In una teca c'erano questi:
Personalmente, sono un'appassionata del personaggio che era Leonardo Da Vinci, di quello che se ne sa, di quello che ha fatto. E a Milano è difficile esulare da lui quando se ne studia la storia. Ancora adesso la sua impronta è tangibile. Nei Navigli, nel Castello Sforzesco, il famosissimo Cenacolo, la vigna di Leonardo. Milano lo ha adottato, un po' come se fosse anche un po' suo, quindi per un milanese è davvero difficile non esserne toccati.
Abbiamo anche un secondo museo intitolato a Leonardo, in questo caso esclusivamente dedicato a lui, bellissimo. Lo consiglio per chi non è della zona e dovesse passare da qui. Lo trova in piazza della Scala, proprio dove c'è la statua di Leonardo.
Vedere gli strumenti in uso all'epoca è affascinante, nel senso che non sono molto cambiati rispetto a diversi degli strumenti che anche oggi si usano nel mondo dell'arte o degli appassionati: il carboncino, i pennelli, pennini a intinzione. Oggi sono solo più rifiniti.
Questo mi ha fatto pensare a quelle volte in cui un principiante si preoccupa della marca del pennello con cui vuole dipingere per poterlo fare bene; del tipo di pennino che dovrebbe usare per poter scrivere bene; dell'inchiostro giusto; della matita giusta; delle tempere giuste; degli olii giusti; degli acquerelli giusti.
Vedendo quella teca mi sembra chiaro che, alla fine, quello che conta è solo imparare a usare i propri strumenti, anche quelli più basilari. Non ce n'è uno che ti fa diventare artista o grande calligrafo se non la pratica e la volontà. Basta guardare Leonardo cosa ci ha fatto con penne di volatile, ciuffi di crini, bastoncini bruciati
E' sempre una grande ispirazione, anche dopo cinquecento anni