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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
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- Levetta
- Messaggi: 718
- Iscritto il: venerdì 15 febbraio 2013, 9:29
- La mia penna preferita: Quella che mi manca.
- Il mio inchiostro preferito: Blu d'estate - Nero d'inverno
- Misura preferita del pennino: Medio
- Località: FC
La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
La Duofold fu un grande successo degli anni 20, e come tutti i prodotti di successo è stata copiata da tante altre case; apparentemente questa cosa succede da 80 anni, visto che anche la Duofold International del 1989 ha delle copie; vediamo sia le vecchie che le nuove:
LA DUOFOLD DEL 1925
Si sono scritti libri su questa penna, e mi limito quindi solo a citare l'innovazione che costituì, essendo una delle prime penne in celluloide colorata nella metà degli anni 20, ed il conseguente enorme successo commerciale.
Ne ho 2 nella mia piccola collezione; una arancio, la classica "Big Red", made in Canada, purtroppo con pennino non originale, e una Jade Green, sempre made in Canada, con il suo pennino originale.
L'arancione ha un anellino sulla sommità del cappuccio che non so se sia originale, o se sia stato montato successivamente. La celluloide conserva un bel colore arancio brillante, la lucidai e quindi è molto "luccicante", e ha una bella incisione molto ben visibile "Geo S.Parker DUOFOLD/Lucky Curve Fountain Pen - Toronto Canada".
La possiedo da tanti anni, e credo di averla comperata negli USA attorno ai primi anni 90, quando non esistevano nè internet nè ebay. La veretta del cappuccio è ancora discretamente dorata, mentre la clip ha perso partte della doratura. L'ebanite del fondello, del top del cappuccio e del blocco porta pennino è in buone condizioni, ma il colore varia dal nero al grigiastro. Purtroppo il pennino non è originale.
La Jade Green è anch'essa made in Canada, e ha una stampigliatura identica alla rossa, altrettanto ben visibile. La celluloide verde marmorizzata è molto bella, lucidata ha una bellissima profondità di colore. Anche qui i componenti di ebanite vanno dal nero al grigiastro. La doratura della veretta è buona come nella Big Red, e la clip è migliore, con ancora buona parte della doratura. Il pennino in oro di grande dimensioni non porta l'indicazione della dimensione del tratto, ma di fatto è un fine. E' rigido (cosa che io preferisco) e scorrevole. E' marcato "Parker Duofold Pen Canada".
Anche questa la acquistai negli Usa, più o meno nello stesso periodo e con le stesse modalità della precedente.
Così a memoria mi sembra che vengano entrambi da Dunedin in Florida, dove all'epoca esisteva l'unica associazione di collezionisti di penne, che vendeva anche qualcosa.
Le penne venivano elencate in un giornalino che arrivava per posta; poi si doveva telefonare per sapere se quello che interessava era ancora disponibile, si cambiavano i dollari in banca, si spedivano le banconote in una busta, e dopo un mese abbondante "forse" arrivava la penna, dopo aver ricevuto la lettera della dogana che chiedeva la descrizione ed il valore del contenuto del pacchetto.
Quasi uguale ad oggi, con ebay e paypall.....che dopo un click si è fatto tutto !
E' evidente la bontà dei materiali usati, e la cura della realizzazione: la celluloide tende a ridursi o gonfiarsi con gli anni, ma qui le tolleranze sono ancora perfette, e il cappuccio e il fondello si avvitano perfettamente senza frizioni particolari.
LA DUOFOLD TAROCCA DELLO STESSO PERIODO
La copia tarocca è una "DOMINO" italiana, di celluloide verde screziata. La penna mi fù regalata da una lontana parente che la trovò in un cassetto in casa, e me la regalò sapendo che mi avrebbe fatto cosa gradita.
Il pennino purtroppo non è originale, o almeno non è marcato Domino. Sono però quasi sicuro che fosse già nella penna, quindi non dovrei averlo sostituito io.
Le dimensioni sono identiche a quelle della Duofold, tranne ill fondello che è qualche mm più lungo.
La celluloide è palesemente di qualità inferiore, anche se non è poi del tutto malvagia. Il colore è verde screziato di marrone e oro; la profondità dei colori e delle sfumature è quasi inesistente rispetto alla Duofold. Il cappuccio ha 2 verette sottili invece di una grossa. I particolari in ebanite sono neri e le dorature delle verette e della clip sono ancora buone.
