Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
- Phormula
- Siringa Rovesciata
- Messaggi: 4128
- Iscritto il: venerdì 6 aprile 2012, 14:06
- La mia penna preferita: Lamy 2000 F
- Il mio inchiostro preferito: R&K Phormula Blau
- Misura preferita del pennino: Medio
- Arte Italiana FP.IT M: 006
- Località: Milano
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Completo con questa prova le recensioni dei calamai TWSBI, dopo avere recensito il VAC 20, che utilizzo con soddisfazione per ricaricare in modo semplice e pulito le mie due VAC 700, riempiendone il serbatoio fino all’orlo. Rispetto al VAC 20, il Diamond 50 è un calamaio dalle forme più classiche. Realizzato in vetro, è disponibile nelle due varianti 50 e 50P. La differenza è nel tappo, che nel primo caso è realizzato in alluminio e plastica e nel secondo interamente in plastica. Il tappo è infatti composto da due semitappi. Il primo, realizzato in alluminio nel 50 e in plastica nel 50P si avvita direttamente sul calamaio, e il secondo, in plastica nera con un bellissimo logo TWSBI, si avvita sul primo. I due tappi sono perfettamente intercambiabili, la parte in vetro del calamaio è identica e per questa ragione ne faccio una recensione unica. Ringrazio Laura di Goldpen per avermi messo a disposizione un calamaio nella versione 50P per confrontarlo con i vari 50 che uso regolarmente. Nella foto si vedono la versione in metallo (sinistra) e quella in plastica (destra).
La prima cosa che si nota acquistando il calamaio Diamond 50 è la cura con la quale è stato imballato. Nel sito della TWSBI c’è un video, nel quale una dipendente lascia cadere più volte la scatola, per dimostrare come sia adeguatamente protetto. Infatti è imballato in una scatola di cartone e racchiuso tra due gusci di gommapiuma. Davvero il rischio che si possa rompere durante il trasporto è minimo. Nella scatola sono contenute anche le istruzioni per l’uso, necessarie per sfruttarne tutte le funzionalità. Il calamaio in sé è molto bello e non sfigura su una scrivania. E’ costituito da una boccetta in vetro sfaccettata. La parte del tappo che si avvita sulla boccetta è disponibile in vari colori, che permettono di distinguere i vari inchiostri, se, come me, avete più di un calamaio. Anche se io per questioni di praticità ho realizzato una serie di etichette con i nomi degli inchiostri e le ho applicate sul fondo di ciascun calamaio.
Già, perché il calamaio Twsbi Diamond 50 non è un “semplice” calamaio in vetro con un tappo in plastica/alluminio, ma, nello stile della casa, è un oggetto multifunzione. Ma andiamo con ordine. Anzitutto la cosa che si nota fin da subito è la qualità della realizzazione. Le tolleranze sono ridotte al minimo e il fondo della boccetta presenta una incisione con il nome dell’azienda. Il logo TWSBI sulla parte superiore del tappo è veramente ben realizzato e contribuisce a rendere il calamaio bellissimo a vedersi. Entrambi i semitappi sono dotati di guarnizioni, anche se la tenuta non è (purtroppo) assicurata. Tra le due versioni, quella con il semitappo in alluminio e quella in plastica, preferisco la prima, trovo che l’alluminio verniciato sia più bello a vedersi rispetto alla plastica traslucida. Dal momento che dal punto di vista funzionale le due versioni sono identiche, se si mettono da parte i gusti personali, la versione in plastica ha il vantaggio di costare meno.
Il calamaio Diamond 50 può essere usato con qualsiasi penna a converter, pistone, stantuffo, siringa. Contiene 50 ml di inchiostro, una capacità pari o superiore quella di molti calamai. Si può quindi versare l’intero contenuto del calamaio originale nel Diamond. Fino ad ora gli unici calamai in cui mi sono imbattuto e che avevano capacità superiore a 50 ml sono i Diamine da 80 ml e i Monteverde da 90 ml. Il calamaio TWSBI presenta l’apertura sufficientemente larga da consentire il facile travaso dell’inchiostro e la ricarica di penne di una certa dimensione. La base del calamaio è piatta e molto larga, contribuendo alla stabilità dell’insieme durante le operazioni di ricarica. Per consentire il pescaggio dell’inchiostro fino alla fine, è dotato di un inserto conico in plastica traslucida, simile a quello che si trova nei calamai Sailor. La procedura di caricamento è molto semplice e descritta nelle istruzioni allegate. Si capovolge il calamaio (ovviamente dopo essersi assicurati di averlo chiuso bene) e poi lo si raddrizza. In questo modo l’inchiostro riempie l’inserto conico ed è possibile ricaricare la penna anche quando il livello dell’inchiostro è molto basso, sfruttando l’inchiostro fino alla fine. L’inserto in plastica è rimovibile, il che facilita notevolmente le operazioni di travaso di inchiostro, anche se nell’uso senza l’inserto si perde molta della funzionalità. Una scocciatura nell’utilizzo classico del calamaio, quello possibile con qualsiasi penna, è rappresentata dal tubicino in metallo fissato al tappo e che serve ad assicurare il pescaggio dell’inchiostro quando si utilizza il calamaio per ricaricare una penna TWSBI. Quando si svita il calamaio, il tappo con il tubicino bagnato di inchiostro può sporcare la scrivania, e quindi bisogna appoggiarlo su un pezzo di carta assorbente o tenere il tappo capovolto, con il tubicino rivolto verso l’alto. Non essendo interessato alle funzionalità aggiuntive del Diamond 50, l’ho modificato per le mie esigenze, eliminando il tubicino.
