Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Ciak, si gira! Un po' di cinema
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Chiunque capiti al cinema in questi giorni non deve assolutamente perdersi La migliore offerta di Tornatore, vi farà rimanere così ---->
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Ciak, si gira! Un po' di cinema
Sei la prima persona ad averlo visto che ne consiglia la visione: un mio amico carissimo è entrato in depressione dopo il film.Andrea_R ha scritto:Chiunque capiti al cinema in questi giorni non deve assolutamente perdersi La migliore offerta di Tornatore, vi farà rimanere così ---->
Ormai sono troppo curiosa: devo vederlo.
Stasera serata pre-sanvalentiniana, quindi un cult carino, tenero e rilassate. Ballottaggio fra Colazione da Tiffany (1961), su cui piangeremo entrambi come ogni volta, alla scena di Holly che sotto la pioggia va a riprendersi il gatto, con la meravigliosa colonna sonora di Harry Mancini (Moon river...) oppure un cult movie del 1971, Harold and Maude, commedia esilarante, romantica e grottesca, colonna sonora di Cat Stevens...proprio da vedere e rivedere. Il bello? Sono due grandi film. Il lato brutto, ammesso di volerlo proprio trovare, è che so già come finiscono...
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
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Beh, Picnic ad Hanging Rock è proprio ambientato nel giorno di San Valentino!Irishtales ha scritto:Andrea_R ha scritto:....
Stasera serata pre-sanvalentiniana, ...
Cordialità.
Marco
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Se devi scegliere tra avere ragione ed essere gentile, scegli di essere gentile ed avrai sempre ragione.
Marco
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Ciak, si gira! Un po' di cinema
Posso capirlo, prima di uscire dalla sala cercavo a tentoni la mia mandibola, demolisce ogni cosa: denaro, amicizia, amore, ma basta non voglio anticiparti nulla solo, sono curioso di sapere se a te piaceràIrishtales ha scritto:Sei la prima persona ad averlo visto che ne consiglia la visione: un mio amico carissimo è entrato in depressione dopo il film.Andrea_R ha scritto:Chiunque capiti al cinema in questi giorni non deve assolutamente perdersi La migliore offerta di Tornatore, vi farà rimanere così ---->
Ormai sono troppo curiosa: devo vederlo.
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Marco, non riesco ancora a crederci e finché non lo vedrò non voglio farmi illusioni: è probabile, molto probabile a giudicare dagli spezzoni visti su youtube, che Pic Nic ad Hanging Rock sia uno dei film che vidi in tv anni ed anni fa (già iniziato...) e di cui non riuscii mai più a conoscere il titolo!!!
L'ho trovato a PG in centro, sabato vado a prenderlo, finalmente!
Andrea, devo ammettere di non essere una grande fan di Tornatore. So di essere controcorrente (il discorso vale anche per altri registi famosi, per quanto mi riguarda, specie Wenders...) ma finora ho visto solo bei contenitori sofisticati ed estetizzanti, privi però di spessore: belli senz'anima!...un esempio lampante, Nuovo Cinema Paradiso. Un film notevole per la fotografia, per il ritmo, per la trama, per l'ambientazione, ma che non mi ha lasciato traccia...però dell'ultimo suo lavoro mi hanno parlato talmente male (solo tu invece sembri avere apprezzato) che...devo vederlo!
Ieri sera poi la scelta è caduta su Colazione da Tiffany
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Andrea, devo ammettere di non essere una grande fan di Tornatore. So di essere controcorrente (il discorso vale anche per altri registi famosi, per quanto mi riguarda, specie Wenders...) ma finora ho visto solo bei contenitori sofisticati ed estetizzanti, privi però di spessore: belli senz'anima!...un esempio lampante, Nuovo Cinema Paradiso. Un film notevole per la fotografia, per il ritmo, per la trama, per l'ambientazione, ma che non mi ha lasciato traccia...però dell'ultimo suo lavoro mi hanno parlato talmente male (solo tu invece sembri avere apprezzato) che...devo vederlo!
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Allora, i pop-corn li hai comprati?Irishtales ha scritto:Marco, non riesco ancora a crederci e finché non lo vedrò non voglio farmi illusioni: è probabile, molto probabile a giudicare dagli spezzoni visti su youtube, che Pic Nic ad Hanging Rock sia uno dei film che vidi in tv anni ed anni fa (già iniziato...) e di cui non riuscii mai più a conoscere il titolo!!!
