Ciao,
da ieri sono felicemente in possesso di una stilografica Omas FAO, prodotta nel 1995 per celebrare il 50° anniversario di nascita della "Food and Agriculture Organization".
Al di là degli orpelli estetici – come la clip a forma di spiga di grano, la fascetta celebrativa dell'evento e la firma dello scultore Giò Pomodoro – la penna presenta la classica struttura sfaccettata a dodici lati, prodotta in (controversa) resina vegetale, di altre penne commercializzate in quegli anni dallo storico marchio bolognese.
Caricando la penna con acqua e lasciandola a mollo diversi minuti, si evince chiaramente che la penna non ha mai visto l'inchiostro, nemmeno per intinzione. L’acqua infatti rimane limpidissima. Fin dal momento del’acquisto, però, ho notato che la sezione recava tracce di una sostanza nera, fuoriuscita dall’attacco tra la sezione e il fusto. In un primo momento ipotizzavo (speravo...) potesse essere inchiostro, ma successivamente, svitata la sezione dal fusto, ho dovuto constatare che tale sostanza, presente in maniera disomogenea sulla filettatura della sezione, inchiostro non può essere, non essendo minimamente idrosolubile.
Secondo voi di che cosa può trattarsi? Qualche grasso sigillante? Ed eventualmente, perché fuoriusciva all'esterno?
Ne posto qui di seguito una foto, sperando sia sufficientemente chiara:
Grazie anticipatamente per l'aiuto.
Omas FAO: cosa c'è sulla sezione?
- vikingo60
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Omas FAO: cosa c'è sulla sezione?
Quella penna non sono mai riuscito a procurarmela;mi piaceva tanto.
Quanto al materiale sulla filettatura della sezione,si tratta di un sigillante usato da Omas anche sugli altri modelli.
Se rimonti la penna,controlla che non perda inchiostro,altrimenti bisognerebbe sigillarla di nuovo.
Quanto al materiale sulla filettatura della sezione,si tratta di un sigillante usato da Omas anche sugli altri modelli.
Se rimonti la penna,controlla che non perda inchiostro,altrimenti bisognerebbe sigillarla di nuovo.
Alessandro
- nello56
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Omas FAO: cosa c'è sulla sezione?
Ciao FilippoP,
Mi scuserai se rispondo solo ora, poichè solo ora ho visto il post
e solo un paio di giorni fà ho smontato la mia
Omas 1930 Gentlerman. Quella che tu vedi sul filetto è una pasta sigillante che fà si che l'inchiostro
non fluisca tra i filetti dell'accoppiamento (con il corpo) e conseguentemente non ti sporchi la falange
appoggiata in quella zona.
Il fatto che sia fuoriuscita leggermente, dipende dallo stato semiliquido del sigillante quando viene
applicato. Ovvero, si applica il sigillante sulla filettatura, si avvita la parte e si lascia asciugare.
Naturalmente, essendo il sigillante allo stato semiliquido, quando avviti il particolare, la parte in eccesso
tende ad essere portata verso l'esterno dall'avvitamento del filetto. (che dovrebbero essere le tracce che hai trovato)
Se conti di utilizzare la penna, puoi sigillare della normale gommalacca come indicato nella pagina tecnica del Wiki.
http://www.fountainpen.it/Gommalacca
Sicuramente qualcuno ti dirà che puoi usare anche il teflon (lo faccio anch'io a volte),
ma non sulla OMAS perchè è estremamente delicata ed il rischio di rottura della parte elevato
p.s. nel caso usassi la gommalacca quale sigillante, ricorda che per riaprire la penna (svitare le parti), dovrai scaldare la
zona interessata con un fohn...questo farà tornare morbida la gommalacca permettendoti di aprirla senza danneggiarla.
Nello
Mi scuserai se rispondo solo ora, poichè solo ora ho visto il post
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Omas 1930 Gentlerman. Quella che tu vedi sul filetto è una pasta sigillante che fà si che l'inchiostro
non fluisca tra i filetti dell'accoppiamento (con il corpo) e conseguentemente non ti sporchi la falange
appoggiata in quella zona.
Il fatto che sia fuoriuscita leggermente, dipende dallo stato semiliquido del sigillante quando viene
applicato. Ovvero, si applica il sigillante sulla filettatura, si avvita la parte e si lascia asciugare.