Come il nome stesso suggerisce, il calamaio Diamond 50 è dedicato alle penne TWSBI della serie Diamond (530, 540 e 580), in maniera del tutto analoga al VAC 20 per la VAC 700. Se si è possessori di una penna di questo tipo, anziché ricaricare la penna in maniera tradizionale, come si farebbe per qualsiasi altra, è possibile farlo senza sporcare il pennino. Per farlo bisogna anzitutto effettuare l’operazione di capovolgimento, per riempire l’inserto in plastica. Poi si svita la parte superiore del semitappo, quella in plastica nera, per accedere ad un incastro. Contemporaneamente si svita il gruppo pennino dalla penna della serie Diamond. A questo punto, come descritto dettagliatamente nelle istruzioni, si incastra il serbatoio nel calamaio e si procede alla ricarica. L’inchiostro viene aspirato tramite il tubicino e va a riempire direttamente il serbatoio, senza sporcare il pennino. L’unica accortezza è verificare che il foro di sfiato sul bordo del semitappo inferiore non sia otturato. Personalmente non ho mai tentato questo tipo di ricarica, non tanto perché abbia dubbi sulla sua riuscita, ma perché l’idea di svitare ogni volta il gruppo pennino per ricaricare la penna mi lascia un pochino perplesso sulla tenuta dell’assieme nel lungo periodo. Preferisco ricaricare in maniera tradizionale o, per una ricarica completa senza bolle d’aria, utilizzare il calamaio VAC 20 per la VAC 700 e il Visconti da viaggio per tutte le altre penne. Il semplice risciacquo del pennino, seguito da asciugatura con il classico fazzoletto di carta o riquadro di Scottex Casa (o di carta igienica per chi desidera una scelta più “proletaria” non sono una grande scocciatura, per lo meno per me. Ho provato una volta per curiosità a riempire un converter appoggiandolo sull’incastro e devo dire che ha funzionato, ma anche in questo caso mi chiedo se ne valga la pena. Lascio ad altri il giudizio in merito.
Sto utilizzando la serie completa di questi calamai da qualche mese, e devo dire che mi ci sto trovando bene. In pratica ho dedicato ciascun calamaio ad un inchiostro e per riconoscerlo, oltre al colore del tappo, ho realizzato delle etichette che ho applicato sul fondo. A parte la comodità nella ricarica, questo mi permette di ridurre il rischio di contaminazione dell’inchiostro, con l’eventualità che si sviluppino muffe o funghi, soprattutto con gli inchiostri che uso meno. Non è una eventualità del tutto trascurabile, essendo l’impugnatura della penna spesso sporca del grasso delle dita. In pratica riempio i calamai TWSBI circa a metà (20-30 ml) e li utilizzo per ricaricare le mie penne, rabboccandoli periodicamente quando il livello scende e diventa problematico riempire l’inserto. Essendo il calamaio trasparente e privo di etichette, è possibile tenere d’occhio quel che succede all’inchiostro e se qualcosa dovesse andare storto, la boccetta originale non è compromessa, il che per inchiostri costosi come i Pilot Iroshizuku non è cosa da poco. Di tanto in tanto si può bonificare il calamaio rimuovendo i depositi e sanificandolo con un sano lavaggio con candeggina e risciacquo con acqua demineralizzata, mentre la riserva originale di inchiostro è al sicuro. Questo vale soprattutto per gli inchiostri che si usano di rado. Va da sé che un altro dei vantaggi di un calamaio universale è la possibilità di usarlo per realizzare i propri inchiostri, ad esempio miscelando inchiostri fino ad ottenere la tonalità desiderata, operazione sulla quale non mi sono ancora cimentato.
