Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
Atramentomachia?
- Horla
- Converter
- Messaggi: 4
- Iscritto il: martedì 1 aprile 2025, 23:14
- Il mio inchiostro preferito: J. Herbin
- Misura preferita del pennino: Stub
- Località: Veneto
- Gender:
Atramentomachia?
Qual iniziale contributo, propongo una panoramica sulla mia limitata esperienza riferita agl'inchiostri.
Per sei mesi, dopo aver reintrodotto l'uso della stilografica nella quotidianità, sono stato esclusivamente un accumulatore di cartucce. Pelikan, Lamy, Schneider, Faber-Castell l'han fatta da padrone, lasciandomi talvolta soddisfatto, talvolta perplesso, talvolta deluso; e lasciandomi, da ultimo, senza più voglia di cartucce di qualsiasi tipo (me ne restano, mal contate, 170!).
Ai calamai son giunto soltanto a partire dallo scorso autunno, ma sento che tale sistema di rifornimento, quantunque meno pratico e pulito del predetto, sia l'a me più confacente. Va notato che è anche più divertente.
Mi si attribuisce di solito una certa freddezza, tanto estetica quanto temperamentale: non so se ciò corrisponda al vero, però sono piuttosto misurato e per nulla chiassoso, dunque anche in termini cromatici favorisco un approccio austero. Non per questo, comunque, disdegno la brillantezza o il calore, né rifiuto a priori di sperimentare quel che mi si presenti come nuovo, purché m'incuriosisca. Mi sono pertanto accinto con somma buona disposizione ed equanimità di giudizio alla prova delle varie tinte e delle varie formule, di cui sotto fornisco un elenco commentato.
CARTUCCE
Parker Quink Blue
[Autorevoli commentatori ricolmi di sicumera (non qui, su YouTube) reputano il blu di Parker un cattivo colore. Mi guardo bene dal contraddirli, avendone usate appena tre cartucce e avendolo presto accantonato, in verità per colpa della penna bizzosa. Per quel che ne ho scorto, però, a me ha fatto una buona impressione].
Pelikan Brillant-Schwarz (nero)
» » Königsblau (blu)
» » Blau-Schwarz (blu-nero)
» » Brillant-Rot (rosso)
» » Dunkelgrün (verde)
» » Brillant-Braun (marrone)
» » Violett (viola)
[Pelikan, fin da bambino, è sinonimo di stilografica, e le sue cartucce sono "le" cartucce. Dunque non starò qui ad esibirmi in una farsesca deplorazione. Ciò premesso, meglio il nero del blu, il verde del rosso, il viola del marrone. Spregio invece il blu-nero, questo sì].
Lamy Black
» » Blue
» » Green
[Quello di Lamy è stato il primo inchiostro di livello da me provato, almeno secondo l'idea preconcetta che mi ero formato divisando di procurarmi una Safari. Nei fatti, ai miei sensi il blu è troppo spento, il verde troppo acceso, mentre il nero mi soddisfa appieno solo con pennini copiosi].
Schneider Black
» » Royal Blue
» » Red
» » Green
» » Apricot (albicocca)
» » Bermuda Blue
» » Cognac
» » Ice Blue
» » Rose
[Qui occorre essere recisi e ammettere di aver preso un forte abbaglio, in parte ascrivibile alla febbre del neofita... Comunque, sul nero e sul blu vale quanto detto di Pelikan; il rosso e il verde non sfigurerebbero come evidenziatori o, piuttosto, pennarelli. Degli altri, membri di una collezione di otto colori denominata "Pastel", si può serenamente fare a meno: tolto il Cognac, il resto manca per l'appunto di vividezza].
Faber-Castell Königsblau (blu)
[Dei tre blu reali di cui dispongo, il più bello ed efficace sulla pagina. L'ho eletto inchiostro scelto all'uso del pennino ad intinzione. Me ne son fatto, perciò, un calamaio recuperando un minuto vasetto in vetro delle marmellate offerte per la colazione negli alberghi, entro il quale vuoto sei cartucce mozzandogli il capo con la taglierina. Perfetto].
Waterman Florida Blue
[Scatolina originale trovata in un cestello di prodotti assortiti, tanto vetusta da contenere delle cartucce mezzo evaporate. Ne ho usate solo due e dovrò affrettarmi con le altre, perché la tinta è gradevolissima].