Il livello di qualità inferiore è evidente oltre che nel colore, anche nel fatto che la celluloide probabilmente si è ritirata, e il cappuccio per i primi giri si avvita un po' a fatica, e poi sembra quasi girare a vuoto. Si avvita comunque, ma la sensazione non è piacevolissima.
UN CONFRONTO FRA LE NONNE ORIGINALI E LA TAROCCA D'EPOCA
Ho caricato di inchiostro solo la Duofold verde, perchè la Big Red e la copia non hanno il sacchetto in ordine, e non avevo voglia di mettermi a cambiarlo.
La Duofold verde scrive bene, senza esitazioni, e dà la sensazione che la si potrebbe utilizzare quotidianamente. Il pennino è rigido, la scrittura è continua e senza esitazioni. Il ltratto è sottile, e l'iridio guardato alla lente è ancora abbondante sul pennino
La copia tarocca viceversa non mi sentirei di utilizzarla quotidianamente. per le difficoltà date dalle tolleranze della celluloide.
Esteticamente non c'è un paragone fra la bellezza della celluloide verde della originale, e quella della copia.
A seguire oltre alle immagini delle penne allego anche qualche riga scritta con la Duofold verde, caricata con inchiostro Mont Blanc Bordeaux degli anni 80...quello che usava Enzo Ferrari.....!
LA DUOFOLD INTERNATIONAL DEL 1989
Ero studente universitario a Bologna quando uscì la Duofold International attorno al 1989, e mi ricordo i sacrifici economici per poterne acquistare uno nel negozio AC Vecchietti, nella vecchia e storica sede di Via Manzoni, dove la pazientissima Sig.ra Marina Vecchietti era disponibile a chiacchierare di penne per ore e ore con chi ne avesse voglia, compreso me.
Risparmiando su tutto me ne comperai una blu; si trattava di una delle prime penne in acrilico screziato simil-celluloide, ed era bellissima.Il materiale ed il colore furono quindi di nuovo innovativi anche nel 1989, come lo furono nel 1925. In realtà non possiedo più quella penna, che fu usata da mio padre per fare un regalo a un collezionista con cui aveva un debito di riconoscenza per motivi di lavoro, che saldò appunto sacrificando la mia Duofold blu......
Dopo circa un annetto dalla uscita di questa penna, che in origine era solo blu e rossa (o forse anche nera ??) si venne a sapere che ne esisteva solo negli USA un modello in edizione limitata VERDE. Si diceva fosse stato fattu su richiesta della American Express, e in effetti il colore è molto simile a quello della carta di credito.
In quegli anni la Duofold verde divenne un must, e anche io riuscii a comperarne una, che è quella di questa "comparativa".
Successivamente poi il modello verde venne regolarmente prodotto, e arrivò anche da noi senza necessità di doverlo "contrabbandare" dagli Usa.
Tornando alla penna, conosciuta ed apprezzata da tanti, l'acrilico verde screziato è molto bello, e anche piacevole al tatto; la sommità del cappuccio è piatta e larga quanto il corpo del cappuccio, e si differisce da quelle prodotte successivamente che avevamno il top più streamlined e con un fregio sopra.
Il pennino è bicolore, Fine nella mia, molto bello, di dimensioni importanti, e rigido.
La penna è leggera e ben bilanciata. Il cappuccio calza sul fondello nero, senza sciupare il corpo della penna, se calzato.
Le dorature sono ovviamente impeccabili.
Le dimensioni sono sensibilmente inferiori rispetto alla "nonna".
La penna è praticamente nuova, avendola usata al massimo per 3 o 4 ricariche in tutto.
Nulla da dire sulla scrittura, perfetta e piacevoile. Come già detto preferisco pennini rigidi, e questo lo è, ma col passare degli anni preferisco i medi rispetto ai fini (e infatti tutte le penne che ho acquistato in quegli anni hanno pennini fini, mentre le più recenti sono tutte medio o broad).
Nella prova di scrittura ho usato un Parker Quink blue/black indelebile degli anni 90.
LE "TAROCCHE" RECENTI
Ne ho ben due di tarocche, ma è possibile ce ne siano di più sul mercato:
Kaigelu 316
Penna realizzata in acrilico, la mia è di colore "Charcoal", ovvero grigio scuro screziato.
E' un po' più grande della Duofold, e il cappuccio è un po' streamlined, con un canguro stilizzato come fregio sulla sommità.
Due verette di dimensioni uguali sul cappuccio, e una sul fondello; la clip è diversa da quella della Parker, ed è piacevole come disegno. Tutte le parti metalliche sono dorate
Il pennino è in acciaio bicolore, con fregi, grande, rigido e di tratto medio (misura unica).