Infine, come ho già detto, ricaricare le mie penne con questo calamaio è più facile che farlo con alcuni calamai originali, ad esempio i Diamine o i Monteverde. I primi hanno l’imboccatura stretta ed i secondi il fondo piatto. Considerato il prezzo conveniente e le molte qualità di questi inchiostri, l’acquisto di un calamaio Diamond 50, soprattutto nella versione in plastica, è un investimento che si ripaga in poco tempo. Pur essendo molto pratico, questo calamaio non è immune da difetti. Il primo è la non perfetta tenuta, mi è capitato che, nonostante fosse avvitato correttamente, si sia capovolto nella borsa ed abbia lasciato fuoriuscire qualche goccia di inchiostro. Non si è trattato di una perdita tale da danneggiare la borsa, il calamaio era dentro un sacchetto di plastica, ma, complice il colore nero della parte in del tappo, mi sono trovato con le dita sporche di inchiostro quando l’ho svitato. Guardando bene il tappo nero nella foto, si nota dove si è verificato il trafilamento. Volendo ci sarebbe una soluzione semplice a questo problema, si tratta di eliminare la parte colorata del semitappo, come si vede anche nelle istruzioni. In pratica si usa come tappo solamente il semitappo nero, quello con il logo TWSBI. Le filettature sono perfettamente identiche e il risultato è un calamaio dal look ancora più classico. Quelli di TWSBI sembrano non avere lasciato nulla al caso. Questa mossa risolve il problema alla radice, ma se uno ha più di un calamaio, perde la possibilità di identificarli dal colore del tappo, perchè diventano tutti uguali.
L’altra scocciatura, meno grave ma comunque fastidiosa è il tubicino di metallo che resta sporco quando si svita il tappo. Bisogna tenere il tappo capovolto per evitare che sporchi la scrivania. Per quanto mi riguarda, ho risolto entrambi questi problemi modificando il calamaio per adattarlo alle mie esigenze. Mi è rimasto solo un terzo problema, e cioè che, dovendo capovolgere il calamaio per riempire l’inserto, il lato interno del tappo si sporca di inchiostro e nell’apertura e chiusura successive tende ad imbrattare la filettatura della boccetta di vetro, con il risultato che se non si presta attenzione si rischia di trovarsi con le dita inchiostrate nella fase di ricarica. Niente di grave, ma ogni tanto, quando il fenomeno diventava particolarmente scocciante, si è resa necessaria una sana pulita del tappo e della filettatura con uno straccetto bagnato.
Il prezzo del calamaio TWSBI Diamond 50 è circa 20 Euro nella versione con il tappo in plastica e circa 30 in quella con il tappo in plastica e alluminio. Si tratta di una differenza significativa, se non avete preferenze estetiche per la versione in alluminio, quella in plastica è altrettanto funzionale e per certi versi da preferire dal punto di vista della tenuta, essendo la plastica un materiale più flessibile dell’alluminio. E’ probabile, anche se non ho fatto una verifica, che la versione in plastica possa essere immune ai difetti di tenuta che ho riscontrato in quella in alluminio. Dal punto di vista estetico invece la versione in alluminio trasmette una sensazione di maggior valore. Chiaramente non è un oggetto indispensabile, volendo se ne può fare a meno. Si tratta quindi di una valutazione personale, per quel che mi riguarda ne posso consigliare l’acquisto, raccomandandolo in particolare a chi usa inchiostri molto costosi o vuole tenere il calamaio in bella mostra sulla scrivania (nel qual caso suggerisco la versione con il tappo in alluminio).
Per concludere, spendo due parole su come ho adattato il calamaio alle mie esigenze. Il tutto nasce dalla ricerca delle cause della mancata tenuta. Andando ad indagare, mi sono accorto che mentre la guarnizione tra il tappo e la boccetta di vetro non aveva problemi, il trafilamento di inchiostro si era verificato tra le due metà che compongono il tappo. In particolare l’inchiostro era sfuggito dal foro di sfiato che serve ad assicurare l’ingresso dell’aria quando si ricarica una penna della serie Diamond con la procedura specifica. Non essendo interessato a questo tipo di utilizzo, ho deciso di risolvere il problema alla radice. Anzitutto ho eliminato il tubicino in metallo, operazione abbastanza semplice da effettuare perché è inserito ad incastro. E’ stato sufficiente afferrarlo con una pinza e tirare. Poi ho risolto il problema dei trafilamenti svitando le due metà del tappo e riempiendo il vano ed il foro di sfiato con una abbondante dose di silicone, quello che si usa per sigillare i sanitari. Ovviamente l’operazione va fatta con il calamaio smontato, perché quando si riavvitano le due metà del tappo, l’eccesso di silicone fuoriesce dal foro dove era precedentemente incastrato il tubicino e va rimosso. E’ importante usare un eccesso di silicone, per fare in modo che le due metà del tappo siano perfettamente sigillate ed unite tra loro. In questo modo ho perso una funzionalità ma mi sono trovato con un tappo perfettamente a tenuta (non ho più avuto problemi di trafilamenti) e non ho più la scocciatura del tubicino che resta sporco di inchiostro. Come ho già detto, avrei potuto risolvere il problema in modo semplice eliminando la parte colorata del tappo, ed utilizzando come tappo solo la parte di colore nero con il logo TWSBI, ma in questo modo avrei perso la possibilità di identificare facilmente i miei calamai.