Platinum Black
[In pratica, un grigio].
CALAMAI
Lamy Black
[Vedi sopra].
Schneider Cognac
» » Lemon Cake
[Buono il Cognac (sono consapevole dell'ambivalenza dell'asserto, ma tant'è), illeggibile il Lemon Cake].
Diamine Aurora Borealis
[Persuaso da una influencer (sic), me ne sono procurato una boccetta da 30 ml. È un verde, diciamo così, freddo; cupo e luminoso nello stesso tempo, aggiungerei; bellissimo e utilissimo con <B> e <1.1>].
J. Herbin Perle Noire
» » Bleu des Profondeurs
» » Bleu Myosotis
» » Bleu Nuit
» » Éclat de Saphir
» » Rue de la Verrerie
» » Moulin Rouge
» » Rouge Caroubier
» » Rouge Grenat
» » Lierre Sauvage
» » Métro Parisien
» » Larmes de Cassis
» » Lie de Thé
» » Orange Indien
» » Poussière de Lune
» » Violette Pensée
[Si tratta, ad oggi, del marchio che preferisco. Delle mie non numerose penne, ho scelto di votarne temporaneamente una al Bleu Nuit, una al Blue Verrerie, una al Rouge Caroubier, una al Lierre Sauvage, una al Lie de Thé, una all'Orange Indien. Rouge Grenat è me-ra-vi-glio-so. Finirò col radunarli tutti, un po' per volta...].
Sailor Shōwa Modern
[Boccetta da 10 ml inclusa nella confezione della penna Profit Retro. Un arancione caldo e scuro, niente male].
UNA CONCLUSIONE
Dinanzi al mare magno d'inchiostri là fuori, ha poco senso tentare un epilogo. Soprattutto, alla luce della mia insipienza. Benché abbia preso delle cantonate - peraltro fisiologiche - non me la sento di rinnegarle: fanno parte del graduale cammino verso la consapevolezza. Ho imparato, a mie spese, quante meravigliose insidie siano disseminate lungo la via alla tinta ideale, e quanta strada manchi al traguardo. Rimanendo in metafora, allora, mi auguro di essere un buon camminatore.
P.S. Mi scuso, se l'argomento fosse già stato trattato altrove in modo simile. In quel caso, prego i moderatori di associare il presente scritto dove meglio credano.
Per sei mesi, dopo aver reintrodotto l'uso della stilografica nella quotidianità, sono stato esclusivamente un accumulatore di cartucce. Pelikan, Lamy, Schneider, Faber-Castell l'han fatta da padrone, lasciandomi talvolta soddisfatto, talvolta perplesso, talvolta deluso; e lasciandomi, da ultimo, senza più voglia di cartucce di qualsiasi tipo (me ne restano, mal contate, 170!).
Ai calamai son giunto soltanto a partire dallo scorso autunno, ma sento che tale sistema di rifornimento, quantunque meno pratico e pulito del predetto, sia l'a me più confacente. Va notato che è anche più divertente.
Mi si attribuisce di solito una certa freddezza, tanto estetica quanto temperamentale: non so se ciò corrisponda al vero, però sono piuttosto misurato e per nulla chiassoso, dunque anche in termini cromatici favorisco un approccio austero. Non per questo, comunque, disdegno la brillantezza o il calore, né rifiuto a priori di sperimentare quel che mi si presenti come nuovo, purché m'incuriosisca. Mi sono pertanto accinto con somma buona disposizione ed equanimità di giudizio alla prova delle varie tinte e delle varie formule, di cui sotto fornisco un elenco commentato.
CARTUCCE
Parker Quink Blue
[Autorevoli commentatori ricolmi di sicumera (non qui, su YouTube) reputano il blu di Parker un cattivo colore. Mi guardo bene dal contraddirli, avendone usate appena tre cartucce e avendolo presto accantonato, in verità per colpa della penna bizzosa. Per quel che ne ho scorto, però, a me ha fatto una buona impressione].
