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Cosa cercate nella calligrafia?

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Giuanen
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Messaggio da Giuanen »

Qual'è quella peculiarità della calligrafia che vi procura piacere? Perchè ne avete fatto la vostra passione? E' l'unica che avete o la dividete con altre?
Giuanen
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Messaggio da Irishtales »

Parto dal rispondere alla seconda domanda. Non so se hai letto il bellissimo libro curato da Anna Ronchi, uscito postumo dieci anni circa dopo la morte dell'autore, il celebre Eric Hebborn, sui cui appunti in cancelleresca è basato "Italico per italiani". La prefazione dell'editore, Angelo Colla, si apre con la citazione dell'aforisma di Shitao:
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica"
Questa premessa mi permette di rispondere a tutte e tre le domande: amo praticare la pittura, il disegno, la fotografia, tutta l'arte figurativa, quindi anche la calligrafia, che è decisamente un'arte e probabilmente la più perfetta delle arti figurative.
Alla terza domanda risponderei volentieri più dettagliatamente, ma andrei OT, interessandomi appassionatamente di moltissime altre cose.
Una sola cosa mi sento di aggiungere ed è la Musica, l'arte delle arti, quella che di tutte è la somma, e - almeno per me - tutte le altre ispira.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
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Messaggio da Giuanen »

Non si può dire che tu non abbia le idee chiare. Beh, che sia la "più" perfetta tra le arti.. Lo si diceva dell'architettura, quando rispettava misure dettate da sacri testi, o del divisionismo, in pittura, che applicava su tela le più recenti scoperte nel campo della misurazione della luce, o della scultura (Policleto, Lisippo e, generallizzando, Vitruvio). Shitao non conosceva la pittura a olio, per dirne una tra le tante tecniche pittoriche. Le sue cognizioni erano limitate dal tempo e dall'area geografica, privilegiava il tratto spontaneo, quello ispirato da un'interiorità animata da uno slancio sublime, puro. Gli ideogrammi, che in arte si disegnano col pennello, hanno la consistenza di un acquerello creato di slancio. Ci sarebbe da parlarne per secoli...La musica. Io eseguivo le mie acqueforti con sottofondo di Dvorak, Borodin, Mussorgskij. Da dove nasce la spinta che ti fa scrivere in un certo modo, e cosa ti invita a farlo con una stilo, o con un pennino, piuttosto che a computer. Dopotutto, una composizione poetica rimane tale anche se dattiloscritta. La stilografica, o il pennino, posono darti quella marcia in più per raggiungere, o mantenere, un ideale equilibrio interiore?
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Messaggio da Giuanen »

Stavo dimenticando Hebborn. Poteva esserci ancora. Lui, le sue bevute e...insomma, tanti grandi uomini del passato lo erano. E le sue opere. Quanti di noi in accademia si imitava. Io, Rembrandt. Ma farne una professione, no! Per lui era una sfida. Io stimavo Zeri e Zeri stimava lui. Poteva ancora esserci, quel gran figlio...Tra di noi qualcuno pianse, alla notizia.
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Messaggio da Irishtales »

Giovanni, che bello sentir parlare di Hebborn...la mia affermazione sulla calligrafia come somma arte, parte da un recente accadimento intorno alla sua opera.
Tempo fa ragionavo sull'opera di Eric Hebborn. Ad un certo punto mi sono resa conto che per quante notizie si potessero raccogliere sulla sua vita, non avrei potuto conoscere di più sull'artista; mi mancava la "materia prima" ossia le sue opere. Noto ai più come falsario, non c'era possibilità alcuna di "raggiungere" il tratto della sua mano, e "leggerlo", ben celato com'è nelle gallerie di mezzo mondo e attribuito al nome di qualcun altro. Poi mi sono resa conto che il tratto della sua mano era proprio lì, sotto il mio naso, senza doverlo a fatica scovare altrove. Avevo il suo libro di cancelleresca, che mi avrebbe raccontato più dell'autore di qualsiasi copia di qualsiasi disegno o quadro egli avesse mai fatto.
La grafia racconta di noi più di ogni altra cosa. Nulla parlerà mai di noi come il tratto della mano, compiutamente espresso nello scrivere.
Quella somma di raziocinio e d'ordine, quella sintesi di emotività e creatività, quella leggibile e personalissima inclinazione del tratto, la pressione esercitata da un pennino su un foglio di carta, in ogni millimetro di ogni traccia scritta lasciamo dietro di noi la carta di identità della nostra personalità. E quindi non c'è modo più diretto di leggere l'artista che non attraverso la sua grafia, che se esercitata da abili ed esperti cultori, diventa un'arte assoluta.
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Messaggio da Rampa »