Il puntale porta pennino è ben realizzato, con due verette dorate, una superiore e una inferiore.
La penna è piacevole al tatto, l'acrilico è visivamente molto gradevole, il peso è leggermente superiore a quello della Duofold, e anche lo spessore del fusto è leggermente maggiore..
L'alimentazione è a converter, e penso monti cartuccie standard tipo "pelikan".
Le tolleranze di lavorazione sono perfette, il cappuccio si avvita benissimo, e altrettanto bene si avvita e svita il blocco porta pennino.
La scrittura è piacevole, senza esitazioni nè interruzioni. Il tratto è un medio nella norma.
Nella prova di scrittura ho usato inchiostro Diamine "Presidential Blue".
L'ho pagata 17 euro compresa la spedizione.....
Il rapporto qualità/prezzo è strepitoso, trattandosi veramente di una bella penna.
Jinhao Century Blue
Dimensioni quasi uguali alla Duofold, sia per lunghezza che per spessore, cappuccio leggermente streamlined, con un fregio sopra, corpo in acrilico blu screziato, molto bello. Due verette sul cappuccio, una sul fondello; tutti i particolari metallici sono rodiati (intendo non giallo oro, ma cromati).
L'acrilico del corpo è molto piacevole al tatto, ed il colore è veramente molto bello, ricco di sfumature profonde.
La clip del cappuccio non è bellissima, presentando un piccolo fregio nella parte superiore, ma non è neanche poi così male.
Il pennino è in acciaio, cromato anche lui, sensibilmente più piccolo rispetto a quello delle altre duer penne e più semplice, con meno fregi.
La scrittura è buona, decisa, senza esitazioni, il tratto è medio/fine; il pennino è rigido.
La penna è molto piacevole nell'uso: il cappuccio si svita e avvita dolcemente, e altrettanto la sezione del pennino.
Fiunzia a converter o cartucce standard "pelikan".
Nella prova di scrittura ho usato inchiostro Mont Blanc Turchese degli anni 80.
Ho pagato la penna 14 euro compresa la spedizione.....
Anche per questa, il rapporto prezzo/qualità è veramente strepitoso.
QUALCHE CONSIDERAZIONE
Di certo complimenti a Parker, che dal 1920 crea oggetti che altri cercano di copiare, e che nel 2013 permette di usare ancora quotidianamemnte una penna costruita attorno al 1925, senza controindicazioni di sorta.
Tornando ai giorni nostri, il confronto fra la Duofold e le due tarocche ci propone oggetti con rapporto fra i costi di 20:1 più o meno.
La qualità dei materiali acrilici apparentemente sembra essere almeno equivalente.
Le dorature non lo so, in quanto bisognerebbe usarle tutte per 5/6 anni e vedere cosa succede.
I pennini in effetti sono diversi nei materiali (oro/acciaio), nella lavorazione e nella bellezza dei fregi. Però alla fine scrivono tutti bene, con un vantaggio a livello di sfumature per quello della Parker, a prescindere dal materiale con cui questo è realizzato.
Non spetta a me trarre conclusioni da questo confronto, però vorrei approfittare per fare presente a chi denigra le penne cinesi, che quelle oggetto di questo articolo sono veramente un altro pianeta rispetto alle tante ciofeche cinesi in cui tutti siamo incorsi nella nostra carriera di amanti delle penne.
Queste due sono penne ben realizzate, che scrivono bene, di estetica molto gradevole, e costano veramente una sciocchezza.
A chi possono interessare ? Io le ho tutte, sia le Duofold che le tarocche, nella mia piccola collezione, ma non ne uso nessuna perchè non è il tipo di penna che prediligo.
Penso però a chi non voglia o non possa spendere una fortuna per una penna, o a chi tema di perdere o sciupare nell'uso quotidiano una penna di pregio, queste rappresentino una alternativa validissima.
Non sono aggiornato sui prezzi, ma mi sembra siano più economiche delle lamy, penna da prezzo diffusissima anche qui sul forum. Io non ci metterei un attimo a preferire queste ad una lamy.
LA DUOFOLD DEL 1925
Si sono scritti libri su questa penna, e mi limito quindi solo a citare l'innovazione che costituì, essendo una delle prime penne in celluloide colorata nella metà degli anni 20, ed il conseguente enorme successo commerciale.
Ne ho 2 nella mia piccola collezione; una arancio, la classica "Big Red", made in Canada, purtroppo con pennino non originale, e una Jade Green, sempre made in Canada, con il suo pennino originale.
