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da Cancelleresca a Italico..

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Messaggio da Grant99 »

Molti testi e documenti riportano scritti in cancelleresco o Italico in modo differente, non ho capito le differenze trà un testo con caratteri uniti e quello con caratteri separati, o almeno è più corretto utilizzare la spaziatura trà caratteri o unire le lettere ?
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Messaggio da Irishtales »

Buongiorno Grant,
entrambe le forme sono corrette. Nello scritto veloce è più semplice usare le legature, nello scritto formale in genere non si usano. Nella famosissima Operina di Ludovico Degli Arrighi detto il Vicentino, che puoi scaricare gratuitamente qui:
http://66.147.242.192/~operinan/4/4601/
si illustrano i modi di legare le parole le une alle altre e le regole da applicare. Anche negli altri più recenti testi di Cancelleresca si espongono i principi su cui basare le legature.
Ad esempio Eric Hebborn in Italico per italiani, espone brillantemente le legature differenziandole fra raccordi orizzontali e verticali.
Ovviamente non tutte le lettere si possono legare. ;)
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Daniela
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Messaggio da Grant99 »

Ciao Daniela,
grazie, non ho fatto in tempo a vedere l'anteprima che avevi già risposto..
è un po' difficoltoso scrivere velocemente in italico non trovi? e comunque come dici le regole impongono legature a seconda dei caratteri
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Messaggio da Irishtales »

Sai Antonio, non so se dipenda dal fatto che questo stile ci appartiene da secoli, è nato e si è diffuso in Italia, poi ha fatto il giro del mondo e finalmente è tornato "a casa". Ma mi sembra che sia per tutti il primo stile che viene affrontato nello studio della calligrafia ed è stato alla base di altri stili che da esso sono derivati.
Ormai scrivo velocemente anche in un italico "mio" certamente personalizzato, ma mi piace e mi trovo bene. Quindi anche per la scrittura ordinaria, quotidiana, mi sembra un ottimo stile per scrivere in modo elegante e soprattutto leggibilissimo. C'è peraltro un ottimo libro di cui spesso si è parlato sul Forum, in passato: Write Now: The Complete Program for Better Handwriting di Barbara Getty e Inga Dubay che incentrano proprio sulle forme della cancelleresca una tipologia di scrittura "attuale", estremamente scorrevole e leggibile, adatta anche alle persone che desiderano recuperare il gesto di una buona grafia o addirittura rieducarsi alla scrittura...
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Messaggio da Grant99 »

Irishtales ha scritto:Sai Antonio, non so se dipenda dal fatto che questo stile ci appartiene da secoli, è nato e si è diffuso in Italia, poi ha fatto il giro del mondo e finalmente è tornato "a casa". Ma mi sembra che sia per tutti il primo stile che viene affrontato nello studio della calligrafia ed è stato alla base di altri stili che da esso sono derivati.
Ormai scrivo velocemente anche in un italico "mio" certamente personalizzato, ma mi piace e mi trovo bene. Quindi anche per la scrittura ordinaria, quotidiana, mi sembra un ottimo stile per scrivere in modo elegante e soprattutto leggibilissimo. C'è peraltro un ottimo libro di cui spesso si è parlato sul Forum, in passato: Write Now: The Complete Program for Better Handwriting di Barbara Getty e Inga Dubay che incentrano proprio sulle forme della cancelleresca una tipologia di scrittura "attuale", estremamente scorrevole e leggibile, adatta anche alle persone che desiderano recuperare il gesto di una buona grafia o addirittura rieducarsi alla scrittura...
si Daniela, grazie per l'informazione sul libro (visto in anteprima sembra molto descrittivo), ma possiamo chiamare Italico anche il solo corsivo basic?
io distinguevo l'italico scritto solo con pennino tagliato "Edged pen"
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Messaggio da Irishtales »

E', come accennavo, una derivazione. Il testo Getty - Dubay è davvero ben fatto, ricco di esercizi. Ma è un testo semmai "didattico" per chi desideri appunto riacquistare una certa proprietà grafica nella scrittura quotidiana, che sia spedita e semplice da scrivere e anche da leggere. Non è la Cancelleresca propriamente detta, che come sai necessita di un pennino tronco per conferire alle lettere quella tipica variazione nel tratto e nella sua inclinazione. ;)
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Messaggio da Ottorino »

Grant99 ha scritto:Ciao Daniela,
grazie, non ho fatto in tempo a vedere l'anteprima che avevi già risposto..
è un po' difficoltoso scrivere velocemente in italico non trovi? e comunque come dici le regole impongono legature a seconda dei caratteri
Mica tanto.
Si chiama anche scrittura "corsiva", nel senso che è veloce.
Ormai noi lo associamo a un certo carattere, ma nei testi inglesi si parla di "cursive italic", nel senso di scrittura veloce.

