Enbi ha scritto: ↑sabato 3 maggio 2025, 17:57
Atelier Simoni era un marchio in mano alla famiglia Simoni che ha tentato di rilanciare la produzione originale?
Sì, era un marchio in mano alla famiglia Simoni, dopo aver venduto Omas nel 2000.
La prima penna, in titanio, è uscita nel 2008, con uno strano sistema di caricamento che era una specie di chimera tra il pistone tuffante e il vacumatic.
Ne era uscita una seconda versione in acrilico colorazione Mondrian.
Tutte a tiratura limitata e piuttosto costosette.
Su FPN e Pennamania ci sono due testimonianze di autodistruzione piuttosto precoce, che manco Jinhao prima maniera.

Credo che il marchio sia durato pochi anni.
Enbi ha scritto: ↑sabato 3 maggio 2025, 17:57
So che un americano ha acquistato grosse scorte dei leggendari magazzini Omas
Quella è la Omas 3.0, che con la famiglia Simoni non ha nulla a che vedere, e che non dovrebbe avere nulla a che vedere nemmeno con la Omas 2.0, quella franco-cinese.
Nell'ultimo anno era emersa una vicenda giudiziaria sulla titolarità del marchio. La vecchia Omas (ma a 'sto punto non saprei se Simoni o la Omas 2.0) metteva in guardia sul fatto che solo loro erano Omas.
A quanto pare la famiglia Simoni hanno avuto ragione solo per l'Europa.
Che poi anche la Omas 3.0 dovrebbe aver avuto qualche variazione di proprietà/produzione.
Insomma: è tutto un gran casotto.
Enbi ha scritto: ↑sabato 3 maggio 2025, 17:57
giacimenti minerari di celluloide
Questa cosa mitologica di vecchie barre di celluloide invecchiate e millesimate è comune a più di un brand.
Mi lascia sempre alquanto perplessa perché in effetti suona spesso come un ritrovamento fortuito in scavi archeologici.
A parte Montegrappa, che oltretutto si è vista andare a fuoco due volte il magazzino.