L'arancione ha un anellino sulla sommità del cappuccio che non so se sia originale, o se sia stato montato successivamente. La celluloide conserva un bel colore arancio brillante, la lucidai e quindi è molto "luccicante", e ha una bella incisione molto ben visibile "Geo S.Parker DUOFOLD/Lucky Curve Fountain Pen - Toronto Canada".
La possiedo da tanti anni, e credo di averla comperata negli USA attorno ai primi anni 90, quando non esistevano nè internet nè ebay. La veretta del cappuccio è ancora discretamente dorata, mentre la clip ha perso partte della doratura. L'ebanite del fondello, del top del cappuccio e del blocco porta pennino è in buone condizioni, ma il colore varia dal nero al grigiastro. Purtroppo il pennino non è originale.
La Jade Green è anch'essa made in Canada, e ha una stampigliatura identica alla rossa, altrettanto ben visibile. La celluloide verde marmorizzata è molto bella, lucidata ha una bellissima profondità di colore. Anche qui i componenti di ebanite vanno dal nero al grigiastro. La doratura della veretta è buona come nella Big Red, e la clip è migliore, con ancora buona parte della doratura. Il pennino in oro di grande dimensioni non porta l'indicazione della dimensione del tratto, ma di fatto è un fine. E' rigido (cosa che io preferisco) e scorrevole. E' marcato "Parker Duofold Pen Canada".
Anche questa la acquistai negli Usa, più o meno nello stesso periodo e con le stesse modalità della precedente.
Così a memoria mi sembra che vengano entrambi da Dunedin in Florida, dove all'epoca esisteva l'unica associazione di collezionisti di penne, che vendeva anche qualcosa.
Le penne venivano elencate in un giornalino che arrivava per posta; poi si doveva telefonare per sapere se quello che interessava era ancora disponibile, si cambiavano i dollari in banca, si spedivano le banconote in una busta, e dopo un mese abbondante "forse" arrivava la penna, dopo aver ricevuto la lettera della dogana che chiedeva la descrizione ed il valore del contenuto del pacchetto.
Quasi uguale ad oggi, con ebay e paypall.....che dopo un click si è fatto tutto !
E' evidente la bontà dei materiali usati, e la cura della realizzazione: la celluloide tende a ridursi o gonfiarsi con gli anni, ma qui le tolleranze sono ancora perfette, e il cappuccio e il fondello si avvitano perfettamente senza frizioni particolari.
LA DUOFOLD TAROCCA DELLO STESSO PERIODO
La copia tarocca è una "DOMINO" italiana, di celluloide verde screziata. La penna mi fù regalata da una lontana parente che la trovò in un cassetto in casa, e me la regalò sapendo che mi avrebbe fatto cosa gradita.
Il pennino purtroppo non è originale, o almeno non è marcato Domino. Sono però quasi sicuro che fosse già nella penna, quindi non dovrei averlo sostituito io.
Le dimensioni sono identiche a quelle della Duofold, tranne ill fondello che è qualche mm più lungo.
La celluloide è palesemente di qualità inferiore, anche se non è poi del tutto malvagia. Il colore è verde screziato di marrone e oro; la profondità dei colori e delle sfumature è quasi inesistente rispetto alla Duofold. Il cappuccio ha 2 verette sottili invece di una grossa. I particolari in ebanite sono neri e le dorature delle verette e della clip sono ancora buone.
Il livello di qualità inferiore è evidente oltre che nel colore, anche nel fatto che la celluloide probabilmente si è ritirata, e il cappuccio per i primi giri si avvita un po' a fatica, e poi sembra quasi girare a vuoto. Si avvita comunque, ma la sensazione non è piacevolissima.
UN CONFRONTO FRA LE NONNE ORIGINALI E LA TAROCCA D'EPOCA
Ho caricato di inchiostro solo la Duofold verde, perchè la Big Red e la copia non hanno il sacchetto in ordine, e non avevo voglia di mettermi a cambiarlo.
La Duofold verde scrive bene, senza esitazioni, e dà la sensazione che la si potrebbe utilizzare quotidianamente. Il pennino è rigido, la scrittura è continua e senza esitazioni. Il ltratto è sottile, e l'iridio guardato alla lente è ancora abbondante sul pennino
La copia tarocca viceversa non mi sentirei di utilizzarla quotidianamente. per le difficoltà date dalle tolleranze della celluloide.
Esteticamente non c'è un paragone fra la bellezza della celluloide verde della originale, e quella della copia.
