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29 novembre 2025 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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eyedropper - nell'uso
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sansenri
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non dici delle boiate, considera però che il "contributo scientifico" era semi-serioMir70 ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 8:17 Qualche mia riflessione.
L’immagine della mano che regge il termometro è, a mio avviso, fuorviante poiché le dita toccano (direi avvolgono completamente) la parte dell’elemento sensibile alla temperatura: l’ampolla il mercurio. Certo che la temperatura misurata sale…
Questa immagine fa vedere molto bene che solo una piccola superficie del termometro (a questo punto assimilabile a una penna) e solo da un lato viene toccata dalla mano (e anzi solo dall’incavo tra pollice e indice), il rimanente lato è esposto all’aria, come d’altronde il resto dell’intero corpo del termometro (penna).
Il fatto è che in una stilo eyedropper l’aria si trova nel fusto e non nell’impugnatura (andando per analogia con il termometro a mercurio di cui sopra) e quindi l’effetto di riscaldamento dell’aria interna a opera della mano è alquanto molto limitato, mentre l’impugnatura ha effettivamente una temperatura maggiore.
Che il calore si diffonda dall’impugnatura al fusto può benissimo essere, ma con quale ratio di salita ?
L’inchiostro fuoriesce dalla punta del pennino per capillarità e il volume di inchiostro depositato sulla carta deve corrispondere al volume di aria che entra nel serbatoio (per compensare le pressioni, se ciò non avviene il serbatoio va sottovuoto e smette di erogare inchiostro). Ovvio no?
C’è da considerare a questo punto che quando la mano più calda tocca la penna, la temperatura di quest’ultima (e dell’aria al suo interno) non aumenta subitaneamente per quanto detto qualche riga sopra.
L’aumento di temperatura del serbatoio e dell’aria interna avviene quindi per piccolissimi incrementi di temperatura nel tempo (il ratio di salita, che a noi al momento è sconosciuto e sarebbe bello misurarlo).
Questi piccolissimi incrementi (nel tempo) di temperatura porteranno ad altrettanti piccolissimi incrementi (nel tempo) di volume dell’aria interna. A questo punto potrebbe succedere che per fare fluire l’inchiostro fuori dalla penna, non è più necessaria l’entrata dell’aria esterna all’interno del serbatoio per compensare le pressioni (cioè per non andare sottovuoto), poiché le pressioni sono già pareggiate dal discreto incremento di pressione ad opera del calore della mano.
In poche parole e ai fatti, si continua a scrivere normalmente: l’inchiostro fuoriesce e il suo volume è rimpiazzato dall’aumento di volume dell’aria (∆Vol.) interna riscaldata.
Quando poi la temperatura del serbatoio sarà uguale alla temperatura della mano, non si avranno più incrementi di volumi/pressioni, e il solito meccanismo di scambio volume inchiostro che esce/volume aria che entra sarà ristabilito.
Questo mi porta a pensare che se una stilografica a contagocce perde inchiostro, subito, dopo tre righe o dopo mezza pagina, questo dipende quasi sicuramente da un problema della penna, di qualunque genere esso sia (alimentatore non corretto per questo utilizzo o progettato male, perdite, microperdite, ecc…).
Al solito, perdonate il mio delirio, poteri aver pensato e scritto anche qualche boiata.
P.S. Ho avuto stilo a contagocce con la gocciolina in punta al pennino, ma una volta trovata la causa, il problema non si è mai più presentato. Forse fortuna…
P.S del P.S. Poi torno a dire che se nel serbatoio rimane una piccolissima quantità di inchiostro , è talvolta normale un aumento di flusso o addirittura una gocciolina
Ovvio che il termometro non si poteva tenere dal vetro per vedere il calore della mano... però è quantomeno indicativo che la mano quella temperatura la porta. Poi dipenderà da come si impugna (e.g. io impugno molto "dal fusto") e dalla conducibilità termica del materiale.
Come tu dici la mano tocca solo alcune parti della penna però il calore si conduce lungo la penna e attraverso la penna (riguardo la ratio di salita mi chiedi troppo, non lo so, poi ogni penna è diversa).
