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Quella esaminata in questa recensione è un’altra riedizione, anch’essa estremamente fedele all’originale, di un modello successivo, la 100N. Si tratta di un modello che iniziò ad essere prodotto dal 1937 e presenta delle forme più stondate rispetto al predecessore 100 (la N infatti sta per nuovo) maggiormente adeguate al cambiamento di gusti verificatosi nel pubblico fin dall’inizio degli anni ’30. Delle varianti prodotte, quelle dotate di estremità rosse e celluloide tartarugata vennero denominate 101N. Un esempio di una versione antica è riportato nella fotografia precendente (l’esemplare differisce per la testa del cappuccio).
La riedizione, denominata M101N riprende sia forma che dimensioni che colori della versione originale (ad essere precisi un colore, quello tartarugato, la 101N venne prodotta in diverse varianti). Pertanto risulta essere una penna di dimensioni medio/piccole, e relativamente corta, specie se chiusa, ma con il cappuccio calzato la lunghezza diventa analoga a quella di altri modelli (12.25 cm simile a quella che avrebbe una M400). Nonostante la dimensione possa sembrare ridotta la penna è estremamente maneggevole e perfettamente equilibrata in tutte le condizioni.
La 101N era in ebanite rosso-bruno per le estremità di corpo e cappuccio e per la sezione pennino, mentre erano di celluloide color tartaruga la fascia decorativa e il cappuccio e di celluloide trasparente verde la parte finale del serbatoio. Nella riedizione detti materiali sono stati sostituiti da una moderna resina plastica mantenendo fedelmente i colori, per cui l’effetto cromatico resta lo stesso, con tutta l’eleganza che ha reso questo modello uno dei miei preferiti in assoluto nella produzione Pelikan. La riproduzione resta fedele fin nei più piccoli particolari, comprese le incisioni sul pennino che sono le stesse del modelli del 1937.
La penna è dotata, come la gran parte della produzione dell’azienda (e come l’originale) di quel caricamento a stantuffo che venne lanciato sul mercato nel 1929 proprio dalla Pelikan e che resta caratteristica distintiva di questa azienda. Questo le consente una notevole capacità di inchiostro, ben superiore a qualunque penna, anche di dimensioni maggiori, con caricamento a cartuccia.
Nella scrittura la penna si dimostra perfettamente scorrevole, l’esemplare era dotato di un pennino medio, con un flusso molto abbondante che lo rende simile ad un broad. Pur essendo rigido la sensazione di scrittura è molto piacevole, e anche se non ci sono variazioni di tratto significative il pennino risponde bene alla pressione senza impuntature, cosa che mi spinge a classificarlo come “molleggiato” (vedi http://www.fountainpen.it/Pennino).
La penna ha un prezzo di listino di 350 euro (ma si trova tranquillamente a prezzi al di sotto dei 300); non posso che esprimere il mio più vivo apprezzamento per il fatto che Pelikan abbia scelto, a differenza di quanto fatto con le precedenti riedizioni, di non fare una produzione limitata, cosa che avrebbe fatto lievitare il prezzo.
Come nelle altre recensioni mi piego al rituale del giudizio espresso in voti, e come sempre invito il lettore a prenderli con la dovuta cautela, dato che derivano dagli opinabilissimi gusti personali del sottoscritto:
- aspetto: 9.0 (non sarà originale, ma è grande classico)
- scrittura: 8.5 (comoda e scorrevole, ma troppo spessa per i miei gusti)
- sistema di caricamento: 9.5 (stantuffo: funzionale e con tanto inchiostro)
- qualità/prezzo: 9.0 (costo più che adeguato al tipo di penna)
Al solito si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica per aver messo a disposizione la penna con cui sono state eseguite le prove di scrittura e per aver fornito la fotografia del modello usata nell’articolo e Roberto per aver messo a disposizione la foto dell'esemplare antico.