A seguire oltre alle immagini delle penne allego anche qualche riga scritta con la Duofold verde, caricata con inchiostro Mont Blanc Bordeaux degli anni 80...quello che usava Enzo Ferrari.....!
LA DUOFOLD INTERNATIONAL DEL 1989
Ero studente universitario a Bologna quando uscì la Duofold International attorno al 1989, e mi ricordo i sacrifici economici per poterne acquistare uno nel negozio AC Vecchietti, nella vecchia e storica sede di Via Manzoni, dove la pazientissima Sig.ra Marina Vecchietti era disponibile a chiacchierare di penne per ore e ore con chi ne avesse voglia, compreso me.
Risparmiando su tutto me ne comperai una blu; si trattava di una delle prime penne in acrilico screziato simil-celluloide, ed era bellissima.Il materiale ed il colore furono quindi di nuovo innovativi anche nel 1989, come lo furono nel 1925. In realtà non possiedo più quella penna, che fu usata da mio padre per fare un regalo a un collezionista con cui aveva un debito di riconoscenza per motivi di lavoro, che saldò appunto sacrificando la mia Duofold blu......
Dopo circa un annetto dalla uscita di questa penna, che in origine era solo blu e rossa (o forse anche nera ??) si venne a sapere che ne esisteva solo negli USA un modello in edizione limitata VERDE. Si diceva fosse stato fattu su richiesta della American Express, e in effetti il colore è molto simile a quello della carta di credito.
In quegli anni la Duofold verde divenne un must, e anche io riuscii a comperarne una, che è quella di questa "comparativa".
Successivamente poi il modello verde venne regolarmente prodotto, e arrivò anche da noi senza necessità di doverlo "contrabbandare" dagli Usa.
Tornando alla penna, conosciuta ed apprezzata da tanti, l'acrilico verde screziato è molto bello, e anche piacevole al tatto; la sommità del cappuccio è piatta e larga quanto il corpo del cappuccio, e si differisce da quelle prodotte successivamente che avevamno il top più streamlined e con un fregio sopra.
Il pennino è bicolore, Fine nella mia, molto bello, di dimensioni importanti, e rigido.
La penna è leggera e ben bilanciata. Il cappuccio calza sul fondello nero, senza sciupare il corpo della penna, se calzato.
Le dorature sono ovviamente impeccabili.
Le dimensioni sono sensibilmente inferiori rispetto alla "nonna".
La penna è praticamente nuova, avendola usata al massimo per 3 o 4 ricariche in tutto.
Nulla da dire sulla scrittura, perfetta e piacevoile. Come già detto preferisco pennini rigidi, e questo lo è, ma col passare degli anni preferisco i medi rispetto ai fini (e infatti tutte le penne che ho acquistato in quegli anni hanno pennini fini, mentre le più recenti sono tutte medio o broad).
Nella prova di scrittura ho usato un Parker Quink blue/black indelebile degli anni 90.
LE "TAROCCHE" RECENTI
Ne ho ben due di tarocche, ma è possibile ce ne siano di più sul mercato:
Kaigelu 316
Penna realizzata in acrilico, la mia è di colore "Charcoal", ovvero grigio scuro screziato.
E' un po' più grande della Duofold, e il cappuccio è un po' streamlined, con un canguro stilizzato come fregio sulla sommità.
Due verette di dimensioni uguali sul cappuccio, e una sul fondello; la clip è diversa da quella della Parker, ed è piacevole come disegno. Tutte le parti metalliche sono dorate
Il pennino è in acciaio bicolore, con fregi, grande, rigido e di tratto medio (misura unica).
Il puntale porta pennino è ben realizzato, con due verette dorate, una superiore e una inferiore.
La penna è piacevole al tatto, l'acrilico è visivamente molto gradevole, il peso è leggermente superiore a quello della Duofold, e anche lo spessore del fusto è leggermente maggiore..
L'alimentazione è a converter, e penso monti cartuccie standard tipo "pelikan".
Le tolleranze di lavorazione sono perfette, il cappuccio si avvita benissimo, e altrettanto bene si avvita e svita il blocco porta pennino.
La scrittura è piacevole, senza esitazioni nè interruzioni. Il tratto è un medio nella norma.
Nella prova di scrittura ho usato inchiostro Diamine "Presidential Blue".
L'ho pagata 17 euro compresa la spedizione.....
Il rapporto qualità/prezzo è strepitoso, trattandosi veramente di una bella penna.
Jinhao Century Blue
Dimensioni quasi uguali alla Duofold, sia per lunghezza che per spessore, cappuccio leggermente streamlined, con un fregio sopra, corpo in acrilico blu screziato, molto bello. Due verette sul cappuccio, una sul fondello; tutti i particolari metallici sono rodiati (intendo non giallo oro, ma cromati).