Pelikan Brillant-Schwarz (nero)
» » Königsblau (blu)
» » Blau-Schwarz (blu-nero)
» » Brillant-Rot (rosso)
» » Dunkelgrün (verde)
» » Brillant-Braun (marrone)
» » Violett (viola)
[Pelikan, fin da bambino, è sinonimo di stilografica, e le sue cartucce sono "le" cartucce. Dunque non starò qui ad esibirmi in una farsesca deplorazione. Ciò premesso, meglio il nero del blu, il verde del rosso, il viola del marrone. Spregio invece il blu-nero, questo sì].
Lamy Black
» » Blue
» » Green
[Quello di Lamy è stato il primo inchiostro di livello da me provato, almeno secondo l'idea preconcetta che mi ero formato divisando di procurarmi una Safari. Nei fatti, ai miei sensi il blu è troppo spento, il verde troppo acceso, mentre il nero mi soddisfa appieno solo con pennini copiosi].
Schneider Black
» » Royal Blue
» » Red
» » Green
» » Apricot (albicocca)
» » Bermuda Blue
» » Cognac
» » Ice Blue
» » Rose
[Qui occorre essere recisi e ammettere di aver preso un forte abbaglio, in parte ascrivibile alla febbre del neofita... Comunque, sul nero e sul blu vale quanto detto di Pelikan; il rosso e il verde non sfigurerebbero come evidenziatori o, piuttosto, pennarelli. Degli altri, membri di una collezione di otto colori denominata "Pastel", si può serenamente fare a meno: tolto il Cognac, il resto manca per l'appunto di vividezza].
Faber-Castell Königsblau (blu)
[Dei tre blu reali di cui dispongo, il più bello ed efficace sulla pagina. L'ho eletto inchiostro scelto all'uso del pennino ad intinzione. Me ne son fatto, perciò, un calamaio recuperando un minuto vasetto in vetro delle marmellate offerte per la colazione negli alberghi, entro il quale vuoto sei cartucce mozzandogli il capo con la taglierina. Perfetto].
Waterman Florida Blue
[Scatolina originale trovata in un cestello di prodotti assortiti, tanto vetusta da contenere delle cartucce mezzo evaporate. Ne ho usate solo due e dovrò affrettarmi con le altre, perché la tinta è gradevolissima].
Platinum Black
[In pratica, un grigio].
CALAMAI
Lamy Black
[Vedi sopra].
Schneider Cognac
» » Lemon Cake
[Buono il Cognac (sono consapevole dell'ambivalenza dell'asserto, ma tant'è), illeggibile il Lemon Cake].
Diamine Aurora Borealis
[Persuaso da una influencer (sic), me ne sono procurato una boccetta da 30 ml. È un verde, diciamo così, freddo; cupo e luminoso nello stesso tempo, aggiungerei; bellissimo e utilissimo con <B> e <1.1>].
J. Herbin Perle Noire
» » Bleu des Profondeurs
» » Bleu Myosotis
» » Bleu Nuit
» » Éclat de Saphir
» » Rue de la Verrerie
» » Moulin Rouge
» » Rouge Caroubier
» » Rouge Grenat
» » Lierre Sauvage
» » Métro Parisien
» » Larmes de Cassis
» » Lie de Thé
» » Orange Indien
» » Poussière de Lune
» » Violette Pensée
[Si tratta, ad oggi, del marchio che preferisco. Delle mie non numerose penne, ho scelto di votarne temporaneamente una al Bleu Nuit, una al Blue Verrerie, una al Rouge Caroubier, una al Lierre Sauvage, una al Lie de Thé, una all'Orange Indien. Rouge Grenat è me-ra-vi-glio-so. Finirò col radunarli tutti, un po' per volta...].
Sailor Shōwa Modern
[Boccetta da 10 ml inclusa nella confezione della penna Profit Retro. Un arancione caldo e scuro, niente male].
UNA CONCLUSIONE
Dinanzi al mare magno d'inchiostri là fuori, ha poco senso tentare un epilogo. Soprattutto, alla luce della mia insipienza. Benché abbia preso delle cantonate - peraltro fisiologiche - non me la sento di rinnegarle: fanno parte del graduale cammino verso la consapevolezza. Ho imparato, a mie spese, quante meravigliose insidie siano disseminate lungo la via alla tinta ideale, e quanta strada manchi al traguardo. Rimanendo in metafora, allora, mi auguro di essere un buon camminatore.
