come dice Daniela, vi è proprio un appiattimento delle esperienze di scrittura con le penne moderne.
Non ho mai nascosto il mio apprezzamento per i pennini Sailor ma se comincio a confrontarli con i pennini ante anni 50 sembra di paragonare il suono dei CD con amplificatori digitali, freddo e artatamente preciso, con quello dei vinili e amplificatori a valvole, caldi e sensorialmente coinvolgenti.
A parte pochissime case, quasi tutte si fanno produrre i pennini dai soliti noti.
La globalizzazione ha reso tutto più piatto non solo in questo settore.
Se quindi essere nostalgici vuol dire riscoprire o apprezzare le peculiarità di ogni singolo produttore del passato, ebbene, sono un nostalgico patologico.
Daniele

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SBAIUBERN
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Messaggio da SBAIUBERN »

Daniele ha scritto:Al di là del fascino del tempo, come dice Daniela, vi è proprio un appiattimento delle esperienze di scrittura con le penne moderne.
Non ho mai nascosto il mio apprezzamento per i pennini Sailor ma se comincio a confrontarli con i pennini ante anni 50 sembra di paragonare il suono dei CD con amplificatori digitali, freddo e artatamente preciso, con quello dei vinili e amplificatori a valvole, caldi e sensorialmente coinvolgenti.
A parte pochissime case, quasi tutte si fanno produrre i pennini dai soliti noti.
La globalizzazione ha reso tutto più piatto non solo in questo settore.
Se quindi essere nostalgici vuol dire riscoprire o apprezzare le peculiarità di ogni singolo produttore del passato, ebbene, sono un nostalgico patologico.

Sono assolutamente d'accordo con te! La globalizzazione e la standardizzazione tecnologico/produttiva hanno reso i prodotti moderni decisamente piatti e, il problema principale, è che tale fenomeno abbraccia oramai quasi tutti i campi della tecnica moderna (tu stesso hai citato il vinile e i sistemi di amplificazione valvolare, come esempio ulteriore). Dalle mie passioni posso dirti che è esattamente lo stesso con il mondo dei sintetizzatori e delle macchine fotografiche (sì, faccio ancora le foto con il rullino). Il fatto è che certi prodotti, oltre ad avere una loro "personalità", portano in sè un contenuto esperienziale che la tecnica moderna e l'avanzamento tecnologico, con la loro tendenza alla semplificazione, standardizzazione e appiattimaneto, portano inesorabilmente a deperire. Si sacrifica il contenuto per il raggiungimento immediato del risultato finale. Tutto deve essere ingurgitato e consumato il più velocemente possibile, l'obiettivo, deve essere portato a termine in maniera asettica e immediata. In questo modo, però, si perde il significato per il quale le azioni sono fatte che, il più delle volte, non è banalmente e esclusivamente per il risultato, ma per vivere un'esperienza del "fare", incontrare persone, riempire di senso la nostra esistenza con il percorso che si compie e perfezionare progressivamente la propria tecnica senza lasciare che una macchina lo faccia per te. Scrivere con una stilografica non è "solo" banalmente scrivere, ma scegliere gli inchiostri, scegliere la qualità (ancora più se la stilografica è "fatta" secondo la qualità del passato, nel quale l'esperienza è , secondo me, superiore rispetto alle moderne), curare la grafia, ricercare la perfezione in un gesto, esprimersi esteticamente e mentalmente, mantenere in funzione e curare il proprio oggetto, avere amore per quello che si fa e, in ultima analisi condividere con altre persone (come voi) la passione dalla quale, poi, possono nascere altri tipi di rapporti che rimangono sempre "Umani". Le stilografiche moderne, pur rimanendo "superiori" per approccio rispetto agli altri modi di scrivere, proprio per le ragioni sopraccitate, risentono comunque anche loro di tale "impoverimento" tecnico e "umano" e questo, credo, sia, in parte irreversibile.