L'acrilico del corpo è molto piacevole al tatto, ed il colore è veramente molto bello, ricco di sfumature profonde.
La clip del cappuccio non è bellissima, presentando un piccolo fregio nella parte superiore, ma non è neanche poi così male.
Il pennino è in acciaio, cromato anche lui, sensibilmente più piccolo rispetto a quello delle altre duer penne e più semplice, con meno fregi.
La scrittura è buona, decisa, senza esitazioni, il tratto è medio/fine; il pennino è rigido.
La penna è molto piacevole nell'uso: il cappuccio si svita e avvita dolcemente, e altrettanto la sezione del pennino.
Fiunzia a converter o cartucce standard "pelikan".
Nella prova di scrittura ho usato inchiostro Mont Blanc Turchese degli anni 80.
Ho pagato la penna 14 euro compresa la spedizione.....
Anche per questa, il rapporto prezzo/qualità è veramente strepitoso.
QUALCHE CONSIDERAZIONE
Di certo complimenti a Parker, che dal 1920 crea oggetti che altri cercano di copiare, e che nel 2013 permette di usare ancora quotidianamemnte una penna costruita attorno al 1925, senza controindicazioni di sorta.
Tornando ai giorni nostri, il confronto fra la Duofold e le due tarocche ci propone oggetti con rapporto fra i costi di 20:1 più o meno.
La qualità dei materiali acrilici apparentemente sembra essere almeno equivalente.
Le dorature non lo so, in quanto bisognerebbe usarle tutte per 5/6 anni e vedere cosa succede.
I pennini in effetti sono diversi nei materiali (oro/acciaio), nella lavorazione e nella bellezza dei fregi. Però alla fine scrivono tutti bene, con un vantaggio a livello di sfumature per quello della Parker, a prescindere dal materiale con cui questo è realizzato.
Non spetta a me trarre conclusioni da questo confronto, però vorrei approfittare per fare presente a chi denigra le penne cinesi, che quelle oggetto di questo articolo sono veramente un altro pianeta rispetto alle tante ciofeche cinesi in cui tutti siamo incorsi nella nostra carriera di amanti delle penne.
Queste due sono penne ben realizzate, che scrivono bene, di estetica molto gradevole, e costano veramente una sciocchezza.
A chi possono interessare ? Io le ho tutte, sia le Duofold che le tarocche, nella mia piccola collezione, ma non ne uso nessuna perchè non è il tipo di penna che prediligo.
Penso però a chi non voglia o non possa spendere una fortuna per una penna, o a chi tema di perdere o sciupare nell'uso quotidiano una penna di pregio, queste rappresentino una alternativa validissima.
Non sono aggiornato sui prezzi, ma mi sembra siano più economiche delle lamy, penna da prezzo diffusissima anche qui sul forum. Io non ci metterei un attimo a preferire queste ad una lamy.
- Allegati
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- Le Duofold del 1925
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- Le Duofold del 1925 aperte
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- La Domino
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- La domino aperta
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- La Duofold International del 1989
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- La Duofold International aperta
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- Le cinesi
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- Le cinesi aperte
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- I pennini delle cinesi
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- Prova di scrittura
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Splendida idea quella di fare una comparazione! E che recensione: accurata, esaustiva, corredata da foto e scansioni ben leggibili e soprattutto senza pregiudizi.
Grazie
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"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Bellissima recensione e penne stupende: grazie!
Personalmente apprezzo moltissimo la mia Kaigelu 316.
Confermando quello che implicitamente dice Daniela, a volte queste penne "non blasonate" scrivono benissimo!
Andrea
Personalmente apprezzo moltissimo la mia Kaigelu 316.
Confermando quello che implicitamente dice Daniela, a volte queste penne "non blasonate" scrivono benissimo!
Andrea
Twice the pride, double the fall [Count Dooku]
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Grazie davvero per la validissima recensione/comparativa, trovo molto interessanti i risultati ottenuti dai produttori cinesi. Personalmente tendo a preferire chi cerca di realizzare qualcosa di originale ma la disponibilta' di penne di buona qualita' di scrittura a prezzi concorrenziali non puo' che essere benvenuta.
Simone
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
bellissima recensione! Complimenti per le penne.
mi hai fatto venir voglia di provare le cinesi (non avendo al momento il budget per l'originale ).
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Pietro
Io sono vivo, ma non vivo perchè respiro, mi sento vivo solo se sfilo la stilo e scrivo.