P.S. Mi scuso, se l'argomento fosse già stato trattato altrove in modo simile. In quel caso, prego i moderatori di associare il presente scritto dove meglio credano.
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- Iscritto il: mercoledì 27 gennaio 2016, 0:43
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Atramentomachia?
benvenuto, leggo con un certo divertimento il tuo iniziale approccio e poi disappunto sull'uso delle cartucce.
Io da sempre uso inchiostri in boccetta, ma sono certo che qualcuno qui che ti risollevi il morale nei confronti di alcuni vantaggi delle cartucce lo troverai.
Leggo, e poi magari se ho altri commenti, ritorno.
Nel frattempo mi preme avvertirti che quel barattolo delle marmellate non va bene... sembra , ma non è a tenuta, nel giro di poche settimane ti ritrovi con il contenuto secco... devi cercare un contenitore a tenuta "stagna".
Ora, così su due piedi, (a parte un altro calamaio vuoto, ma che ovviamente non avrai) non mi viene in mente null'altro di idoneo, se non i contenitori che si trovano in farmacia per i campioni di urina...
(giuro, funzionano bene).
Io da sempre uso inchiostri in boccetta, ma sono certo che qualcuno qui che ti risollevi il morale nei confronti di alcuni vantaggi delle cartucce lo troverai.
Leggo, e poi magari se ho altri commenti, ritorno.
Nel frattempo mi preme avvertirti che quel barattolo delle marmellate non va bene... sembra , ma non è a tenuta, nel giro di poche settimane ti ritrovi con il contenuto secco... devi cercare un contenitore a tenuta "stagna".
Ora, così su due piedi, (a parte un altro calamaio vuoto, ma che ovviamente non avrai) non mi viene in mente null'altro di idoneo, se non i contenitori che si trovano in farmacia per i campioni di urina...

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Atramentomachia?
Dopo ti risponderò con più calma con qualche commento riguardo gli inchiostri che citi.
Nel frattempo, non starò qui a far differenze tra cartucce e calamai, dato che io uso quasi unicamente i secondi, tuttavia, con 170 cartucce a disposizione, o ne rivaluti l'utilizzo in alcune occasioni, o trovi un modo per utilizzarne l'inchiostro.
A parte la scelta (un po' drastica) di decapitarle, e versarne il contenuto in un barattolino, poi come lo recuperi l'inchiostro? (sopratutto in un barattolino un po' largo, se non hai un certo volume, fai fatica a caricare una penna).
Non so che penne usi e con quale riempimento (converter/pistone?), ma immagino avrai valutato la possibilità di usare una siringa per riempire le tue penne, specie quelle a converter.
Un suggerimento, allora: per caso mi è capitato di scoprire che gli aghi delle classiche siringhe ipodermiche hanno la stessa sezione dei converter standard (tipo Pelikan).
Già con questo sistema recuperi anche quantità piccole di inchiostro (magari direttamente dalla cartuccia).
Nel frattempo, non starò qui a far differenze tra cartucce e calamai, dato che io uso quasi unicamente i secondi, tuttavia, con 170 cartucce a disposizione, o ne rivaluti l'utilizzo in alcune occasioni, o trovi un modo per utilizzarne l'inchiostro.

A parte la scelta (un po' drastica) di decapitarle, e versarne il contenuto in un barattolino, poi come lo recuperi l'inchiostro? (sopratutto in un barattolino un po' largo, se non hai un certo volume, fai fatica a caricare una penna).
Non so che penne usi e con quale riempimento (converter/pistone?), ma immagino avrai valutato la possibilità di usare una siringa per riempire le tue penne, specie quelle a converter.
Un suggerimento, allora: per caso mi è capitato di scoprire che gli aghi delle classiche siringhe ipodermiche hanno la stessa sezione dei converter standard (tipo Pelikan).
Già con questo sistema recuperi anche quantità piccole di inchiostro (magari direttamente dalla cartuccia).
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Atramentomachia?
riguardo gli inchiostri che citi, te ne sei procurati davvero un bel po'!
Al momento sei focalizzato sulla resa del colore, il tono, la luminosità o meno.
