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maylota
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Messaggio da maylota »

MiraB ha scritto: domenica 16 novembre 2025, 22:50
Automedonte ha scritto: domenica 16 novembre 2025, 22:04
Se ci pensi però, la violenza, è comunque una forma di ignoranza tipica di chi non ha argomenti e non accetta la “diversità” perché lo spaventa.
In alcuni casi la violenza nasce davvero dall’incapacità emotiva, socializzazione distorta, paura… Ma in molti altri casi è una strategia consapevole di controllo e dominio. Chiamarla ignoranza rischia di deresponsabilizzare.
Temo stiate dicendo la stessa cosa.

Nel primo caso la colpa è ignoranza, nel secondo caso è un sistema sociale (e.g. il patriarcato) che si auto perpetua.

Si potrebbe discutere su quale impostazione sia più o meno deresponsabilizzante per l'individuo, che tutti noi vorremmo fosse attratto dalla vita e non dalla violenza. Ma è discorso che va oltre le mie capacità dialettiche (e forse è pure inutile).
Venceremos.
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Messaggio da Automedonte »

maylota ha scritto: lunedì 17 novembre 2025, 13:38
MiraB ha scritto: domenica 16 novembre 2025, 22:50

In alcuni casi la violenza nasce davvero dall’incapacità emotiva, socializzazione distorta, paura… Ma in molti altri casi è una strategia consapevole di controllo e dominio. Chiamarla ignoranza rischia di deresponsabilizzare.
Temo stiate dicendo la stessa cosa.

Nel primo caso la colpa è ignoranza, nel secondo caso è un sistema sociale (e.g. il patriarcato) che si auto perpetua.

Si potrebbe discutere su quale impostazione sia più o meno deresponsabilizzante per l'individuo, che tutti noi vorremmo fosse attratto dalla vita e non dalla violenza. Ma è discorso che va oltre le mie capacità dialettiche (e forse è pure inutile).
Riccardo non dire certe cose, se le persone buone come te rinunciano ad esprimere le proprie idee siamo rovinati. Capisco la sfiducia ma non ti mancano capacità dialettiche, intelligenza e cultura per fare la tua parte!

Io non deresponsabilizzo nessuno, l’ignoranza è una colpa di per sé mai un alibi. Non ho mai condiviso chi giustifica qualcuno perché “ha avuto un infanzia difficile”, ognuno è responsabile delle proprie azioni e ne paga le conseguenze. Il mondo è pieno di persone cresciute in ambienti simili ma che hanno scelto strade diverse.
Cesare Augusto
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Messaggio da MiraB »