Caparezza
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
tra le (ri)edizioni degli anni '90 anche la versione "big red" che mi accompagna da . . . dagli anni '90
Il pennino montato sul mio esemplare è un F che è molto più "corposo" del pennino, sempre misura F, montato su una parker sonnet di recente produzione.
Il pennino montato sul mio esemplare è un F che è molto più "corposo" del pennino, sempre misura F, montato su una parker sonnet di recente produzione.
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ho paura, ma faccio finta di nulla e tiro dritto
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Il problema con le cinesi é che il materiale con cui sono costruite si deteriora molto velocemente, ma non sempre...Segno di una enorme instabilità della produzione di questi fakes.
Io avevo acquistato durante un viaggio di lavoro un roller fake di quella marca blasonata, tanto per cominciare a testarne la qualità e sopratutto perché non mi fidavo di comprare una stilografica per paura che perdesse.
Dopo circa 6 mesi di uso abbastanza continuativo in ufficio ho notato l'apparire di una crepa sul fusto senza che ci fossero peraltro state cadute accidentali, dopo un altro mese anche il top del cappuccio presentava una crepa in corrispondenza della clip. Insomma la penna mi si stava "disfacendo" tra le mani, tanto che ho cominciato a non portarla più, tenendola sulla scrivania giusto per scribacchiare qualche appunto al telefono. Dopo circa un paio di mesi é passato qualche furbetto e la fake cinese gli deve essere rimasta appiccicata alle mani...Così mi ha sollevato dal disturbo di doverla buttare via una volta esaurito il refill!
Purtroppo queste copie non fanno per me, preferisco di gran lunga una Lamy Safari : ben costruita in una resina plastica ABS di ottima qualità, controllata una per una in stabilimento prima della vendita con un pennino alato sostituibile, unico nel suo genere. Costruita ad Heidelberg dal 1980 e non a Shanghai.
Io avevo acquistato durante un viaggio di lavoro un roller fake di quella marca blasonata, tanto per cominciare a testarne la qualità e sopratutto perché non mi fidavo di comprare una stilografica per paura che perdesse.
Dopo circa 6 mesi di uso abbastanza continuativo in ufficio ho notato l'apparire di una crepa sul fusto senza che ci fossero peraltro state cadute accidentali, dopo un altro mese anche il top del cappuccio presentava una crepa in corrispondenza della clip. Insomma la penna mi si stava "disfacendo" tra le mani, tanto che ho cominciato a non portarla più, tenendola sulla scrivania giusto per scribacchiare qualche appunto al telefono. Dopo circa un paio di mesi é passato qualche furbetto e la fake cinese gli deve essere rimasta appiccicata alle mani...Così mi ha sollevato dal disturbo di doverla buttare via una volta esaurito il refill!
Purtroppo queste copie non fanno per me, preferisco di gran lunga una Lamy Safari : ben costruita in una resina plastica ABS di ottima qualità, controllata una per una in stabilimento prima della vendita con un pennino alato sostituibile, unico nel suo genere. Costruita ad Heidelberg dal 1980 e non a Shanghai.
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Io avevo acquistato durante un viaggio di lavoro un roller fake di quella marca blasonata, tanto per cominciare a testarne la qualità e sopratutto perché non mi fidavo di comprare una stilografica per paura che perdesse.
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Io avevo acquistato durante un viaggio di lavoro un roller fake di quella marca blasonata, tanto per cominciare a testarne la qualità e sopratutto perché non mi fidavo di comprare una stilografica per paura che perdesse.
Dopo circa 6 mesi di uso abbastanza continuativo in ufficio ho notato l'apparire di una crepa sul fusto senza che ci fossero peraltro state cadute accidentali, dopo un altro mese anche il top del cappuccio presentava una crepa in corrispondenza della clip. Insomma la penna mi si stava "disfacendo" tra le mani, tanto che ho cominciato a non portarla più, tenendola sulla scrivania giusto per scribacchiare qualche appunto al telefono. Dopo circa un paio di mesi é passato qualche furbetto e la fake cinese gli deve essere rimasta appiccicata alle mani...Così mi ha sollevato dal disturbo di doverla buttare via una volta esaurito il refill!
Purtroppo queste copie non fanno per me, preferisco di gran lunga una Lamy Safari : ben costruita in una resina plastica ABS di ottima qualità, controllata una per una in stabilimento prima della vendita con un pennino alato sostituibile, unico nel suo genere. Costruita ad Heidelberg dal 1980 e non a Shanghai.