Naturalmente, essendo il sigillante allo stato semiliquido, quando avviti il particolare, la parte in eccesso
tende ad essere portata verso l'esterno dall'avvitamento del filetto. (che dovrebbero essere le tracce che hai trovato)
Se conti di utilizzare la penna, puoi sigillare della normale gommalacca come indicato nella pagina tecnica del Wiki.
http://www.fountainpen.it/Gommalacca
Sicuramente qualcuno ti dirà che puoi usare anche il teflon (lo faccio anch'io a volte),
ma non sulla OMAS perchè è estremamente delicata ed il rischio di rottura della parte elevato
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p.s. nel caso usassi la gommalacca quale sigillante, ricorda che per riaprire la penna (svitare le parti), dovrai scaldare la
zona interessata con un fohn...questo farà tornare morbida la gommalacca permettendoti di aprirla senza danneggiarla.
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Nello
- FilippoP
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Omas FAO: cosa c'è sulla sezione?
Ciao,
alla fine ho rimontato la sezione così com'era, senza aggiunta di sigillanti, e dopo qualche giorno non ho ancora notato perdite da quella giuntura, per fortuna.
Devo dire però che, nonostante sia contento di esserne in possesso, per quella che è la mia modesta esperienza la qualità non mi sembra all'altezza del prezzo con cui queste penne venivano commercializzate: plastica ovunque, alimentatore piuttosto stitico e pennino duro come un sasso... Ho l'impressione che in questi modelli anni '90 la Omas abbia interamente vissuto della rendita derivante dalla gloriosa produzione del passato.
Forse almeno i modelli attuali, prodotti sotto la nuova proprietà cinese, sono migliori di quelli?
Grazie a tutti, anche per i consigli.
alla fine ho rimontato la sezione così com'era, senza aggiunta di sigillanti, e dopo qualche giorno non ho ancora notato perdite da quella giuntura, per fortuna.
Devo dire però che, nonostante sia contento di esserne in possesso, per quella che è la mia modesta esperienza la qualità non mi sembra all'altezza del prezzo con cui queste penne venivano commercializzate: plastica ovunque, alimentatore piuttosto stitico e pennino duro come un sasso... Ho l'impressione che in questi modelli anni '90 la Omas abbia interamente vissuto della rendita derivante dalla gloriosa produzione del passato.
Forse almeno i modelli attuali, prodotti sotto la nuova proprietà cinese, sono migliori di quelli?
Grazie a tutti, anche per i consigli.
Filippo
- nello56
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concordo, concordo!FilippoP ha scritto: la qualità non mi sembra all'altezza del prezzo con cui queste penne venivano commercializzate
La mia 1930 Gerntleman (gran bella "pennona" anni '80) è stata usata per una quindicina di ore, ed è sempre stata
nella custodia per una decina di anni...qualche giorno fà, prendendola, ho scoperto una crepa sulla sezione
ed una dove questa è avvitata sul corpo. Questo indica dei chiari problemi di stampaggio delle parti plastiche.
Ora ho contattato la Omas per sapere se ci sono delle parti di ricambio (e quanto costano)...ma solo perchè
questa penna era un regalo.... vediamo se e cosa rispondono.
Sulla attuale proprietà e sulla qualità delle attuali produzioni non posso dire nulla perchè non le conosco,
però, potresti aprire un nuovo argomento nel forum dove porre la domanda sulla qualità delle penne Omas
nate dopo il 2007 (anno di passaggio alla Xinyu Hengdeli).
Come Te, penso che la Omas abbia venduto principalmente sul nome acquisito negli anni precedenti.
(Penne con una quindicina di pezzi, compresi cappuccio, clip e vite per la clip...non mi sembrano così
complesse, soprattutto se le plastiche sono stampate!)
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- FilippoP
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Ciao Nello,nello56 ha scritto:Penne con una quindicina di pezzi, compresi cappuccio, clip e vite per la clip...
questo ha colpito (in negativo) anche me! Stesso motivo per cui (lo dico qui, che magari si nota meno, per non guastare l'entusiasmo generale) la penna dei 1000 iscritti non mi attira particolarmente...
Sulla qualità delle Omas di proprietà cinese, invece, credo abbia già parlato Alessandro (Vikingo) in un recente argomento, dove leggevo appunto che la qualità è più alta di quanto ci si potesse attendere.
In bocca al lupo infine per la tua "pennona", se ti va tienici aggiornati su come si sviluppa la riparazione.
Grazie di nuovo,
Filippo
Filippo