Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
- Hologon
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
Quando vado ai convegni non posso fare a meno di un paio di stilo: sempre portate nella tasca interna della giacca, cariche e non ho mai avuto problemi; solo una Capless una volta a terra non ne voleva sapere di scrivere, ma ne avevo un’altra!
Sono moderno, non contemporaneo
- Rodelinda
- Levetta
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
La El Al a volte costringe a imbarcare in stiva le stilografiche. Temo le considerino possibili armi improprie.
Sono anche particolarmente fiscali con controlli su quanti e quali liquidi ti porti a bordo, ma tanto se finisci nel campione sbagliato in pratica ti perquisiscono anche nelle mutande e ti sottopongono a un interrogatorio, quindi assicuro che a quel punto dove imbarchi le stilografiche non ti sembra neanche un problema.
Sono anche particolarmente fiscali con controlli su quanti e quali liquidi ti porti a bordo, ma tanto se finisci nel campione sbagliato in pratica ti perquisiscono anche nelle mutande e ti sottopongono a un interrogatorio, quindi assicuro che a quel punto dove imbarchi le stilografiche non ti sembra neanche un problema.
- RisottoPensa
- Stantuffo
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
Sai come, questi spacciatori se ne inventano di nuove ogni giorno

❄️ 🐻❄️ ❄️
- maylota
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
Ci sono tutta una serie di stilo (e matite) che purtroppo assomigliano alle "tactical pen", che sono vere e proprie piccole armi di autodifesa. Ad esempio:
A me è capitato con una Rotring 800 a Shanghai, ma fortunatamente la foga inquisitoria del tipo ai controlli si è placata buttandomi nel bidone un powerbank promozionale aziendale e il rituale accendino.
In questo caso già la marca fa venire il sospetto che sia meglio non portarsela in cabina, ma capisco che anche una innocente matita possa attrarre l'attenzione di un addetto ai controlli.A me è capitato con una Rotring 800 a Shanghai, ma fortunatamente la foga inquisitoria del tipo ai controlli si è placata buttandomi nel bidone un powerbank promozionale aziendale e il rituale accendino.
Venceremos.
- francoiacc
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
Ho trasportato qualche flacone soprattutto rientrando a casa, soprattutto da Akermann, quei calamai sono irresistibili! L’importante è stare nei limiti imposti per tutti gli altri liquidi.
Personalmente preferisco sempre partire con le penne cariche, di cui almeno una a cartuccia. Non parto mai con un calamaio dí inchiostro, anche perché viaggio tanto ma raramente per più di 4-5 gg.
L’ accortezza maggiore che ho è di controllare le penne quando arrivo in albergo. A volte lo sbalzo di pressione in volo causa delle spiacevoli fuoriuscite di inchiostro nel cappuccio.
Personalmente preferisco sempre partire con le penne cariche, di cui almeno una a cartuccia. Non parto mai con un calamaio dí inchiostro, anche perché viaggio tanto ma raramente per più di 4-5 gg.
L’ accortezza maggiore che ho è di controllare le penne quando arrivo in albergo. A volte lo sbalzo di pressione in volo causa delle spiacevoli fuoriuscite di inchiostro nel cappuccio.
- stanzarichi
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
Nel 2017-2018 prendevo almeno un aereo al mese sulla rotta Sassari-Bologna, con soggiorno per il weekend, portando almeno una 149 sempre con me: il giusto compromesso era avere il serbatoio non completamente carico, in modo che nelle fasi di decollo e atterraggio potesse compensare espellendo anche aria. In questo modo, al massimo trovavo qualche goccia di inchiostro a bagnare l’interno del cappuccio e la sezione. Un passaggio di scottex una volta atterrato e la penna era pronta per l’uso.
Andando e tornando dal Giappone (novembre 2019-gennaio 2020) ho fatto il viaggio di andata con un paio di calamai Montblanc e al ritorno ho aggiunto un paio di Iroshizuku: i primi, aperti, hanno viaggiato con me nel bagaglio a mano dentro buste trasparenti (nessun problema a Bologna, Francoforte e Nagoya); i secondi hanno viaggiato in stiva al ritorno.
Andando e tornando dal Giappone (novembre 2019-gennaio 2020) ho fatto il viaggio di andata con un paio di calamai Montblanc e al ritorno ho aggiunto un paio di Iroshizuku: i primi, aperti, hanno viaggiato con me nel bagaglio a mano dentro buste trasparenti (nessun problema a Bologna, Francoforte e Nagoya); i secondi hanno viaggiato in stiva al ritorno.
Riccardo
- Automedonte
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Ho sempre sentito che conviene avere il serbatoio completamente carico per evitare che l'aria all'interno si espandastanzarichi ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 11:05 Nel 2017-2018 prendevo almeno un aereo al mese sulla rotta Sassari-Bologna, con soggiorno per il weekend, portando almeno una 149 sempre con me: il giusto compromesso era avere il serbatoio non completamente carico, in modo che nelle fasi di decollo e atterraggio potesse compensare espellendo anche aria. In questo modo, al massimo trovavo qualche goccia di inchiostro a bagnare l’interno del cappuccio e la sezione. Un passaggio di scottex una volta atterrato e la penna era pronta per l’uso.