Andando avanti ad usarli inizierai a renderti conto che gli inchiostri possiedono altre caratteristiche, in modo particolare, possono avere flusso e scorrevolezza parecchio diversi.
Anche le penne (e i loro pennini) hanno flusso e scorrevolezza diversi, per cui l'abbinamento di un inchiostro con una penna spesso non sarà unicamente a "piacimento" ma ti ritroverai ad abbinarli per ottenere le caratteristiche di comportamento (insieme alla carta che usi) di tuo miglior gradimento.
In questo senso, prima di lanciarti in ulteriori acquisti di inchiostro, prova a valutare qualche abbinamento di quelli che hai con le penne che possiedi.
Potresti ritrovarti a comprare il prossimo inchiostro in funzione delle caratteristiche della penna sul quale vorresti usarlo!
Al momento sei focalizzato sulla resa del colore, il tono, la luminosità o meno.
Andando avanti ad usarli inizierai a renderti conto che gli inchiostri possiedono altre caratteristiche, in modo particolare, possono avere flusso e scorrevolezza parecchio diversi.
Anche le penne (e i loro pennini) hanno flusso e scorrevolezza diversi, per cui l'abbinamento di un inchiostro con una penna spesso non sarà unicamente a "piacimento" ma ti ritroverai ad abbinarli per ottenere le caratteristiche di comportamento (insieme alla carta che usi) di tuo miglior gradimento.
In questo senso, prima di lanciarti in ulteriori acquisti di inchiostro, prova a valutare qualche abbinamento di quelli che hai con le penne che possiedi.
Potresti ritrovarti a comprare il prossimo inchiostro in funzione delle caratteristiche della penna sul quale vorresti usarlo!

- Esme
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Atramentomachia?
In un anno hai collezionato 170 cartucce e 19 calamai.
Se non eri misurato quanti ne prendevi?

Adesso aspettiamo le recensioni uno per uno, vogliamo vederti in concorrenza con Simy.

"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]
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[sir Terry Pratchett]
- Horla
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Atramentomachia?
@sansenri
Grazie per le puntuali risposte e i preziosi consigli: ne farò tesoro.
Mi avvedo di aver dato forse un tono polemico allo scritto, ma non era mia intenzione farlo. È, piuttosto, una rassegna di ciò che ho provato nell'ultimo anno, con alterne fortune e procedendo per gradi.
Dalla siringa, comodissima, sono passato al converter, anche migliore; dalle cartucce, pratiche, son giunto ai calamai, seducenti. Questi ultimi mi piacciono e mi soddisfano di più, quindi credo continuerò in tal senso.
Le 170 cartucce non saranno sprecate, tuttavia una parte di esse cadrà nel dimenticatoio (i pastelli, i rossi e i verdi abbaglianti). Il resto, in pratica neri e blu reali, sarà impiegato nel tempo, o con il metodo della decapitazione o direttamente nelle penne standard.
Quanto al vasetto, hai ragione, ho messo in conto un minimo di evaporazione o di dispersione, però ti assicuro che uso questo metodo da diversi mesi e l'inchiostro è sempre fluido - del resto "giustizio" una scatolina alla volta e scrivo con un <M>. Comunque, quando ne avrò uno disponibile, passerò in seguito a un calamaio vuoto. In ogni caso, nonostante sembri una procedura cruenta, la mozzatura evita inutili spargimenti di liquidi...
@Esme
Hai ragione, da quel che ho scritto sembro uno sfrenato! In realtà, ho omesso di specificare che, tolti il Lamy da 50 ml, il Diamine da 30 ml e tre Herbin da 30 ml, tutti gli altri calamai vanno dai 10 ai 15 ml. Non prevedo ulteriori acquisti per un bel po'...
Sì, in effetti conto di scrivere una recensione, ne ho lette e viste tante, mi piacerebbe provarci un giorno. Grazie dell'incoraggiamento.
Grazie per le puntuali risposte e i preziosi consigli: ne farò tesoro.
Mi avvedo di aver dato forse un tono polemico allo scritto, ma non era mia intenzione farlo. È, piuttosto, una rassegna di ciò che ho provato nell'ultimo anno, con alterne fortune e procedendo per gradi.