Completo con questa prova le recensioni dei calamai TWSBI, dopo avere recensito il VAC 20, che utilizzo con soddisfazione per ricaricare in modo semplice e pulito le mie due VAC 700, riempiendone il serbatoio fino all’orlo. Rispetto al VAC 20, il Diamond 50 è un calamaio dalle forme più classiche. Realizzato in vetro, è disponibile nelle due varianti 50 e 50P. La differenza è nel tappo, che nel primo caso è realizzato in alluminio e plastica e nel secondo interamente in plastica. Il tappo è infatti composto da due semitappi. Il primo, realizzato in alluminio nel 50 e in plastica nel 50P si avvita direttamente sul calamaio, e il secondo, in plastica nera con un bellissimo logo TWSBI, si avvita sul primo. I due tappi sono perfettamente intercambiabili, la parte in vetro del calamaio è identica e per questa ragione ne faccio una recensione unica. Ringrazio Laura di Goldpen per avermi messo a disposizione un calamaio nella versione 50P per confrontarlo con i vari 50 che uso regolarmente. Nella foto si vedono la versione in metallo (sinistra) e quella in plastica (destra).
La prima cosa che si nota acquistando il calamaio Diamond 50 è la cura con la quale è stato imballato. Nel sito della TWSBI c’è un video, nel quale una dipendente lascia cadere più volte la scatola, per dimostrare come sia adeguatamente protetto. Infatti è imballato in una scatola di cartone e racchiuso tra due gusci di gommapiuma. Davvero il rischio che si possa rompere durante il trasporto è minimo. Nella scatola sono contenute anche le istruzioni per l’uso, necessarie per sfruttarne tutte le funzionalità. Il calamaio in sé è molto bello e non sfigura su una scrivania. E’ costituito da una boccetta in vetro sfaccettata. La parte del tappo che si avvita sulla boccetta è disponibile in vari colori, che permettono di distinguere i vari inchiostri, se, come me, avete più di un calamaio. Anche se io per questioni di praticità ho realizzato una serie di etichette con i nomi degli inchiostri e le ho applicate sul fondo di ciascun calamaio.
Già, perché il calamaio Twsbi Diamond 50 non è un “semplice” calamaio in vetro con un tappo in plastica/alluminio, ma, nello stile della casa, è un oggetto multifunzione. Ma andiamo con ordine. Anzitutto la cosa che si nota fin da subito è la qualità della realizzazione. Le tolleranze sono ridotte al minimo e il fondo della boccetta presenta una incisione con il nome dell’azienda. Il logo TWSBI sulla parte superiore del tappo è veramente ben realizzato e contribuisce a rendere il calamaio bellissimo a vedersi. Entrambi i semitappi sono dotati di guarnizioni, anche se la tenuta non è (purtroppo) assicurata. Tra le due versioni, quella con il semitappo in alluminio e quella in plastica, preferisco la prima, trovo che l’alluminio verniciato sia più bello a vedersi rispetto alla plastica traslucida. Dal momento che dal punto di vista funzionale le due versioni sono identiche, se si mettono da parte i gusti personali, la versione in plastica ha il vantaggio di costare meno.
Il calamaio Diamond 50 può essere usato con qualsiasi penna a converter, pistone, stantuffo, siringa. Contiene 50 ml di inchiostro, una capacità pari o superiore quella di molti calamai. Si può quindi versare l’intero contenuto del calamaio originale nel Diamond. Fino ad ora gli unici calamai in cui mi sono imbattuto e che avevano capacità superiore a 50 ml sono i Diamine da 80 ml e i Monteverde da 90 ml. Il calamaio TWSBI presenta l’apertura sufficientemente larga da consentire il facile travaso dell’inchiostro e la ricarica di penne di una certa dimensione. La base del calamaio è piatta e molto larga, contribuendo alla stabilità dell’insieme durante le operazioni di ricarica. Per consentire il pescaggio dell’inchiostro fino alla fine, è dotato di un inserto conico in plastica traslucida, simile a quello che si trova nei calamai Sailor. La procedura di caricamento è molto semplice e descritta nelle istruzioni allegate. Si capovolge il calamaio (ovviamente dopo essersi assicurati di averlo chiuso bene) e poi lo si raddrizza. In questo modo l’inchiostro riempie l’inserto conico ed è possibile ricaricare la penna anche quando il livello dell’inchiostro è molto basso, sfruttando l’inchiostro fino alla fine. L’inserto in plastica è rimovibile, il che facilita notevolmente le operazioni di travaso di inchiostro, anche se nell’uso senza l’inserto si perde molta della funzionalità. Una scocciatura nell’utilizzo classico del calamaio, quello possibile con qualsiasi penna, è rappresentata dal tubicino in metallo fissato al tappo e che serve ad assicurare il pescaggio dell’inchiostro quando si utilizza il calamaio per ricaricare una penna TWSBI. Quando si svita il calamaio, il tappo con il tubicino bagnato di inchiostro può sporcare la scrivania, e quindi bisogna appoggiarlo su un pezzo di carta assorbente o tenere il tappo capovolto, con il tubicino rivolto verso l’alto. Non essendo interessato alle funzionalità aggiuntive del Diamond 50, l’ho modificato per le mie esigenze, eliminando il tubicino.
