Come si può con evidenza notare, il tratto della stilografica è un po' come un corpo estraneo che entra in un acquerello, ciò a testimoniare se ce ne fosse bisogno, di quanto sia inusuale e difficile per chi è avvezzo alle tecniche canoniche, applicare la tecnica di Marco che prevede una sintesi armoniosa tra colore in diluizione - inchiostro e non acquerello - e tratto, tracciato con una stilo.
Le tre Pilot hanno inchiostro nero Lamy, inchiostro Evergreen Diamine, inchiostro marrone (mix fra brilliant lack e brilliant brown Pelikan) e nell'acquerellare ho usato vari inchiostri: Malvenrot Standardgraf, Kelly green Diamine, Lamy turchese, Lamy blu washable, inchiostro di china colori carminio e terra bruciata, inchiostro rosso al pernambuco fatto da me su ricetta del Seicento. Acqua ovviamente e una buona dose di perdita di cognizione del tempo
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Mi fa "strano" usare le penne sugli inchiostri acquerellati, che ho dipinto istintivamente come fossero acquerelli, come se quindi dovesse bastare il tocco del pennello a disegnare e a dipingere, a campire e a definire allo stesso tempo. Vedo ancora il tratto a penna come corpo estraneo nel mio lavoro, perché devo ancora acquisire la mentalità, l'approccio giusto, trovare il meccanismo mentale che induca alla composizione dell'immagine e alla sua strutturazione con una tecnica nuova. Questo è un promemoria, non una giustificazione. Non miro al risultato con questi test, come dicevo, ma a fissare un punto di partenza. Infatti il primo test non lo volevo nemmeno inserire, ma poi ho detto, sì.
Irishtales punto zero.