Ciao Daniela,
ha ragione Claudio, arrostire e via.
Il serbatoio comunque si smonta, se serve: basta prendere con un'unghia le grappette che sporgono dalla parte sotto del pennino e tirare: occhio che la presa che fanno è più robusta di quella del serbatoio Mitchell.
Preferenza personale: smonto sempre il serbatoio quando lavo il pennino perchè ho notato che, altrimenti, nel punto di contatto tra i due rimane un po' di inchiostro e, con alcuni pigmenti, quando cambi colore, da uno scuro a uno più chiaro, rischi che i primi tratti abbiano nuances imprevedibili ...quod fecit.
Facci sapere poi come ti trovi con i Brause.
Milan Pen Show - Mostra Scambio di Milano
22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Mitchell e pennini
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Mi trovo benissimo! Naturalmente ho subito provato qualche lettera di Onciale. Favolosi, un altro mondo rispetto a quelli a taglio diritto.
Invece per quanto riguarda la Cancelleresca, temo di essermi ormai troppo abituata ai Mitchell e le penne calligrafiche, cosicché ormai convertire la postura della mano al taglio obliquo, mi riesce un po' difficile. Nulla che non si possa ottenere con un po' d'esercizio, ma mi piace l'idea di utilizzare più strumenti, o di avere un tipo di strumento per ogni calligrafia, più che altro per una questione "rituale", non saprei come altro dire. Cambio calligrafia, cambio pennini. Ognuna ha i suoi strumenti, l'idea stessa mi piace; lo so, sono da neuro...
Invece per quanto riguarda la Cancelleresca, temo di essermi ormai troppo abituata ai Mitchell e le penne calligrafiche, cosicché ormai convertire la postura della mano al taglio obliquo, mi riesce un po' difficile. Nulla che non si possa ottenere con un po' d'esercizio, ma mi piace l'idea di utilizzare più strumenti, o di avere un tipo di strumento per ogni calligrafia, più che altro per una questione "rituale", non saprei come altro dire. Cambio calligrafia, cambio pennini. Ognuna ha i suoi strumenti, l'idea stessa mi piace; lo so, sono da neuro...
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Vorrei sapere se qualcuno ha mai utilizzato i pennini Mitchell Fleetwing No. 528
Sono pennini con punta tronca (italic) credo fuori produzione, di media flessibilità, placcati in oro.
Non so se per via della placcatura, debbano essere passati sulla fiamma prima di utilizzarli.
Mi trovo molto bene con i Mitchell in rame (italic) per la cancelleresca, ma si sa, la curiosità...
Sono pennini con punta tronca (italic) credo fuori produzione, di media flessibilità, placcati in oro.
Non so se per via della placcatura, debbano essere passati sulla fiamma prima di utilizzarli.
Mi trovo molto bene con i Mitchell in rame (italic) per la cancelleresca, ma si sa, la curiosità...
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Curiosity killed the cat.
I fleetwing sono fuori produzione daglia anni '60 ma su alcuni siti inglesi si trovano ancora sia in scatole da una grossa che al singolo pezzo.
Non li ho mai usati ma, visto che i pennini in rame e acciaio vengono verniciati per prevenire evntuali ossidazioni e la placcature in oro di per se rende il pennino inerte agli agenti esterni ...
I fleetwing sono fuori produzione daglia anni '60 ma su alcuni siti inglesi si trovano ancora sia in scatole da una grossa che al singolo pezzo.
Non li ho mai usati ma, visto che i pennini in rame e acciaio vengono verniciati per prevenire evntuali ossidazioni e la placcature in oro di per se rende il pennino inerte agli agenti esterni ...
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La curiosità muove il mondo...e poi "It's never too late to mend"
Purtroppo i Fleetwing hanno un taglio obliquo, con l'inclinazione che scenda da destra verso sinistra, come nei pennini tronchi per mancini. Quindi ho desistito, anche se provare dei pennini placcati in oro mi incuriosisce molto...il feeling con la carta deve necessariamente essere differente rispetto ai pennini in acciaio o in altre leghe metalliche, o ancora in rame.
E' la curiosità del neofita. Volersi fare le ossa provando e sperimentando. Anche gli strumenti e gli inchiostri più antichi. E' un bagaglio culturale cui non posso rinunciare, un fascino cui non so resistere, sono certa che, se ciò non influirà direttamente sul mio italico o sul mio onciale, influirà sulla mia percezione della materia. Nel disegno questo aspetto è fondamentale per me, ora lo sta diventando anche nella Calligrafia.
Ce n'è di gente strana al mondo, vero?!
Ma come dicevo, se mi trovassi male con certi pennini vintage...."it's never too late to mend"...
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Purtroppo i Fleetwing hanno un taglio obliquo, con l'inclinazione che scenda da destra verso sinistra, come nei pennini tronchi per mancini. Quindi ho desistito, anche se provare dei pennini placcati in oro mi incuriosisce molto...il feeling con la carta deve necessariamente essere differente rispetto ai pennini in acciaio o in altre leghe metalliche, o ancora in rame.
E' la curiosità del neofita. Volersi fare le ossa provando e sperimentando. Anche gli strumenti e gli inchiostri più antichi. E' un bagaglio culturale cui non posso rinunciare, un fascino cui non so resistere, sono certa che, se ciò non influirà direttamente sul mio italico o sul mio onciale, influirà sulla mia percezione della materia. Nel disegno questo aspetto è fondamentale per me, ora lo sta diventando anche nella Calligrafia.
Ce n'è di gente strana al mondo, vero?!
Ma come dicevo, se mi trovassi male con certi pennini vintage...."it's never too late to mend"...
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No, probabilmente è solo la differenza tra un copista (qual io sono) e l'artista ...Irishtales ha scritto:E' la curiosità del neofita. Volersi fare le ossa provando e sperimentando. Anche gli strumenti e gli inchiostri più antichi. E' un bagaglio culturale cui non posso rinunciare, un fascino cui non so resistere, sono certa che, se ciò non influirà direttamente sul mio italico o sul mio onciale, influirà sulla mia percezione della materia. Nel disegno questo aspetto è fondamentale per me, ora lo sta diventando anche nella Calligrafia.
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Sono solo un'apprendista-stregone: fra inchiostri e pennini, sperimentare è un obbligo...
Appena proverò i pennini vintage inserirò qualche test, ammesso che le differenze siano salienti.
Appena proverò i pennini vintage inserirò qualche test, ammesso che le differenze siano salienti.
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Sto ancora aspettando i pennini...con una certa impazienza! Intanto ho appurato che nei primi anni del Novecento a seguito di un generalizzato mutamento nelle componenti degli inchiostri posti in commercio, contenenti come antisettico l'acido fenico (che migliorava l'inchiostro ma conferiva uno sgradevole odore e soprattutto corrodeva i pennini d’acciaio) si iniziò a produrre pennini placcati in oro in quanto più resistenti alla corrosione.
( Millenovecento! Li hanno usati con molta probabilità James Joyce e Virginia Woolf )
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Daniela
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