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Omas back to Italy (?)

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piccardi
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Messaggio da piccardi »

ilValla ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 0:18 Se resusciteranno semplicemente le storiche Extra nei vari formati non andranno lontano, il confronto con le ‘originali’ sarà sempre impietoso….
Dipende cosa consideri come originali.

Quelle prodotte finché c'era Armando Simoni sono una cosa, ma quelle degli anni '80 e '90, con meccanismi di caricamente iper fragili, celluloidi che si sbriciolano e virano pesantemente... beh, se prendi quelle come riferimento difficile possano fare peggio.

Se la ditta è fallita c'è un motivo, e direi che la qualità delle penne che proponeva probabilmente (considerato che si rivolgeva alla fascia di lusso) credo abbia pesato non poco.

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Messaggio da Esme »

maylota ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 14:45 L'lllustrazione è decisamente coeva, infatti a prua c'è il numero 361 (lanciata nel 1948).
Sì, questo lo avevo già scritto.
Ma la grafica e il soggetto risultano decisamenti più datati, è questo che mi fa sorgere qualche dubbio sul reale periodo dell'idea. Le tavole si possono sempre correggere. ;)

Proprio perché l'Italia e il mondo si stavano riprendendo da due guerre mondiali, un riferimento ai mas di entrambe le guerre non mi sembra fosse così azzeccato.
D'Annunzio e tutta la sua retorica erano oramai alquanto sorpassati.
Del resto lo dicono anche sul sito: "una rarissima pubblicità". E te credo!

Ma quello comunque è stato un "problema" del 1950.
Come si domandava mikils, anch'io mi sono chiesta come mai abbiano scelto proprio quell'illustrazione per annunciare il ritorno della famiglia Simoni per il marchio Omas.
La comunicazione è sempre importante, per un marchio con così tante vicessitudini e tribolazioni, direi ancora di più.

Alla fin fine, però, parleranno le penne.
Tolto il filone Omas franco-cinese-americano-partenope, come ricordava Piccardi la Omas originale si era rovinata l'immagine con una serie di penne problematiche.
Il tentativo di riproporsi con Atelier Simoni ha mostrato gli stessi punti deboli.
Credo che avranno bisogno, più che di motti dannunziani, di dimostrare una ritrovata affidabilità.
La Omas americana può piacere o meno, può far storcere il naso per la riesumazione posticcia (e sono d'accordo), ma mi pare che sul fronte affidabilità non si sia comportata male.
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Messaggio da Enbi »

Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 16:31 Il tentativo di riproporsi con Atelier Simoni ha mostrato gli stessi punti deboli.
Scusa Esme, chiedo perché a volte ho serie difficoltà a raccapezzarmi riguardo le complesse vicende imprenditoriali attorno al marchio Omas... Atelier Simoni era un marchio in mano alla famiglia Simoni che ha tentato di rilanciare la produzione originale? L'ultima denominazione dell'azienda? O qualcos'altro?
So che un americano ha acquistato grosse scorte dei leggendari magazzini Omas (pare quasi che fossero dei giacimenti minerari di celluloide visto come ne parlano tutti :D ) e ha fatto produrre da qualcuno penne di dubbio gusto con il nome "Armando Simoni Club".... C'entra qualcosa? :think:
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Messaggio da Abulafia »

Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 16:31
Proprio perché l'Italia e il mondo si stavano riprendendo da due guerre mondiali, un riferimento ai mas di entrambe le guerre non mi sembra fosse così azzeccato.
D'Annunzio e tutta la sua retorica erano oramai alquanto sorpassati.
Del resto lo dicono anche sul sito: "una rarissima pubblicità". E te credo!
:lol:
Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 16:31Ma quello comunque è stato un "problema" del 1950.
Come si domandava mikils, anch'io mi sono chiesta come mai abbiano scelto proprio quell'illustrazione per annunciare il ritorno della famiglia Simoni per il marchio Omas.
La comunicazione è sempre importante, per un marchio con così tante vicessitudini e tribolazioni, direi ancora di più.
Modalità :twisted: on:
Perché questa roba in Italia "tira" un bel po' (soprattutto negli ambienti abbienti che al lusso guardano sempre ben volentieri), ma è abbastanza vaga da mettere, in parte, al riparo da accuse ideologiche :roll:

Ci sono produttori di tante altre categorie merceologiche con oggetti dedicati alla MAS che quasi sempre hanno il discorsetto già pronto contro eventuali "proteste".