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Il tempo di una pizza e poi a casa dolce casa a vedere il film...sto contando i minuti!!!!
Domani resoconto (recensione)... ormai sono certa: è il film che cercavo senza conoscere nè titolo nè regista nè attori...
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Ottimo, allora buon divertimento!!Irishtales ha scritto:Il tempo di una pizza e poi a casa dolce casa a vedere il film...sto contando i minuti!!!!
Domani resoconto (recensione)... ormai sono certa: è il film che cercavo senza conoscere nè titolo nè regista nè attori...
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Ciak, si gira! Un po' di cinema
Non posto in questo thread sollo perchè altrimenti finirei per passarci le ore, essendo la cinematografia una delle mie più grandi passioni.
Pertanto faccio una brevissima e rapida incursione qua dentro per segnalare che giusto ieri sera ho visto un film che mi era sfuggito.
Santa Sangre, di Jodorowski, del 1989. Iniziato a vederlo per caso, provavo un lieve fastidio dal surrealismo quasi artificioso e dalla pesantezza costruita di certe scene. Ma qualcosa mi spinge a continuare. Sale il fastidio, inframmezzato da affascinato disgusto e morbosa attenzione. Ma in cuor mio non vedo l'ora che finisca. Il film cambia registro tre o quattro volte in nemmeno un paio d'ore, tempo che passa tra la tensione, l'insofferenza e la voglia di cambiare canale. Finito il film, rimango due o tre secondi inebetito ma consapevole di aver visto un maledetto capolavoro.
Lo paragono a una pietanza, la più speziata e saporita che ci sia, piena un po' di tutto. Lasciata fuori una settimana.
Pertanto faccio una brevissima e rapida incursione qua dentro per segnalare che giusto ieri sera ho visto un film che mi era sfuggito.
Santa Sangre, di Jodorowski, del 1989. Iniziato a vederlo per caso, provavo un lieve fastidio dal surrealismo quasi artificioso e dalla pesantezza costruita di certe scene. Ma qualcosa mi spinge a continuare. Sale il fastidio, inframmezzato da affascinato disgusto e morbosa attenzione. Ma in cuor mio non vedo l'ora che finisca. Il film cambia registro tre o quattro volte in nemmeno un paio d'ore, tempo che passa tra la tensione, l'insofferenza e la voglia di cambiare canale. Finito il film, rimango due o tre secondi inebetito ma consapevole di aver visto un maledetto capolavoro.
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Ciak, si gira! Un po' di cinema
Andrea, detta così...è ributtante...e quindi, naturalmente, come ogni film controverso, va visto!!! Ora lo cerco...
E poi scusa, visto che anche tu sei appassionato di cinema...anche se non puoi spenderci delle ore, magari una mezz'ora ogni tanto, passa di qui!!!
I buoni consigli cinematografici fanno sempre mooolto piacere.
E adesso, recensione del film visto ieri.
(Grazie, Marco!!!)
Pic Nic ad Hangign Rock (di Peter Weir, dramm. Australia, 1975)
Inizio del secolo scorso. Cosa si cela dietro la scomparsa di un'insegnante e di alcune fanciulle adolescenti, studentesse in un piccolo collegio australiano immerso in un contesto naturale quasi onirico, in gita con due docenti e un cocchiere alle pendici della cima vulcanica di Hanging Rock?
La musica svela continuamente il profondo legame fra spirito e materia che si fondono nella Natura Primordiale il cui respiro pervade ogni cosa. Ogni frase, ogni sussurro, ogni passo delle giovani protagoniste è indissolubilmente legato ai battiti della Natura, essere vivo e pulsante, reale protagonista del film. Emblematico e rivelatore è il parallelo fra le formiche che scalano la torta di San Valentino e le fanciulle che scalano la vetta di Hanging Rock, a piedi nudi, a contatto con la nuda roccia. Siamo tutti anelli concatenati di un perfetto meccanismo naturale, che possiamo rendere artefatto a piacere (la musica di Mozart fra le altre, al ricevimento; gli abiti, i cappelli e le scarpe; le costrizioni e le convenzioni fra classi sociali; l'uso del linguaggio; etc) ma che rimane la sovrastruttura di cui tutto infine torna a far parte. E allora il finale del film è il solo possibile, è il solo immaginabile, perchè la vita, o l'esistere, è un Infinito senza soluzione, qualcosa che non ha inizio e mai avrà fine proprio perchè continuamente si trasforma e si rinnova. La formica in essere umano, o in acqua o in vento o in cigno di uno stagno, o farfalla su un fiore, o vento che sussurra fra gli alberi e le pareti di Hanging Rock.