Giuanen ha scritto:Stavo dimenticando Hebborn. Poteva esserci ancora. Lui, le sue bevute e...insomma, tanti grandi uomini del passato lo erano. E le sue opere. Quanti di noi in accademia si imitava. Io, Rembrandt. Ma farne una professione, no! Per lui era una sfida. Io stimavo Zeri e Zeri stimava lui. Poteva ancora esserci, quel gran figlio...Tra di noi qualcuno pianse, alla notizia.
Giuanen
Anch'io sono un grande estimatore di Hebborn, l'ho conosciuto solo in tempi recenti e mi colpiscono alcune tue affermazioni. Quindi vorrei sapere cosa mi sono perso nel frattempo: le sue bevute e...? cosa "lo erano" tanti grandi uomini del passato? Chiedo scusa, ma essendo abbastanza novizio non posso accedere a quelle che sembrano verità conosciute, se non scontate. Capisco però che nelle accademie lo si conosceva, tu quale frequentavi? e perchè il nome di Hebborn circolava da quelle parti, se era ritenuto un "gran figlio..."? Cosa vuol dire che in accademia "si imitava"? perchè "imitare" e non "ispirarsi", o "alla maniera di..".
Perchè qualcuno pianse? e a quale notizia? a quella della sua morte? Ti chiesto scusa per le domande, ma in tre righe hai fatto tante di quelle affermazioni che riguardano la vita di Hebborn, che mi hanno suscitato un certo interesse.
Ma tornando in argomento, io sono approdato molto di recente nell'affascinante mondo della calligrafia, per ora mi cimento solo con l'italico, che trovo una sintesi perfetta tra gesto razionale ed artistico, quindi vi ritrovo una parte molto importante delle mie attività di ogni giorno.
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Messaggio da Giuanen »

Seguo diversi stili calligrafici adoperando penne stilografiche. Lo faccio perchè ho da tempo disimparato a scrivere a mano, rimediando figuracce sia al lavoro sia in tutte quelle occasioni dove sia richiesta la compilazione di questionari, documenti.
Ho conseguito la maturità artistica a Brera (Milano) ed il diploma di Accademia, sezione scultura, all'Albertina di Torino. Abilitazione all'insegnamento al Cellini di Valenza (Alessandria). Hebborn ed il suo amante Graham( tanti grandi uomini del passato...), creavano imitazioni di opere d'arte di artisti famosi. Hebborn ha continuato ad imitare con eccelsa bravura anche durante il suo soggiorno romano, fino alla sua morte, fra bevute, non ortodosse frequentazioni, sfacciate rivelazioni(quel gran figlio...). Che gli "eccentrici" nel mondo dell'arte si siano da sempre sprecati, è cosa risaputa, ma Eric era anche simpatico e questa qualità non la si trova facilmente. Sembra che l'abbiano ammazzato(qualcuno ha pianto). Il primo passo per conoscere uno stile è imitare, poi si personalizza. Siamo tutti novizi. Non si fa in tempo ad invecchiare. La vita è troppo breve.
Per sdrammatizzare, fra poco potrò impugnare una Sailor con extra fine. Si comincia!
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Messaggio da Irishtales »