Dalla siringa, comodissima, sono passato al converter, anche migliore; dalle cartucce, pratiche, son giunto ai calamai, seducenti. Questi ultimi mi piacciono e mi soddisfano di più, quindi credo continuerò in tal senso.
Le 170 cartucce non saranno sprecate, tuttavia una parte di esse cadrà nel dimenticatoio (i pastelli, i rossi e i verdi abbaglianti). Il resto, in pratica neri e blu reali, sarà impiegato nel tempo, o con il metodo della decapitazione o direttamente nelle penne standard.
Quanto al vasetto, hai ragione, ho messo in conto un minimo di evaporazione o di dispersione, però ti assicuro che uso questo metodo da diversi mesi e l'inchiostro è sempre fluido - del resto "giustizio" una scatolina alla volta e scrivo con un <M>. Comunque, quando ne avrò uno disponibile, passerò in seguito a un calamaio vuoto. In ogni caso, nonostante sembri una procedura cruenta, la mozzatura evita inutili spargimenti di liquidi...
@Esme
Hai ragione, da quel che ho scritto sembro uno sfrenato! In realtà, ho omesso di specificare che, tolti il Lamy da 50 ml, il Diamine da 30 ml e tre Herbin da 30 ml, tutti gli altri calamai vanno dai 10 ai 15 ml. Non prevedo ulteriori acquisti per un bel po'...
Sì, in effetti conto di scrivere una recensione, ne ho lette e viste tante, mi piacerebbe provarci un giorno. Grazie dell'incoraggiamento.
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no, tranquillo, non ho colto tono polemico.Horla ha scritto: ↑lunedì 7 aprile 2025, 23:39 @sansenri
Grazie per le puntuali risposte e i preziosi consigli: ne farò tesoro.
Mi avvedo di aver dato forse un tono polemico allo scritto, ma non era mia intenzione farlo. È, piuttosto, una rassegna di ciò che ho provato nell'ultimo anno, con alterne fortune e procedendo per gradi.
Dalla siringa, comodissima, sono passato al converter, anche migliore; dalle cartucce, pratiche, son giunto ai calamai, seducenti. Questi ultimi mi piacciono e mi soddisfano di più, quindi credo continuerò in tal senso.
Le 170 cartucce non saranno sprecate, tuttavia una parte di esse cadrà nel dimenticatoio (i pastelli, i rossi e i verdi abbaglianti). Il resto, in pratica neri e blu reali, sarà impiegato nel tempo, o con il metodo della decapitazione o direttamente nelle penne standard.
Quanto al vasetto, hai ragione, ho messo in conto un minimo di evaporazione o di dispersione, però ti assicuro che uso questo metodo da diversi mesi e l'inchiostro è sempre fluido - del resto "giustizio" una scatolina alla volta e scrivo con un <M>. Comunque, quando ne avrò uno disponibile, passerò in seguito a un calamaio vuoto. In ogni caso, nonostante sembri una procedura cruenta, la mozzatura evita inutili spargimenti di liquidi...
Del vasetto, ti dico solo perché ho provato anch'io... poi un giorno ho trovato solo una macchia rappresa sul fondo

- Automedonte
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Per la precisione ha detto che ne restano 170 tolte quelle che ha usato


Cesare Augusto
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Atramentomachia?
Scusa ma... Mozzare le carucce non ha senso: basta aspirareil contenuto con la siringa e travasarlo nel calamaio.Horla ha scritto: ↑lunedì 7 aprile 2025, 23:39 [...] del resto "giustizio" una scatolina alla volta e scrivo con un <M>. Comunque, quando ne avrò uno disponibile, passerò in seguito a un calamaio vuoto. In ogni caso, nonostante sembri una procedura cruenta, la mozzatura evita inutili spargimenti di liquidi...
[....]
La cartuccia vuota resta integra e può essere conservata e riutilizzata (previo lavaggio), riempiendola con qualsiasi inchiostro utilizzando ancora la siringa.
Considera che non sempre ci si ritrova nel cassetto un converter adatto per una nuova penna, e che in certi casi è difgicile reperire il "giusto" converter per certi modelli (soprattutto vintage): in questi casi avere cartucce vuote "riciclate" di tipi e marchi diversi può risultare utilissimo.