E' chiaramente solo la mia personale interpretazione, maturata anche grazie alla musica che accompagna e lascia presagire, racconta e trasmette a volte più della pur azzeccatissima fotografia, o del susseguirsi di quell'insieme concatenato di frasi ed eventi che riduttivamente potremmo chiamare trama.
Chi se l'è perso e ama il cinema impegnato, la bella fotografia e un certo sognante intimismo, deve assolutamente vedere questo film!
E poi scusa, visto che anche tu sei appassionato di cinema...anche se non puoi spenderci delle ore, magari una mezz'ora ogni tanto, passa di qui!!!
I buoni consigli cinematografici fanno sempre mooolto piacere.
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Inizio del secolo scorso. Cosa si cela dietro la scomparsa di un'insegnante e di alcune fanciulle adolescenti, studentesse in un piccolo collegio australiano immerso in un contesto naturale quasi onirico, in gita con due docenti e un cocchiere alle pendici della cima vulcanica di Hanging Rock?
La musica svela continuamente il profondo legame fra spirito e materia che si fondono nella Natura Primordiale il cui respiro pervade ogni cosa. Ogni frase, ogni sussurro, ogni passo delle giovani protagoniste è indissolubilmente legato ai battiti della Natura, essere vivo e pulsante, reale protagonista del film. Emblematico e rivelatore è il parallelo fra le formiche che scalano la torta di San Valentino e le fanciulle che scalano la vetta di Hanging Rock, a piedi nudi, a contatto con la nuda roccia. Siamo tutti anelli concatenati di un perfetto meccanismo naturale, che possiamo rendere artefatto a piacere (la musica di Mozart fra le altre, al ricevimento; gli abiti, i cappelli e le scarpe; le costrizioni e le convenzioni fra classi sociali; l'uso del linguaggio; etc) ma che rimane la sovrastruttura di cui tutto infine torna a far parte. E allora il finale del film è il solo possibile, è il solo immaginabile, perchè la vita, o l'esistere, è un Infinito senza soluzione, qualcosa che non ha inizio e mai avrà fine proprio perchè continuamente si trasforma e si rinnova. La formica in essere umano, o in acqua o in vento o in cigno di uno stagno, o farfalla su un fiore, o vento che sussurra fra gli alberi e le pareti di Hanging Rock.
E' chiaramente solo la mia personale interpretazione, maturata anche grazie alla musica che accompagna e lascia presagire, racconta e trasmette a volte più della pur azzeccatissima fotografia, o del susseguirsi di quell'insieme concatenato di frasi ed eventi che riduttivamente potremmo chiamare trama.
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Daniela, ho visto questo film 4 volte, ed ogni volta mi è sembrato di vederlo per la prima volta, ma non avrei mai saputo descriverlo così bene, condivido ogni sfumatura della tua "interpretazione".Irishtales ha scritto: Pic Nic ad Hangign Rock (di Peter Weir, dramm. Australia, 1975)
.......
E' chiaramente solo la mia personale interpretazione, maturata anche grazie alla musica che accompagna e lascia presagire, racconta e trasmette a volte più della pur azzeccatissima fotografia, o del susseguirsi di quell'insieme concatenato di frasi ed eventi che riduttivamente potremmo chiamare trama.
Chi se l'è perso e ama il cinema impegnato, la bella fotografia e un certo sognante intimismo, deve assolutamente vedere questo film!
Grazie!
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Ieri sera abbiamo deciso di rivedere un film di qualche anno fa (2005) che abbiamo amato ed amiamo particolarmente. Così, visto che a mio avviso si tratta di un film meraviglioso, di quelli assolutamente imperdibili, ho deciso di “recensirlo”...
“Ogni cosa è illuminata” è la storia di un ragazzo ebreo americano, Jonathan, che decide di percorrere a ritroso il lungo viaggio di suo nonno, scomparso di recente, verso la natia Ucraina.