Come il nome stesso suggerisce, il calamaio Diamond 50 è dedicato alle penne TWSBI della serie Diamond (530, 540 e 580), in maniera del tutto analoga al VAC 20 per la VAC 700. Se si è possessori di una penna di questo tipo, anziché ricaricare la penna in maniera tradizionale, come si farebbe per qualsiasi altra, è possibile farlo senza sporcare il pennino. Per farlo bisogna anzitutto effettuare l’operazione di capovolgimento, per riempire l’inserto in plastica. Poi si svita la parte superiore del semitappo, quella in plastica nera, per accedere ad un incastro. Contemporaneamente si svita il gruppo pennino dalla penna della serie Diamond. A questo punto, come descritto dettagliatamente nelle istruzioni, si incastra il serbatoio nel calamaio e si procede alla ricarica. L’inchiostro viene aspirato tramite il tubicino e va a riempire direttamente il serbatoio, senza sporcare il pennino. L’unica accortezza è verificare che il foro di sfiato sul bordo del semitappo inferiore non sia otturato. Personalmente non ho mai tentato questo tipo di ricarica, non tanto perché abbia dubbi sulla sua riuscita, ma perché l’idea di svitare ogni volta il gruppo pennino per ricaricare la penna mi lascia un pochino perplesso sulla tenuta dell’assieme nel lungo periodo. Preferisco ricaricare in maniera tradizionale o, per una ricarica completa senza bolle d’aria, utilizzare il calamaio VAC 20 per la VAC 700 e il Visconti da viaggio per tutte le altre penne. Il semplice risciacquo del pennino, seguito da asciugatura con il classico fazzoletto di carta o riquadro di Scottex Casa (o di carta igienica per chi desidera una scelta più “proletaria” non sono una grande scocciatura, per lo meno per me. Ho provato una volta per curiosità a riempire un converter appoggiandolo sull’incastro e devo dire che ha funzionato, ma anche in questo caso mi chiedo se ne valga la pena. Lascio ad altri il giudizio in merito.
Sto utilizzando la serie completa di questi calamai da qualche mese, e devo dire che mi ci sto trovando bene. In pratica ho dedicato ciascun calamaio ad un inchiostro e per riconoscerlo, oltre al colore del tappo, ho realizzato delle etichette che ho applicato sul fondo. A parte la comodità nella ricarica, questo mi permette di ridurre il rischio di contaminazione dell’inchiostro, con l’eventualità che si sviluppino muffe o funghi, soprattutto con gli inchiostri che uso meno. Non è una eventualità del tutto trascurabile, essendo l’impugnatura della penna spesso sporca del grasso delle dita. In pratica riempio i calamai TWSBI circa a metà (20-30 ml) e li utilizzo per ricaricare le mie penne, rabboccandoli periodicamente quando il livello scende e diventa problematico riempire l’inserto. Essendo il calamaio trasparente e privo di etichette, è possibile tenere d’occhio quel che succede all’inchiostro e se qualcosa dovesse andare storto, la boccetta originale non è compromessa, il che per inchiostri costosi come i Pilot Iroshizuku non è cosa da poco. Di tanto in tanto si può bonificare il calamaio rimuovendo i depositi e sanificandolo con un sano lavaggio con candeggina e risciacquo con acqua demineralizzata, mentre la riserva originale di inchiostro è al sicuro. Questo vale soprattutto per gli inchiostri che si usano di rado. Va da sé che un altro dei vantaggi di un calamaio universale è la possibilità di usarlo per realizzare i propri inchiostri, ad esempio miscelando inchiostri fino ad ottenere la tonalità desiderata, operazione sulla quale non mi sono ancora cimentato.
Infine, come ho già detto, ricaricare le mie penne con questo calamaio è più facile che farlo con alcuni calamai originali, ad esempio i Diamine o i Monteverde. I primi hanno l’imboccatura stretta ed i secondi il fondo piatto. Considerato il prezzo conveniente e le molte qualità di questi inchiostri, l’acquisto di un calamaio Diamond 50, soprattutto nella versione in plastica, è un investimento che si ripaga in poco tempo. Pur essendo molto pratico, questo calamaio non è immune da difetti. Il primo è la non perfetta tenuta, mi è capitato che, nonostante fosse avvitato correttamente, si sia capovolto nella borsa ed abbia lasciato fuoriuscire qualche goccia di inchiostro. Non si è trattato di una perdita tale da danneggiare la borsa, il calamaio era dentro un sacchetto di plastica, ma, complice il colore nero della parte in del tappo, mi sono trovato con le dita sporche di inchiostro quando l’ho svitato. Guardando bene il tappo nero nella foto, si nota dove si è verificato il trafilamento. Volendo ci sarebbe una soluzione semplice a questo problema, si tratta di eliminare la parte colorata del semitappo, come si vede anche nelle istruzioni. In pratica si usa come tappo solamente il semitappo nero, quello con il logo TWSBI. Le filettature sono perfettamente identiche e il risultato è un calamaio dal look ancora più classico. Quelli di TWSBI sembrano non avere lasciato nulla al caso. Questa mossa risolve il problema alla radice, ma se uno ha più di un calamaio, perde la possibilità di identificarli dal colore del tappo, perchè diventano tutti uguali.