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Poi per fortuna arrivano gli asiatici che copiano i trend senza capire, cercano parole a caso in italiano legate all'ambito e tirano fuori delle perle di rara bellezza, tipo:
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Fine modalità :twisted:

Per il resto: sono in questo mondo da neanche un anno e mezzo e credo di aver letto, visto, assistito e percepito più chiacchiere su OMAS che su qualsiasi altro marchio, nel bene e nel male.
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Messaggio da maylota »

Abulafia ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:14
Modalità :twisted: on:
Perché questa roba in Italia "tira" un bel po' (soprattutto negli ambienti abbienti che al lusso guardano sempre ben volentieri), ma è abbastanza vaga da mettere, in parte, al riparo da accuse ideologiche :roll:

Ci sono produttori di tante altre categorie merceologiche con oggetti dedicati alla MAS che quasi sempre hanno il discorsetto già pronto contro eventuali "proteste".

Immagine

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Poi per fortuna arrivano gli asiatici che copiano i trend senza capire, cercano parole a caso in italiano legate all'ambito e tirano fuori delle perle di rara bellezza, tipo:

photo_2020-07-26_14-35-03.jpg

Fine modalità :twisted:
Sto diventando vecchio...Mi è servito il post di Abulafia per capire come mai si sono rizzate tutte le penne del forum per quella pubblicità ! :D

Però, al di là di OMAS, della pubblicità e dei brand di penne, non confondiamo le vicende anche belle ed epiche dei Mezzi di Assalto Italiani nella loro lunga storia con il ben diverso e molto più controverso periodo di 20 mesi in cui un gruppo chiamato X MAS ha operato per la Repubblica di Salò in funzione antipartigiana - anche se adesso si parla solo di quello. :wave:
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Messaggio da Esme »

Enbi ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 17:57 Atelier Simoni era un marchio in mano alla famiglia Simoni che ha tentato di rilanciare la produzione originale?
Sì, era un marchio in mano alla famiglia Simoni, dopo aver venduto Omas nel 2000.
La prima penna, in titanio, è uscita nel 2008, con uno strano sistema di caricamento che era una specie di chimera tra il pistone tuffante e il vacumatic.
Ne era uscita una seconda versione in acrilico colorazione Mondrian.
Tutte a tiratura limitata e piuttosto costosette.
Su FPN e Pennamania ci sono due testimonianze di autodistruzione piuttosto precoce, che manco Jinhao prima maniera. :lol:
Credo che il marchio sia durato pochi anni.
Enbi ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 17:57 So che un americano ha acquistato grosse scorte dei leggendari magazzini Omas
Quella è la Omas 3.0, che con la famiglia Simoni non ha nulla a che vedere, e che non dovrebbe avere nulla a che vedere nemmeno con la Omas 2.0, quella franco-cinese.
Nell'ultimo anno era emersa una vicenda giudiziaria sulla titolarità del marchio. La vecchia Omas (ma a 'sto punto non saprei se Simoni o la Omas 2.0) metteva in guardia sul fatto che solo loro erano Omas.
A quanto pare la famiglia Simoni hanno avuto ragione solo per l'Europa.
Che poi anche la Omas 3.0 dovrebbe aver avuto qualche variazione di proprietà/produzione.
Insomma: è tutto un gran casotto.
Enbi ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 17:57 giacimenti minerari di celluloide
Questa cosa mitologica di vecchie barre di celluloide invecchiate e millesimate è comune a più di un brand.
Mi lascia sempre alquanto perplessa perché in effetti suona spesso come un ritrovamento fortuito in scavi archeologici.
A parte Montegrappa, che oltretutto si è vista andare a fuoco due volte il magazzino.
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Messaggio da Esme »