Jonathan è interpretato da un magistrale Elijah Wood, che sa trasmettere tutta la limpidezza, la grazia e la purezza del personaggio. Ed è un personaggio così delicato e sofisticato che si fa fatica a ridurlo in parole. Si definisce un collezionista. Colleziona in modo maniacale oggetti appartenuti alle persone che ama ed ha amato, in maniera tale che all'inizio del film sembra quasi una patologica e preoccupante forma di feticismo, ma non appena la narrazione rivelerà la profondità e l'intensità del significato che egli attribuisce ad ognuno degli oggetti tanto amorevolmente raccolti, la sua attitudine verrà percepita in modo completamene opposto. Jonathan è un collezionista di memorie. Colleziona il Passato, da cui inevitabilmente discende ogni aspetto del presente, che altro non è che il trait d'union che ci permette di lasciare una traccia, “nel caso un giorno qualcuno venisse a cercare”...
Non mi soffermo sulla trama per non togliere il gusto del film a chi non ha avuto la fortuna di vederlo e volesse rimediare.
Moltissimi dei significati di questo film mi hanno colpita, in particolar modo l'aver messo in risalto come una circostanza tragica e identica, abbia su due individui differenti (con un passato differente) degli effetti - e degli epiloghi - opposti (i nonni dei due giovani protagonisti).
Come un animo puro e nobile riesca a vedere, attraverso il tempo, cose che non conosce e che come per magia riesce a “sentire”, non contaminato o meglio corrotto dalla vita.
E come “ciò che è stato” getti continuamente la sua luce attraverso gli orizzonti dell'esistenza: “ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”, dirà Alex, alla fine del film. Il passato non è quindi visto come qualcosa di oscuro e ormai dimenticato o imperscrutabile; è al contrario quella luce indispensabile a far chiarezza sul presente e sul futuro e ad illuminare la via, a dare spessore, a riempire di significato qualsiasi cosa o oggetto, anche una semplice manciata di terra.
Poetico e profondo, colpisce anche per quel velo di ironia che lo attraversa, all'inizio in modo chiaro e palese (impareggiabile la cagnetta Sammy Davis Jr Jr, “guida-per-ciechi-ufficiosa” o il vegetarianesimo di Jonathan liquidato dagli accompagnatori ucraini come una specie di malattia mentale; le Malboro offerte alla gente lungo la strada, insomma l'ironia sugli stereotipi bipartisan non manca!) e nella seconda parte in modo ben più sottile e meno “facile” ma ancor più delicato e toccante.
In ultimo mi ha colpito perché da quando l'ho visto la prima volta, anni fa, ho capito qual'è il motivo per cui, istintivamente, anche io sono una ...”collezionista” esattamente alla maniera di Jonathan....
“Ogni cosa è illuminata” è la storia di un ragazzo ebreo americano, Jonathan, che decide di percorrere a ritroso il lungo viaggio di suo nonno, scomparso di recente, verso la natia Ucraina.
Jonathan è interpretato da un magistrale Elijah Wood, che sa trasmettere tutta la limpidezza, la grazia e la purezza del personaggio. Ed è un personaggio così delicato e sofisticato che si fa fatica a ridurlo in parole. Si definisce un collezionista. Colleziona in modo maniacale oggetti appartenuti alle persone che ama ed ha amato, in maniera tale che all'inizio del film sembra quasi una patologica e preoccupante forma di feticismo, ma non appena la narrazione rivelerà la profondità e l'intensità del significato che egli attribuisce ad ognuno degli oggetti tanto amorevolmente raccolti, la sua attitudine verrà percepita in modo completamene opposto. Jonathan è un collezionista di memorie. Colleziona il Passato, da cui inevitabilmente discende ogni aspetto del presente, che altro non è che il trait d'union che ci permette di lasciare una traccia, “nel caso un giorno qualcuno venisse a cercare”...
Non mi soffermo sulla trama per non togliere il gusto del film a chi non ha avuto la fortuna di vederlo e volesse rimediare.
Moltissimi dei significati di questo film mi hanno colpita, in particolar modo l'aver messo in risalto come una circostanza tragica e identica, abbia su due individui differenti (con un passato differente) degli effetti - e degli epiloghi - opposti (i nonni dei due giovani protagonisti).