L’altra scocciatura, meno grave ma comunque fastidiosa è il tubicino di metallo che resta sporco quando si svita il tappo. Bisogna tenere il tappo capovolto per evitare che sporchi la scrivania. Per quanto mi riguarda, ho risolto entrambi questi problemi modificando il calamaio per adattarlo alle mie esigenze. Mi è rimasto solo un terzo problema, e cioè che, dovendo capovolgere il calamaio per riempire l’inserto, il lato interno del tappo si sporca di inchiostro e nell’apertura e chiusura successive tende ad imbrattare la filettatura della boccetta di vetro, con il risultato che se non si presta attenzione si rischia di trovarsi con le dita inchiostrate nella fase di ricarica. Niente di grave, ma ogni tanto, quando il fenomeno diventava particolarmente scocciante, si è resa necessaria una sana pulita del tappo e della filettatura con uno straccetto bagnato.
Il prezzo del calamaio TWSBI Diamond 50 è circa 20 Euro nella versione con il tappo in plastica e circa 30 in quella con il tappo in plastica e alluminio. Si tratta di una differenza significativa, se non avete preferenze estetiche per la versione in alluminio, quella in plastica è altrettanto funzionale e per certi versi da preferire dal punto di vista della tenuta, essendo la plastica un materiale più flessibile dell’alluminio. E’ probabile, anche se non ho fatto una verifica, che la versione in plastica possa essere immune ai difetti di tenuta che ho riscontrato in quella in alluminio. Dal punto di vista estetico invece la versione in alluminio trasmette una sensazione di maggior valore. Chiaramente non è un oggetto indispensabile, volendo se ne può fare a meno. Si tratta quindi di una valutazione personale, per quel che mi riguarda ne posso consigliare l’acquisto, raccomandandolo in particolare a chi usa inchiostri molto costosi o vuole tenere il calamaio in bella mostra sulla scrivania (nel qual caso suggerisco la versione con il tappo in alluminio).
Per concludere, spendo due parole su come ho adattato il calamaio alle mie esigenze. Il tutto nasce dalla ricerca delle cause della mancata tenuta. Andando ad indagare, mi sono accorto che mentre la guarnizione tra il tappo e la boccetta di vetro non aveva problemi, il trafilamento di inchiostro si era verificato tra le due metà che compongono il tappo. In particolare l’inchiostro era sfuggito dal foro di sfiato che serve ad assicurare l’ingresso dell’aria quando si ricarica una penna della serie Diamond con la procedura specifica. Non essendo interessato a questo tipo di utilizzo, ho deciso di risolvere il problema alla radice. Anzitutto ho eliminato il tubicino in metallo, operazione abbastanza semplice da effettuare perché è inserito ad incastro. E’ stato sufficiente afferrarlo con una pinza e tirare. Poi ho risolto il problema dei trafilamenti svitando le due metà del tappo e riempiendo il vano ed il foro di sfiato con una abbondante dose di silicone, quello che si usa per sigillare i sanitari. Ovviamente l’operazione va fatta con il calamaio smontato, perché quando si riavvitano le due metà del tappo, l’eccesso di silicone fuoriesce dal foro dove era precedentemente incastrato il tubicino e va rimosso. E’ importante usare un eccesso di silicone, per fare in modo che le due metà del tappo siano perfettamente sigillate ed unite tra loro. In questo modo ho perso una funzionalità ma mi sono trovato con un tappo perfettamente a tenuta (non ho più avuto problemi di trafilamenti) e non ho più la scocciatura del tubicino che resta sporco di inchiostro. Come ho già detto, avrei potuto risolvere il problema in modo semplice eliminando la parte colorata del tappo, ed utilizzando come tappo solo la parte di colore nero con il logo TWSBI, ma in questo modo avrei perso la possibilità di identificare facilmente i miei calamai.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
-
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- Iscritto il: martedì 8 gennaio 2013, 18:27
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Padova
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Complimenti per la recensione e per l'ingegno!!
Ti chiedo solo una cosa, lasciando da parte valutazioni di ordine estetico, quali tra i due calamai quali ritieni che possa superare meglio l'usura dell'uso e del tempo?
Ti chiedo solo una cosa, lasciando da parte valutazioni di ordine estetico, quali tra i due calamai quali ritieni che possa superare meglio l'usura dell'uso e del tempo?