maylota ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:38 non confondiamo le vicende
Da parte mia nessun "confondimento", al limite mi confondo con babbo natale. :lol:
Ma nemmeno ingenuità. Mas non è X-mas, ma come detto da Abulafia un certo giochino in merito ci può essere.
E se ci metti anche la corsa "alle stelle", non so, ma qualcosa mi sa che viene in mente... :twisted:

Però il mio discorso era di tutt'altra natura.
Una riflessione storica, per la quale sono sempre scettica se noto discrepanze e non mi vengono forniti riferimenti.
E un dubbio sul perché della scelta specifica tra tanto materiale disponibile e di maggiore presa tra i nostalgici di Omas.
Come detto, può essere una banale necessità di controversie legali. O semplicemente per farci ciarlare, come in effetti stiamo facendo. (È un forum, se non ciarliamo che ci stiamo a fare? :))
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Messaggio da Enbi »

Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:44 Sì, era un marchio in mano alla famiglia Simoni, dopo aver venduto Omas nel 2000.
La prima penna, in titanio, è uscita nel 2008, con uno strano sistema di caricamento che era una specie di chimera tra il pistone tuffante e il vacumatic.
Ne era uscita una seconda versione in acrilico colorazione Mondrian.
Tutte a tiratura limitata e piuttosto costosette.
Su FPN e Pennamania ci sono due testimonianze di autodistruzione piuttosto precoce, che manco Jinhao prima maniera. :lol:
Credo che il marchio sia durato pochi anni.
Perfetto ho capito! Informata a precisa come sempre :thumbup:
Quindi è un tentativo piuttosto infelice da parte degli eredi Simoni di rimanere nel mercato delle stilografiche...
Si avevo già letto questa storia delle due Omas, quella cinese e di quella americana, mi pare che una delle due si faccia fare le penne da Gioia (quindi a Napoli, ben lontano dalla sede storica), l'altra non ne ho idea...
Se poi ci mettiamo pure Scribo, che ad oggi è l'unica che ha realmente sede a Bologna e che pare abbia parte delle maestranze e dei macchinari Omas, è veramente un casotto...
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Abulafia ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:14 Poi per fortuna arrivano gli asiatici che copiano i trend senza capire, cercano parole a caso in italiano legate all'ambito e tirano fuori delle perle di rara bellezza, tipo:
:lol: :lol: :lol:
Ma è stupenda! E molto Miyazakuesca.
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Messaggio da Automedonte »

Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:59
maylota ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:38 non confondiamo le vicende
Da parte mia nessun "confondimento", al limite mi confondo con babbo natale. :lol:
Ma nemmeno ingenuità. Mas non è X-mas, ma come detto da Abulafia un certo giochino in merito ci può essere.
E se ci metti anche la corsa "alle stelle", non so, ma qualcosa mi sa che viene in mente... :twisted:
Spesso si confondono la 10 Flottiglia Mas (con numero arabo) e la X Mas (con numero romano) la prima è stata una eroica unità della marina militare italiana ed esiste tuttora con il nome di CONsubin, la seconda formata da solo una parte dei militari della prima è quella tristemente nota per le sue efferatezze.
Comunque adesso essendo periodo di pacificazione Papa Francesco si è fatto seppellire vicino a Junio Valerio Borghese, comandante della X Mas ….
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Messaggio da alfredop »

N-esima riesumazione della Omas, vediamo cosa tireranno fuori dal cilindro ma non sono particolarmente ottimista (ma spero di essere smentito).
Certo che se le cose rimangono cosi alla nuova Omas potrebbe essere precluso il ricco mercato americano e questo potrebbe essere un problema, tra l’altro con l’aria che tira sui dazi c’è anche la possibilità che la Omas d’oltreoceano possa riportare la produzione in USA.