Chiaritemi questa cosa per gli eventuali prossimi viaggi

Cesare Augusto
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Svuoterò le penne per essere completamente sicuro 
A leggere le esperienze sono molto rassicurato, spero solo che non mi capiti uno.... Di turno

A leggere le esperienze sono molto rassicurato, spero solo che non mi capiti uno.... Di turno

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- stanzarichi
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Scusami, sono stato impreciso nell’esporre: le prime volte caricavo la penna “fino all’orlo”, senza scaricare le due-tre gocce come in tanti consigliano. Intendevo questo con non completamente carico. Da quando ho smesso di fare così, ho avuto meno problemi di fuoriuscita di inchiostro nel cappuccio.Automedonte ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 11:15
Ho sempre sentito che conviene avere il serbatoio completamente carico per evitare che l'aria all'interno si espanda![]()
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Riccardo
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Viaggiare con le stilografiche in aereo
è vero, i gas si espandono molto di più dei liquidi quando cambia la pressione, di conseguenza più aria c'è all'interno, più c'è una possibilità che quella espansone di aria spinga fuori dell'inchiostro (per cui te lo ritrovi nel cappuccio). La penna piena subisce meno (quasi per nulla) il problema.Automedonte ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 11:15Ho sempre sentito che conviene avere il serbatoio completamente carico per evitare che l'aria all'interno si espandastanzarichi ha scritto: ↑martedì 18 marzo 2025, 11:05 Nel 2017-2018 prendevo almeno un aereo al mese sulla rotta Sassari-Bologna, con soggiorno per il weekend, portando almeno una 149 sempre con me: il giusto compromesso era avere il serbatoio non completamente carico, in modo che nelle fasi di decollo e atterraggio potesse compensare espellendo anche aria. In questo modo, al massimo trovavo qualche goccia di inchiostro a bagnare l’interno del cappuccio e la sezione. Un passaggio di scottex una volta atterrato e la penna era pronta per l’uso.
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In verità dipende da vari fattori, il tipo di penna, il cambio di pressione, la posizione della penna (se la penna è tenuta pennino in sù in teoria esce solo aria, non inchiostro), etc..
Alla fine sono comunque eventi non così frequenti, io ho viaggiato sia con penne piene che mezze vuote, ma inconvenienti gravi non ne ho praticamente mai avuti. Come dice Francesco, l'unica accortezza all'arrivo, quando apri la penna la prima volta, fare attenzione se per caso vi sia qualche goccia di inchiostro nel cappuccio.
- maylota
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Stessa mia esperienza.
Tra l'altro gli aerei più recenti sono anche pressurizzati su altitudini sempre più basse - una volta erano oltre i 2000 metri, adesso mi sembra i più recenti arrivino a 1700metri, il che riduce ancora i potenziali problemi.
(Il rovescio della medaglia è che prima in volo gli alcolici li sentivi di più, ma in fondo è meglio evitare quando si vola

Venceremos.