Automedonte ha scritto: lunedì 17 novembre 2025, 10:29 L’ignoranza e la cultura si intendo in senso lato anche come educazione, la cultura scolastica è una cosa quella civica un’altra.
Nel passato è nell’antichità avevamo persone indubbiamente colte in campo letterario, scientifico e filosofico ma che peccavano in quella civica.
Oggi, dopo un periodo di crescita, mi sembra che ci si stia imbarbarendo, non ho dati certi ma non ricordo nel passato così tante donne uccise, magari vessate, sottomesse a causa della mentalità dell’epoca ma non uccise.
Oggi se guardo certi video di giovani cantanti ed ascolto le loro canzoni inorridisco queste cose vanno combattute.
Giustamente parli di violenze domestiche ma ora si va oltre, il giovane di 20 anni che uccide barbaramente la fidanzatina è una cosa diversa che un tempo non ricordo esistesse.
Ribadisco, dal mio punto di vista, che la violenza di genere ha sicuramente le sue peculiarità ma è figlia dell’impreparazione della gente ad accettare il diverso. Un tempo i gay erano silenti si nascondevano oggi, giustamente, rivendicano la propria libertà e questo fa paura a chi non è pronto e reagisce in modo violento. Deve esserci un profondo lavoro di base che accantoni le contrapposizioni radicali che sono foriere solo di scontri.
Avere i woke ed i maga che si fronteggiano è deleterio, un tempo c’era rispetto della persona oggi no, si combattevano le idee non i soggetti con attacchi personali.
In epoche certamente non tranquille come gli 70 del brigatismo ed i primi anni 80 ricordo (lo so sono vecchio) Almirante partecipare al funerale di Berlinguer e successivamente Nilde Iotti e Pajetta a quello di Almirante, c’era contrapposizione anche violenta di idee ma rispetto della persona. Oggi l’odio, anche in politica, va verso la persona non verso le sue idee e questo porta alla violenza.
Dobbiamo riportare tutto ad un confronto di idee senza “odiare” chi non la pensa come noi o rivendica una sua libertà ed indipendenza.
In realtà i femminicidi sono sempre esistiti nella stessa misura. La differenza oggi non è nel numero, ma nella visibilità. Oggi contiamo queste morti e li riconosciamo come problema strutturale. Anche il giovane che uccide la fidanzata è sempre esistito. Prima finiva nella cronaca come tragedia d'amore, oggi riconosciamo che è possesso e controllo. Le donne non sono una minoranza da cui difendersi, sono metà dell'umanità, presenti in ogni famiglia e contesto. La violenza contro di loro non nasce dalla paura di ciò che non si conosce, come accade con l'omofobia. Nasce dal bisogno di controllare e possedere chi si considera proprio. Non è paura dell'alterità, è dominio: un rifiuto di accettare che l'altra persona sia autonoma, libera, pari.
Sono d'accordo che serva educare al rispetto, ma la violenza di genere non è un problema generico di maleducazione. Non basta dire che dobbiamo rispettare il diverso.
Se riduciamo tutto a un generico imbarbarimento sociale perdiamo di vista la specificità del problema. Questa violenza non è nata oggi, ma è sempre esistita solo che prima era tollerata, giustificata e resa invisibile. La cura passa per prima attraverso le parole che scegliamo e che vanno usate con la massima precisione possibile. Essere precisi con le parole non è una questione di forma: è il modo in cui rendiamo visibile la verità e mettiamo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. E' giustizia.
Sapere aude

Caterina
MiraB
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Messaggio da MiraB »

maylota ha scritto: lunedì 17 novembre 2025, 13:38
Temo stiate dicendo la stessa cosa.

Nel primo caso la colpa è ignoranza, nel secondo caso è un sistema sociale (e.g. il patriarcato) che si auto perpetua.

Si potrebbe discutere su quale impostazione sia più o meno deresponsabilizzante per l'individuo, che tutti noi vorremmo fosse attratto dalla vita e non dalla violenza. Ma è discorso che va oltre le mie capacità dialettiche (e forse è pure inutile).
Non stiamo dicendo la stessa cosa, perché dire che la violenza nasce dall'ignoranza implica una mancanza individuale, quasi involontaria: non sapeva, non gli hanno insegnato, non era capace. Questo tende a deresponsabilizzare perché suggerisce che basta informare o educare meglio l'individuo per risolvere il problema.
Dire invece che la violenza di genere nasce da un sistema patriarcale significa riconoscere che esiste una struttura culturale, storica e giuridica che per secoli ha legittimato il dominio maschile sulle donne. Questo non deresponsabilizza l'individuo, ma, al contrario, lo chiama a riconoscere i propri privilegi e le proprie scelte consapevoli dentro quel sistema. Un uomo che sceglie la violenza non lo fa per ignoranza, ma perché quel sistema gli ha insegnato che può farlo, e lui sceglie di farlo.

Come ho scritto nel messaggio risposta a Cesare, la cura è nelle parole che scegliamo di usare, e passa attraverso le parole perché cambiare il linguaggio significa cambiare la cultura. E cambiare la cultura significa cambiare i comportamenti.

Comunque il tuo non è un discorso inutile, anzi. Certamente non sono argomenti leggeri, ma c'è bisogno che vengano affrontati. Con le parole giuste e la delicatezza e il rispetto necessari.
Ultima modifica di MiraB il lunedì 17 novembre 2025, 20:25, modificato 2 volte in totale.
Sapere aude

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Automedonte ha scritto: lunedì 17 novembre 2025, 14:43 Io non deresponsabilizzo nessuno, l’ignoranza è una colpa di per sé mai un alibi. Non ho mai condiviso chi giustifica qualcuno perché “ha avuto un infanzia difficile”, ognuno è responsabile delle proprie azioni e ne paga le conseguenze. Il mondo è pieno di persone cresciute in ambienti simili ma che hanno scelto strade diverse.
Non siamo in contraddizione Cesare, siamo su due livelli dello stesso problema.
Sapere aude

Caterina
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