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Messaggio da maylota »

alfredop ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 20:15 tra l’altro con l’aria che tira sui dazi c’è anche la possibilità che la Omas d’oltreoceano possa riportare la produzione in USA.
Gli resterebbero i dazi sul pennino tedesco di JoWo e il pistone cinese di Nahvalur :D
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Messaggio da maylota »

Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:59
Però il mio discorso era di tutt'altra natura.
Una riflessione storica, per la quale sono sempre scettica se noto discrepanze e non mi vengono forniti riferimenti.
E un dubbio sul perché della scelta specifica tra tanto materiale disponibile e di maggiore presa tra i nostalgici di Omas.
Ok chiaro.
Sulla datazione della pubblicità andrebbe verificato cosa succedeva in quelle coeve...ma nel mio veloce giro sul wiki non è che ci sia moltissimo. Di sicuro quelle fino al 40 mi sembrano avere una impostazione anche grafica diversa e durante la guerra mi sembra ci si concentrasse di più a dire che anche se oro e materiali nobili erano spariti, le penne erano belle lo stesso. Ma è puro discorso circostanziale (insomma, boh).

Ma in realtà, quella utilizzata potrebbe anche non essere una pubblicità ma un materiale per per gli agenti o qualche cosa del genere. Difficile che in quel periodo si facesse una pubblicità sul marchio, si spingeva sempre prodotto e caratteristiche del prodotto (che in quanto scarso era quel che veramente interessava ai clienti). Per i rappresentanti invece, un bel "tono bellico" e di sano patrittismo per il marchio non ha mai fatto male e anche adesso è un classico.
Possibile che i nipoti dei vecchi proprietari l'abbiano ritrovato in qualche vecchio cassetto e l'abbiano riproposto spacciandolo per vecchia pubblicità in quanto affatto noto?
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Messaggio da AlexO »

maylota ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 21:37
Esme ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:59
Però il mio discorso era di tutt'altra natura.
Una riflessione storica, per la quale sono sempre scettica se noto discrepanze e non mi vengono forniti riferimenti.
E un dubbio sul perché della scelta specifica tra tanto materiale disponibile e di maggiore presa tra i nostalgici di Omas.
Ok chiaro.
Sulla datazione della pubblicità andrebbe verificato cosa succedeva in quelle coeve...ma nel mio veloce giro sul wiki non è che ci sia moltissimo. Di sicuro quelle fino al 40 mi sembrano avere una impostazione anche grafica diversa e durante la guerra mi sembra ci si concentrasse di più a dire che anche se oro e materiali nobili erano spariti, le penne erano belle lo stesso. Ma è puro discorso circostanziale (insomma, boh).

Ma in realtà, quella utilizzata potrebbe anche non essere una pubblicità ma un materiale per per gli agenti o qualche cosa del genere. Difficile che in quel periodo si facesse una pubblicità sul marchio, si spingeva sempre prodotto e caratteristiche del prodotto (che in quanto scarso era quel che veramente interessava ai clienti). Per i rappresentanti invece, un bel "tono bellico" e di sano patrittismo per il marchio non ha mai fatto male e anche adesso è un classico.
Possibile che i nipoti dei vecchi proprietari l'abbiano ritrovato in qualche vecchio cassetto e l'abbiano riproposto spacciandolo per vecchia pubblicità in quanto affatto noto?
Mah... Facciamo che in ogni caso - almeno per me - non è propriamente un modo attrattivo per rilanciare un marchio?
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Messaggio da Bernardosalines »

Abulafia ha scritto: sabato 3 maggio 2025, 18:14




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