- Phormula
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Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Entrambi ti garantiranno molti anni di uso, sono molto ben fatti. La plastica con il tempo potrebbe infragilirsi e il filetto cedere se lo stringi troppo. La versione in alluminio è parzialmente immune a questo problema. Parzialmente, perchè il semitappo superiore è sempre in plastica. Per contro l'alluminio verniciato potrebbe graffiarsi, ma nelle condizioni d'uso di un calamaio non dovrebbe succedere. Per cui se dovessi scommettere sulla durata, punterei su quello in alluminio.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Ti ringrazio per le informazioni!
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Ciao Phormula!
Ho letto frettolosamente questa recensione e mi sono infine chiesto chi, dei tanti in gamba del forum, avesse potuto scriverla! Considerando l' ingegno, non poteva essere un utente qualsiasi
E' da parecchio che osservo questo calamaio, me ne sono innamorato fin dall' inizio. E' un vero peccato che nella versione in alluminio, non sia in alluminio anche la parte superiore del tappo.
Intendo prendere proprio quella versione, perchè possiedo una 580 e, questo calamaio, è davvero un fantastico oggetto di design.
Piccolo dubbio:
Lo terrei volentieri esposto sulla mia scrivania con dentro il mio inseparabile Perle Noire ma cosi' non rischierei di alterare velocemente l' inchiostro? Di regola io tengo sempre i calamai nelle loro confezioni originali per non fargli prendere luce. E' un vero peccato perchè molto spesso alcuni calamai sono fantastici(vedi i Caran D'Ache).
Aspetto tue notizie!!
Buona serata
Ho letto frettolosamente questa recensione e mi sono infine chiesto chi, dei tanti in gamba del forum, avesse potuto scriverla! Considerando l' ingegno, non poteva essere un utente qualsiasi
E' da parecchio che osservo questo calamaio, me ne sono innamorato fin dall' inizio. E' un vero peccato che nella versione in alluminio, non sia in alluminio anche la parte superiore del tappo.
Intendo prendere proprio quella versione, perchè possiedo una 580 e, questo calamaio, è davvero un fantastico oggetto di design.
Piccolo dubbio:
Lo terrei volentieri esposto sulla mia scrivania con dentro il mio inseparabile Perle Noire ma cosi' non rischierei di alterare velocemente l' inchiostro? Di regola io tengo sempre i calamai nelle loro confezioni originali per non fargli prendere luce. E' un vero peccato perchè molto spesso alcuni calamai sono fantastici(vedi i Caran D'Ache).
Aspetto tue notizie!!
Buona serata
- Phormula
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Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Sono d'accordo. È un peccato tenerlo nascosto in un cassetto.
Io ti direi di riempirlo fino ad un terzo (tanto funziona comunque) per evitare di far andare a male tutto l'inchiostro. Un terzo sono circa una decina di ricariche quindi un tempo tale da non lasciare l'inchiostro troppo tempo esposto alla luce. Poi quando il livello è troppo basso, rabbocchi. Se lo tieni al riparo dalla luce solare diretta, non dovresti avere problemi.
Io ti direi di riempirlo fino ad un terzo (tanto funziona comunque) per evitare di far andare a male tutto l'inchiostro. Un terzo sono circa una decina di ricariche quindi un tempo tale da non lasciare l'inchiostro troppo tempo esposto alla luce. Poi quando il livello è troppo basso, rabbocchi. Se lo tieni al riparo dalla luce solare diretta, non dovresti avere problemi.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Grazie mille!
No guarda, io non lo terrei certamente alla luce diretta del sole. Ho pensato che la luce diffusa o la luce di lampadina, non dovrebbe alterare più di tanto l' inchiostro. Sono i raggi ultravioletti che danneggiano l' inchiostro no? Io so che la luce diretta del sole, può scolorire gli inchiostri ma io scrivo solo in nero. Penso che non ci siano problemi con il nero, forse sarai d'accordo con me.
No guarda, io non lo terrei certamente alla luce diretta del sole. Ho pensato che la luce diffusa o la luce di lampadina, non dovrebbe alterare più di tanto l' inchiostro. Sono i raggi ultravioletti che danneggiano l' inchiostro no? Io so che la luce diretta del sole, può scolorire gli inchiostri ma io scrivo solo in nero. Penso che non ci siano problemi con il nero, forse sarai d'accordo con me.
- Phormula
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La luce normale della stanza non dovrebbe rovinarlo. Se poi segui il mio consiglio, eviti di riempire il calamaio e lo riempì solo per un terzo-metà, consumi prima l'inchiostro, rabbocchi più di frequente e riduci il tempo medio di esposizione alla luce.
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Complimenti a Phormula per la mirabile recensione.
Possedendo il medesimo oggetto, posso confermare ogni singola considerazione.
