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L'importanza di uno stato d'animo positivo per scrivere bene

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Irishtales
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Messaggio da Irishtales »

Hai colto proprio lo spirito della mia dissertazione, Alessandro!

x Marco...ecco un libro che leggerò! ;) Grazie!
Gli scacchi sono un ottimo esercizio per rilassarsi, meditando. Aiutano a tenere la mente in allenamento, a ponderare le situazioni, a valutare accuratamente i pro e i contro di ogni azione.
Così come gli enigmi e i giochi matematici.

Per scrivere, a me è indispensabile un altro elemento fondamentale, a parte la predisposizione dell'umore. La penna. Può sembrare una banalità, ma se ho voglia di scrivere e mi ritrovo una penna pessima in mano, dopo due frasi mi passa ogni stimolo. Forse per questo motivo, scrivendo molto, con il tempo ho sempre di più spostato l'attenzione nella scelta di una penna da acquistare, sul pennino invece che sull'estetica o sulle performance generali della penna stessa. Lo strumento conta, insomma, al pari della predisposizione d'animo del momento.
Ci sono un paio di penne che ho sempre a portata di mano. Anche se non devo impellentemente scrivere nulla, mi basta guardarle perché la voglia di scrivere mi assalga e del tutto istintivamente mi ritrovo con la penna in mano, la carta e ...magari rimango lì qualche secondo a chiedermi cosa scrivere!
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Messaggio da vikingo60 »

courthand ha scritto:E se certe emozioni, invece di cercare di analizzarle, ci limitassimo a "viverle", hic et nunc?
Credo che alla fine sarebbe molto meglio.
Alessandro
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scossa
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Messaggio da scossa »

vikingo60 ha scritto:
courthand ha scritto:E se certe emozioni, invece di cercare di analizzarle, ci limitassimo a "viverle", hic et nunc?
Credo che alla fine sarebbe molto meglio.
Mi consolo, anzi, mi tranquillizzo, pensavo di essere io troppo "sensibile" a preferire di evitare certi approfondimenti .... vedo invece che sono in buona compagnia :)
Cordialità.

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Messaggio da A Casirati »

Irishtales ha scritto:Ci sono un paio di penne che ho sempre a portata di mano. Anche se non devo impellentemente scrivere nulla, mi basta guardarle perché la voglia di scrivere mi assalga e del tutto istintivamente mi ritrovo con la penna in mano, la carta e ...magari rimango lì qualche secondo a chiedermi cosa scrivere!
A me capita esattamente la stessa cosa! :D
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Messaggio da A Casirati »

vikingo60 ha scritto:Allora mi limito ad un esempio (ma non abbiate paura!Non diventiamo ipocondriaci :lol:! ).
Spesso chi tende a scrivere con caratteri sempre più piccoli,diversi da quelli di anni prima (micrografia) può mostrare i primi segni del Morbo di Parkinson.
Soltanto in un secondo momento la grafia diventa tremante.
... e inoltre la grandezza della grafia è influenzata anche dalle dimensioni della stilografica: penne con impugnatura di diametro maggiore, a parità d'altre condizioni, portano a scrivere più grande. E viceversa.
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Messaggio da Irishtales »

Dopo aver letto il post di Alessandro sulla scrittura minuta, sono corsa a rovistare fra i miei appunti universitari e fra gli appunti del mio compagno per vedere se a distanza di anni la grafia si fosse rimpicciolita!
A proposito di ipocondria...non ditemi che sono la sola ad averlo fatto... 8-)
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Messaggio da vikingo60 »

@ A Casirati:
In effetti la grandezza della stilografica,e soprattutto della sua impugnatura,può influire sulla grandezza della grafia.E cioè:più grande è la stilografica,più grande di solito sarà la grafia.Stesso discorso vale quando si passa da un pennino F ad un M o B:la grafia tenderà a diventare più grande.
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Messaggio da vikingo60 »

@ Irishtales:
Credo che molti siano corsi a controllare l'evoluzione della loro grafia nel tempo.In effetti il parkinsoniano tende a rimpicciolire la propria grafia anche perchè,col peggiorare dei sintomi,che spesso sono più i "blocchi" che il tremore,non è più capace di fare tratti ampi.
Comunque non è il caso di farne una tragedia :mrgreen:
Alessandro
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Messaggio da Maurao »

Caspita, ma queste cose non conoscevo, purtroppo non posso controllare la mia calligrafia perchè nella mia vita ho fatto molti trasferimenti e quaderni, diari, eccetera sono andati perduti :(
Leggendo i commenti non posso che essere d'accordo con voi, la calligrafia cambia con l'età, e soprattutto con l'umore.
Ma volevo fare riferimento ai grandi pittori e artisti in genere, quando creano delle opere d'arte sicuramente avranno uno stato d'animo particolare, grandi poeti lacerati dal dolore di un amore non corrisposto per esempio creano opere incredibili.
Allora perchè noi quando abbiamo uno stato d'animo "alterato" non creiamo capolavori ma solo scarabocchi illeggibili?
Per capirci intendo come stato d'animo "alterato" una situazione che ci fa soffrire e ci fa stare male, come per esempio situazioni familiari complesse oppure situazioni economiche particolari.
Non è importante sapere dove va il treno, l’importante è prenderlo....
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Messaggio da Irishtales »

Ho un amico carissimo, con cui sono cresciuta insieme, e siamo come fratelli. Sostiene dai tempi del Liceo (ovviamente abbiamo frequentato la stessa scuola) che uno stato d'animo infelice e tormentato sia indispensabile all'arte. Ogni volta che ne parliamo saltano fuori le biografie dei più grandi autori letterari, compositori, artisti di ogni genere; da Leopardi a Chopin, da Mozart a Caravaggio.
Io invece ho sempre pensato che il binomio "tormento-creatività" fosse solo casuale, o più probabilmente incidesse in quei casi solo sul soggetto (o sull'oggetto) della manifestazione artistica.
Penso insomma che un creativo sia in grado di creare nonostante lo stato d'animo tormentato e che questo, piuttosto che essere una condicio sine qua non, o comunque una sorta di ausilio o stimolo, sia invece un ostacolo che il creativo riesce a superare e a trasporre in arte.
Chi avrà ragione? Io o Il Biz? :roll:
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Messaggio da Maurao »

Forse la ragione è nel mezzo, io credo che il tormento interiore di un'artista (non è il mio caso) è una condizione "normale" che coinvolge la suo quotidiano, il momento creativo potrebbe arrivare in qualsiasi attimo della giornata, basta vedere un fiore o un lampione e TAC crea dell'arte; per il semplice fatto che riesce a vedere cose che noi non riusciamo neanche a scorgere.
Altre persone, quelle che non vivono laceranti ed intense emozioni, quando hanno a che fare con queste cose non riescono a gestirle, generalmente fanno la fine della maionese che ......... impazzisce!
Io faccio parte del secondo gruppo :)
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