Giuanen ha scritto: Lo faccio perchè ho da tempo disimparato a scrivere a mano, rimediando figuracce sia al lavoro sia in tutte quelle occasioni dove sia richiesta la compilazione di questionari, documenti.
...ma non ci credo 8-) ...immagino invece che la dimestichezza con disegno e pittura abbiano donato al tuo tratto una fluidità notevole. Non vedo l'ora di ammirare le tue prove!!!
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Messaggio da courthand »

Giovanni, chapeau di tutto cuore: e non per i titoli accademici, anche se di tutto rispetto.
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Messaggio da Giuanen »

Grazie, ragazzi.Bellissimi anni, quelli. In tutti i sensi. Mah, guardiamo avanti, anche se la linea dell'orizzonte è sempre più vicina. Come ho accennato, attendo l'arrivo di una Sailor Professional Gear Slim. Piccardi ha fatto un buon lavoro! Vi saprò dire di questa penna. Frattanto, mia moglie si è appena iscritta. Anche lei cerca conforto nella scrittura elegante e nell'uso di belle penne.
Devo ora scusarmi, perchè non fa parte del mio temperamento. Non mi faccio precedere dal titolo di prof. o maestro, o artista. Ho sciorinato gli attestati scolastici solo perchè richiestomi. Io sono semplicemente Gianni, o Giuanen.
Scusate ancora.
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Messaggio da Irishtales »

Come tutti noi; qui è pieno di arch, ing, dott, prof. insomma siamo in buona compagnia. 8-)
Tornando IT, Gianni, non ci hai detto cosa cerchi tu nella calligrafia...
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Messaggio da ilmastroelfo »

La calligrafia come via per l'ascesi?
Non pochi samurai e guerrieri orientali studiavano la calligrafia.
Non pochi monaci guerrieri medievali, altrimenti noti come cavalieri templari, possedevano l'arte della scrittura.
Personalmente mi rilassa, mi fa dormire meglio, mi aiuta a comprendere il Tutto nelle persone che amo nella mia vita.
In second'ordine, da esperto di arti marziali, vedo nella calligrafia una delle vie per allenare la mente al combattimento...
Chi sa fa, chi non sa insegna. -- Lao Tzu
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Messaggio da Giuanen »

Non avrei voluto esporre il mio punto di vista senza prima aver saggiato le vostre posizioni ideologiche, spirituali, pratiche. Ma tant'è. La calligrafia è per me l'eleganza con la quale si vive un momento e nella quale si rispecchia il temperamento dell'autore-esecutore. L'arte nella calligrafia risiede nel rendere la giusta atmosfera di quanto si sta scrivendo. Non sarà rotonda se si descrive un ambientazione tipica di un thrilling, per fare un esempio. Non mi adagerò su di una conversione romantica alla Schelling, ma l'estetica non è meno importante dell'uso pratico al quale si accompagna. Il bel gesto non ha ancora smesso di sedurmi.
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Messaggio da courthand »

Mah, per me è forse più giusto parlare di cosa mi da la calligrafia che non di cosa cerco in essa; e, visto che sono state tirate in ballo, parlando in termini di discipline orientali di combattimento (termine che preferisco ad Arti Marziali in quanto Marte era il dio della guerra e personalmente, se sono disposto a combattere, lo sono molto meno a fare la guerra che del combattimento è una degenarazione) diciamo che quando scrivo (o disegno) entro in una fase mentale definita "Ku", la mente vuota, in cui percepisco ogni stimolo dall'ambiente circostante senza però focalizzare l'attenzione su nessuno in maniera particolare, in modo da entrare in comunicazione col tutto...
O no?
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Messaggio da Ottorino »

Non sono affatto un artista quindi vi seguo male. Ma questa della mente vuota la cerco da tempo. m 'è capitato solo qualche volta e non ho mai capito come fosse successo . Ma la calligrafia non mi fa quest'effetto. Anzi mi riporta fortemente ak mondo reale perché non ho imparato a rilassarmi. Anzi entro in stato di tensione nelle mani.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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