Non confondere (come ho fatto io per lungo tempo !!) la scrittura "formale" con la scrittura di tutti i giorni.

Il cancelleresco/italico è quello che rimane piu' leggibile anche se vai spedito.

Se ti interessa, c'è anche il Fairbanks, A handwriting manual, che tratta del cancelleresco/italico di tutti i giorni, non formale.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Grant99
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Messaggio da Grant99 »

Mica tanto.
Si chiama anche scrittura "corsiva", nel senso che è veloce.
Ormai noi lo associamo a un certo carattere, ma nei testi inglesi si parla di "cursive italic", nel senso di scrittura veloce.

Non confondere (come ho fatto io per lungo tempo !!) la scrittura "formale" con la scrittura di tutti i giorni.

Il cancelleresco/italico è quello che rimane piu' leggibile anche se vai spedito.

Se ti interessa, c'è anche il Fairbanks, A handwriting manual, che tratta del cancelleresco/italico di tutti i giorni, non formale.

Ottorino, in effetti mi stò confondendo un po',
quindi quando si parla di Cancelleresco/italico si intende scrittura "formale" e italico corsivo scrittura di tutti i giorni?
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Ottorino
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Messaggio da Ottorino »

Non saprei bene come risponderti; mancano o non sono sicuro dei termini italiani. Oppure trascino i significati dall'inglese all'italiano e viceversa.

Comunque direi che "formale" si applica a una scrittura lenta, calligrafica, in cui si curano tutti i dettagli e le forme.

"Corsiva" alla scrittura in cui la velocità predomina sulle forme.

Pero', adesso che scrivo, mi sembra di aver rifatto questa discussione e qualcuno più ferrato di me con l'italiano disse che "corsiva" in italiano era il contrario di "stampatello". Come dargli torto ?

Rimango dell'idea che la "corsa" dentro "corsiva" sia una bella cosa.

Comunque ti potranno chiarire le idee meglio sia il rileggere vecchi argomenti dove se n'e' parlato sia l'intervento qualche frequentatore più esperto in calligrafia e nell'uso delle parole adatte
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Messaggio da gbiotti »

Infatti, per "corsivo" e' esattamente quanto si trova:

Definizione Treccani
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Saluti, Geraldo.
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courthand
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Messaggio da courthand »

Le scritture, usualmente, si distinguono in posate (dove ogni lettera è staccata dalla precedente e dalla successiva) e corsive, intendendo con questo termine tutte quelle grafie che, essendo eseguite molto velocemente (di corsa, appunto) finiscono con l’unire l’una all’altra tutte le lettere di una parola senza mai staccare la penna dal foglio.
La cancelleresca (o italica) è originariamente una scrittura posata che però, date le sue caratteristiche e la sua versatilità, si presta molto a variazioni sul tema: nelle sue forme più eleganti, la cancelleresca assunse, sin dall’antichità, l’aspetto innovativo di corsiva posata, cambiando, in buona sostanza, il significato del termine stesso; non ci si riferisce più ad una funzione (lo scrivere in fretta, di corsa) ma ad una forma grafica. Le legature che possono essere usate tra alcune lettere non alterano in buona sostanza la caratteristica di scrittura posata. Una scrittura in cui si rispettino tutti i canoni propri dello stile calligrafico usato vie detta "formale".
Ma l’italico, proprio per le sue peculiarità sopra ricordate, si presta ad essere usato anche come scrittura personale di tutti i giorni: otterremo quindi una grafia che, pur rimanendo fedele ai principi della cancelleresca, sarà reinterpretata dalla personalità dello scrivano e assumerà, probabilmente, tutti i caratteri di un vero e proprio corsivo: per rendersi conto di ciò che intendo, sarebbe illuminante osservare il lavoro di un professionista che deve scrivere indirizzi su un migliaio di buste in tre/quattro giorni, ma già gli scritti di Irishtales rendono sufficientemente l’idea.
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Messaggio da Irishtales »

courthand ha scritto:sarebbe illuminante osservare il lavoro di un professionista che deve scrivere indirizzi su un migliaio di buste in tre/quattro giorni
...mi hai letto nel pensiero... 8-)