Quando la penna sta in verticale l'inchiostro sta in basso e l'aria in alto, l'inchiostro non permette all'aria in alto di avere sfogo.
D'accordo che l'inchiostro esce quando scrivi, ma se l'aria si espande più dell'inchiostro che riesci a consumare (e che l'alimentatore riesce ad "assorbire" facendo da "bacino di espansione") ecco che ti ritrovi con il gocciolone.
Dire che il burping accada solo se la penna "è fatta male" mi sembra eccessivo, certo, se è progettata molto bene è molto probabile riuscire ad evitarlo.
D'altra parte, visto che sto cercando proprio esperienze d'uso, scovare le eyedropper che non burpano mai è un obbiettivo perfetto (anche perché le riscatta dall'accusa di ostinarsi ad usare un sistema desueto e inutilmente problematico).
Ultima modifica di sansenri il sabato 1 novembre 2025, 18:17, modificato 1 volta in totale.
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sansenri
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contributo scientifico alla discussione un po' più serio...
In pratica, tenendo il termometro dal vetro
ugualmente segna 35,2 dopo gli stessi 10 minuti in mano, la conduzione di calore c'è, infatti viene registrata!
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sansenri
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perdonami, certamente per te può essere così, ed io potrei anche condividere, se lo vedi da un punto di vista generale però, è più complesso da progettare, un po' più macchinoso, indubbiamente più costoso (di una eyedropper semplice - non mi puoi dire "i cinesi lo fanno a prezzi modici", questo vale per tutto...), ci sono più pezzi che si possono deteriorare, etc....
in sostanza pur essendo un sistema di modifica efficace del riempimento eyedropper classico, non ha preso piede più di tanto.
Io concordo comunque con Simone, quando dice "non è un eyedropper". Be' allora tanto vale, ditemi "usa una penna a pistone", bella forza
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Questa è sicuramente una discriminate: mano medio/grande e presa sul fusto, goccia assicurata
Ma è sempre vero che l'aria si espande di un volume maggiore rispetto al volume di inchiostro che si consuma per la normale scrittura ?sansenri ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 16:09 Quando la penna sta in verticale l'inchiostro sta in basso e l'aria in alto, l'inchiostro non permette all'aria in alto di avere sfogo.
D'accordo che l'inchiostro esce quando scrivi, ma se l'aria si espande più dell'inchiostro che riesci a consumare (e che l'alimentatore riesce ad "assorbire" facendo da "bacino di espansione") ecco che ti ritrovi con il gocciolone.
Forse impugnando la penna verso il fusto e avendo le mano grandi sì, nelle condizioni opposte forse no. Vallo a sapere.
Fatta male no, dico piuttosto un utilizzo improprio (eyedropper non "vera"), un alimentatore non in buono stato (che magari non aderisce bene al pennino o alle pareti interne della sezione), perdite occulte, ecc...
Comunque si fa per parlare, si scambiano idee e ragionamenti e si riportano le esperienza personali più o meno fortunate con questa tipologia di penne; magari io finora mi sono trovato bene proprio per fortuna, per fatti contingenti o per avere una mano medio-piccola e una presa sulla sezione che porta a scaldare meno la penna.
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mi sembra un ragionamento un pelo pelo astrusosansenri ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 18:09perdonami, certamente per te può essere così, ed io potrei anche condividere, se lo vedi da un punto di vista generale però, è più complesso da progettare, un po' più macchinoso, indubbiamente più costoso (di una eyedropper semplice - non mi puoi dire "i cinesi lo fanno a prezzi modici", questo vale per tutto...), ci sono più pezzi che si possono deteriorare, etc....
in sostanza pur essendo un sistema di modifica efficace del riempimento eyedropper classico, non ha preso piede più di tanto.