Considera anche che, con penne molto economiche, il converter può costare ben più della penna, mentre la cartuccia riciclata costa zero...
- Horla
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@AlexO
Come giustamente osservato da Automedonte, ho già consumato parecchie cartucce di varie forme e misure.
Quando ancora non possedevo i convertitori, non ci è voluto molto a capire che per usare un certo inchiostro in una penna incapace di accettarne la cartuccia avrei potuto fabbricare io stesso la cartuccia necessitata. Perciò, in un robusto contenitore di vetro (stavolta in origine ospitava delle gustosissime caramelle), conservo alcune dozzine di cartucce debitamente ripulite, che alla bisogna provvedo a ricaricare per mezzo di una siringa. Le mie tre Preppy, per dire, funzionano così da oltre due mesi ormai (previo innesto dell'adattatore, beninteso). Nelle Lamy ho iniettato di tutto, sempre con la medesima tecnica.
Immagino che l'impiego della siringa sia il primo dei trucchetti praticabili da qualsiasi principiante, benché non esente da rischi. Personalmente, una volta, ponendo senz'accorgermene troppa forza sullo stantuffo, feci partire un inatteso sprizzo di Parker blu in direzione del muro di fronte al quale stavo "operando": per fortuna, il getto fu quasi del tutto intercettato da un recipiente di cartoncino messo lì in modo casuale, e solo un paio di gocce colpirono in effetti l'intonaco. A non dire di quante volte ho avuto le punte delle dita imbrattate!
La decapitazione è destinata (latente giacobinismo?) al blu reale di Faber-Castell, da un lato perché ne ho una trentina di esemplari e non desidero tutti quei vuoti, dall'altro lato perché è un metodo rapido ed efficace. Oppure, semplicemente, perché sono sanguinario...
Come giustamente osservato da Automedonte, ho già consumato parecchie cartucce di varie forme e misure.
Quando ancora non possedevo i convertitori, non ci è voluto molto a capire che per usare un certo inchiostro in una penna incapace di accettarne la cartuccia avrei potuto fabbricare io stesso la cartuccia necessitata. Perciò, in un robusto contenitore di vetro (stavolta in origine ospitava delle gustosissime caramelle), conservo alcune dozzine di cartucce debitamente ripulite, che alla bisogna provvedo a ricaricare per mezzo di una siringa. Le mie tre Preppy, per dire, funzionano così da oltre due mesi ormai (previo innesto dell'adattatore, beninteso). Nelle Lamy ho iniettato di tutto, sempre con la medesima tecnica.
Immagino che l'impiego della siringa sia il primo dei trucchetti praticabili da qualsiasi principiante, benché non esente da rischi. Personalmente, una volta, ponendo senz'accorgermene troppa forza sullo stantuffo, feci partire un inatteso sprizzo di Parker blu in direzione del muro di fronte al quale stavo "operando": per fortuna, il getto fu quasi del tutto intercettato da un recipiente di cartoncino messo lì in modo casuale, e solo un paio di gocce colpirono in effetti l'intonaco. A non dire di quante volte ho avuto le punte delle dita imbrattate!
La decapitazione è destinata (latente giacobinismo?) al blu reale di Faber-Castell, da un lato perché ne ho una trentina di esemplari e non desidero tutti quei vuoti, dall'altro lato perché è un metodo rapido ed efficace. Oppure, semplicemente, perché sono sanguinario...
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hai ragione, gliel'ho detto anch'io, poi però ci ho pensato... ne ha 170!! qualcuna può anche sacrificarlaAlexO ha scritto: ↑martedì 8 aprile 2025, 8:27Scusa ma... Mozzare le carucce non ha senso: basta aspirareil contenuto con la siringa e travasarlo nel calamaio.Horla ha scritto: ↑lunedì 7 aprile 2025, 23:39 [...] del resto "giustizio" una scatolina alla volta e scrivo con un <M>. Comunque, quando ne avrò uno disponibile, passerò in seguito a un calamaio vuoto. In ogni caso, nonostante sembri una procedura cruenta, la mozzatura evita inutili spargimenti di liquidi...
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La cartuccia vuota resta integra e può essere conservata e riutilizzata (previo lavaggio), riempiendola con qualsiasi inchiostro utilizzando ancora la siringa.