Come un animo puro e nobile riesca a vedere, attraverso il tempo, cose che non conosce e che come per magia riesce a “sentire”, non contaminato o meglio corrotto dalla vita.
E come “ciò che è stato” getti continuamente la sua luce attraverso gli orizzonti dell'esistenza: “ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”, dirà Alex, alla fine del film. Il passato non è quindi visto come qualcosa di oscuro e ormai dimenticato o imperscrutabile; è al contrario quella luce indispensabile a far chiarezza sul presente e sul futuro e ad illuminare la via, a dare spessore, a riempire di significato qualsiasi cosa o oggetto, anche una semplice manciata di terra.
Poetico e profondo, colpisce anche per quel velo di ironia che lo attraversa, all'inizio in modo chiaro e palese (impareggiabile la cagnetta Sammy Davis Jr Jr, “guida-per-ciechi-ufficiosa” o il vegetarianesimo di Jonathan liquidato dagli accompagnatori ucraini come una specie di malattia mentale; le Malboro offerte alla gente lungo la strada, insomma l'ironia sugli stereotipi bipartisan non manca!) e nella seconda parte in modo ben più sottile e meno “facile” ma ancor più delicato e toccante.
In ultimo mi ha colpito perché da quando l'ho visto la prima volta, anni fa, ho capito qual'è il motivo per cui, istintivamente, anche io sono una ...”collezionista” esattamente alla maniera di Jonathan....
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Caro Andrea, infine l'ho visto! Ieri sera. Mi è piaciuto, per l'estetica: Tornatore come già scrissi, ha la straordinaria capacità di confezionare bellissimi contenitori. Poi a mio modesto parere, gli riesce molto difficile riempirli. E qui si arriva al “sodo”...A parte le critiche degli amici che lo avevano visto, non ho voluto leggere nulla in merito al film per non farmi influenzare.Andrea_R ha scritto:prima di uscire dalla sala cercavo a tentoni la mia mandibola, demolisce ogni cosa: denaro, amicizia, amore, ma basta non voglio anticiparti nulla solo, sono curioso di sapere se a te piacerà
E il film mi è piaciuto nella prima parte. Ma solo grazie alla bravura dell'attore protagonista - Geoffrey Rush - che ha reso credibile il personaggio. L'uomo attempato cinico, burbero e solitario si invaghisce della giovane, bella e fragile fanciulla. Dov'è che l'abbiamo già visto?! Beh, diciamo che eufemisticamene non è molto originale...da Lolita (film e romanzo) a Pretty woman che viene citato non so quanto consapevolmente, durante la (qui) triste e un po' squallida scena di lei che prova gli abiti dinnanzi ad un lui voyeristicamente accomodato in poltrona. Ha sconvolto i miei amici e meno le mie amiche, credo non sia un caso perché sulla gran parte degli uomini può fare facile presa, visto che gioca sul cliché dell' “uomo maturo e la ragazza”. Ma....se è coinvolgente fino a metà film, con un crescendo di suspance e sensualità nel rapporto quasi morboso che sembra instaurarsi fra i due, poi purtroppo le pecche si rivelano tutte. Intanto un (attore che in genere mi stupisce per la sua bravura) Donald Sutherland che fin dalla prima scena in cui appare, tradisce nello sguardo un'avversione e un odio verso il protagonista che stride contro le parole da buon amicone che sembra voler sciorinare ad ogni occasione. E la protagonista femminile che ha la vitalità di un pezzo di legno fossile. Per non parlare del giovane restauratore di marchingegni, Robert, incredibile come amico dell'ultima ora ...e incredibile come restauratore.
Il finale me lo aspettavo: l'ho intuito quando il protagonista si è nascosto in casa di lei per spiarla e lei ha ricevuto una telefonata durante la quale parlava di lui con una\un amico...(i complici)...
Mi chiedo perché mettere in guardia lo spettatore con quella telefonata, dopo avere fatto tanta fatica per rendere credibile, riuscendoci, l'improbabile attrazione fra i due. Masochismo puro.
E' un film un po' cinico. Il protagonista è rimasto vittima di un raggiro, tradito da quelli che riteneva amici e dalla donna che credeva lo amasse. Ma è un cinismo “facile”. Se Tornatore avesse voluto essere davvero cinico il film sarebbe finito diversamente e nel caveau i “traditori” avrebbero prelevato delle opere false a loro insaputa. Alla fine ci saremmo ritrovati davvero con tutti i personaggi perdenti e soli. Invece in questo modo il solo perdente e solo è il protagonista...insomma è cinico solo a metà. In questo mi ha deluso: doveva essere ancora più cattivo per ambire a diventare il capolavoro... che non è.