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sansenri
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hai mai visto le mani degli indiani?... molti hanno delle pizze mostruose! penso sia anche il motivo per cui fanno le penne così grandi (peculiare il fatto che spesso invece le donne indiane abbiano delle mani sottili...)Mir70 ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 18:23Questa è sicuramente una discriminate: mano medio/grande e presa sul fusto, goccia assicurata(scherzo
)
Ma è sempre vero che l'aria si espande di un volume maggiore rispetto al volume di inchiostro che si consuma per la normale scrittura ?sansenri ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 16:09 Quando la penna sta in verticale l'inchiostro sta in basso e l'aria in alto, l'inchiostro non permette all'aria in alto di avere sfogo.
D'accordo che l'inchiostro esce quando scrivi, ma se l'aria si espande più dell'inchiostro che riesci a consumare (e che l'alimentatore riesce ad "assorbire" facendo da "bacino di espansione") ecco che ti ritrovi con il gocciolone.
Forse impugnando la penna verso il fusto e avendo le mano grandi sì, nelle condizioni opposte forse no. Vallo a sapere.
Fatta male no, dico piuttosto un utilizzo improprio (eyedropper non "vera"), un alimentatore non in buono stato (che magari non aderisce bene al pennino o alle pareti interne della sezione), perdite occulte, ecc...
Comunque si fa per parlare, si scambiano idee e ragionamenti e si riportano le esperienza personali più o meno fortunate con questa tipologia di penne; magari io finora mi sono trovato bene proprio per fortuna, per fatti contingenti o per avere una mano medio-piccola e una presa sulla sezione che porta a scaldare meno la penna.
La risposta resta... boh.
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Enrico, la mia impugnatura è molto diversa dalla tua.
Comunque sono abbastanza convinto che il calore si trasferisca all'interno della penna molto in fretta per cui mani grandi o piccole, presa alta o bassa, non cambia molto.
Fai domande difficili, come si fa a sapere se l'aria si espande più in fretta della velocità con cui consumi l'inchiostro?
Se sei speedy gonzales magari no, se fai calligrafia hai voglia!
Teoricamente, l'eyedropper "non vera", quella che è nata col converter, e viene convertita in eyedropper, dovrebbe avere chance maggiori di non subire burping. Intanto perché monta un alimentatore moderno con molte lamelle sottili (raccontavo altrove, che alcuni membri di FPN discutevano della possibilità di montare gli alimentatori in plastica delle Sheaffer no-nonsense su eyedropper "vere", allo scopo di mitigare/eliminare il burping, perché questi hanno diametro praticamente compatibile (6mm circa) con gli alimentatori in ebanite che vengono usati solitamente a frizione (altri alimentatori moderni dal diametro di 6mm è difficilissimo trovarne).
In secondo luogo perché (ma questa è in parte una mia idea/sensazione) le penne che adottano un gruppo pennino tipo Jowo, intanto sono quasi sicuramente bene a tenuta soprattutto in corrispondenza della sezione, collare avvitato (progettate/prodotte a macchina, tolleranze minime), e poi forse perché l'inchiostro che deve passare attraverso il peduncolo del converter (anche quando il converter non c'è) ha un passaggio obbligato e ridotto.
Certo, se a livello dell'alimentatore ci sono perdite (è un caso reale, ad esempio un alimentatore ovalizzato) allora l'eyedropper rischia di "burpare" molto di più.
Non dubito che esistano eyedropper che non "burpano" (ne ho qualcuna anch'io, vorrei infatti col tempo mostrarle qui), ho un po' l'impressione che siano un caso fortunato di equilibrio tra volume interno non eccessivo, precisione della tenuta dell'alimentatore/pennino, spessore del fusto, materiale non troppo conduttore, etc.
E' possibile che oggi forse si potrebbe "calcolare" come deve essere fatto un eyedropper per evitare che "burpi"
dubito che un tempo lo si sia valutato con qualche precisione, o che i produttori attuali (e.g. gli indiani) prendano in considerazione la questione (ho già sentito diverse persone non convinte che l'espansione dell'aria interna al serbatoio possa essere una delle cause...)