Considera che non sempre ci si ritrova nel cassetto un converter adatto per una nuova penna, e che in certi casi è difgicile reperire il "giusto" converter per certi modelli (soprattutto vintage): in questi casi avere cartucce vuote "riciclate" di tipi e marchi diversi può risultare utilissimo.
Considera anche che, con penne molto economiche, il converter può costare ben più della penna, mentre la cartuccia riciclata costa zero...

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Atramentomachia?
sì, io uso la siringa da quando avevo dieci anni...Horla ha scritto: ↑martedì 8 aprile 2025, 12:18
Immagino che l'impiego della siringa sia il primo dei trucchetti praticabili da qualsiasi principiante, benché non esente da rischi.
Personalmente, una volta, ponendo senz'accorgermene troppa forza sullo stantuffo, feci partire un inatteso sprizzo di Parker blu in direzione del muro di fronte al quale stavo "operando": per fortuna, il getto fu quasi del tutto intercettato da un recipiente di cartoncino messo lì in modo casuale, e solo un paio di gocce colpirono in effetti l'intonaco. A non dire di quante volte ho avuto le punte delle dita imbrattate!

Sarà banale (pare di parlare di chissà quale scienza), ma trovo che l'impugnatura della siringa a pugno (ago in giù, indice che circonda l'asta del pistoncino, pollice che preme il pistone) sia la più controllabile (l'indice frena l'asta e impedisce la pressione eccessiva e il maledetto schizzo). Il pollice è in grado sia di azionare il pistone in su, che in giù.
E' molto utile quando si carica la cartuccia o il converter perché si riesce ad azionare il pistone anche per movimenti molto piccoli.
Il mio "mostro" ago-converter è ancora più facile da usare, basta girare il pistoncino del converter, nessuno schizzo

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Horla ha scritto: ↑martedì 8 aprile 2025, 12:18 @AlexO
Come giustamente osservato da Automedonte, ho già consumato parecchie cartucce di varie forme e misure.
Quando ancora non possedevo i convertitori, non ci è voluto molto a capire che per usare un certo inchiostro in una penna incapace di accettarne la cartuccia avrei potuto fabbricare io stesso la cartuccia necessitata. Perciò, in un robusto contenitore di vetro (stavolta in origine ospitava delle gustosissime caramelle), conservo alcune dozzine di cartucce debitamente ripulite, che alla bisogna provvedo a ricaricare per mezzo di una siringa.

Ecco un esempio... Ho anche io delle Preppy, su cui però uso le cartucce Platinum riciclate (quindi senza l'adattatore), caricate a siringa con l'inchiostro che preferisco. Il vangattio è che le carucce proprietarie Platinum sono di buona qualità (meglio di molte altre "standard") e sulle Preppy (come su altre penne Platinum) sono perfette anche in quanto a tenuta (non "perdono" e l'inchiostro non "evapora"), mentre non farei tanto affidamento sulla tenuta dell'insieme adattatore + cartucce altre...
Mah... Personalmente non vedo rischi, basta un minimo di attenzione e qualche piccolo accorgimento... Mai avuto problemi.Horla ha scritto: ↑martedì 8 aprile 2025, 12:18 Immagino che l'impiego della siringa sia il primo dei trucchetti praticabili da qualsiasi principiante, benché non esente da rischi. Personalmente, una volta, ponendo senz'accorgermene troppa forza sullo stantuffo, feci partire un inatteso sprizzo di Parker blu in direzione del muro di fronte al quale stavo "operando": per fortuna, il getto fu quasi del tutto intercettato da un recipiente di cartoncino messo lì in modo casuale, e solo un paio di gocce colpirono in effetti l'intonaco. A non dire di quante volte ho avuto le punte delle dita imbrattate!
Avendo così tante cartucce, e solo dopo aver fatto adeguata scorta di vuoti "sani", posso capire la "decapitazione"...Horla ha scritto: ↑martedì 8 aprile 2025, 12:18 La decapitazione è destinata (latente giacobinismo?) al blu reale di Faber-Castell, da un lato perché ne ho una trentina di esemplari e non desidero tutti quei vuoti, dall'altro lato perché è un metodo rapido ed efficace. Oppure, semplicemente, perché sono sanguinario...