Un film davvero cinico invece è Match Point di Woody Allen.
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Mi aggiungo con piacere alla vostra discussione e vi segnalo "L'ottavo giorno". Un film sul mondo dei ragazzi down. Un film poetico, profondo e complesso, fatto per emozionare e far pensare al significato della vita e della morte. Al senso che diamo al nostro tempo e all'importanza che le emozioni e i legami che instauriamo danno valore alla nostra vita.
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Bella recensione. Ho visto anche io questo film, vorrei aggiungere che è un film principalmente costruito sul significato della nostra memoria, e sulla catarsi del male che abbiamo fatto, unica strada per giungere alla pace, quella interiore.Irishtales ha scritto:Ieri sera abbiamo deciso di rivedere un film di qualche anno fa (2005) che abbiamo amato ed amiamo particolarmente. Così, visto che a mio avviso si tratta di un film meraviglioso, di quelli assolutamente imperdibili, ho deciso di “recensirlo”...
“Ogni cosa è illuminata” è la storia di un ragazzo ebreo americano, Jonathan, che decide di percorrere a ritroso il lungo viaggio di suo nonno, scomparso di recente, verso la natia Ucraina.
Jonathan è interpretato da un magistrale Elijah Wood, che sa trasmettere tutta la limpidezza, la grazia e la purezza del personaggio. Ed è un personaggio così delicato e sofisticato che si fa fatica a ridurlo in parole. Si definisce un collezionista. Colleziona in modo maniacale oggetti appartenuti alle persone che ama ed ha amato, in maniera tale che all'inizio del film sembra quasi una patologica e preoccupante forma di feticismo, ma non appena la narrazione rivelerà la profondità e l'intensità del significato che egli attribuisce ad ognuno degli oggetti tanto amorevolmente raccolti, la sua attitudine verrà percepita in modo completamene opposto. Jonathan è un collezionista di memorie. Colleziona il Passato, da cui inevitabilmente discende ogni aspetto del presente, che altro non è che il trait d'union che ci permette di lasciare una traccia, “nel caso un giorno qualcuno venisse a cercare”...
Non mi soffermo sulla trama per non togliere il gusto del film a chi non ha avuto la fortuna di vederlo e volesse rimediare.
Moltissimi dei significati di questo film mi hanno colpita, in particolar modo l'aver messo in risalto come una circostanza tragica e identica, abbia su due individui differenti (con un passato differente) degli effetti - e degli epiloghi - opposti (i nonni dei due giovani protagonisti).
Come un animo puro e nobile riesca a vedere, attraverso il tempo, cose che non conosce e che come per magia riesce a “sentire”, non contaminato o meglio corrotto dalla vita.
E come “ciò che è stato” getti continuamente la sua luce attraverso gli orizzonti dell'esistenza: “ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”, dirà Alex, alla fine del film. Il passato non è quindi visto come qualcosa di oscuro e ormai dimenticato o imperscrutabile; è al contrario quella luce indispensabile a far chiarezza sul presente e sul futuro e ad illuminare la via, a dare spessore, a riempire di significato qualsiasi cosa o oggetto, anche una semplice manciata di terra.
Poetico e profondo, colpisce anche per quel velo di ironia che lo attraversa, all'inizio in modo chiaro e palese (impareggiabile la cagnetta Sammy Davis Jr Jr, “guida-per-ciechi-ufficiosa” o il vegetarianesimo di Jonathan liquidato dagli accompagnatori ucraini come una specie di malattia mentale; le Malboro offerte alla gente lungo la strada, insomma l'ironia sugli stereotipi bipartisan non manca!) e nella seconda parte in modo ben più sottile e meno “facile” ma ancor più delicato e toccante.
In ultimo mi ha colpito perché da quando l'ho visto la prima volta, anni fa, ho capito qual'è il motivo per cui, istintivamente, anche io sono una ...”collezionista” esattamente alla maniera di Jonathan....
Un film atipico nel panorama d'oggi, delicato, profondo e piacevole, con un ritmo lento ma ricco di significato.