Stessa cosa con la fotografia analogica; scattare una foto lo si fa per rappresentare un momento, ma, ad esempio, il fatto di farlo con un rullino porta ad una serie di conseguenze che sono assolutamte assenti nell fotografia digitale. L'attesa, il non sapere cosa "salterà fuori" dal rullino, frequentare negozi di sviluppo incontrando persone che condividono la tua passione, sperimentare le tecniche di sviluppo, i diversi tipi di pellicole e le varie macchine (che hanno una vera personalità), aspettare il momento giusto per scattare sapendo di avere solo una possibilità per farlo, creare prima nella tua mente l'immagine che si vuole ottenere impostando i vari parametri della macchina (e non come ora, dove si fanno 200 foto a ripetizione senza pensare poi si sceglie la più bella e la si modifica a computer), avere il pieno controllo su ciò che fai e sul tuo oggetto, ecc.

Tutto questo si perde inesorabilmente, qualcosa si perde, che è, principalmente, l'esperienza, ma anche il valore tecnico dell'oggetto in sè che non è più "quello di una volta".....

E' un mondo profondo, pieno di significato, esperienza e "pienezza" che si scontra con uno proteso verso la superficialità, "l'asettico" e l'assenza di anima.

Scusate, nel mio discorso ho in parte fuso il discordo sul piano tecnico dell'oggetto in sè e quello "esperienziale" del "fare" con la cosa, ma questo perchè ritengo siano intimamente connessi e siano due facce della stessa medaglia e dello stesso fenomeno.

Scusate la lungaggine, ma a questo tema tengo molto!

Saluti mega!
Nell'involucro del simbolo la nostra intuizione è inscritta.

Andrea
Fenice

Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Messaggio da Fenice »

Il marito mi ha detto che da quando frequento questo forum mi sono rimbecillita.

Ho un Master MOUS (Microsoft Office User Specialist), ho una velocità di scrittura di 350 battute al minuto con "tastiera cieca" e cosa faccio?
Mollo il computer e la tastiera per quaderni, stilografiche e inchiostri.
Non solo, ora sto addirittura cercando una stilografica che mi permetta di stenografare!

Qualche anno fa mio padre si stava lamentando con me per il fatto che gli avessi scritto una lettera battuta a macchina.
Dall'alto della mia ignoranza e presunzione gli ho risposto che "Sono figlia della tecnologia, non degli amanuensi!"

Solo dopo mi sono resa conto che quella tecnologia di cui tanto andavo fiera mi avrebbe presentato presto il conto.

Scrivere asetticamente su una tastiera non vuol dire imparare o studiare, significa solo prendere appunti che dovrai poi stampare e successivamente studiare.
Scrivere a mano significa iniziare già a scremare le informazioni ed avere la certezza di capire ciò che stai scrivendo, significa "creare" la tua preparazione.

Che bello prendere appunti con la Sailor di mio figlio e osservarli nel contenuto e nel vivace colore dell'Asa-Blue (non sembra neanche di studiare)!
Che sollecitazione alla mia memoria visiva fare le mappe concettuali con il Noodler's Baystate Blue!
Che sicurezza mi dà impugnare la parte "gommosa" della Lamy Nexx!

Queste emozioni, questa creatività, un monitor e una tastiera, non le potranno mai dare.

Sto facendo il percorso inverso a quello tanto rinfacciato a mio padre: dalla tecnologia agli amanuensi.
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A Casirati
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Messaggio da A Casirati »

Fenice ha scritto:Il marito mi ha detto che da quando frequento questo forum mi sono rimbecillita.

Ho un Master MOUS (Microsoft Office User Specialist), ho una velocità di scrittura di 350 battute al minuto con "tastiera cieca" e cosa faccio?
Mollo il computer e la tastiera per quaderni, stilografiche e inchiostri.
Non solo, ora sto addirittura cercando una stilografica che mi permetta di stenografare!