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Grazie a tutti per i commenti.
Auraloide: questi non sono very fakes; le penne non sono imitazione pedisseque di penne di marca, ma sono solo ispirate a queste.
Mi sopno permesso io di considerarle copie, per dare un po di senso alla mia mini recensione.
Soino d'accordo su quanto dici riguardo alla scarsa durata di alcuni modelli, che è conseguenza della scarsa qualità costruttiva e/o dei materiali impiegati.
Però penso ci di possa anche concedere il beneficio del dubbio, e quindi non per forza generalizzare a tutte le penne di produzione cinese, i problemi avuti con alcune di queste.
Peraltro colgo l'occasione per sottolineare che nei modelli che ho ciutato, la costruzione è da barra tornita di acrilico, non plastica stampata.
A parte che la barra tornita di acrilico è una modalità di fabbricazione molto più costose di qualsiasi plastica stampata, questa presenta anche il vantaggio di non scolorire, e di non dare adito a problemi tipo crepe o cose del genere.
Condivido quindi l'esperienza che hai citato, riferita alla scarsa durata di alcuni modelli, ma non penso che questa debba per forza essere estesa a tutte le penne cinesi.......
Auraloide: questi non sono very fakes; le penne non sono imitazione pedisseque di penne di marca, ma sono solo ispirate a queste.
Mi sopno permesso io di considerarle copie, per dare un po di senso alla mia mini recensione.
Soino d'accordo su quanto dici riguardo alla scarsa durata di alcuni modelli, che è conseguenza della scarsa qualità costruttiva e/o dei materiali impiegati.
Però penso ci di possa anche concedere il beneficio del dubbio, e quindi non per forza generalizzare a tutte le penne di produzione cinese, i problemi avuti con alcune di queste.
Peraltro colgo l'occasione per sottolineare che nei modelli che ho ciutato, la costruzione è da barra tornita di acrilico, non plastica stampata.
A parte che la barra tornita di acrilico è una modalità di fabbricazione molto più costose di qualsiasi plastica stampata, questa presenta anche il vantaggio di non scolorire, e di non dare adito a problemi tipo crepe o cose del genere.
Condivido quindi l'esperienza che hai citato, riferita alla scarsa durata di alcuni modelli, ma non penso che questa debba per forza essere estesa a tutte le penne cinesi.......
Neofita a chi ?
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Infatti io direi che sono più un "tributo" al design di alcuni modelli storici, che un falso vero e proprio.fabri00 ha scritto:questi non sono very fakes; le penne non sono imitazione pedisseque di penne di marca, ma sono solo ispirate a queste.
De resto - è chiaro che si tratta di un gusto personale - il design di certe penne orientali mi piace talmente poco che li preferisco quando omaggiano uno stile - ai miei occhi si intende - più familiare...
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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La Duofold del 1925, la copia, la Duofold del 1989, la copia
Certo.
Fra l'altro anche brand Giapponesi molto blasonati, e nominati spesso su questo forum, non è che brillino troppo di fantasia dal punto di vista del design.
Andando spesso in Giappone per lavoro, ho negli anni acquistato diverse Pilot, Sailor, e altre penne.
Chi me le vede in mano o sulla scrivania in ufficio, immediatamente le chiama "Mont Blanc".......
Fra l'altro anche brand Giapponesi molto blasonati, e nominati spesso su questo forum, non è che brillino troppo di fantasia dal punto di vista del design.
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Chi me le vede in mano o sulla scrivania in ufficio, immediatamente le chiama "Mont Blanc".......
Neofita a chi ?
- GGiovanni
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Bel confronto.
Molto interessante e fatto bene.
Ciao,
Giovanni
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Giovanni
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Le Pilot han la forma a siluro/sigaro/penna dall'inizio degli anni '30, le Montblanc dal 1948...fabri00 ha scritto:Certo.
Fra l'altro anche brand Giapponesi molto blasonati, e nominati spesso su questo forum, non è che brillino troppo di fantasia dal punto di vista del design.
Andando spesso in Giappone per lavoro, ho negli anni acquistato diverse Pilot, Sailor, e altre penne.
Chi me le vede in mano o sulla scrivania in ufficio, immediatamente le chiama "Mont Blanc".......
E' una forma classica, la usano un po' tutti, l'han copiata tutti dalla Balance della Sheaffer, ma siccome la gran parte delle persone ha visto solo delle Montblanc, allora pensa che quelle siano le originali.
Ma come mai l'accusa alla Montblanc di non brillare per la fantasia del design non gliela fa nessuno?
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Già....bella domanda...
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