Comunque per me il difetto più grave del calamaio Twsbi è che lo vendono vuoto: per 30 euro, forse, un piccolo sforzo si poteva anche fare.
Ciao a tutti.
Stelio
Possedendo il medesimo oggetto, posso confermare ogni singola considerazione.
Comunque per me il difetto più grave del calamaio Twsbi è che lo vendono vuoto: per 30 euro, forse, un piccolo sforzo si poteva anche fare.
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Stelio
Prova – Calamaio TWSBI Diamond 50 – 50P
Ciao ragazzi!!
Ora possiedo lo stesso calamaio. Confermo tutto quello che è stato scritto tranne per una cosa: Nella versione in alluminio, anche il semitappo superiore è in alluminio. Dove la vedi la plastica? E' in alluminio pure quello e lo si percepisce dal peso e dalla consistenza. L' unica cosa effettivamente in plastica è la parte rossa del logo. Per quanto riguarda i problemi di tenuta, opterei per una soluzione alternativa: una guarnizione di gomma nera che circondi uno dei due semitappi; avete presente le guarnizioni degli orologi? A quel punto il tappo, avvitandolo, farebbe pressione sulla guarnizione, garantendo una migliore tenuta; l' unico lato negativo potrebbe essere la durata della stessa ma quanto meno si eviterebbe la perdita di una funzionalità.
Vorrei esaltare ancora più la qualità costruttiva e la qualità dei materiali. Sicuramente è un accessorio che vale tutto il denaro speso. Ciò che è davvero "impressionante" è lo spessore del vetro del calamaio che da veramente un' incredibile sensazione di robustezza e preziosità. E' anche relativamente pesante per via del metallo e del vetro spesso. Sarebbe fantastica una limited edition realizzata in cristallo invece che vetro comune ehehehe...
Ora possiedo lo stesso calamaio. Confermo tutto quello che è stato scritto tranne per una cosa: Nella versione in alluminio, anche il semitappo superiore è in alluminio. Dove la vedi la plastica? E' in alluminio pure quello e lo si percepisce dal peso e dalla consistenza. L' unica cosa effettivamente in plastica è la parte rossa del logo. Per quanto riguarda i problemi di tenuta, opterei per una soluzione alternativa: una guarnizione di gomma nera che circondi uno dei due semitappi; avete presente le guarnizioni degli orologi? A quel punto il tappo, avvitandolo, farebbe pressione sulla guarnizione, garantendo una migliore tenuta; l' unico lato negativo potrebbe essere la durata della stessa ma quanto meno si eviterebbe la perdita di una funzionalità.
Vorrei esaltare ancora più la qualità costruttiva e la qualità dei materiali. Sicuramente è un accessorio che vale tutto il denaro speso. Ciò che è davvero "impressionante" è lo spessore del vetro del calamaio che da veramente un' incredibile sensazione di robustezza e preziosità. E' anche relativamente pesante per via del metallo e del vetro spesso. Sarebbe fantastica una limited edition realizzata in cristallo invece che vetro comune ehehehe...
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Ho provato con la guarnizione. Funziona o meglio non funziona, perché si allaga di inchiostro la parte tra i due semitappi. Io ho provato due soluzioni. Una guarnizione da rubinetto che va a chiudere il foro di caricamento e una guarnizione tipo o-ring che faceva tenuta sul bordo del sotto tappo superiore. In entrambi i casi il risultato non mi ha soddisfatto, alla fine ho preferito risolvere definitivamente siliconando.
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Domandina da un milione di dollari, per un uso con penne non TWSBI quale dei due sarebbe migliore? Vorrei evitare di usare il calamaio Visconti visto che ci metterei dentro il BSB diluito, e usando un calamaio TWSBI eviterei di fare il piccolo chimico una ricarica sì ed una no.
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Sono esattamente identici, è solo una questione di materiale del tappo. Quello in alluminio è più "di lusso", ma dal punto di vista funzionale non cambia nulla. Io, se dovessi tenerlo in un cassetto, prenderei il 50P, costa meno e va bene uguale.
Pensa se ti fa cilecca il Bsystate Blue nel calamaio Vosconti... Ti rimane il braccio inchiostrato a vita!
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Ci avevo pensato anche io, diventerei tipo puffo quattrocchi .
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Il calamaio Visconti sino ad ora con me non ha mai fatto cilecca. Sono convinto che se qualcosa non dovesse funzionare, o è perchè si è danneggiato, o (più probabilmente) perchè non ho infilato bene la penna prima di capovolgerlo o (ancora più probabilmente) perchè ho dato un colpo alla penna o al calamaio mentre caricavo. Mi capitasse con un inchiostro lavabile, conierei nuove bestemmie del settimo grado della scala Mercalli, ma tutto sommato con un po' di sapone e tanta pazienza me la cavo. Con il Baystate mi rassegnerei all'idea di avere una mano e un braccio blu e comincerei a pensare al nome della malattia da dire agli amici che mi chiedono come mai...
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