Qualche anno fa mio padre si stava lamentando con me per il fatto che gli avessi scritto una lettera battuta a macchina.
Dall'alto della mia ignoranza e presunzione gli ho risposto che "Sono figlia della tecnologia, non degli amanuensi!"

Solo dopo mi sono resa conto che quella tecnologia di cui tanto andavo fiera mi avrebbe presentato presto il conto.

Scrivere asetticamente su una tastiera non vuol dire imparare o studiare, significa solo prendere appunti che dovrai poi stampare e successivamente studiare.
Scrivere a mano significa iniziare già a scremare le informazioni ed avere la certezza di capire ciò che stai scrivendo, significa "creare" la tua preparazione.

Che bello prendere appunti con la Sailor di mio figlio e osservarli nel contenuto e nel vivace colore dell'Asa-Blue (non sembra neanche di studiare)!
Che sollecitazione alla mia memoria visiva fare le mappe concettuali con il Noodler's Baystate Blue!
Che sicurezza mi dà impugnare la parte "gommosa" della Lamy Nexx!

Queste emozioni, questa creatività, un monitor e una tastiera, non le potranno mai dare.

Sto facendo il percorso inverso a quello tanto rinfacciato a mio padre: dalla tecnologia agli amanuensi.
Condivido in pieno! Aggiungo che, proprio, in virtù di quanto giustamente affermi, riprendere in mano anche poche note di lavoro scritte a mano in qualche modo mette in maggiore ed immediata sintonia con l'argomento, consentendo di rinfrescare la mente con immediatezza.
Per non parlare del piacere di lavorare utilizzando uno strumento senza dubbio più umano e personale!
Alberto Casirati
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Messaggio da Rampa »

Penso che i produttori di penne non potranno a lungo rimanere sordi a questi richiami sempre più insistenti per pennini flessibili. Ma se da una parte la tendenza attuale è quella di un pennino piuttosto rigido, anche se scorrevole, non è che da una penna all'altra le differenze non si avvertano. Ad esempio le Montblanc (inclusa la piccola 22), a me generalmente restituiscono sensazioni tattili simili a quelle provate da Daniele, sul versante opposto trovo anch'io la Sailor Professional Gear con pennino 21k F, un vero "chiodo", che tuttavia scorre come seta su quasi tutti tipi di carta. Anche a me piacerebbe molto avere pennini più flessibili, non tanto per il tratto variabile di cui non sono mai stato un grande appassionato, ma solo per avvertire quel piacevole feedback che rende la scrittura ancora più interessante e curata.
rembrandt54

Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Messaggio da rembrandt54 »

Solo le stilografiche possono farti fare delle riflessioni così profonde e sentimentali ;)
grazie Daniele !!
raffaele90

Le penne vintage non sono migliori delle moderne....

Messaggio da raffaele90 »

Tornando sul pianeta terra:

perchè le stilografiche vintage dovrebbero essere meglio di quelle moderne? Qui sento molto parlare di pennini stardardizzati e prodotti dalle solite aziende. Sento anche parlare di pennini rigidi montati sulla gran parte delle penne moderne.
Qualcuno riuscirebbe a farmi un riassuntino delle differenze tra vintage e moderne? Io ho scritto solo con una penna, veramente vintage, e questa aveva un pennino molto morbido e un flusso veramente abbondante rispetto a quelle che uso ora(moderne).
Quello che un po mi manca delle penne vintage è l' incredibile varietà di caricamenti. Ora la maggior parte delle penne moderne che conosco è a stantuffo o cartuccia.

Grazie in anticipo ;)
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Messaggio da piccardi »

raffaele90 ha scritto: Qualcuno riuscirebbe a farmi un riassuntino delle differenze tra vintage e moderne?
http://www.fountainpen.it/Speciale:Statistiche

Secondo te quanto ci vuole a fare un riassuntino?

Simone
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e per aiutare chi non trova un termine:
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