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be' no, astruso perché?, se tutte le eyedropper fossero fatte come la namiki emperor o la opus 88 non staremmo qui a parlarne, ma non è così (principalmente perché appunto sono differenti) le eyedropper "classiche", quelle nate per funzionare in eyedropper, sono nate molto prima delle suddette (che sono una evoluzione) e sono nate "più semplici".Normie ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 21:11mi sembra un ragionamento un pelo pelo astrusosansenri ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 18:09
perdonami, certamente per te può essere così, ed io potrei anche condividere, se lo vedi da un punto di vista generale però, è più complesso da progettare, un po' più macchinoso, indubbiamente più costoso (di una eyedropper semplice - non mi puoi dire "i cinesi lo fanno a prezzi modici", questo vale per tutto...), ci sono più pezzi che si possono deteriorare, etc....
in sostanza pur essendo un sistema di modifica efficace del riempimento eyedropper classico, non ha preso piede più di tanto.
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Il ragionamento è semplice, non astruso, se voglio una penna che non ha i problemi della eyedropper allora passo direttamente ad una a pistone... ma il punto è che qui stavo cercando di parlare proprio delle eyedropper e del loro uso...
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tu potresti farcelaAutomedonte ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 19:51Se il problema è questo basta scrivere più veloce e l’inchiostro esce più rapidamente![]()
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La discussione è molto interessante... e ho appreso davvero molto.
La mia esperienza è quella di una Opus (che poi ho regalato) e quella di una Urushi Poliedrica prodotta dalla Leonardo.
La prima, come già indicato, ha una valvola e non ho mai avuto problemi di "burping".
Riguardo alla seconda, anche lì non ho mai riscontrato tali problemi sebbene non avesse valvola, e questo mi fa pensare che i materiali sono lavorati in maniera tale da consentire una tenuta ottimale. Confermo la sensazione di una "prontezza" alla scrittura pari solo alle penne a pistone.
La mia esperienza è quella di una Opus (che poi ho regalato) e quella di una Urushi Poliedrica prodotta dalla Leonardo.
La prima, come già indicato, ha una valvola e non ho mai avuto problemi di "burping".
Riguardo alla seconda, anche lì non ho mai riscontrato tali problemi sebbene non avesse valvola, e questo mi fa pensare che i materiali sono lavorati in maniera tale da consentire una tenuta ottimale. Confermo la sensazione di una "prontezza" alla scrittura pari solo alle penne a pistone.
Non ti è imposto di completare l'opera ma non sei libero di sottrartene.
(Rabbi Tarfón)
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Grazie per il contributo.
La poliedrica non è a converter? l'hai usata in eyedropper? immagino non sia poco l'inchiostro che contiene
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Era quello che cercavo dire qualche intervento sopra. La Poliedrica esiste anche in versione eyedropper, che non è come quelle che ho io a cartuccia. La versione eyedropper della Poliedrica è stata fatta solo su penne di fascia alta, con alimentatore di ebanite e pennino oro. È modificata rispetto a quella a cartuccia ma non so in che termini. L' alimentatore ha poche lamelle essendo di ebanite e non è lungo come quello della Platinum, eppure la penna a quanto pare non burpa. Con l' alimentatore di ebanite si può usare solo come eyedropper perché non c'è l' innesto per la cartuccia. Ho messo acqua nel mio fusto, contiene circa 4ml.
Ultima modifica di edis il domenica 2 novembre 2025, 12:51, modificato 1 volta in totale.
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ottimo non capisco perche' una versione che ne elimina l'unico problema smette di essere un eyedroppersansenri ha scritto: ↑sabato 1 novembre 2025, 22:57be' no, astruso perché?, se tutte le eyedropper fossero fatte come la namiki emperor o la opus 88 non staremmo qui a parlarne, ma non è così (principalmente perché appunto sono differenti) le eyedropper "classiche", quelle nate per funzionare in eyedropper, sono nate molto prima delle suddette (che sono una evoluzione) e sono nate "più semplici".
Il ragionamento è semplice, non astruso, se voglio una penna che non ha i problemi della eyedropper allora passo direttamente ad una a pistone... ma il punto è che qui stavo cercando di parlare proprio delle eyedropper e del loro uso...