Vorrei anche segnalare nuovamente un testo prezioso sulla storia e l'evoluzione della calligrafia: "Dalla cancelleresca all'inglese. L'avventura della calligrafia in Italia dal Cinquecento ad oggi" di Francesco Ascoli.
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Messaggio da Grant99 »

courthand ha scritto:Le scritture, usualmente, si distinguono in posate (dove ogni lettera è staccata dalla precedente e dalla successiva) e corsive, intendendo con questo termine tutte quelle grafie che, essendo eseguite molto velocemente (di corsa, appunto) finiscono con l’unire l’una all’altra tutte le lettere di una parola senza mai staccare la penna dal foglio.
La cancelleresca (o italica) è originariamente una scrittura posata che però, date le sue caratteristiche e la sua versatilità, si presta molto a variazioni sul tema: nelle sue forme più eleganti, la cancelleresca assunse, sin dall’antichità, l’aspetto innovativo di corsiva posata, cambiando, in buona sostanza, il significato del termine stesso; non ci si riferisce più ad una funzione (lo scrivere in fretta, di corsa) ma ad una forma grafica. Le legature che possono essere usate tra alcune lettere non alterano in buona sostanza la caratteristica di scrittura posata. Una scrittura in cui si rispettino tutti i canoni propri dello stile calligrafico usato vie detta "formale".
Ma l’italico, proprio per le sue peculiarità sopra ricordate, si presta ad essere usato anche come scrittura personale di tutti i giorni: otterremo quindi una grafia che, pur rimanendo fedele ai principi della cancelleresca, sarà reinterpretata dalla personalità dello scrivano e assumerà, probabilmente, tutti i caratteri di un vero e proprio corsivo: per rendersi conto di ciò che intendo, sarebbe illuminante osservare il lavoro di un professionista che deve scrivere indirizzi su un migliaio di buste in tre/quattro giorni, ma già gli scritti di Irishtales rendono sufficientemente l’idea.
Grazie per fare chiarezza,
courthand ha scritto: corsiva posata, cambiando, in buona sostanza, il significato del termine stesso; non ci si riferisce più ad una funzione (lo scrivere in fretta, di corsa) ma ad una forma grafica.
questa l'informazione mancante, in attesa dei video "illuminanti" delle scritture di Daniela..grazie a tutti
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Messaggio da Irishtales »

Era una battuta fra Alessandro e me. Ci riferivamo entrambi ad una particolare e speciale altra persona.... 8-)
Quanto siamo misteriosi!

Quanto ai miei esempi di cancelleresca, basta cercare nella sezione Calligrafia, dove sono del resto onnipresente! :oops:
Un esempio eccolo qui (tieni presente però che sono solo la moderatrice e i veri esperti sono courthand e TheQuill)
solo immagini, niente video:

viewtopic.php?f=32&t=3777
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Messaggio da TheQuill »

Irishtales ha scritto:
courthand ha scritto:sarebbe illuminante osservare il lavoro di un professionista che deve scrivere indirizzi su un migliaio di buste in tre/quattro giorni
...mi hai letto nel pensiero... 8-)

Un assordante sibilo alle trombe di Eustachio... ed eccomi qua, a dimostrare con un esempio cosa accade dalla 700ma busta in poi..., quando uno comincia a sentirsi Bart Simpson, che scrive mille volte sulla lavagna per punizione... il nome della propria città. (*)
(in parte sbianchettato per motivi di privacy... - scritto senza usare righe guida, come si vede bene!)
(in parte sbianchettato per motivi di privacy... - scritto senza usare righe guida, come si vede bene!)
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Indubbiamente, come riflettevo assieme a Courthand qualche sera fa, il rischio di imbastardire la propria mano applicandosi in esercizi di questo genere (diverse centinaia di indirizzi in pochi giorni - e notti), è certamente elevato. Questo non è esercitarsi; è "fare numeri", come si può ampiamente apprezzare dalle numerose approssimazioni dell'esempio. Dopo simili passeggiate, mi servono diverse sessioni di riabilitazione, per tornare a una grafia definibile decente. Eppure, proprio in questi giorni, mi è capitato di dover passare di colpo al secondo esempio (con scarsa gratitudine da parte del mio polso), prima di tornare alle buste.
Thank-CI.jpg
Thank-CI.jpg (49.19 KiB) Visto 6418 volte
Per tornare in argomento, concordo pienamente con Courthand, che ha definito con estrema precisione la distinzione tra i tipi di scrittura.

(*) Da quando ho iniziato la mia attività, nel 2000, credo di aver scritto "Firenze" circa 25000 volte. Da incubo!
"Il miglior calligrafo non è quello che non sbaglia mai, ma colui che anche alle macchie riesce a strappare un senso e una traccia di bellezza" (da "Il Calligrafo di Voltaire" di P. De Santis)
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